<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Punti di ricarica delle auto elettriche, una porta d'ingresso per attacchi informatici? | Il Forum di Quattroruote

Punti di ricarica delle auto elettriche, una porta d'ingresso per attacchi informatici?

Sono sempre di più i punti di ricarica per auto elettriche ma si aprono interrogativi importanti sotto il punto di vista della sicurezza. Le colonnine sono infatti il punto di contatto attraverso il quale non solo passa la corrente elettrica, ma anche le informazioni di funzionamento della vettura e i dati dell’account dell’utente collegato. Chiunque riesca ad inserirsi in modo fraudolento può facilmente entrare nell’app con cui si gestisce il rifornimento e, addirittura, entrare nello smartphone e accedere a tutti i dati sensibili contenuti al suo interno.
I rischi sono tanti, come ha fatto notare HWG, società specializzata in cyber security: non solo per l’utente singolo, ma anche per la vettura stessa che può essere a sua volta «hackerata» e resa inutilizzabile in alcune sue componenti, fino al punto di trasmettere il «virus» anche ad altri esemplari dello stesso modello.
Un rischio soprattutto per le flotte aziendali, ma anche il semplice proprietario di una vettura potrebbe trovarsi sottoposto ad un’esosa richiesta di riscatto per «sbloccare» la vettura, stessa procedura che potrebbe colpire il fornitore di energia con punti di rifornimento o addirittura l’intera rete bloccata. I crimini che si possono commettere da una semplice colonnina possono anche essere un semplice furto dell’energia, ovvero manipolare il sistema per ottenere ricariche gratuite, oppure accedere ai dati delle carte di credito o dei conti correnti associati agli account degli utenti, rubandone l’identità per effettuare prelievi indebiti.
Meglio ricaricare a casa

Innanzitutto sono da privilegiare i punti di ricarica domestici o quelli presenti su luogo di lavoro, in quanto meno appetibili per i «cybercriminali» rispetto alle colonnine gestite direttamente dai principali fornitori di energia. Nel momento in cui invece si deve scegliere il proprio «provider» è importante documentarsi sugli standard di sicurezza adottati e scegliere quello che offre i migliori standard di protezione. […]
Tecnologia e buon senso
La strada per difendersi da queste minacce è duplice: da un lato chi fornisce e gestisce il servizio di ricarica è tenuto ad adottare le opportune misure di sicurezza, dall’altro i singoli utilizzatori devono fare in modo di mantenere le app sempre aggiornate, così come i software dei punti di ricarica privati o aziendali. Un’altra raccomandazione, valida a 360 gradi, è quella di conservare i dati di accesso ed altre informazioni sensibili in punti ben protetti, preferibilmente non all’interno dello smartphone o nel cloud. Se il futuro è elettrico e digitale, i criminali sono già pronti a cogliere ogni debolezza e, come in tutti i campi dove l’informatica è protagonista, un mix tra tecnologie di protezione avanzate e buon senso è l’unico modo per evitare brutte sorprese.

Fonte: https://www.corriere.it/motori/news...ci-86ec64f2-e3c1-11ed-89e2-97aae0cbce13.shtml

A me pare tutto molto esagerato però.
 
potresti per cortesia editare il titolo mettendolo in minuscolo?
Il maiuscolo equivale ad urlare. Grazie
 
Si lo so, ma è solo il titolo in maiuscolo (che ho copiato) e in ogni caso i titoli non posso modificarli, mi sembra.
ho provveduto io.

quanto al contenuto dell'articolo secondo me è un tema assimilabile ad altri device oggi connessi.. dai cellulari alla domotica.
Credo sia più rischioso per le infrastrutture in quanto un attacco informatico potrebbe metterle ko più facilmente di un erogatore di carburante di cui al massimo si blocca il pos
 
Ma cosa volete che affermino dicano scrivano le aziende che si occupano di “ sicurezza informatica” il terrore seminato sotto forma di saggi consigli potrebbe far salire alle stelle il fatturato :emoji_wink::emoji_joy::emoji_joy::emoji_joy:
 
Boh io sono uno paranoide rispetto ai rischi informatici, ma qui mi sembra veramente gridare 'al lupo al lupo' o quasi.

Il sistema di sicurezza di Android, ma anche di iOS, impedisce a una app di accedere a tutto. Certo che poi se qualcuno ha il telefono con il root è affar suo.

I rischi maggiori vengono a mio avviso dalla comunicazione tra server e colonnina, e dall'utilizzo di app non di sicura provenienza. Già vedo il proliferare di app 'ricarica gratis', sviluppate da tale banana33 o similari, e un sacco di gente ad abboccare. Per il primo punto, se sono furbi hanno già previsto le comunicazioni cifrate, diversamente la speranza è che la complessità degli interventi e la presenza di correnti pazzesche siano abbastanza per convincere gli hacker a puntare il solito bancomat.
 
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