Ricorrono quattro anni dalla morte di Sergio Endrigo. Era il 7 settembre del 2005 quando si spegneva un artista che è stato cantautore prima ancora di Tenco e che ha cantato insieme a Vinicius De Moraes e Chico Buarque de Hollanda; che ha portato in teatro testi e filastrocche di Gianni Rodari e che ha cantato poesie di Jose' Marti' e Rafael Alberti; che ha vinto Sanremo e ha suonato in tutto il mondo. Di lui, fintanto che lo si è ricordato, si è detto e scritto ?schivo?, ?timidissimo?, con ?la tristezza dell?emigrante?. Eppure, Sergio Endrigo è stato un uomo ?pieno di allegria e di passioni, con la casa sempre piena di gente. Curioso, amante dei viaggi e del mare. Soprattutto, dolcissimo?. Così lo ha raccontato a Televideo la figlia Claudia, che in questa intervista ne traccia un profilo inedito. Ricordiamo oggi, insieme a lei, l?artista che ha rivoluzionato la musica leggera e che, per primo, ha portato in Italia quella brasiliana. L?uomo che ci ha regalato un modo diverso di raccontare e cantare l?amore, perché ?d?amore si vive, non si muore?. Ricordiamo, oggi, l?artista che una colpevole penuria di cultura musicale ha tristemente relegato tra i dimenticati.
?Mio padre era un uomo dolcissimo, dolce come le sue canzoni. Era un uomo che celebrava l?amore, che non ha mai scritto frasi come ?non posso vivere senza te? o ?muoio senza te?, perché pensava che d?amore si deve vivere e non morire?.
Un?idea controcorrente?quando ha cominciato, negli anni Sessanta, si celebrava l?amore disperato?
?Controcorrente, sì? Io sono una maniaca collezionista di articoli e foto, ho tutto quello che lo riguarda fin dagli inizi?E proprio per questa sua diversità, insieme al linguaggio moderno, fu considerato il cantautore del futuro. Basta riascoltare i suoi brani per capire quanto sia attuale? Tanto che artisti come Battiato, Fiorella Mannoia, Baglioni e Morgan, ne hanno riproposti alcuni?.
Un uomo dolcissimo e pieno di poesia?
"Era un poeta. Non sapeva adattare un testo alla musica, in lui crescevano insieme. E sosteneva che la canzone nasce da un felice connubio tra musica e parole. Verissimo. Ma capita, non di rado, che un testo estrapolato dalla musica non sia niente di speciale e che, invece, unito alle note diventi qualcosa di magico. Se si estrapolano le parole di mio padre dalla musica, si scopre invece che sono tutte poesie bellissime. Non lo penso solo io da figlia, è stato scritto e detto tante volte: Sergio Endrigo è stato un poeta. E la sua ultima canzone, ?Altre emozioni?-che io amo particolarmente- , è una splendida lettera d?amore in versi".
Tuo padre è stato il primo a portare il Brasile in Italia?
?Ed è grave che non se ne parli. Dopo il successo di ?Io che amo solo te?, era il 1964, andò in tournée in Brasile. Il suo pianista era Sergio Bardotti. Si sono innamorati pazzamente della bossanova e l?incontro magico con Vinicius De Moraes fece nascere quello splendido disco che è ?La vita, amico, è l?arte dell?incontro?. Ci sono De Moraes che canta e recita, Ungaretti che recita De Moraes in italiano, mio padre che canta e l?accompagnamento di Toquino, tutto sempre sotto la supervisione di Bardotti. Vinicius amava talmente tanto mio padre che nel suo ultimo lavoro inserì il samba par Endrigo. E mio padre è stato l?unico artista straniero a essere inserito in Brasile in una raccolta di grandi cantanti brasiliani?.
E c?è stato il periodo delle canzoni per i bambini?
"Un?esigenza nata, credo, insieme a me. Ero piccola e mio padre non sopportava le canzoni per bambini dello Zecchino d?oro. Le considerava stupide, non educative, fini a se stesse. Ci fu uno scambio epistolare con Gianni Rodari, che gli mandò dei testi. Lui scrisse la musica, ed ecco canzoni come ?Ci vuole un fiore? e tante altre?".
Che ricordi hai di lui?
"Ricordo due Endrigo. Quello dell?infanzia: una persona piena di vita, curioso, amante dei viaggi, del mare, della cucina, la nostra casa era sempre piena di gente. Era allegro, appassionato di trenini, amante del modellismo, costruiva velieri. Poi c?è l?uomo del secondo periodo, quello dimenticato e dunque della crisi, disperato, depresso. E, infine, malato. Abbiamo vissuto la sua malattia insieme, lui e io da soli. Mi ha fatto un male terribile. Tutto quello che faccio ora è per riscattarlo prima di tutto come artista, perché forse anch?io, quando era in vita, non ho capito appieno la sua grandezza. Glielo devo. Glielo devo anche per cancellare cose come una telefonata, ricevuta parecchi anni fa. Lo chiamarono per partecipare a una trasmissione televisiva che si intitolava ?I perdenti??Per lui fu uno shock. Naturalmente, non ci volle andare?.
Perché è stato dimenticato?
"Per errori della casa discografica, del suo ultimo produttore e suoi. E? stato contro la casa discografica quando questa non gli appoggiava un progetto o lo consigliava di cantare una determinata cosa, per esempio?.Era un uomo pigrissimo, nel periodo del suo massimo splendore (ma questo per me non è un?accusa, ha fatto bene) ha preferito godersi la famiglia, con me piccola, e passare tre mesi al mare invece di pensare un po? di più alla sua carriera. Sergio Bardotti racconta che quando papà scrisse la musica di ?Lontano dagli occhi? gli chiese di occuparsi delle parole, perché lui doveva andare a pescare in Libia e non aveva voglia di mettersi a studiare il testo. Mio padre era così?ma resta il fatto che ha dato veramente tanto alla musica italiana e non solo??.
Il suo ultimo lavoro è del 2004, ?Altre emozioni?
"Pressoché sconosciuto? Non volevo che lui affidasse questo disco al produttore che lo ha pubblicato, perché non volevo che mio padre buttasse via un altro lavoro. Temevo che accadesse la stessa cosa che si era verificata anni prima con quell?album meraviglioso che è ?Il giardino di Giovanni??Ma mio padre era già stato dimenticato e la possibilità di pubblicare un suo disco lo attraeva al punto che ci si è buttato senza pensarci molto?Aveva talmente tante cose da dire e da fare ancora?Beh, è andata a finire come temevo? Non è l?album migliore che potesse scrivere, ma prima di questo ce ne sono stati cinque che le case discografiche hanno letteralmente buttato via?Nessuna distribuzione, nessuna promozione?.
La sua ultima apparizione è stata a Sanremo nel 2005
"Fu invitato da Bonolis, che quell?anno conduceva il Festival. Mio padre era già stato nove volte sul quel palco. Quell?anno Bonolis lo chiamò, perché aveva letto il suo libro ?Quanto mi dai se mi sparo? (metafora pungente sulle miserie artistiche della canzone italiana, atto d?accusa contro 'l?orda barbarica di note' imposte dalle multinazionali del disco, n.d.r). Aveva voluto omaggiarlo in qualità di opinionista. Ne fu tanto felice?.
Cosa ti piacerebbe che accadesse ora?
?Quello che sogno è di salire sul palco di Sanremo a ritirare per lui un premio alla carriera. E vorrei che la sua musica tornasse a girare. La voce di mio padre non si sente mai. E alle volte, mi sembra come se non sia mai esistito?.
?Mio padre era un uomo dolcissimo, dolce come le sue canzoni. Era un uomo che celebrava l?amore, che non ha mai scritto frasi come ?non posso vivere senza te? o ?muoio senza te?, perché pensava che d?amore si deve vivere e non morire?.
Un?idea controcorrente?quando ha cominciato, negli anni Sessanta, si celebrava l?amore disperato?
?Controcorrente, sì? Io sono una maniaca collezionista di articoli e foto, ho tutto quello che lo riguarda fin dagli inizi?E proprio per questa sua diversità, insieme al linguaggio moderno, fu considerato il cantautore del futuro. Basta riascoltare i suoi brani per capire quanto sia attuale? Tanto che artisti come Battiato, Fiorella Mannoia, Baglioni e Morgan, ne hanno riproposti alcuni?.
Un uomo dolcissimo e pieno di poesia?
"Era un poeta. Non sapeva adattare un testo alla musica, in lui crescevano insieme. E sosteneva che la canzone nasce da un felice connubio tra musica e parole. Verissimo. Ma capita, non di rado, che un testo estrapolato dalla musica non sia niente di speciale e che, invece, unito alle note diventi qualcosa di magico. Se si estrapolano le parole di mio padre dalla musica, si scopre invece che sono tutte poesie bellissime. Non lo penso solo io da figlia, è stato scritto e detto tante volte: Sergio Endrigo è stato un poeta. E la sua ultima canzone, ?Altre emozioni?-che io amo particolarmente- , è una splendida lettera d?amore in versi".
Tuo padre è stato il primo a portare il Brasile in Italia?
?Ed è grave che non se ne parli. Dopo il successo di ?Io che amo solo te?, era il 1964, andò in tournée in Brasile. Il suo pianista era Sergio Bardotti. Si sono innamorati pazzamente della bossanova e l?incontro magico con Vinicius De Moraes fece nascere quello splendido disco che è ?La vita, amico, è l?arte dell?incontro?. Ci sono De Moraes che canta e recita, Ungaretti che recita De Moraes in italiano, mio padre che canta e l?accompagnamento di Toquino, tutto sempre sotto la supervisione di Bardotti. Vinicius amava talmente tanto mio padre che nel suo ultimo lavoro inserì il samba par Endrigo. E mio padre è stato l?unico artista straniero a essere inserito in Brasile in una raccolta di grandi cantanti brasiliani?.
E c?è stato il periodo delle canzoni per i bambini?
"Un?esigenza nata, credo, insieme a me. Ero piccola e mio padre non sopportava le canzoni per bambini dello Zecchino d?oro. Le considerava stupide, non educative, fini a se stesse. Ci fu uno scambio epistolare con Gianni Rodari, che gli mandò dei testi. Lui scrisse la musica, ed ecco canzoni come ?Ci vuole un fiore? e tante altre?".
Che ricordi hai di lui?
"Ricordo due Endrigo. Quello dell?infanzia: una persona piena di vita, curioso, amante dei viaggi, del mare, della cucina, la nostra casa era sempre piena di gente. Era allegro, appassionato di trenini, amante del modellismo, costruiva velieri. Poi c?è l?uomo del secondo periodo, quello dimenticato e dunque della crisi, disperato, depresso. E, infine, malato. Abbiamo vissuto la sua malattia insieme, lui e io da soli. Mi ha fatto un male terribile. Tutto quello che faccio ora è per riscattarlo prima di tutto come artista, perché forse anch?io, quando era in vita, non ho capito appieno la sua grandezza. Glielo devo. Glielo devo anche per cancellare cose come una telefonata, ricevuta parecchi anni fa. Lo chiamarono per partecipare a una trasmissione televisiva che si intitolava ?I perdenti??Per lui fu uno shock. Naturalmente, non ci volle andare?.
Perché è stato dimenticato?
"Per errori della casa discografica, del suo ultimo produttore e suoi. E? stato contro la casa discografica quando questa non gli appoggiava un progetto o lo consigliava di cantare una determinata cosa, per esempio?.Era un uomo pigrissimo, nel periodo del suo massimo splendore (ma questo per me non è un?accusa, ha fatto bene) ha preferito godersi la famiglia, con me piccola, e passare tre mesi al mare invece di pensare un po? di più alla sua carriera. Sergio Bardotti racconta che quando papà scrisse la musica di ?Lontano dagli occhi? gli chiese di occuparsi delle parole, perché lui doveva andare a pescare in Libia e non aveva voglia di mettersi a studiare il testo. Mio padre era così?ma resta il fatto che ha dato veramente tanto alla musica italiana e non solo??.
Il suo ultimo lavoro è del 2004, ?Altre emozioni?
"Pressoché sconosciuto? Non volevo che lui affidasse questo disco al produttore che lo ha pubblicato, perché non volevo che mio padre buttasse via un altro lavoro. Temevo che accadesse la stessa cosa che si era verificata anni prima con quell?album meraviglioso che è ?Il giardino di Giovanni??Ma mio padre era già stato dimenticato e la possibilità di pubblicare un suo disco lo attraeva al punto che ci si è buttato senza pensarci molto?Aveva talmente tante cose da dire e da fare ancora?Beh, è andata a finire come temevo? Non è l?album migliore che potesse scrivere, ma prima di questo ce ne sono stati cinque che le case discografiche hanno letteralmente buttato via?Nessuna distribuzione, nessuna promozione?.
La sua ultima apparizione è stata a Sanremo nel 2005
"Fu invitato da Bonolis, che quell?anno conduceva il Festival. Mio padre era già stato nove volte sul quel palco. Quell?anno Bonolis lo chiamò, perché aveva letto il suo libro ?Quanto mi dai se mi sparo? (metafora pungente sulle miserie artistiche della canzone italiana, atto d?accusa contro 'l?orda barbarica di note' imposte dalle multinazionali del disco, n.d.r). Aveva voluto omaggiarlo in qualità di opinionista. Ne fu tanto felice?.
Cosa ti piacerebbe che accadesse ora?
?Quello che sogno è di salire sul palco di Sanremo a ritirare per lui un premio alla carriera. E vorrei che la sua musica tornasse a girare. La voce di mio padre non si sente mai. E alle volte, mi sembra come se non sia mai esistito?.