vecchioAlfista ha scritto:
Fiat ha solo preso la scorciatoia. Invece dell'investimento per uniformare la gamma al più performante dei suo prodotti, ha giocato al risparmio partendo dal "semplice ed economico" della sua tecnica di base, cercando di rivestirlo con l'abito buono dei segmenti superiori.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se si esclude, solo per certi versi, la 164 (un prodotto che godeva di soluzioni tecniche Alfa come gli ottimi motori che aveva sotto il cofano, nonchè di sviluppo made in Arese), tutto il resto è stato un flop commerciale, o poco più. A meno che tu non voglia sostenere che la 166 ha lasciato un segno più importante, nelle vendite nell'immaginario collettivo nella storia della casa rispetto all'Alfetta.
Scusa, ma secondo me continuate a parlare di tutto tranne che del vero errore fatto da Fiat in quel periodo.....
Che è stato l'abbandono sistematico degli investimenti industriali a favore della diversificazione.
Oltre che con Alfa, questo è successo con tutti gli altri marchi.
A mio avviso l'errore più grande è stato della politica che ha continuato con gli incentivi alla rottamazione a finanziare il mercato dell'auto, senza prendere in considerazione l'investimento di queste enormi somme di denaro nel processo industriale.
Per questo continuo a dire:
che l'abbandono dello sviluppo industriale non ha portatato solo l'Alfa sul baratro ma tutto il gruppo Fiat, che da primo o secondo costruttore di auto europeo, si è trovato a combattere per la sopravvivenza
che c'è differenza tra la Fiat di allora e quella di oggi che dice che vuole ritornare a fare dell'auto il suo bussines.