La televisione (e non solo quella) pullula di persone capaci di fare poco o nulla che percepiscono compensi diametralmente opposti, ma bisogna tenere conto di un piccolo particolare: le rispettive trasmissioni vengono regolarmente guardate da milioni di persone.
Da questo punto di vista (che oggi, ci piaccia o meno, è l'unico che conta) i compensi sono quindi pienamente giustificati. Se un venditore di auto ottiene più contratti dei colleghi guadagna di più e viene considerato dall'azienda come "migliore", esempio da seguire ecc., anche se magari è un individuo viscido o se conclude le vendite lavorando seminudo e unto di olio oppure concedendo favori sessuali o chissà che.
Detto questo, bisogna anche ammettere che non sempre è corretto rapportare il compenso "a puntata" alla durata della puntata in sé, perché bisogna vedere quanto lavoro è necessario per preparare quella puntata. Senza dimenticare che c'è di mezzo anche il talento: non tutti sono in grado di fare certe cose, indipendentemente da quanto possano provarci.
Non mi riferisco ovviamente a grandi fratelli o altro, dove il personaggio di turno non deve far altro che atto di presenza, ma a ben altri contesti, dove le cose sono solo tanto più meticolosamente preparate quanto più appaiono "buttate là".
Tutt'al più, nel caso in oggetto, ci si potrebbe chiedere quanto la firma di determinati contratti sia compatibile con le più volte dichiarate convinzioni ideologiche e politiche, ma questo discorso si potrebbe fare per parecchie altre persone, a cominciare da molti di coloro che partecipano alla stessa trasmissione.