Iniziai a guidare alla fine degli anni '80 sulla Giulietta '77 di mio padre, che me la passo' qualche anno dopo.
Fu la mia dottrina, perchè da allora non trovai mai soddisfazioni migliori in altre vettura, (forse neppure nella Masertati 425 che guidavo qualche anno dopo).
Mi comprai con i pochi soldi del praticantato una Giulia Gt junior rossa, bisognosa di interventi che non potetti fare mai e fui costretto a venderla ad un olandese che se la porto' (chissà dove sarà oggi). Mi ripromisi che ne avrei riavuta una, costasse quel che costasse.
Oggi ne ho un'altra , sempre Gt junior 1300 del 73 di un bel colore verde oliva metalizzato, identica a quella posseduta in famiglia prima della Giulietta.
(non cito la 147 e la 156 perchè si tratta di auto concettualmente troppo diverse).
Oggi, il sabato mattina, l'accendo e dopo essere inondato di gas (sicuramente non benevoli) e folate di vapori di benzina (verde, ma super) mi gusto i miei ricordi. L'odore degli interni, il rumore del bialbero a carburatori doppio corpo, lo schioppettio in rilascio (quando è un po' scarburata). Mi gusto tutte quelle cose che l'automobilista moderno, sempre piu' "gentil sesso" non sa apprezzare.
La doppietta per cambiare (scalare) tra terza e seconda, tirare l'aria, ma senza ingolfare i carburatori, sentire tutti gli organi meccanici lavorare e che dipendono anche dalla tua abilità.
Poi accelleri, il muso si alza, il tono del motore si fa severo e imponente....e via!
Sapete la cosa strana...quando entro il centro storico (perchè io posso ) la gente mi guarda e molti sento dire...guarda! un'ALFA ROMEO . credetemi dicono proprio così....al chè penso che è proprio vero che L'alfa è finita da tempo, crogiolata da nostalgici come me.
I tempi sono cambiati e le auto anche, ma mi piacerebbe che l'Alfa Romeo conservi quel legame tra chi guida (e pensa) e la macchina, una macchina che sappia scalfire la nostra memoria e le nostre emozioni, perchè le auto sono cose (ricordiamolo), ma ad essa leghiamo anche il nostro vissuto come una casa o anche piu'.
Fu la mia dottrina, perchè da allora non trovai mai soddisfazioni migliori in altre vettura, (forse neppure nella Masertati 425 che guidavo qualche anno dopo).
Mi comprai con i pochi soldi del praticantato una Giulia Gt junior rossa, bisognosa di interventi che non potetti fare mai e fui costretto a venderla ad un olandese che se la porto' (chissà dove sarà oggi). Mi ripromisi che ne avrei riavuta una, costasse quel che costasse.
Oggi ne ho un'altra , sempre Gt junior 1300 del 73 di un bel colore verde oliva metalizzato, identica a quella posseduta in famiglia prima della Giulietta.
(non cito la 147 e la 156 perchè si tratta di auto concettualmente troppo diverse).
Oggi, il sabato mattina, l'accendo e dopo essere inondato di gas (sicuramente non benevoli) e folate di vapori di benzina (verde, ma super) mi gusto i miei ricordi. L'odore degli interni, il rumore del bialbero a carburatori doppio corpo, lo schioppettio in rilascio (quando è un po' scarburata). Mi gusto tutte quelle cose che l'automobilista moderno, sempre piu' "gentil sesso" non sa apprezzare.
La doppietta per cambiare (scalare) tra terza e seconda, tirare l'aria, ma senza ingolfare i carburatori, sentire tutti gli organi meccanici lavorare e che dipendono anche dalla tua abilità.
Poi accelleri, il muso si alza, il tono del motore si fa severo e imponente....e via!
Sapete la cosa strana...quando entro il centro storico (perchè io posso ) la gente mi guarda e molti sento dire...guarda! un'ALFA ROMEO . credetemi dicono proprio così....al chè penso che è proprio vero che L'alfa è finita da tempo, crogiolata da nostalgici come me.
I tempi sono cambiati e le auto anche, ma mi piacerebbe che l'Alfa Romeo conservi quel legame tra chi guida (e pensa) e la macchina, una macchina che sappia scalfire la nostra memoria e le nostre emozioni, perchè le auto sono cose (ricordiamolo), ma ad essa leghiamo anche il nostro vissuto come una casa o anche piu'.