156jtd.
0
www.repubblica.it sezione motori
A settembre il super motore sarà disponibile in tre diverse versioni
di potenza, 105, 135 e 170 cavalli. Possibili sviluppi anche per il diesel
Il "MultiAir" diventa realtà
è al debutto sull'Alfa MiTo
La sua fabbrica
Non poteva essere altrimenti: il cofano scelto per il debutto del nuovissimo 1.400 Turbobenzina MultiAir (la rivoluzionaria tecnologia sviluppata e brevettata da Fiat Powertrain Technologies che regala consumi record e prestazioni monstre) è quello di un'Alfa, della MiTo per la precisione.
Una scelta che non è solo legata al successo di questo modello che, dal lancio ad oggi, ha raccolto 60.000 ordini ed è commercializzata in 34 Paesi nel mondo ed in 5 diversi continenti: si riconosce all'Alfa il ruolo di "bandiera tecnologica" del gruppo. Un bel premio insomma.
Per Fiat infatti questi Multi-Air sono davvero qualcosa di speciale: "I nuovi propulsori - spiegano a Torino - rappresentano un importante punto di rottura rispetto all'attuale scenario dei motori a benzina, proprio come avvenne a suo tempo per la tecnologia diesel Common Rail portata al debutto dall'Alfa Romeo 156 nel 1997. Basti pensare che, rispetto ad un tradizionale motore a benzina di pari cilindrata, i propulsori MultiAir assicurano un incremento di potenza (fino al 10%) e coppia (fino al 15%), oltre ad una sensibile riduzione di consumi (fino al 10%) ed emissioni di CO2 (sino al 10%), di particolato (sino al 40%) e di NOx (sino al 60%)".
Papà del MultiAir è infatti proprio lo stesso Rinaldo Rinolfi, responsabile Research and Tecnology Division e inventore anche del common rail. Quindi esiste davvero un filo rosso che collega l'eccellenza tecnologica fra queste due diavolerie. Ma come funziona il MultiAir? Il segreto sta in un sistema elettro-idraulico di gestione delle valvole che permette di ridurre i consumi (grazie ad un controllo diretto dell'aria mediante le valvole di aspirazione del motore, senza l'utilizzo della farfalla) e le emissioni inquinanti (merito del controllo della combustione).
Sembra facile, ma in realtà realizzare tutto questo in un motore di gran serie è davvero complesso. Lo sforzo Fiat però non è casuale: ci sono anche altri vantaggi: la tecnologia MultiAir è molto versatile, facilmente applicabile a tutti i motori a benzina, con un futuro potenziale sviluppo anche ai motori diesel.
E ora un po' di numeri: il 1.400 16v turbocompresso e aspirato che sul modello Alfa Romeo MiTo sarà proposto con 3 diversi livelli di potenza (105 CV, 135 CV e 170 CV) e abbinati a cambi manuali a 5 o 6 marce. Se i primi due saranno offerti su tutti gli allestimenti della gamma MiTo, il terzo sarà esclusivo dell'inedita versione denominata "Quadrifoglio Verde" che debutterà successivamente al lancio.
A settembre il super motore sarà disponibile in tre diverse versioni
di potenza, 105, 135 e 170 cavalli. Possibili sviluppi anche per il diesel
Il "MultiAir" diventa realtà
è al debutto sull'Alfa MiTo
La sua fabbrica
Non poteva essere altrimenti: il cofano scelto per il debutto del nuovissimo 1.400 Turbobenzina MultiAir (la rivoluzionaria tecnologia sviluppata e brevettata da Fiat Powertrain Technologies che regala consumi record e prestazioni monstre) è quello di un'Alfa, della MiTo per la precisione.
Una scelta che non è solo legata al successo di questo modello che, dal lancio ad oggi, ha raccolto 60.000 ordini ed è commercializzata in 34 Paesi nel mondo ed in 5 diversi continenti: si riconosce all'Alfa il ruolo di "bandiera tecnologica" del gruppo. Un bel premio insomma.
Per Fiat infatti questi Multi-Air sono davvero qualcosa di speciale: "I nuovi propulsori - spiegano a Torino - rappresentano un importante punto di rottura rispetto all'attuale scenario dei motori a benzina, proprio come avvenne a suo tempo per la tecnologia diesel Common Rail portata al debutto dall'Alfa Romeo 156 nel 1997. Basti pensare che, rispetto ad un tradizionale motore a benzina di pari cilindrata, i propulsori MultiAir assicurano un incremento di potenza (fino al 10%) e coppia (fino al 15%), oltre ad una sensibile riduzione di consumi (fino al 10%) ed emissioni di CO2 (sino al 10%), di particolato (sino al 40%) e di NOx (sino al 60%)".
Papà del MultiAir è infatti proprio lo stesso Rinaldo Rinolfi, responsabile Research and Tecnology Division e inventore anche del common rail. Quindi esiste davvero un filo rosso che collega l'eccellenza tecnologica fra queste due diavolerie. Ma come funziona il MultiAir? Il segreto sta in un sistema elettro-idraulico di gestione delle valvole che permette di ridurre i consumi (grazie ad un controllo diretto dell'aria mediante le valvole di aspirazione del motore, senza l'utilizzo della farfalla) e le emissioni inquinanti (merito del controllo della combustione).
Sembra facile, ma in realtà realizzare tutto questo in un motore di gran serie è davvero complesso. Lo sforzo Fiat però non è casuale: ci sono anche altri vantaggi: la tecnologia MultiAir è molto versatile, facilmente applicabile a tutti i motori a benzina, con un futuro potenziale sviluppo anche ai motori diesel.
E ora un po' di numeri: il 1.400 16v turbocompresso e aspirato che sul modello Alfa Romeo MiTo sarà proposto con 3 diversi livelli di potenza (105 CV, 135 CV e 170 CV) e abbinati a cambi manuali a 5 o 6 marce. Se i primi due saranno offerti su tutti gli allestimenti della gamma MiTo, il terzo sarà esclusivo dell'inedita versione denominata "Quadrifoglio Verde" che debutterà successivamente al lancio.