Domanda assai complessa. Per potersi districare, si devono porre alcune premesse.
Intanto: che si intende per ?guida sportiva?? Non è semplice definire un concetto del genere, anche e soprattutto perché è praticamente impossibile dare una connotazione oggettiva del contesto.
Proverò, pertanto, ad esprimere cosa significa, per me, il concetto di guida sportiva.
Così come un atleta riscontra nella risposta del proprio corpo allenato la realizzazione dei propri intenti, riuscendo a concretizzare attraverso un azione mossa da alta destrezza e concepita attraverso un articolato di pensiero tale per cui si sia congruamente preparata, conformata e raffinata, altrettanto deve essere la modalità di messa in atto dell?intento del guidatore attraverso la dinamica di una vettura. La guida sportiva, quindi, non può che essere un?alta simbiosi tra la volontà e la capacità del guidatore con le potenzialità dinamiche e cinetiche di una vettura.
Un pilota, per quanto esperto, non potrà ottenere più di tanto da una vettura che non sia caratterizzata da una risposta adeguata a quanto impartitole; analogamente, una vettura, pur veloce e potente, non potrà fornire risultati di rilevo se a guidarla non vi sia qualcuno di esperto, di capace, che possa impartire i giusti comandi nelle congrue modalità.
Dal momento che l?azione di colui che guida è imprescindibile, giacché la vettura non è dotata di pensieri propri e non può prendere iniziative, si può ragionevolmente trarre la conclusione che una vettura alla guida della quale si possa ottenere una condotta sportiva sia quella che meglio asseconda, sia per qualità che per rapidità, i comandi del pilota, questo avente la formazione e la capacità di cui sopra.
Oggi le vetture, in generale, sembrano fatte apposta per allontanare, in maniera sfacciata ed irriverente, l?azione del pilota da quello che poi si concretizza realmente su strada, in senso dinamico. Si vede da come sono peggiorati i cambi manuali, sempre meno inclini ad essere usati con rapidità, frangente che ha aperto la strada all?implementazione sempre più diffusa e perniciosa dei comandi automatici, che possono pure avere delle utilità nell?ambito dell?uso cittadino, ma che tolgono una fetta determinante al controllo verace, vivido, efficace, del veicolo; si vede da come rispondono i motori, sempre più fiacchi a dispetto di dati di targa altisonanti; si vede dall?impostazione degli assetti, deficitaria, lacunosa e frettolosa, anche a causa della componentistica sempre più economica e malfatta, di scarsa durevolezza e funzionalità, tali da poter risultare accettabili, soltanto sotto il profilo della sicurezza, solo ed esclusivamente se accompagnati dal ventaglio sempre più ampio dei controlli di trazione, di stabilità e così via. Ma che non possono, in alcun modo, sintetizzarsi con la guida sportiva, tranne in qualche supersportiva che sia stata concepita tenendo in prima considerazione questi ambiti specifici. La vettura è forse meno pericolosa, potenzialmente, di quanto lo sarebbe se, a parità di ogni altra condizione, non li avesse, questi controlli. La vettura con la quale si possa ottenere una guida sportiva è quella che mette in atto, in maniera immediata e rigorosa, quanto gli viene impartito da chi guida, sterzate, accelerazioni, rallentamenti e quant?altro si possa facilmente intuire per il caso di specie.
E? quantomeno evidente che, al giorno d?oggi, vetture del genere non ve ne sono più a meno di non ricorrere a realizzazioni particolari, fuori dalle tirature di larga diffusione o almeno tale da risultare ragionevolmente accessibili. Non sarà una vettura con 300 cv ad essere sportiva, solo perché fa lo zero-cento in 5 secondi e mezzo, non sarà una vettura che superi i 250 km/h ad essere sportiva, se non hanno in sé quelle caratteristiche, pregiatissime ed oggi tristemente in massiccio e reiterato disuso, di cui ho fatto vaga menzione più sopra.
In ultima analisi, una vettura sportiva, deve avere uno sterzo diretto, preciso, prontissimo, accompagnato da un assetto equilibrato, il più possibile neutro, che non si scomponga a seguito delle variazioni di direzionalità imposte da un avantreno come sopra descritto, con un cambio, inderogabilmente manuale, velocissimo ed esente da qualsivoglia impuntatura; e che, inoltre, i vari comparti indicati non varino la propria funzionalità in relazione alla specifica situazione d?uso, indicando con questo il regime di rotazione del motore, la percorrenza in curva o di fondi non perfettamente regolari e così via.
E il motore?... il motore, che è l?anima della dinamica della vettura?.... Deve essere prontissimo nei richiami dell?acceleratore, soprattutto dopo una scalata, che non si ?sieda? dopo un cambio di marcia, che salga di regime in maniera efficace, decisa, senza apprezzabili cadute di coppia e quindi irregolarità di erogazione; che sia propenso a ?reggere? il fuorigiri, senza roll-off improvvisi (ad esempio, per ?chiudere? una curva al limite, senza dover essere costretti a innescare un trasferimento di carico cambiando marcia) , senza ruvidità che facciano percepire l?inidoneità dell?impostazione meccanica ad un uso deciso e tendenzialmente improntato all?uso ai regimi più elevati.
Mi appare quantomeno evidente che una situazione come quella sopra evidenziata sotto il profilo motoristico sia esclusivo appannaggio di un motore a benzina; ma di un motore a benzina come oggi, purtroppo, non ce ne sono più. Quindi, a ben vedere, solo alcuni aspetti possono essere ritrovati nelle moderne realizzazioni o, meglio, solo in poche di queste e comunque in modalità limitata, incompleta, sempre decurtata dai molteplici compromessi imposti da esigenze di consumo e dalla normativa cosiddetta ?ecologica?. Alcuni di questi, addirittura, si possono pure ritrovare in pregevoli e limitatissime (si contano sulle dita di una mano pesantemente monca) realizzazioni diesel, fatte le debite proporzioni con l?entità dei regimi massimi di rotazione, ragguagliando la dislocazione del range di erogazione nelle modalità specifiche al tipo di alimentazione; alti regimi, per un diesel, saranno i 4000rpm, massimo 4500, per un benzina anche 6mila e più, e così via.
Sarà più sportiva una vettura diesel, purché con un motore decente, se il resto della cinematica si riveli almeno assonante con gli aspetti descritti sopra; sarà meno sportiva, o anche per niente, una vettura con un motore a benzina, anche molto potente, se il resto della cinematica non sia assonante con quanto più sopra evidenziato.
Tutto ciò premesso, ritengo che tra civic con i-ctdi e civic con i-vtec quella che più si avvicina al mio personale ideale di guida sportiva, del quale ho cercato, in maniera estremamente sommaria, di dare traccia qui sopra, sia civic con i-vtec. Ma evidenzio, senza possibilità di appello, che sono entrambe drasticamente e irrimediabilmente lontane dal concetto di specie. La ?prescelta?, dunque, non è più vicina; è solo meno lontana.