A MILANO SCATTA 'L' ALLARME ROSSO'
Repubblica ? 28 gennaio 1989 pagina 21 sezione: SOS INQUINAMENTO
MILANO E' l' allarme. I veleni dell' aria di Milano hanno toccato la soglia del vero e proprio pericolo per la salute pubblica. Il sindaco Pillitteri ha lanciato ieri un appello ai milanesi a non usare l' auto e abbassare al minimo il riscaldamento. Alle industrie che utilizzano combustibili inquinanti si chiede di interrompere la produzione. E' la prima fase dello Smog alarm a cui potrebbero seguire provvedimenti da coprifuoco: se la situazione dell' aria non migliorerà fra oggi e domani, infatti, da lunedì verranno chiuse tutte le scuole e disposto il blocco totale della circolazione nelle aree della città dove la concentrazione di veleni è più alta, in particolare nella fascia nord verso Sesto San Giovanni, Monza e Cinisello. L' appello, firmato dal sindaco e dall' assessore alla Sanità Piervito Antoniazzi, è già stato trasmesso dalla Rai, successivamente con inquietante cadenza è stato ripreso, rilanciato, ripetuto in serata dalle principali radio e tv private. L' invito ai cittadini è di non usare l' automezzo se non in caso di estrema necessità e ridurre le ore di accensione degli impianti di combustione per il riscaldamento degli ambienti. Per le fabbriche la richiesta suona: sospendere le lavorazioni con apporto inquinante dell' aria anche se le emissioni rientrano nei limiti di legge. Nel testo, inoltre, si fa cenno esplicitamente alla possibilità che la situazione peggiori nei prossimi giorni: Si prevede, fino al 31 gennaio l' intensificazione dell' inversione termica che favorirà l' accumulo defgli inquinanti. L' allarme è scattato alle 17 di ieri quando sulla scrivania dell' assessore alla Sanità Piervito Antoniazzi è arrivato il fonogramma dell' ufficiale sanitario con le rilevazioni sull' aria della giornata. Cifre da rabbrividire, vicinissime ai limiti stabiliti dalla commissione prefettizia per il black out totale di riscaldamenti e traffico: l' anidride solforosa, emessa dalle caldaie di palazzi e fabbriche, oltre i 450 microgrammi a metro cubo; il biossido d' azoto, inquinante prodotto dai gas di scarico delle auto, con una media oraria superiore ai 300 microgrammi. Valori quasi doppi, per l' anidride solforosa, e di una volta e mezza più alti per il biossido d' azoto rispetto ai limiti di accettabilità decisi dalla Cee e fatti propri dalla commissione sull' inquinamento voluta dal prefetto di Milano Carmelo Caruso, che tre mesi e mezzo fa aveva definito le misure di salute pubblica per far fronte all' avvelenamento dell' aria. L' avvelenamento dell' aria ha colpito soprattutto la zona nord di Milano e i paesi della Brianza. Le centraline di rilevamento della Provincia hanno segnalato livelli di inquinamento vicini alla tossicità a Monza e Sesto San Giovanni. Se i sindaci di questi comuni non prenderanno iniziative analoghe a quello di Milano, non è escluso che intervenga direttamente il prefetto per limitare la circolazione e ridurre i riscaldamenti. Non è la prima volta, in questo scorcio d' inverno, che l' inquinamento dell' aria di Milano raggiunge livelli critici. Dal primo ottobre dell' anno scorso al 20 gennaio di quest' anno i pennini delle stazioni di controllo atmosferico sono saltati almeno una quindicina di volte. Più pesante il bilancio dell' inquinamento da traffico, con il superamento dei livelli consentiti di biossido d' azoto per un periodo fra i 15 e 20 giorni. Ma preoccupante anche (e si è visto proprio ieri) il bilancio dell' anidride solforosa, che in due stazioni ha oltrepassato il limite di guardia per otto giorni. La presenza di questa sostanza, emissione dei combustibili contenenti zolfo, ha riportato i valori della micidiale SO 2 agli anni settanta, quando sulla città gravava una irrespirabile cappa nera. E come inquinatori sono stati chiamati in causa lo Iacp, che in alcuni casi appalta il riscaldamento dei quartieri permettendo l' utilizzazione di gasoli ad alto tenore di zolfo, la regione Lombardia che riscalda il Pirellone con olio combustibile, l' Atm che non metanizza i suoi autobus. Ma il fattore principale dell' avvelenamento dell' aria milanese rimane indubbiamente il traffico. Ogni anno vengono immatricolate 250 mila nuove auto: il parco circolante cresce, ormai, al ritmo di cinquantamila vetture anno su anno. Si calcola che tutti i giorni in città circolino più di 750 mila automobili, di cui quattrocentomila provenienti dall' hinterland e dalle altre province della Lombardia. Un assedio che ha provocato, negli ultimi quattro anni, un' impennata paurosa dell' inquinamento da biossido d' azoto, da piombo, da idrocarburi aromatici e da ossido di carbonio solo parzialmente fronteggiato dalla parziale chiusura del centro storico. Un inquinamento giunto al punto, ora, da far temere la chiusura di un intera città. E da lunedì, forse con i bambini a casa e non a scuola, con l' automobile ferma e il termosifone tiepido, ogni famiglia vedrà allentarsi i rapporti con il resto della metropoli: cambia la qualità dell' aria, s' incrina quella della vita. - di IVAN BERNI
Repubblica ? 28 gennaio 1989 pagina 21 sezione: SOS INQUINAMENTO
MILANO E' l' allarme. I veleni dell' aria di Milano hanno toccato la soglia del vero e proprio pericolo per la salute pubblica. Il sindaco Pillitteri ha lanciato ieri un appello ai milanesi a non usare l' auto e abbassare al minimo il riscaldamento. Alle industrie che utilizzano combustibili inquinanti si chiede di interrompere la produzione. E' la prima fase dello Smog alarm a cui potrebbero seguire provvedimenti da coprifuoco: se la situazione dell' aria non migliorerà fra oggi e domani, infatti, da lunedì verranno chiuse tutte le scuole e disposto il blocco totale della circolazione nelle aree della città dove la concentrazione di veleni è più alta, in particolare nella fascia nord verso Sesto San Giovanni, Monza e Cinisello. L' appello, firmato dal sindaco e dall' assessore alla Sanità Piervito Antoniazzi, è già stato trasmesso dalla Rai, successivamente con inquietante cadenza è stato ripreso, rilanciato, ripetuto in serata dalle principali radio e tv private. L' invito ai cittadini è di non usare l' automezzo se non in caso di estrema necessità e ridurre le ore di accensione degli impianti di combustione per il riscaldamento degli ambienti. Per le fabbriche la richiesta suona: sospendere le lavorazioni con apporto inquinante dell' aria anche se le emissioni rientrano nei limiti di legge. Nel testo, inoltre, si fa cenno esplicitamente alla possibilità che la situazione peggiori nei prossimi giorni: Si prevede, fino al 31 gennaio l' intensificazione dell' inversione termica che favorirà l' accumulo defgli inquinanti. L' allarme è scattato alle 17 di ieri quando sulla scrivania dell' assessore alla Sanità Piervito Antoniazzi è arrivato il fonogramma dell' ufficiale sanitario con le rilevazioni sull' aria della giornata. Cifre da rabbrividire, vicinissime ai limiti stabiliti dalla commissione prefettizia per il black out totale di riscaldamenti e traffico: l' anidride solforosa, emessa dalle caldaie di palazzi e fabbriche, oltre i 450 microgrammi a metro cubo; il biossido d' azoto, inquinante prodotto dai gas di scarico delle auto, con una media oraria superiore ai 300 microgrammi. Valori quasi doppi, per l' anidride solforosa, e di una volta e mezza più alti per il biossido d' azoto rispetto ai limiti di accettabilità decisi dalla Cee e fatti propri dalla commissione sull' inquinamento voluta dal prefetto di Milano Carmelo Caruso, che tre mesi e mezzo fa aveva definito le misure di salute pubblica per far fronte all' avvelenamento dell' aria. L' avvelenamento dell' aria ha colpito soprattutto la zona nord di Milano e i paesi della Brianza. Le centraline di rilevamento della Provincia hanno segnalato livelli di inquinamento vicini alla tossicità a Monza e Sesto San Giovanni. Se i sindaci di questi comuni non prenderanno iniziative analoghe a quello di Milano, non è escluso che intervenga direttamente il prefetto per limitare la circolazione e ridurre i riscaldamenti. Non è la prima volta, in questo scorcio d' inverno, che l' inquinamento dell' aria di Milano raggiunge livelli critici. Dal primo ottobre dell' anno scorso al 20 gennaio di quest' anno i pennini delle stazioni di controllo atmosferico sono saltati almeno una quindicina di volte. Più pesante il bilancio dell' inquinamento da traffico, con il superamento dei livelli consentiti di biossido d' azoto per un periodo fra i 15 e 20 giorni. Ma preoccupante anche (e si è visto proprio ieri) il bilancio dell' anidride solforosa, che in due stazioni ha oltrepassato il limite di guardia per otto giorni. La presenza di questa sostanza, emissione dei combustibili contenenti zolfo, ha riportato i valori della micidiale SO 2 agli anni settanta, quando sulla città gravava una irrespirabile cappa nera. E come inquinatori sono stati chiamati in causa lo Iacp, che in alcuni casi appalta il riscaldamento dei quartieri permettendo l' utilizzazione di gasoli ad alto tenore di zolfo, la regione Lombardia che riscalda il Pirellone con olio combustibile, l' Atm che non metanizza i suoi autobus. Ma il fattore principale dell' avvelenamento dell' aria milanese rimane indubbiamente il traffico. Ogni anno vengono immatricolate 250 mila nuove auto: il parco circolante cresce, ormai, al ritmo di cinquantamila vetture anno su anno. Si calcola che tutti i giorni in città circolino più di 750 mila automobili, di cui quattrocentomila provenienti dall' hinterland e dalle altre province della Lombardia. Un assedio che ha provocato, negli ultimi quattro anni, un' impennata paurosa dell' inquinamento da biossido d' azoto, da piombo, da idrocarburi aromatici e da ossido di carbonio solo parzialmente fronteggiato dalla parziale chiusura del centro storico. Un inquinamento giunto al punto, ora, da far temere la chiusura di un intera città. E da lunedì, forse con i bambini a casa e non a scuola, con l' automobile ferma e il termosifone tiepido, ogni famiglia vedrà allentarsi i rapporti con il resto della metropoli: cambia la qualità dell' aria, s' incrina quella della vita. - di IVAN BERNI