<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Non capirà niente di auto ma è un grande a livello di finanza! | Il Forum di Quattroruote

Non capirà niente di auto ma è un grande a livello di finanza!

Bravissimo Cialtronne, visto che non ne azzecchi una sarebbe ora che lasciassi il posto a qualcuno che almeno capisca qualcosa di una delle due cose e magari non faccia giochi di prestigio con i soldi che non ha e che non ha nessuna intenzione di restituire.
Quest'uomo critica tanto il sistema italiano, ma mi pare che si sia ambientato benissimo.e abbia imparato a fare su più livelli il gioco delle tre carte, solo che ormai il trucco è stato scoperto.
Intanto l'accordo col sindacato americano salta.
Indifendibile!

Da Repubblica:
Moody's declassa Fiat
L'agenzia di rating rivede al ribasso il giudizio, da Ba1 a Ba2. Negativa anche la valutazione sulle prospettive nel breve-medio termine

MILANO - L'agenzia di rating internazionale ha declassato il gruppo automobilistico italiano, prevedendo un ulteriore e possibile nuovo taglio. Il giudizio è Ba2 con outlook negativo. "La decisione di oggi riflette il fatto che i creditori del gruppo Fiat saranno sempre più vicini a quelli della Chrysler, visto che le due società diventeranno più dipendenti fra loro", spiega Falk Frey, vice presidente di Moody?s e capo analista per Fiat.

L?intensificazione nell?uso di piattaforme comuni, moduli e tecnologie accresce la reciprocità tra le due compagnie. Tutto ciò avviene, nonostante Fiat non garantisca il debito emesso da Chrysler e Moody?s sia a conoscenza del fatto che Fiat non intenda garantirlo nemmeno in futuro. Di fatto la gestione finanziaria delle due società rimane separata, mentre quella industriale no, sebbene esistano delle clausole di cross-default nei bond emessi da Fiat. Tecnicamente il giudizio passa a Ba2 da Ba1, con outlook negativo e riguarda qualcosa come 8,3 miliardi di debiti.

Non piacciono alla società di rating nemmeno i rischi di business della Fiat e il rinnovo dei modelli, relativamente scarso rispetto ad alcuni diretti concorrenti, il che frena la competitività del costruttore e riflette le perdite di quote di mercato.
Secondo Frey di Moody's, Fiat "sarà vulnerabile a maggiori pressioni concorrenziali a fronte di una domanda più debole, di pressioni per un aumento dei prezzi e delle crescenti sovraccapacità attese in Brasile". Il suo mercato più redditizio". In Italia, invece, Fiat trae vantaggio da una presenza dominante con una quota di circa il 30%. Tuttavia le misure di austerità del governo e la debolezza dell'economia legate alla crisi del debito potrebbero penalizzare la domanda di auto sul mercato chiave del gruppo.
 
Al di là di tutti i marchingegni finanziari, che non mi appassionano particolarmente, c'è una cosa che mi suona fasulla.
Questo qualche anno fa rilascia una dichiarazione in cui dice per sommi capi, che il costo del lavoro incide relativamente poco sul prodotto auto e quindi non c'è un gran beneficio a battagliare coi sindacati, per recuperare una quota di profitto assolutamente marginale, più vantaggioso intervenire in altri settori che determinano il costo del prodotto.
A distanza di qualche anno comincia a mettere in pratica una strategia diametralmente opposta. Scontro frontale col sindacato, uscita da confindustria, richieste di modifiche contrattuali ai limiti della costituzionalità, modalità ricattatorie, ovvero l'approccio più provocatorio e impopolare che si poteva scegliere in questa situazione,
Tutto per colpa delle retribuzioni e della produttività del personale impiegato nel nostro paese o c'è dell'altro sotto?
 
Man In Black ha scritto:
Al di là di tutti i marchingegni finanziari, che non mi appassionano particolarmente, c'è una cosa che mi suona fasulla.
Questo qualche anno fa rilascia una dichiarazione in cui dice per sommi capi, che il costo del lavoro incide relativamente poco sul prodotto auto e quindi non c'è un gran beneficio a battagliare coi sindacati, per recuperare una quota di profitto assolutamente marginale, più vantaggioso intervenire in altri settori che determinano il costo del prodotto.
A distanza di qualche anno comincia a mettere in pratica una strategia diametralmente opposta. Scontro frontale col sindacato, uscita da confindustria, richieste di modifiche contrattuali ai limiti della costituzionalità, modalità ricattatorie, ovvero l'approccio più provocatorio e impopolare che si poteva scegliere in questa situazione,
Tutto per colpa delle retribuzioni e della produttività del personale impiegato nel nostro paese o c'è dell'altro sotto?

Non voglio fare il "dietrologo", ma ho il sospetto che lo scontro sia voluto per giustificare poi l'uscita dal territorio nazionale o una forte riduzione della loro presenza.

Hanno avuto tutto quello che chiedevano, ma finora si è visto poco in cambio.
 
In Europa, in America...vorrebbero darci stipendi alla cinese e lasciraci tasse e costi euopei-americani!

Questa è la sfida della new-economy!
 
renatom ha scritto:
Man In Black ha scritto:
Al di là di tutti i marchingegni finanziari, che non mi appassionano particolarmente, c'è una cosa che mi suona fasulla.
Questo qualche anno fa rilascia una dichiarazione in cui dice per sommi capi, che il costo del lavoro incide relativamente poco sul prodotto auto e quindi non c'è un gran beneficio a battagliare coi sindacati, per recuperare una quota di profitto assolutamente marginale, più vantaggioso intervenire in altri settori che determinano il costo del prodotto.
A distanza di qualche anno comincia a mettere in pratica una strategia diametralmente opposta. Scontro frontale col sindacato, uscita da confindustria, richieste di modifiche contrattuali ai limiti della costituzionalità, modalità ricattatorie, ovvero l'approccio più provocatorio e impopolare che si poteva scegliere in questa situazione,
Tutto per colpa delle retribuzioni e della produttività del personale impiegato nel nostro paese o c'è dell'altro sotto?

Non voglio fare il "dietrologo", ma ho il sospetto che lo scontro sia voluto per giustificare poi l'uscita dal territorio nazionale o una forte riduzione della loro presenza.

Hanno avuto tutto quello che chiedevano, ma finora si è visto poco in cambio.
Come diceva il divo giulio: "A pensare male si fa peccato, ma quasi sempre ci si prende".
 
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