Mi stavo chiedendo ogni quante ore lavorative sia lecito prendersi una pausa.
Non vorrei parlare tanto di normative ma più che altro di buon senso.
Cito un articolo online secondo il quale :
Secondo la legge [1], ogni lavoratore ha diritto a una pausa di almeno 10 minuti, per recuperare le energie psico-fisiche, consumare il pasto e attenuare il lavoro ripetitivo e monotono, se l’orario giornaliero supera le 6 ore.
La pausa deve consistere in un momento di inattività presente nell’intero arco lavorativo giornaliero: la determinazione del momento in cui godere dell’intervallo è rimessa al datore di lavoro, che lo può collocare quando preferisce, tenuto conto delle esigenze dell’attività lavorativa.
I contratti collettivi possono prevedere delle pause maggiori: inoltre ci sono delle specifiche disposizioni per alcune categorie di lavoratori, come i videoterminalisti, i lavoratori domestici e i trasportatori.
Ovviamente la frequenza e la durata delle pause dipenderà anche dal tipo di lavoro e dalle condizioni in cui si svolge.
Un lavoratore che svolge un compito particolarmente faticoso in condizioni climatiche difficili avrà diritto a pause più frequenti di chi invece svolge un lavoro di concetto in un ambiente confortevole.
Però prendendo spunto da alcuni casi a cui ho assistito mi viene da pensare che non siano i lavoratori che necessitano maggiormente di riposo a beneficiare delle pause più frequenti.
Qualche giorno fa' sono entrato in un negozio di abbigliamento,c'erano 4 clienti in tutto e probabilmente il personale era in numero superiore.
Mi hanno colpito in particolare due commesse che erano in piedi e stavano parlando tra loro,non avevano alcun cliente da assistere ne merce da sistemare,e erano solo le 10 del mattino.
Eppure una delle due stava dicendo all'altra che appena ci fosse stato un momento di calma,più calma di così era difficile (infatti ho saputo che il negozio cesserà l'attività a breve),sarebbe andata finalmente in pausa.
Considerando l'orario mi riesce difficile credere che le commesse fossero sul posto da più di un'ora e mezza.
Ressa non ce n'era,anche se dovevano essere presenti nel caso in cui uno dei 4 clienti nel negozio avesse bisogno di aiuto,eppure sembrava che fossero particolarmente provate.
Invece mesi fa' sono andato all'Asl per sottopormi a una vaccinazione.
Sono arrivato molto prima del personale medico eppure avevo già 8 persone davanti a me.
Una volta arrivato il personale ho notato una signora il cui compito era stare seduta su una sedia,dire ai pazienti che arrivavano di prendere il numero e presentare il proprio libretto delle vaccinazioni.
Poi durante le vaccinazioni ha svolto altri compiti per agevolare i medici però in quel momento,per circa un'ora,il suo lavoro si riassumeva in quelle tre operazioni.
Anche in questo caso la signora sembrava molto stanca.
Si era appena seduta quando una signora anziana è arrivata e ha richiesto la sua assistenza,mi piacerebbe potervi descrivere la lentezza e la svogliatezza con cui si è alzata dalla sedia guardando l'anziana paziente come se fosse una rompipalle.
Anche in questo caso,quando la sala d'aspetto si era riempita e aveva raccolto ben 40 libretti delle vaccinazioni,l'impiegata ha avuto bisogno di una pausa,durante la quale altri pazienti sono arrivati e hanno chiesto ai pazienti già sul posto assistenza in assenza di personale addetto a dare indicazioni.
Infine quando nella mia città è partito il famigerato Musa,ovvero il piano per la sosta che ha portato 2000 posti a pagamento in più ed è costato molti soldi ai cittadini,mi sono recato agli sportelli dove venivano rilasciati gli abbonamenti per il parcheggio.
La situazione era orrenda,ci saranno state 50 persone in attesa in uno spazio molto ristretto,due soli sportelli e il personale era decisamente svogliato.
Un po' li posso capire perchè facevano da parafulmine e assorbivano su di se il malumore della cittadinanza nei confronti della giunta che aveva ideato il nuovo piano della sosta.
Però se capisco il fatto che l'ambiente lavorativo non era dei migliori per loro fatico invece a capire la loro lentezza e scortesia nei confronti delle persone.
A un certo punto una delle due impiegate,ventenni,che manifestava una visibile insofferenza viene mandata in pausa.
Lo sportello aveva aperto da meno di due ore.
Io pensavo che lo sportello lasciato vuoto sarebbe stato occupato da un altro impiegato,invece no.
La gente ha subito protestato,c'erano persone che attendevano da prima dell'apertura degli sportelli che dovevano tornare sul posto di lavoro.
Ma il responsabile fece finta di non sentire le rimostranze,con una faccia strafottente degna di un ministro, e confermò alla dipendente di andare pure in pausa e di non preoccuparsi della coda.
E' inutile dire che ci sono categorie di lavoratori,specialemente gli autonomi,che una pausa se la sognano e sono spesso costretti a fare il boia e l'impiccato.
Mentre invece i lavoratori dipendenti,o almeno alcuni gli impiegati pubblici,hanno molte più tutele e godono di maggiori diritti.
I loro guadagni non dipendono dal numero di persone che riescono a servire ma semplicemente dal tempo che trascorrono sul lavoro,quindi non hanno motivo di andare di fretta,anche se hanno davanti decine di persone che necessitano di un documento o di una prenotazione la calma regna sovrana.
Onestamente io fatico a capire chi ha un lavoro non dico leggero,ma tutto sommato non massacrante a livello fisico,che si svolge in un ambiente chiuso al riparo dal caldo d'estate e dal freddo in inverno,senza responsabilità insostenibili,con orari d'ufficio abbastanza agevoli,e si lamenta come se fosse sottoposto a una sorta di schiavitù invocando turni sempre più leggeri e continue pause caffè o pause sigaretta.
Io mi ritengo fortunato perchè faccio un lavoro molto meno pesante di quello dei miei genitori,eppure ci sono dei miei colleghi che si comportano come se fossero sottoposti ai lavori forzati.
Non mi risparmio ne faccio le cose con calma,eppure la sera non arrivo a casa stravolto come dicono alcuni.
In questo periodo nella mia città stanno rifacendo l'asfalto in diverse zone e vedendo gli operari che sotto il sole raccolgono le macerie o spalmano il bitume rovente,sotto il sole di mezzogiorno in mezzo a quell'odore insopportabile,nemmeno una volta mi è venuto in mente di lamentarmi per il mio lavoro ne avrei fatto a cambio volentieri.
Mi pare invece che sia diffusa la tendenza a lamentarsi sempre,anche quando non ce n'è reale motivo,e ingigantire le fatiche del proprio impiego senza guardarsi mai intorno per vedere se ci sono persone che faticano molto di più e magari guadagnano meno o hanno molte meno tutele.
Qualche anno fa' sentii una persona che lavorava in un call center,quindi stava davanti a un computer e per lavoro spaccava i maroni alla gente cercando di vendere loro prodotti e servizi con insistenza,affermare che aveva gli stessi problemi fisici legati alla fatica (cervicale e legamenti della spalla rovinati) di chi per lavoro stirava o spalava,con in mano utensili dal peso di 4 o 5 kg.
Un po' come su una persona con una storta alla caviglia si lamentasse quanto o più di chi è finito sotto una macchina.
Io penso che forse prima di affermare che il proprio lavoro è il più pesante e sottovalutato al mondo bisognerebbe dare un'occhiata in giro e chiedersi ad esempio come mai per lo stesso problema di salute o intervento chirurgico ci sono persone che possono stare 4 mesi in malattia e altre persone che lavorano in proprio e non hanno nessuno che li possa sostituire e devono farsi violenza per guarire in fretta e poter tornare a lavorare entro poche settimane.
Essendo un tema piuttosto delicato invito chi volesse partecipare al topic e lasciare un commento a usare toni moderati,evitando di ingaggiare duelli in cui si usano toni aggressivi (espressioni tipo "ti ho detto che..." oppure l'imperativo che è una forma verbale che a mio modo di vedere stride col rispetto reciproco che dovrebbe essere sempre presente in una conversazione).
Non vorrei parlare tanto di normative ma più che altro di buon senso.
Cito un articolo online secondo il quale :
Secondo la legge [1], ogni lavoratore ha diritto a una pausa di almeno 10 minuti, per recuperare le energie psico-fisiche, consumare il pasto e attenuare il lavoro ripetitivo e monotono, se l’orario giornaliero supera le 6 ore.
La pausa deve consistere in un momento di inattività presente nell’intero arco lavorativo giornaliero: la determinazione del momento in cui godere dell’intervallo è rimessa al datore di lavoro, che lo può collocare quando preferisce, tenuto conto delle esigenze dell’attività lavorativa.
I contratti collettivi possono prevedere delle pause maggiori: inoltre ci sono delle specifiche disposizioni per alcune categorie di lavoratori, come i videoterminalisti, i lavoratori domestici e i trasportatori.
Ovviamente la frequenza e la durata delle pause dipenderà anche dal tipo di lavoro e dalle condizioni in cui si svolge.
Un lavoratore che svolge un compito particolarmente faticoso in condizioni climatiche difficili avrà diritto a pause più frequenti di chi invece svolge un lavoro di concetto in un ambiente confortevole.
Però prendendo spunto da alcuni casi a cui ho assistito mi viene da pensare che non siano i lavoratori che necessitano maggiormente di riposo a beneficiare delle pause più frequenti.
Qualche giorno fa' sono entrato in un negozio di abbigliamento,c'erano 4 clienti in tutto e probabilmente il personale era in numero superiore.
Mi hanno colpito in particolare due commesse che erano in piedi e stavano parlando tra loro,non avevano alcun cliente da assistere ne merce da sistemare,e erano solo le 10 del mattino.
Eppure una delle due stava dicendo all'altra che appena ci fosse stato un momento di calma,più calma di così era difficile (infatti ho saputo che il negozio cesserà l'attività a breve),sarebbe andata finalmente in pausa.
Considerando l'orario mi riesce difficile credere che le commesse fossero sul posto da più di un'ora e mezza.
Ressa non ce n'era,anche se dovevano essere presenti nel caso in cui uno dei 4 clienti nel negozio avesse bisogno di aiuto,eppure sembrava che fossero particolarmente provate.
Invece mesi fa' sono andato all'Asl per sottopormi a una vaccinazione.
Sono arrivato molto prima del personale medico eppure avevo già 8 persone davanti a me.
Una volta arrivato il personale ho notato una signora il cui compito era stare seduta su una sedia,dire ai pazienti che arrivavano di prendere il numero e presentare il proprio libretto delle vaccinazioni.
Poi durante le vaccinazioni ha svolto altri compiti per agevolare i medici però in quel momento,per circa un'ora,il suo lavoro si riassumeva in quelle tre operazioni.
Anche in questo caso la signora sembrava molto stanca.
Si era appena seduta quando una signora anziana è arrivata e ha richiesto la sua assistenza,mi piacerebbe potervi descrivere la lentezza e la svogliatezza con cui si è alzata dalla sedia guardando l'anziana paziente come se fosse una rompipalle.
Anche in questo caso,quando la sala d'aspetto si era riempita e aveva raccolto ben 40 libretti delle vaccinazioni,l'impiegata ha avuto bisogno di una pausa,durante la quale altri pazienti sono arrivati e hanno chiesto ai pazienti già sul posto assistenza in assenza di personale addetto a dare indicazioni.
Infine quando nella mia città è partito il famigerato Musa,ovvero il piano per la sosta che ha portato 2000 posti a pagamento in più ed è costato molti soldi ai cittadini,mi sono recato agli sportelli dove venivano rilasciati gli abbonamenti per il parcheggio.
La situazione era orrenda,ci saranno state 50 persone in attesa in uno spazio molto ristretto,due soli sportelli e il personale era decisamente svogliato.
Un po' li posso capire perchè facevano da parafulmine e assorbivano su di se il malumore della cittadinanza nei confronti della giunta che aveva ideato il nuovo piano della sosta.
Però se capisco il fatto che l'ambiente lavorativo non era dei migliori per loro fatico invece a capire la loro lentezza e scortesia nei confronti delle persone.
A un certo punto una delle due impiegate,ventenni,che manifestava una visibile insofferenza viene mandata in pausa.
Lo sportello aveva aperto da meno di due ore.
Io pensavo che lo sportello lasciato vuoto sarebbe stato occupato da un altro impiegato,invece no.
La gente ha subito protestato,c'erano persone che attendevano da prima dell'apertura degli sportelli che dovevano tornare sul posto di lavoro.
Ma il responsabile fece finta di non sentire le rimostranze,con una faccia strafottente degna di un ministro, e confermò alla dipendente di andare pure in pausa e di non preoccuparsi della coda.
E' inutile dire che ci sono categorie di lavoratori,specialemente gli autonomi,che una pausa se la sognano e sono spesso costretti a fare il boia e l'impiccato.
Mentre invece i lavoratori dipendenti,o almeno alcuni gli impiegati pubblici,hanno molte più tutele e godono di maggiori diritti.
I loro guadagni non dipendono dal numero di persone che riescono a servire ma semplicemente dal tempo che trascorrono sul lavoro,quindi non hanno motivo di andare di fretta,anche se hanno davanti decine di persone che necessitano di un documento o di una prenotazione la calma regna sovrana.
Onestamente io fatico a capire chi ha un lavoro non dico leggero,ma tutto sommato non massacrante a livello fisico,che si svolge in un ambiente chiuso al riparo dal caldo d'estate e dal freddo in inverno,senza responsabilità insostenibili,con orari d'ufficio abbastanza agevoli,e si lamenta come se fosse sottoposto a una sorta di schiavitù invocando turni sempre più leggeri e continue pause caffè o pause sigaretta.
Io mi ritengo fortunato perchè faccio un lavoro molto meno pesante di quello dei miei genitori,eppure ci sono dei miei colleghi che si comportano come se fossero sottoposti ai lavori forzati.
Non mi risparmio ne faccio le cose con calma,eppure la sera non arrivo a casa stravolto come dicono alcuni.
In questo periodo nella mia città stanno rifacendo l'asfalto in diverse zone e vedendo gli operari che sotto il sole raccolgono le macerie o spalmano il bitume rovente,sotto il sole di mezzogiorno in mezzo a quell'odore insopportabile,nemmeno una volta mi è venuto in mente di lamentarmi per il mio lavoro ne avrei fatto a cambio volentieri.
Mi pare invece che sia diffusa la tendenza a lamentarsi sempre,anche quando non ce n'è reale motivo,e ingigantire le fatiche del proprio impiego senza guardarsi mai intorno per vedere se ci sono persone che faticano molto di più e magari guadagnano meno o hanno molte meno tutele.
Qualche anno fa' sentii una persona che lavorava in un call center,quindi stava davanti a un computer e per lavoro spaccava i maroni alla gente cercando di vendere loro prodotti e servizi con insistenza,affermare che aveva gli stessi problemi fisici legati alla fatica (cervicale e legamenti della spalla rovinati) di chi per lavoro stirava o spalava,con in mano utensili dal peso di 4 o 5 kg.
Un po' come su una persona con una storta alla caviglia si lamentasse quanto o più di chi è finito sotto una macchina.
Io penso che forse prima di affermare che il proprio lavoro è il più pesante e sottovalutato al mondo bisognerebbe dare un'occhiata in giro e chiedersi ad esempio come mai per lo stesso problema di salute o intervento chirurgico ci sono persone che possono stare 4 mesi in malattia e altre persone che lavorano in proprio e non hanno nessuno che li possa sostituire e devono farsi violenza per guarire in fretta e poter tornare a lavorare entro poche settimane.
Essendo un tema piuttosto delicato invito chi volesse partecipare al topic e lasciare un commento a usare toni moderati,evitando di ingaggiare duelli in cui si usano toni aggressivi (espressioni tipo "ti ho detto che..." oppure l'imperativo che è una forma verbale che a mio modo di vedere stride col rispetto reciproco che dovrebbe essere sempre presente in una conversazione).