A un certo punto del loro racconto, Nicola Biondo e Sigfrido Ranucci buttano lì una frase che è la chiave del libro: «Sarà un caso, ma dal 1994 in Italia non si è più verificata una strage». Poco più avanti, ricordano quando Salvatore Riina, dalla gabbia del processo Scopelliti, il 25 maggio 1994 diede la linea al primo governo Berlusconi appena insediato: «C?è tutta questa combriccola, il signor Caselli, il signor Violante, questo Arlacchi che scrive libri... Ecco, secondo me il nuovo governo si deve guardare dagli attacchi di questi comunista (sic)». Cinque mesi dopo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dichiarò da Mosca: «Speriamo di non fare più queste cose sulla mafia, perché questo è stato un disastro che abbiamo combinato insieme in giro per il mondo. Dalla Piovra in giù.
Non ce ne siamo resi conto, ma tutto questo ha dato del nostro paese un?immagine veramente negativa. Quanti sono gli italiani mafiosi? Noi non vogliamo che un centinaio di persone diano un?immagine negativa nel mondo». Sei giorni dopo, dalla solita gabbia, Riina gli rispose a tono: «È vero, ha ragione il presidente Berlusconi. Queste cose sono invenzioni, tutte cose da tragediatori che discreditano l?Italia e la nostra bella Sicilia. Si dicono tante cose cattive con questa storia di Cosa nostra, della mafia, che fanno scappare la gente. Ma quale mafia, quale piovra! Sono romanzi...
Andreotti è un tragediato come sono tragediato io. E Carnevale più tragediato ancora. Questi pentiti accusano perché sono pagati, prendono soldi».
M. Travaglio
Non ce ne siamo resi conto, ma tutto questo ha dato del nostro paese un?immagine veramente negativa. Quanti sono gli italiani mafiosi? Noi non vogliamo che un centinaio di persone diano un?immagine negativa nel mondo». Sei giorni dopo, dalla solita gabbia, Riina gli rispose a tono: «È vero, ha ragione il presidente Berlusconi. Queste cose sono invenzioni, tutte cose da tragediatori che discreditano l?Italia e la nostra bella Sicilia. Si dicono tante cose cattive con questa storia di Cosa nostra, della mafia, che fanno scappare la gente. Ma quale mafia, quale piovra! Sono romanzi...
Andreotti è un tragediato come sono tragediato io. E Carnevale più tragediato ancora. Questi pentiti accusano perché sono pagati, prendono soldi».
M. Travaglio