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Restituire alla famiglia disgregata dal consumismo ...

» 24/09/2010 12:55
VATICANO

Papa: restituire alla famiglia disgregata dal consumismo il vero senso della festa

Lettera di Benedetto XVI per la preparazione dell?VII Incontro mondiale delle famiglie che si svolgerà in Italia, a Milano, dal 30 maggio al 3 giugno 2012. Una organizzazione del lavoro pensata in vista del massimo profitto ha tolto alle festività e specialmente alla domenica il suo significato di ?giorno del Signore e giorno dell?uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà?.

Città del Vaticano (AsiaNews) ? Recuperare il vero senso della festa che oggi gli eccessi di un'organizzazione del lavoro orientata al profitto e alla concorrenza di mercato, finisce per cancellare, poiché promuove uno stile di vita mirato al consumismo, che disgrega le famiglie.
E? l?esortazione che Benedetto XVI lancia nella Lettera scritta in vista dell?VII Incontro mondiale delle famiglie che si svolgerà in Italia, a Milano, dal 30 maggio al 3 giugno 2012.

Riferendosi al tema dell?incontro ?La famiglia: il lavoro e la festa?, il Papa evidenzia come ?il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa?.
?La Sacra Scrittura (cfr Gen 1-2) - ricorda in proposito - ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un?esistenza pienamente umana. L?esperienza quotidiana attesta che lo sviluppo autentico della persona comprende sia la dimensione individuale, familiare e comunitaria, sia le attività e le relazioni funzionali, come pure l?apertura alla speranza e al Bene senza limiti?.

?Ai nostri giorni, purtroppo, l?organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico. Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell?uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà?.

Di conseguenza, la lettera, indirizzata al presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, card. Ennio Antonelli, Benedetto XVI scrive che ?il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie costituisce un?occasione privilegiata per ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all?economia dello stesso nucleo familiare.
L?evento, per riuscire davvero fruttuoso, non dovrebbe però rimanere isolato, ma collocarsi entro un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale.
Auspico pertanto che già nel corso dell?anno 2011, XXX anniversario dell?Esortazione apostolica Familiaris consortio, "magna charta" della pastorale familiare, possa essere intrapreso un valido itinerario con iniziative a livello parrocchiale, diocesano e nazionale, mirate a mettere in luce esperienze di lavoro e di festa nei loro aspetti più veri e positivi, con particolare riguardo all?incidenza sul vissuto concreto delle famiglie.
Famiglie cristiane e comunità ecclesiali di tutto il mondo si sentano perciò interpellate e coinvolte e si pongano sollecitamente in cammino verso ?Milano 2012??.

Un appuntamento che il 2 e 3 giugno 2012 vedrà la presenza del Papa che presiederà, come egli stesso annuncia, il sabato sera la "Festa delle Testimonianze" e domenica mattina la Messa solenne di conclusione dell?incontro.
 
Queste dichiarazioni del papa-razzi mi stupiscono
allorché....il vaticano

Piccolo e ricco
Città del Vaticano è il più piccolo stato del mondo, ma anche il più rispettato. Si tratta, caso davvero unico, di una "monarchia assoluta" elettiva.
Grazie al carisma del Papa, all'organizzazione piramidale e non democratica ed all'esercizio delle attività di apostolato e di beneficenza, la Santa Sede amministra i suoi beni e le sue società in tutto il mondo.
I suoi beni immobili (beni ecclesiastici) situati in altri Stati, godono in numerose nazioni, tra le quali l'Italia, di regimi privilegiati ed in alcuni casi di extraterritorialità che consentono l'esonero da imposizione di tasse. Per questi regimi speciali, che valgono anche in tema di commerci, di contratti e di donazioni, nonché per l'opacità della sua finanza, Città del Vaticano, pur con le debite differenze, è stata spesso paragonata alle ?giurisdizioni offshore? (paradisi fiscali).

In Italia in particolare si intrecciano proprietà immobiliari, attività bancarie e di credito, imprese industriali, finanziamenti diretti e indiretti a carico del bilancio dello Stato Italiano e di Enti pubblici. Ciò crea una posizione di quasi monopolio del vasto mondo dell'assistenza, una presenza costante in tutte le iniziative a favore della gioventù, della gestione di cliniche e di enti ospedalieri. Con il condizionamento operato dalla Chiesa sul Parlamento nella produzione legislativa, necessaria a creare una indispensabile cornice istituzionale e strutturale e soprattutto un confacente regime di privilegio tributario.
Attraverso i Patti Lateranensi del 1929 e successivo accordo, che hanno regolato i rapporti tra Stato italiano e Chiesa, e poi con la nascita della Repubblica e dei governi democristiani, lentamente l'Italia divenne la sede temporale del potere ecclesiastico, penetrato per delega nei governi, negli enti pubblici, nelle leggi, nella costituzione materiale. E con la sola resistenza marginale, e pagata a caro prezzo, di alcuni cattolici politicamente impegnati come De Gasperi e Moro. Per mantenere indenne il potere temporale della Chiesa, il Sacro Soglio e le sue propaggini diocesane, non scomunicarono mai le malversazioni e la pubblica corruttela che avveniva sotto gli occhi di tutti fino a diventare sistema di governo e di sottogoverno.

«Non è mistero per nessuno ed anzi ormai storicamente accertato (così Eugenio Scalfari su ? La Repubblica ? del 1 giugno 2005) che l'episcopato italiano fu cieco e sordo di fronte al sistema della pubblica corruttela del quale era perfettamente consapevole e spesso direttamente beneficiario. Come accadde, tanto per ricordare un macroscopico esempio, in occasione del vero e proprio "sacco di Roma", che durò dagli anni Cinquanta a tutti i Settanta nel corso dei quali, appalti, piani regolatori, aree verdi o di destinazione estensiva, furono manipolati per favorire Ordini religiosi, grandi famiglie papaline, dignitari della Santa Sede, società immobiliari e palazzinare, dentro una rete di compiacenza di marca vaticana che spolparono la città come si spolpano le ossa di un pollo».

Così il Vaticano ha potuto conservare e moltiplicare in Italia immense ricchezze. Gli innumerevoli immobili situati in tutto il territorio italiano e soprattutto a Roma, sono anch'essi favoriti da un regime fiscale che ha del ridicolo.
Le chiese sono semivuote ma le casse sono piene. Un fiume inesauribile di denaro affluisce in Vaticano dall'Italia e da tutte le nazioni e comunità dove vi sia una maggioranza cattolica: offerte, donazioni, eredità, quote di imposte.
Soltanto una piccola parte di tali ricchezze finisce direttamente in progetti umanitari.
Il resto va alla catechesi nelle parrocchie, all'edilizia di culto, al sostentamento del clero (circa 40.000 preti in Italia), ma anche alle banche amiche e da qui la liquidità si ricicla e si moltiplica in investimenti, in titoli, in immobili, in businnes disinvolti, in azioni di industrie e quant'altro.
Non per niente spesso il Vaticano, sempre per quanto concerne lo Stato Italiano, è rimasto implicato in vicende strane mai completamente chiarite, come il caso Calvi, il banchiere di Dio, impiccato sotto un ponte di Londra, la vicenda del Banco Ambrosiano e dell'assassino di Marco Ambrosoli, il sinistro ruolo dello IOR attraverso il misterioso Marcinkus ed altri faccendieri di alto bordo tra i quali Michele Sindona.

Il killer in Paradiso
Consulente finanziario del Vaticano e della mafia italo-americana, il finanziere siciliano Sindona negli anni '60 brucia le tappe e diviene un protagonista del mercato finanziario americano. Sospettato negli Usa di essere coinvolto nel traffico internazionale di stupefacenti e legato ad ambienti mafiosi, in Italia può continuare a gestire i suoi sporchi affari grazie ai suoi ottimi rapporti con la Democrazia Cristiana ed alle credenziali che gli derivano dal suo legame personale con Paolo VI. Quest'ultimo lo incarica di eludere la legislazione fiscale italiana sottraendo alla tassazione l'ingente patrimonio azionario vaticano (che esulava dai privilegi fiscali fissati dal Concordato). Sindona non tradisce le aspettative del Pontefice trasferendo gli investimenti nel mercato esentasse degli eurodollari tramite una rete di banche off-shore domiciliate nei paradisi fiscali. Non si sa se la Chiesa abbia poi beneficiato del condono sul rientro di capitali dall'estero ideato da Tremonti.
Il Vaticano ebbe rapporti anche con la banda della Magliana. A questo riguardo assai strana e curiosa appare la vicenda di Enrico De Pedis, appunto un boss della famigerata banda.

Dopo una vita costellata da un serie di gravi reati - dall'associazione per delinquere al traffico di stupefacenti, dalle rapine a mano armata agli omicidi -, il 2 febbraio 1990, nella romana via del Pellegrino, viene ucciso da bande rivali.
Il 9 luglio 1997 un'interrogazione parlamentare del leghista Borghezio invita il Ministro degli Interni ad accertare i motivi per i quali «il noto gangster Enrico De Pedis riposi nella cripta della Basilica di Sant'Apollinare», un privilegio che, secondo il diritto canonico, spetta soltanto al Sommo Pontefice, ai cardinali ed ai vescovi.
Si accerta che il nulla osta per la sepoltura era stato richiesto al Vaticano da monsignor Pier Vergari, rettore della Basilica, cioè lo stesso prelato che al funerali aveva impartito l'estrema benedizione al boss di Testaccio. Secondo il quotidiano ?l?Unità? questo enigma imbarazzante ha una soluzione politica-religiosa. «In particolare per quanto riguarda l?omicidio di Pecorelli del 1979, la Procura di Perugia ha ipotizzato l?esistenza di contatti organici tra la Banda della Magliana, Cosa Nostra, e ambienti politici romani che facevano capo a Giulio Andreotti e a Claudio Vitalone (poi usciti indenni dai processi a loro carico)
Comunque Pecorelli, secondo le testimonianze di un pentito sarebbe stato ucciso da un commando composto da sicari della Banda della Magliana e di Cosa Nostra.

http://www.disinformazione.it/costovaticano.htm
 
trinacrio ha scritto:
Queste dichiarazioni del papa-razzi mi stupiscono
allorché....il vaticano
......

Tutto vero, probabilmente.

Però il papa secondo me ha ragione.

Trovo più interessante l'argomento che ha posto il sor Birillo, che fare un lucchettando thread anti-papa.

Rincaro la dose: la maggior parte di noi vive una vita immersa nel vuoto pneumatico. Passando dallo smartphone, all'auto nuova, al plasma 3d, al vesttiario firmato. Tutte cose gradevoli anche per me ( beninteso ), ma quando si esagera, molti perdono un po' la strada per tornare a casa. Perdono di vista le cose "grandi" della vita ( tipo cosa ci stiamo a fare, e per chi ), e annegano nel vuoto pneumatico. Sintomo classico, secondo me: la noia, la mancanza di entusiasmo.

E mò che vi siete beccati st'accozzaglia di luoghi comuni....attendo smentite. :D
 
BelliCapelli3 ha scritto:
trinacrio ha scritto:
Queste dichiarazioni del papa-razzi mi stupiscono
allorché....il vaticano
......

Tutto vero, probabilmente.

Però il papa secondo me ha ragione.

Trovo più interessante l'argomento che ha posto il sor Birillo, che fare un lucchettando thread anti-papa.

Rincaro la dose: la maggior parte di noi vive una vita immersa nel vuoto pneumatico. Passando dallo smartphone, all'auto nuova, al plasma 3d, al vesttiario firmato. Tutte cose gradevoli anche per me ( beninteso ), ma quando si esagera, molti perdono un po' la strada per tornare a casa. Perdono di vista le cose "grandi" della vita ( tipo cosa ci stiamo a fare, e per chi ), e annegano nel vuoto pneumatico. Sintomo classico, secondo me: la noia, la mancanza di entusiasmo.

E mò che vi siete beccati st'accozzaglia di luoghi comuni....attendo smentite. :D

Da parte mia niente smentite!
tutto vero quello che dici :?
ormai siamo schiavi del consumismo
 
scusate volevo una info:
ci son ancora ragazzi ragazze
disponibili a metter su una famiglia?
senza un lavoro sicuro
senza un reddito decente
senza possibilità di far carriera
senza possibilità di affittar solamente una casa?
molti molti molti preferiscono star coi genitori
riveritie serviti e senza far fatica alcuna e spassarsela
a far tendenza in palestra, locali e rapporti occasionali?
 
Al tempo del "SACCO DI ROMA" c'erano le baraccopoli con i baraccati fin dentro il centro di Roma.

La nostra non è una società opulenta e neanche benestante, siamo sul bordo di un baratro che si chiama MISERIA NERA.
I ragazzi di oggi preferiscono vivere in famiglia perchè, forse, non ci sono prospettive migliori, ed anche in 2 soltanto non ti puoi permettere niente di più di un monolocale in affitto, figurarsi acquistarlo.
Vivere in famiglia, per molti, non è una scelta motu proprio ma un caso della vita, che talvolta è una costrizione.
La condizione costrittiva, che non permette di uscire dalla famiglia, è vera soprattutto nelle grandi città. Nella provincia e nei piccoli centri vivere in famiglia è molto spesso, non sempre, una scelta.
La famiglia per tutti rappresenta un ambiente di mutuo soccorso, che generalmente non è inquinato da perturbazioni solitamente presenti all'esterno di tale cellula base.
Ma l'azione disgregatrice sulla famiglia del consumismo, di cui sono espressione anche il divorzio e l'aborto, si fa sentire sempre più pesantemente con l'andare del tempo.
L'aborto e il divorzio sono anch'esse 2 azioni consumistiche di cui non ci rendiamo conto.
Il divorzio è un'azione consumistica continuamente propagandata sulle riviste patinate, basti pensare a Elizabeth Taylor e Richard Burton, attraverso il quale si finanziano molti tribunali ed avvocati, oltre a psicologi per curare i sensi di colpa ed i minori della coppia divorzianda, senza dire delle spese pazze per i figli per accaparrarsene i favori, la stima e la simpatia, etc. etc.
L'aborto, per molti, è il sostituto di un normale anticoncezionale (dalla pillola al condom) attraverso il quale si finanzia la sanità pubblica e privata, oltre a consumare l'utero di chi si sottopone a questa triste pratica, molto dolorosa a livello psichico ed affettivo.
Comunque ti rigiri ti ritrovi sempre davanti a tanta c.acca e più ne spali via e più ce ne è.
 

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