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Fino a oggi il miglior amico dell'uomo era il cane. Ma da qui a breve il primato gli sarà scippato dagli smartphone di nuova generazione. Per intenderci quella successiva ai mini-computer presenti oggi nelle nostre tasche, che nel secondo trimestre del 2010 hanno visto le vendite salire del 13,8% sul 2009, con 325,6 milioni di pezzi venduti (fonte: istituto di ricerca Gartner) .
I cellulari del futuro, infatti, saranno in grado di capire gusti, interessi e, soprattutto, bisogni del proprietario. L'anticipazione arriva da Justin Rattner, vice president e chief technology officer di Intel che, nel corso dell'ultima edizione dell'Intel Developer Forum di San Francisco, ha sollevato il sipario sulle ricerche in corso nei laboratori: «Immaginate un dispositivo in grado utilizzare una varietà di sensori per determinare cosa state facendo in un certo momento: se siete svegli, se state dormendo, se state uscendo per una passeggiata o per andare al lavoro». Gli ultra-smartphone non saranno "semplicemente" un computer, ma un concentrato di strumenti che si candida a diventare il punto di riferimento più fidato.
La tecnologia di localizzazione geografica, già presente negli smartphone attuali, permetterà di "capire" il contesto e potrà essere incrociata con i dati provenienti da un numero potenzialmente infinito di "rilevatori": microfono, giroscopio, accelerometro, videocamera e tutta una serie di dispositivi bio-sensibili in grado di monitorare la temperatura, le pulsazioni, la respirazione e, addirittura, lo stato d'animo dell'uomo attraverso scan cerebrali. La raccolta di dati permetterà all'ultra-cellulare di offrire al proprietario consigli, servizi e suggerimenti che solo un amico intimo o un familiare sarebbe in grado di dare, come proporre la playlist sintonizzata sul tono dell'umore o ricordare la necessità di una pausa.
La dieta è in linea
Ma saranno anche in grado di calcolare le calorie del pasto sulla base di quelle investite nel corso della giornata o di segnalare novità relative agli interessi culturali del proprietario. Soprattutto, i nuovi device non smetteranno mai di imparare, raccogliendo dati e informazioni sulle attività del proprietario.
«Alcune aree della e-memory diventeranno realtà molto presto, in particolare nell'area della biometria», anticipa Jim Gemmell, ricercatore di Microsoft's silicon valley research group e autore, insieme a Gordon Bell del saggio Memoria Totale e dell'imminente Your life, uploaded. Anche i più recenti brevetti depositati da Apple, non a caso, sono un segno dei tempi, perché il rilevatore cardiaco avrà prorio questa funzione: sentire lo stato d'animo e rispondere di conseguenza, tenendo conto delle preferenze del proprietario.
E l'affidabilità? I risultati sono incoraggianti. Già con i microfoni presenti nei modelli attuali di smartphone, "EmotionSense", il programma di riconoscimento dei toni utilizzato dai ricercatori dell'Università di Cambridge, ha individuato esattamente il 70% delle emozioni, divise in cinque categorie, espresse dai partecipanti nel corso dello studio.
I cellulari del futuro, infatti, saranno in grado di capire gusti, interessi e, soprattutto, bisogni del proprietario. L'anticipazione arriva da Justin Rattner, vice president e chief technology officer di Intel che, nel corso dell'ultima edizione dell'Intel Developer Forum di San Francisco, ha sollevato il sipario sulle ricerche in corso nei laboratori: «Immaginate un dispositivo in grado utilizzare una varietà di sensori per determinare cosa state facendo in un certo momento: se siete svegli, se state dormendo, se state uscendo per una passeggiata o per andare al lavoro». Gli ultra-smartphone non saranno "semplicemente" un computer, ma un concentrato di strumenti che si candida a diventare il punto di riferimento più fidato.
La tecnologia di localizzazione geografica, già presente negli smartphone attuali, permetterà di "capire" il contesto e potrà essere incrociata con i dati provenienti da un numero potenzialmente infinito di "rilevatori": microfono, giroscopio, accelerometro, videocamera e tutta una serie di dispositivi bio-sensibili in grado di monitorare la temperatura, le pulsazioni, la respirazione e, addirittura, lo stato d'animo dell'uomo attraverso scan cerebrali. La raccolta di dati permetterà all'ultra-cellulare di offrire al proprietario consigli, servizi e suggerimenti che solo un amico intimo o un familiare sarebbe in grado di dare, come proporre la playlist sintonizzata sul tono dell'umore o ricordare la necessità di una pausa.
La dieta è in linea
Ma saranno anche in grado di calcolare le calorie del pasto sulla base di quelle investite nel corso della giornata o di segnalare novità relative agli interessi culturali del proprietario. Soprattutto, i nuovi device non smetteranno mai di imparare, raccogliendo dati e informazioni sulle attività del proprietario.
«Alcune aree della e-memory diventeranno realtà molto presto, in particolare nell'area della biometria», anticipa Jim Gemmell, ricercatore di Microsoft's silicon valley research group e autore, insieme a Gordon Bell del saggio Memoria Totale e dell'imminente Your life, uploaded. Anche i più recenti brevetti depositati da Apple, non a caso, sono un segno dei tempi, perché il rilevatore cardiaco avrà prorio questa funzione: sentire lo stato d'animo e rispondere di conseguenza, tenendo conto delle preferenze del proprietario.
E l'affidabilità? I risultati sono incoraggianti. Già con i microfoni presenti nei modelli attuali di smartphone, "EmotionSense", il programma di riconoscimento dei toni utilizzato dai ricercatori dell'Università di Cambridge, ha individuato esattamente il 70% delle emozioni, divise in cinque categorie, espresse dai partecipanti nel corso dello studio.