E' il momento -credo- che FCA proponga qualche nuovo modello per il mercato nazionale ed europeo.
Ma con la logica della world-car., tipo Toyota o Volkswagen per capirci.
Non si possono più fare auto per mercati specifici o limitati da strane reazioni di leggi e scelte locali.
Ma non la vedo molto convinta ed interessata.
Su una rivista alternativa a Quattroruote, ho letto che del mercato mondiale di FCA solo 400.000 auto, saranno quelle prodotte in Italia.
Ovviamente tralasciando la questione che dall' Olanda all'Inghilterra, alla sede in America, di italiano resta ben poco, inizio a pensare veramente che non si hanno più interessi verso il mercato interno ed europeo, almeno parlo di interesse a raggiungere quote significative.
Ho letto che l'attenzione di FCA, punta sul mercato americano, brasiliano e cinese.
Faccio allora un ragionamento, che alla FCA di Torino, non vogliono investire in modelli dallo scarso successo in condizioni di crisi, per i mercati Italia-Europa.
Poi, la questione PSA insegna che investire non significa vincere, visto che i cinesi hanno appena rilevato una azienda che ha rinnovato i suoi modelli.
Bohhh, alla fine piuttosto che spendere in ricerca, modelli ed innovazione, paga mantenere il vecchio e sopravvivere, tanto il mercato, non acquista pezzi che diano guadagni.
Ed allora, si resta con la G.Punto, per sopravvivere.
Una nuova Punto, cosa porterebbe di più?
10.000 pezzi all'anno?
900 pezzi in più al mese!
Vale la pena?
Credo che questo sia il bivio industriale di tutte le case automobilistiche, capire se il gioco vale la candela.
Allora, se devo investire, preferisco farlo per modelli e su mercati che mi diano la soddisfazione ed il ritorno economico.
Non è un problema Fiat o FCA se vi piace, ma è un problema di mercato.
Quindi anche se di timide riprese si parla, io capisco l'imbarazzo Fiat e lo valuto serenamente perchè noi, il pubblico, è vero che vogliamo il fermento e i cataloghi con nuovi modelli...facciamo opinioni e post di tanti teoremi...ma poi in concessionaria non ci va nessuno di noi o pochi (per questioni di crisi) ci possono andare.
Un nuovo modello, subito richiama vendite alte...ma durano poche settimane, poi si arriva subito a supersconti e cannibalizzazioni commerciali, che possono -anche- far chiudere le aziende.
Poi anche io penso che dalla crisi non ci riprenderemo mai più, questo è il nostro mercato ed il nostro potenziale, abbiamo vissuto anni di forzature e di mbriacature commerciali al di sopra della vera ricchezza.
Eravamo e siamo un paese fondato sui debiti (fianaziamenti e mutui) e sulle tasse...terreno fertile per essere pure furbetti!