http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_07/cassazione-test-figlia_5b5c7718-59d3-11df-8cbf-00144f02aabe.shtml?fr=box_primopiano
Qualche considerazione.
Prima di tutto, questi sono i bei risultati che si ottengono quando il fondamentalismo religioso rialza la testa: bacchettoni e puritani si sentono autorizzati a fare qualsiasi cosa.
Come ho detto in tempi non sospetti, certi diritti sono conquistati da poco, e non si creda che pratiche come questa anche solo una cinquantina d'anni fa fossero isolate. Tutt'altro.
Secondariamente, l'individuo in questione e' sicuramente un bell'escremento della societa', ma deve essere condannato per quel che ha fatto, non per un'inventata "libidine verso la figlia": un giudizio che andrebbe a relegare alla stessa sfera di "depravazione" da lui imputata alla figlia quello che in realta' e' un'atto inqualificabile di repressione dell'individuo attraverso l'umiliazione deliberata, prima ancora che di violenza fisica, che va denunciato per quello che e'.
Se dovesse passare la teoria della condanna per "pulsione sessuale" sarebbe in fondo come dire che la cosa e' condannata in quanto atto di libidine, mentre una simile verifica condotta in modo "asettico" su una "svergognata" e' in fondo giustificata.
Ma forse i vari teodem e destri cattolici proprio questo vogliono evitare: che si vada a mettere sul banco degli imputati una mentalita' che e' ancor oggi condivisa da molti che attendono solo l'occasione di poter tornare ai "vecchi tempi".
Qualche considerazione.
Prima di tutto, questi sono i bei risultati che si ottengono quando il fondamentalismo religioso rialza la testa: bacchettoni e puritani si sentono autorizzati a fare qualsiasi cosa.
Come ho detto in tempi non sospetti, certi diritti sono conquistati da poco, e non si creda che pratiche come questa anche solo una cinquantina d'anni fa fossero isolate. Tutt'altro.
Secondariamente, l'individuo in questione e' sicuramente un bell'escremento della societa', ma deve essere condannato per quel che ha fatto, non per un'inventata "libidine verso la figlia": un giudizio che andrebbe a relegare alla stessa sfera di "depravazione" da lui imputata alla figlia quello che in realta' e' un'atto inqualificabile di repressione dell'individuo attraverso l'umiliazione deliberata, prima ancora che di violenza fisica, che va denunciato per quello che e'.
Se dovesse passare la teoria della condanna per "pulsione sessuale" sarebbe in fondo come dire che la cosa e' condannata in quanto atto di libidine, mentre una simile verifica condotta in modo "asettico" su una "svergognata" e' in fondo giustificata.
Ma forse i vari teodem e destri cattolici proprio questo vogliono evitare: che si vada a mettere sul banco degli imputati una mentalita' che e' ancor oggi condivisa da molti che attendono solo l'occasione di poter tornare ai "vecchi tempi".