Grattaballe ha scritto:
Anche la droga ha un indotto da paura. Saremo mica costretti a drogarci ... perché altrimenti qualcuno può restare senza lavoro?
In effetti questa è, a parte l'esempio specifico chiaramente estremizzato, una delle grandi contraddizioni/ipocrisie/assurdità su cui sempre più si è andata basando (con gli entusiasmanti effetti collaterali che ieri avremmo potuto e dovuto prevedere e prevenire e che oggi siamo costretti ad assaporare) la nostra cosiddetta
"economia".
Si chiedono o addirittura si pretendono tantissime nobili cose (efficienza, riduzione di sprechi e speculazioni e intrallazzi, minore inquinamento, maggiore sicurezza, maggiore giustizia ecc. ecc.) e
nello stesso tempo si pretende, anche assai agguerritamente, che tali obiettivi vengano raggiunti
SENZA danneggiare in alcun modo
qualsivoglia posto di lavoro o reddito.
Peccato che, come dovrebbe essere ovvio,
TUTTE le attività (comprese quelle che chiamiamo "criminali") costituiscano per molte persone l'unica fonte di
lavoro e di
reddito, per cui pretendere quanto sopra è tanto sensato e intelligente quanto pretendere, ad esempio, di potare una siepe senza recare danno alcuno a qualsivoglia ramo o foglia.
Se fermiamo le spudorate speculazioni edilizie mandiamo a casa un mucchio di manovali, muratori, idraulici, geometri ecc., il cui posto di lavoro è nato e viene alimentato proprio da quelle speculazioni. Se chiudiamo i rubinetti dai quali da anni e anni escono copiosi denari pubblici elargiti qua e là mandiamo a casa tutti coloro il sui posto di lavoro proprio è nato e viene alimentato proprio da quei rubinetti...
Se vogliamo una cosa dobbiamo accettarne anche le conseguenze; se non siamo disposti ad accettarle allora non dovremmo chiedere quella cosa. A meno che quello che ci interessa e ci gratifica davvero non sia proprio chiedere e pretendere e arrabbiarci, indipendentemente dalla realtà delle cose; un po' come accade a quei "tifosi" per i quali la partita vera e propria altro non è che un pretesto.
Bisognerebbe insomma avere il coraggio e la coerenza, come minimo, di non pretendere cose che già a livello teorico sono totalmente impossibili; altrimenti non vedo proprio come si possa sperare di andare verso una meta migliore di quella verso cui ci siamo... improvvisamente accorti di aver marciato per 20 o 30 anni.