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Mirafiori paura palpabile ogni minuto

23/07/2010
Mirafiori paura
e accuse al sindacato

«Kragujevac? Siamo preoccupati». Fino a due giorni fa probabilmente non l?avevano mai nemmeno sentita nominare, ma da ieri la città della Serbia dove la Fiat ha deciso di produrre la nuova monovolume «L Zero» popola gli incubi degli operai di Mirafiori. Avrebbero dovuto occuparsene loro, invece è lavoro che se ne va. In pochi si accontentano delle rassicurazioni del Lingotto («A Torino arriveranno altri modelli»): prevale la delusione.

«Sono qui da 33 anni e respiro la stessa aria del 1980: il Lingotto stava per chiudere e a noi consegnarono le buste bianche con cassa integrazione a zero ore. Ora non ci danno neanche il premio. Il futuro è nero: mi aspetto tagli, tagli, tagli. Eppure chi porta profitto all?azienda siamo noi». In mezzo al coro («Lavoriamo di più e fa caldo, ma lo stipendio è lo stesso: sembra di essere tornati agli Anni 50»), qualcuno giustifica l?ad e divide le responsabilità con i sindacati: «Per me sono al 50% il risultato è che questo stabilimento sarà ridimensionato». «Qualcuno si è venduto», riferiscono altre voci.

È il cambio turno delle 14. Gli operai entrano ed escono dalla porta 2 dello stabilimento, quella delle Carrozzerie. Sciamano sotto il sole, abituati a giorni così e anche ai cronisti che li interrogano, li filmano e li fotografano. C?è il presidio della Fiom. «Parlate, spiegate», è l?invito per i colleghi più timidi. «Fatevi intervistare perché conviene a tutti». Delegati armati di megafono annunciano lo sciopero nazionale di oggi (due ore per turno) e le ragioni della protesta. Questione di premio, del recente licenziamento di cinque sindacalisti (uno a Mirafiori), ma anche - c?è scritto sui volantini - «di questa decisione sulla L0 che getta nel baratro lo stabilimento». «Con le linee dell?Idea, Musa e Punto che verranno presto dismesse, ci resterà solo la Mito - si sfoga Ugo Bolognesi, delegato Fiom - significa che il futuro è in bilico. L?azienda dica la verità: sposta la produzione solo perché le conviene, grazie alla manodopera meno cara e ai finanziamenti di 650 milioni che riceverà».

C?è anche chi se la prende con i sindacati, additati da Marchionne come responsabili della decisione di traslocare la L0 dopo il duro confronto su Pomigliano. «Forse potevano essere meno rigidi». «La colpa è di tutto il sistema e ci metto anche i politici». La maggior parte, mette nel mirino l?ad, tanto apprezzato negli Usa quanto criticato in Italia. «Fosse per lui dovremmo lavorare gratis». «Vuole sapere la verità?», chiede un lavoratore che pretende di restare anonimo. «La verità è che in Serbia fanno la fame da 20 anni, per colpa della guerra, e accettano tutto. Se la Fiat va a produrre lì è per questione di soldi: devono avere il coraggio di ammetterlo». Intanto, il futuro di Mirafiori, agli occhi della gente che ogni giorno lo rende vivo, sembra sempre più scuro. «Una volta ero orgoglioso di lavorare nella fabbrica simbolo della Fiat - oggi quell?orgoglio si sta perdendo». «Abbiamo paura di chiudere, tutto qui», . Sincero e sintetico, nella sua angoscia.
 

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