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Scrivo questo pezzo direttamente da Los Angeles, e lo faccio con vera soddisfazione. Ho assistito infatti alla presentazione di lancio della Fiat 500 e vi assicuro che ero molto preoccupato per come potevano andare le cose. Proporre un?auto così piccola a una platea critica come la stampa USA non era facile. Invece, parlo da italiano in veste di osservatore, è stato un show breve ma intensissimo guidato da una straordinaria Laura Soave, capo del brand Fiat negli Stati Uniti. Vi assicuro che in certi momenti l?orgoglio nazionale ha toccato picchi entusiasmanti. La Soave ha usato concetti brevi e vigorosi che andavano diretti all?immaginario dei presenti. Ha parlato di ?italian way? e di ?Fiat way? con leggerezza e sentimento, ha parlato della 500 come icona globale entrando nelle menti sottolineando che da sempre ?è la diversità che ridefinisce l?America?, che in tempi di recessione economica bisogna pensare ad auto piccole, al verde che è il tema di tutti, che il downsizing rende furbe le cose, insomma che è venuto il tempo della 500. E ha parlato del produrre italiano fatto di entusiasmo, stile, passione e fantasia. Scritte qui possono sembrare cose ovvie, ma vi assicuro che nel contesto hanno avuto un effetto esplosivo. Si sono sprecati applausi a scena aperta e i commenti che io ho colto tra molti analisti sono andati oltre ogni aspettativa. Cose che noi sappiamo benissimo lì hanno lasciato a bocca aperta, come il fatto che la piccola di Torino abbia superato i crash test con 5 stelle. Davvero? Commentavano increduli; e ho sentito qualcuno tirare fuori la Vespa (che in Usa è lo scooter più amato), altri tirare in ballo Armani, altri il concetto di baby-Ferrari. Medaglie che all?estero pesano.
Non so se davvero si arriverà a venderne 50 mila all?anno tra Canada e Usa, più altre 50 mila tra il centro e il sud America, però l?impressione ricevuta è stata quella di una partenza felice. E non era facile, con il disastroso ricordo che gli americani hanno della Fiat.
Ma sì, spesso da italiani ci sentiamo un po? di serie B nel giro internazionale, questa volta però è stato bello percepire tanto apprezzamento per un prodotto di casa nostra. Il ?tengo cuore italiano? di Depardieu nella pubblicità della salsa di pomodoro aleggiava su tutto lo stand per la presentazione peraltro più affollata di tutto il Salone. Se è concesso a chi scrive di provare emozione, beh è successo. Temevo il peggio, è andata invece molto meglio del meglio.
http://viamazzocchi.quattroruote.it/
Non so se davvero si arriverà a venderne 50 mila all?anno tra Canada e Usa, più altre 50 mila tra il centro e il sud America, però l?impressione ricevuta è stata quella di una partenza felice. E non era facile, con il disastroso ricordo che gli americani hanno della Fiat.
Ma sì, spesso da italiani ci sentiamo un po? di serie B nel giro internazionale, questa volta però è stato bello percepire tanto apprezzamento per un prodotto di casa nostra. Il ?tengo cuore italiano? di Depardieu nella pubblicità della salsa di pomodoro aleggiava su tutto lo stand per la presentazione peraltro più affollata di tutto il Salone. Se è concesso a chi scrive di provare emozione, beh è successo. Temevo il peggio, è andata invece molto meglio del meglio.
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