Ragazzi, trovato su MSN NEWS:
http://notizie.it.msn.com/topnews/articolo.aspx?cp-documentid=148123716
lunedì 22 giugno 2009 17.40.44
Fiat; Ft: Procede aggressiva con riorganizzazione Chrysler
Impianti in lizza tra loro, fuori i manager che non si adeguano
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© APCOM
Roma, 22 giu. (Apcom) - Fiat preme con determinazione sulla ristrutturazione di Chrysler, puntando a impartire una svolta all'organizzazione dei suoi impianti anche prima che ritornino in attività. Lo riporta il Financial Times, citando quanto riferito da fonti sindacali nord americane. L'obiettivo è mettere in piedi una struttura produttiva manifatturiera di "prima classe a livello mondiale", come quella gestita dalla rivale giapponese Toyota. Uno degli aspetti di questo piano consiste nel mettere i vari impianti in competizione tra loro, come lo stesso amministratore delegato Sergio Marchionne aveva spiegato in precedenza. "Non solo sostengo questo sistema, ma lo voglio. Senza possibilità di fraintendimenti", aveva detto.
E tra i vecchi manager Chrysler chi non si adegua può solo togliersi di mezzo. "Fiat ci ha chiarito che rimuoverà le barriere, inclusi i manager che non modificano i loro vecchi modi di operare", ha detto al quotidiano Rick Laporte, presidente della Canadian Auto Workers presso un impianto di minivan. "Non appena torneranno al lavoro" i dipendenti potranno rendersi conto della determinazione del gruppo del Lingotto.
Chrysler aveva chiuso i suoi impianti durante la procedura fallimentare negli Usa che si è conclusa con la presa di controllo da parte di Fait. Sette fabbriche dovrebbero riaprire la prossima settimana, anche se chiuderanno di nuovo a luglio per la normale pausa estiva. In ogni caso, più che gli operai a rischiare sono i manager Chrysler. "I problemi non dipendono mai dalle tute blu - aveva detto ancora Marchionne - ma dalle gente che gestisce l'attività giorno per giorno".
Ma in un altro articolo di commento su Fiat, nella rubrica Lex Column, l'Ft sottolinea che diversi ostacoli si frappongono tra Marchionne e i suoi piani di riassetto di tutto il gruppo. In particolare in Italia i sindacati, assieme a una "cultura del posto di lavoro a vita", e al ruolo che la stessa Fiat rappresenta nell'immaginario collettivo del Paese.
Il manager intende chiudere l'impianto siciliano di Termini Imerese e diminuire la produzione di quello nei pressi di Napoli per il 2011, ma la mancata ripresa di Opel rende più difficile spiegare il perché di queste riduzioni. E comunque la fabbrica siciliana rappresenta a malapena il 10 per cento della capacità produttiva del gruppo: "se questo è tutto quel che la 'rock star' dell'auto riesce a fare in patria - conclude il quotidiano - per i consolidamenti all'estero promette male".
Voz
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Fiat; Ft: Procede aggressiva con riorganizzazione Chrysler
Impianti in lizza tra loro, fuori i manager che non si adeguano
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© APCOM
Roma, 22 giu. (Apcom) - Fiat preme con determinazione sulla ristrutturazione di Chrysler, puntando a impartire una svolta all'organizzazione dei suoi impianti anche prima che ritornino in attività. Lo riporta il Financial Times, citando quanto riferito da fonti sindacali nord americane. L'obiettivo è mettere in piedi una struttura produttiva manifatturiera di "prima classe a livello mondiale", come quella gestita dalla rivale giapponese Toyota. Uno degli aspetti di questo piano consiste nel mettere i vari impianti in competizione tra loro, come lo stesso amministratore delegato Sergio Marchionne aveva spiegato in precedenza. "Non solo sostengo questo sistema, ma lo voglio. Senza possibilità di fraintendimenti", aveva detto.
E tra i vecchi manager Chrysler chi non si adegua può solo togliersi di mezzo. "Fiat ci ha chiarito che rimuoverà le barriere, inclusi i manager che non modificano i loro vecchi modi di operare", ha detto al quotidiano Rick Laporte, presidente della Canadian Auto Workers presso un impianto di minivan. "Non appena torneranno al lavoro" i dipendenti potranno rendersi conto della determinazione del gruppo del Lingotto.
Chrysler aveva chiuso i suoi impianti durante la procedura fallimentare negli Usa che si è conclusa con la presa di controllo da parte di Fait. Sette fabbriche dovrebbero riaprire la prossima settimana, anche se chiuderanno di nuovo a luglio per la normale pausa estiva. In ogni caso, più che gli operai a rischiare sono i manager Chrysler. "I problemi non dipendono mai dalle tute blu - aveva detto ancora Marchionne - ma dalle gente che gestisce l'attività giorno per giorno".
Ma in un altro articolo di commento su Fiat, nella rubrica Lex Column, l'Ft sottolinea che diversi ostacoli si frappongono tra Marchionne e i suoi piani di riassetto di tutto il gruppo. In particolare in Italia i sindacati, assieme a una "cultura del posto di lavoro a vita", e al ruolo che la stessa Fiat rappresenta nell'immaginario collettivo del Paese.
Il manager intende chiudere l'impianto siciliano di Termini Imerese e diminuire la produzione di quello nei pressi di Napoli per il 2011, ma la mancata ripresa di Opel rende più difficile spiegare il perché di queste riduzioni. E comunque la fabbrica siciliana rappresenta a malapena il 10 per cento della capacità produttiva del gruppo: "se questo è tutto quel che la 'rock star' dell'auto riesce a fare in patria - conclude il quotidiano - per i consolidamenti all'estero promette male".
Voz