Ancora grazie a tutti per le risposte.
Un minimo di spiegazione: il collega ha investito in autostrada, di notte, con buio e pioggia, un motociclista vestito di nero che giaceva nel mezzo della carreggiata a seguito di una precedente caduta fatta da solo (c'entra poco ma, giusto per saperlo, aveva gomme lisce, freni a zero e psicofarmaci e stupefacenti nel sangue).
L'auto del collega è risultata essere in perfetto stato, e così lui (hanno esaminato tutto col microscopio, e non è una metafora).
Ora, la contestazione del procuratore è: la velocità era elevata e il collega non ha potuto vedere e frenare in tempo.
Lui mi dice, e non ho motivo per non crederci, che ha potuto vedere l'uomo solo all'ultimissimo istante.
Ha iniziato a frenare prima, avendo visto alcuni detriti della moto (senza peraltro riconoscerli), e cercato di spostarsi sulla corsia veloce per evitare gli oggetti, ma questa era occupata da un'auto che stava sopraggiungendo. Una "inchiodata" in piena autostrada per degli oggetti non è stata la sua prima reazione, ha cercato di gestire la situazione.
Qui il limite minimo in autostrada è 80 km/h, e il limite massimo di 120 km/h non scende se piove. Per contro, come dappertutto credo, il conducente deve regolare la velocità alle condizioni sussistenti. Ma, appunto, non sotto gli 80 km/h.
Da qui una delle domande: poteva con i soli anabbaglianti (c'era poco traffico ma non nullo, e gli abbaglianti non si riuscivano a lasciar accesi) vedere ed evitare l'ostacolo a 80 km/h? Dall'indicazione di Pandemonio, no: sopra i 50 km/h hai un tratto, più o meno lungo (in base agli attriti), di "ignoto" davanti a te.
Ma è legale, questo è il punto.
Concludo dicendo che il motociclista se l'è cavata con ferite lievi (non era proprio il suo momento...).