<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Marchionne negli US.. | Il Forum di Quattroruote

Marchionne negli US..

...pare sia più apprezzato che in questo forum:

http://preview.tinyurl.com/bpqazxm

eccone il succo:

Il numero uno del Lingotto, nella classifica stilata da Automotive News, si è piazzato davanti Chung Mong-Koo, capo della Hyundai, uno dei marchi cresciuti di più a livello mondiale, e a Martin Winterkorn, Ceo del gruppo Volkswagen.

certamente i critici "qualificati" che così frequentemente postano qui potranno fare le loro controdeduzioni ... e noi, a chi dovremo credere :lol: :lol: :lol:
cordialemnte tolo
 
tolo52meo ha scritto:
...pare sia più apprezzato che in questo forum:

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eccone il succo:

Il numero uno del Lingotto, nella classifica stilata da Automotive News, si è piazzato davanti Chung Mong-Koo, capo della Hyundai, uno dei marchi cresciuti di più a livello mondiale, e a Martin Winterkorn, Ceo del gruppo Volkswagen.

certamente i critici "qualificati" che così frequentemente postano qui potranno fare le loro controdeduzioni ... e noi, a chi dovremo credere :lol: :lol: :lol:
cordialemnte tolo

beh sai ha salvato la Chrysler ci mancherebbe pure
 
tolo52meo ha scritto:
...pare sia più apprezzato che in questo forum:

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eccone il succo:

Il numero uno del Lingotto, nella classifica stilata da Automotive News, si è piazzato davanti Chung Mong-Koo, capo della Hyundai, uno dei marchi cresciuti di più a livello mondiale, e a Martin Winterkorn, Ceo del gruppo Volkswagen.

certamente i critici "qualificati" che così frequentemente postano qui potranno fare le loro controdeduzioni ... e noi, a chi dovremo credere :lol: :lol: :lol:
cordialemnte tolo
Non sai che gli americani non capiscono niente? Sono solo dei panzoni che di auto sono digiuni completamente. :D
 
Probabilmente in America ha operato meglio che in Europa.

Qui la gamma disponibile e i conseguenti risultati di vendita parlano chiaro.

Può anche darsi che abbia avuto ragione a investire più risorse su altri mercati piuttosto che in Europa, ma qui il gruppo Fiat sta perdendo quote di mercato, temo, in maniera difficlmente recuperabile.
 
Il futuro non è l'Europa lo sanno tutti i costruttori di auto e non solo, troppo stretta e difficile da affermarsi, probabilmente non esisterebbe la Fiat già da qualche anno. La geografia dei costruttori si sposta dove sono i mercati più appetibili. La vecchia Europa in futuro avrà probabilmente solo produzioni di nicchia.
 
holerGTA ha scritto:
Il futuro non è l'Europa lo sanno tutti i costruttori di auto e non solo, troppo stretta e difficile da affermarsi, probabilmente non esisterebbe la Fiat già da qualche anno. La geografia dei costruttori si sposta dove sono i mercati più appetibili. La vecchia Europa in futuro avrà probabilmente solo produzioni di nicchia.

Comunque, abbandonare il proprio mercato di riferimento per aggredirne di nuovi, sia pure in espansione, è un rischio non da poco.

Si vedrà come va a finire.
 
renatom ha scritto:
holerGTA ha scritto:
Il futuro non è l'Europa lo sanno tutti i costruttori di auto e non solo, troppo stretta e difficile da affermarsi, probabilmente non esisterebbe la Fiat già da qualche anno. La geografia dei costruttori si sposta dove sono i mercati più appetibili. La vecchia Europa in futuro avrà probabilmente solo produzioni di nicchia.

Comunque, abbandonare il proprio mercato di riferimento per aggredirne di nuovi, sia pure in espansione, è un rischio non da poco.

Si vedrà come va a finire.

Soprattutto se quel mercato è di riferimento non solo per motivazioni storiche o culturali, ma anche perché è quello dove si fanno i volumi di vendita maggiori.
Il problema di Fiat (inteso come gruppo), rispetto a tutti i principali competitors risiede proprio nel fatto che vende molto poco al di fuori del mercato domestico,
giusto per dare qualche cifra, nel 2008 il marchio Fiat (i dati di Alfa e Lancia erano e sono marginali in un conttesto che non sia limitato alla sola Italia) aveva una quota del 24,8% del mercato italiano e del 6,5% del mercato europeo (Italia inclusa), al 30/09/2011 le cifre erano rispettivamente del 20,9% e del 5,2%.
Una tale differenza tra le quote del mercato domestico e quelle del mercato continentale non è riscontrabile in NESSUNO dei marchi di auto di volume che possono a ragione considerarsi competitors di FIAT (le francesi, la Opel, la Ford e anche la Volkswagen), e questo alla faccia di chi dice che quello italiano sia un mercato in cui si guarda con sfavore al costruttore nazionale. Il fatto stesso che un auto come il freemont si sia iniziata a vendere discretamente in Italia solo quando le è stato posto sopra il marchio della casa torinese, contraddice nettamente questa affermazione, mi piacerebbe conoscere l'andamento delle vendite del journey prima e del freemont ora nei principali mercati europei, ma credo che si confermerà l'anomalia italiana (lieto di essere smentito dai numeri se qualcuno potrà produrli). Di fatto c'è in Italia una fetta di clienti, anche piuttosto consistente che compra Fiat a prescindere (non stò a giudicare se facciano bene o male, sia chiaro, penso che con i propri soldi ognuno possa e debba fare ciò che più gli garba) e non appena un qualsiasi prodotto che fino a poco tempo prima veniva semplicemente ignorato perché proposto con un marchio diverso, non appena si riveste delle insegne Fiat o di qualche altro marchio del gruppo, entra di colpo nella shopping list di una fetta di clientela, anche numericamente consistente, che prima, semplicemente, nemmeno ci pensava.
Dico questo perché ho la forte impressione che se davvero si concretizzasse quello che secondo molti (me incluso, non lo nego) traspare dalle parole e dai comportamenti di MArchionne, ovvero l'abbandono del mercato italiano, con tutto quello che ne potrebbe conseguire in termini di Tam Tam mediatico e impatto sul tessuto socio economico, il colpo, anche per le vendite sarebbe semplicemente drammatico.

Ipotizziamo che, come cercavo di dimostrare sopra, quella italiana sia una anomalia, e andiamo ad analizzare i dati di vendita del mercato europeo, escludendo quelli italiani, si notano altre cose molto interessanti (nel bene e nel male), che mi confermano nella mia idea.

Nel mese di ottobre 2011, se si esclude l'Italia, in Europa, la Fiat (marchio) ha avuto una quota di mercato del 2,44%, inferiore a quella di marchi come Hiunday (2,99%), Kia (3,03%) e Nissan (3,13%). Il dato sul cumulato gennaio - ottobre 2011 è grossomodo lo stesso e, a mio modo di vedere, ancora più drammatico, perché il cumulato di 10 mesi è depurato da eventuali picchi stagionali. Comunque nel cumulato dei 10 mesi le quote sono del 2,77% per Fiat, del 3,04% per Hiunday, del 2,27 per Kia e del 3,36 per Nissan. E ci sono singoli marchi in crescita nel corso dell'ultimo anno, che in Italia sono considerati di nicchia ma che in Europa stanno avvicinandosi a quote prossime al 2% (Suzuki, Volvo, Seat, Skoda e anche Mitsubishi).
Aggiungiamo il fatto chesi è vero che sta per uscire la nuova Panda, ma, nel medio-breve periodo questa costituirà l'unica novità di prodotto in grado di generare volumi consistenti e che, comunque dovrà vedersela oltre che con i soliti competitors anche con la nuova famiglia UP che interesserà sia Volkswagen, che Seat e che Skoda (sottolineo che tra una Up e una Panda prenderei ad occhi chiusi una Panda, anche quella attualmente in commercio, giusto per essere chiaro).
Mi si dirà che l'acquisizione di Chrysler è volta proprio a dare al gruppo una vision più internazionale, ma anche in questo caso si trascura il fatto che Chrysler, oltre ad essere il più piccolo dei 3 gruppi americani è proprio quello che maggiormente presenta le caratteristiche di Fiat, ovvero una discreta presenza sul mercato domestico (USA) e una presenza marginale nel resto del mondo, salvo qualche lodevole eccezione (Jeep).

Dove voglio andare a parare?
Onestamente mi interessa solo proporre spunti di riflessione, ma quello che temo è che non si stia profilando solamente un ridimensionamento del mercato domestico a scapito di una maggiore internazionalizzazione, ma una vera e propria uscita dal business dell'auto.

Come già precedentemente affermato sarò più che lieto di essere smentito, per il semplice fatto che chiunque in Italia abbia a qualsiasi titolo e per qualsiasi orgnizzazione e marchio, a che fare col settore automotive, non può che augurarsi che Fiat prosperi, ma ho fortemente paura che non sarà così.
 
Penso che tutto quello che abbia fatto di buono a livello "finanziario" - "contrattualistico" sia ampiamente compensato dai disastri provocati dalle sue "inutili chiacchere".

Oltre a non capire che se abbandona l'ITALIA non solo non avrà più quote di mercato che possano ritenersi tali in Europa per i marchi del gruppo ma neanche per Chrysler.

Non so non capisco (O meglio capisco...) : Basterebbe stare zitti e lavorare ....

Esattamente come fa la "Proprietà" che però ho dubbi sul fatto che "Lavori" .. :evil:
 
sono d'accordo con tutto quello che scrive Smargia e questo conferma anche la decisione di vendere la 300C e la GrandVoyager col marchio Lancia anzichè Chrysler (mi sa che prima hai scritto Chevrolet ma intendevi dire Chrysler). Senza ipocrisie credo di rientrare in quella cerchia descritta del "compro Fiat a prescindere" e capisco il ragionamento anche se cerco di guardare l'oggetto "automobile" con la massima obiettività senza guardare nazione e marchio,ormai è tutto relativo.
Sul discorso di abbandonare il mercato casalingo secondo me non lo faranno,Fiat resterà in Italia ma guarderà prima di tutto i mercati dove si vendono più macchine e creeranno le vetture più adatte a loro visto che è la strada più facile per monetizzare,e guardacaso i prodotti nuovi e freschi in questi 2 anni sono usciti e anche in una certa quantità ma non portano il marchio Fiat,o se lo portano non vengono vendute da noi. Il gruppo Crhysler è stato molto attivo (anche se erano progetti ponderati e già pronti prima dell'accordo con la Fiat) così come in Brasile sono uscite 2 vetture dai grandi numeri che tengono il brand in cima alle classifiche di vendita,la Uno e la Palio. In Italia si comincia a tracciare invece una strada,con freemont,Thema e Voyager si comincia a far abituare il cliente ad un tipo di macchina diversa,più mondiale,magari una macchina che all'italiano e al "fiattaro" no piace al 100% che che può piacere al tedesco,al francese,all'inglese,al russo,al cinese...insomma quello che VW,Ford e Opel fanno da decenni.
 
ah! oltre a Marchionne anche l'AD Volkswagen sostiene che il mercato europeo nel 2012 diminuirà,quindi ci sarà un'ennesimo calo delle vendite (per tutti i produttori) e probabilmente ci sarà qualche mercato (cinese,americano,giapponese,arabo) che crescerà e dove probabilmente ci si concentrerà di più.
 
skid32 ha scritto:
cut
cut

beh sai ha salvato la Chrysler ci mancherebbe pure

:) perché secondo te chrysler, adesso, è una azienda diversa da fiat??

poi resto dell'idea che a fabbrica italia dell'europa e del'italia interesserà sempre meno.
Purtroppo, e lo vedo nei miei viaggi, da molti anni l'europa è un'entità morta :( mi piange il cuore ma è così....
spinti dall'europa del nord abbiamo messo lacci e lacciuoli a tutte le attività, per migliorare la "qualità delle vita" e fottendoci la vita :cry:
cordiaemnte tolo
 
ottovalvole ha scritto:
In Italia si comincia a tracciare invece una strada,con freemont,Thema e Voyager si comincia a far abituare il cliente ad un tipo di macchina diversa,più mondiale,magari una macchina che all'italiano e al "fiattaro" no piace al 100% che che può piacere al tedesco,al francese,all'inglese,al russo,al cinese...insomma quello che VW,Ford e Opel fanno da decenni.

Più che tracciare una strada, mi pare che portino di qua quel poco che hanno e che potrebbe andar bene anche in Europa, con le minori modifiche possibili da apportarvi..
 
tolo52meo ha scritto:
...pare sia più apprezzato che in questo forum:

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Il numero uno del Lingotto, nella classifica stilata da Automotive News, si è piazzato davanti Chung Mong-Koo, capo della Hyundai, uno dei marchi cresciuti di più a livello mondiale, e a Martin Winterkorn, Ceo del gruppo Volkswagen.

certamente i critici "qualificati" che così frequentemente postano qui potranno fare le loro controdeduzioni ... e noi, a chi dovremo credere :lol: :lol: :lol:
cordialemnte tolo

Dipende...sai da che? Se ti interessa la macelleria sociale o meno, se credi che i problemi della fiat si risolvano facendo mangiare la schiscetta agli operai in 20 min o meno
Se sei grato o meno a un paese che ti ha consentito di far da monopolista di fatto, se ti piace vendere le chrisler di 5 anni fa e dire che sono la lancia thema...
Insomma dipende da tante cose, compreso il fare il finocchio col c**o degli altri
Scusa il francese :rolleyes:
 
smargia2002 ha scritto:
renatom ha scritto:
holerGTA ha scritto:
Il futuro non è l'Europa lo sanno tutti i costruttori di auto e non solo, troppo stretta e difficile da affermarsi, probabilmente non esisterebbe la Fiat già da qualche anno. La geografia dei costruttori si sposta dove sono i mercati più appetibili. La vecchia Europa in futuro avrà probabilmente solo produzioni di nicchia.

Comunque, abbandonare il proprio mercato di riferimento per aggredirne di nuovi, sia pure in espansione, è un rischio non da poco.

Si vedrà come va a finire.

Soprattutto se quel mercato è di riferimento non solo per motivazioni storiche o culturali, ma anche perché è quello dove si fanno i volumi di vendita maggiori.
Il problema di Fiat (inteso come gruppo), rispetto a tutti i principali competitors risiede proprio nel fatto che vende molto poco al di fuori del mercato domestico,
giusto per dare qualche cifra, nel 2008 il marchio Fiat (i dati di Alfa e Lancia erano e sono marginali in un conttesto che non sia limitato alla sola Italia) aveva una quota del 24,8% del mercato italiano e del 6,5% del mercato europeo (Italia inclusa), al 30/09/2011 le cifre erano rispettivamente del 20,9% e del 5,2%.
Una tale differenza tra le quote del mercato domestico e quelle del mercato continentale non è riscontrabile in NESSUNO dei marchi di auto di volume che possono a ragione considerarsi competitors di FIAT (le francesi, la Opel, la Ford e anche la Volkswagen), e questo alla faccia di chi dice che quello italiano sia un mercato in cui si guarda con sfavore al costruttore nazionale. Il fatto stesso che un auto come il freemont si sia iniziata a vendere discretamente in Italia solo quando le è stato posto sopra il marchio della casa torinese, contraddice nettamente questa affermazione, mi piacerebbe conoscere l'andamento delle vendite del journey prima e del freemont ora nei principali mercati europei, ma credo che si confermerà l'anomalia italiana (lieto di essere smentito dai numeri se qualcuno potrà produrli). Di fatto c'è in Italia una fetta di clienti, anche piuttosto consistente che compra Fiat a prescindere (non stò a giudicare se facciano bene o male, sia chiaro, penso che con i propri soldi ognuno possa e debba fare ciò che più gli garba) e non appena un qualsiasi prodotto che fino a poco tempo prima veniva semplicemente ignorato perché proposto con un marchio diverso, non appena si riveste delle insegne Fiat o di qualche altro marchio del gruppo, entra di colpo nella shopping list di una fetta di clientela, anche numericamente consistente, che prima, semplicemente, nemmeno ci pensava.
Dico questo perché ho la forte impressione che se davvero si concretizzasse quello che secondo molti (me incluso, non lo nego) traspare dalle parole e dai comportamenti di MArchionne, ovvero l'abbandono del mercato italiano, con tutto quello che ne potrebbe conseguire in termini di Tam Tam mediatico e impatto sul tessuto socio economico, il colpo, anche per le vendite sarebbe semplicemente drammatico.

Ipotizziamo che, come cercavo di dimostrare sopra, quella italiana sia una anomalia, e andiamo ad analizzare i dati di vendita del mercato europeo, escludendo quelli italiani, si notano altre cose molto interessanti (nel bene e nel male), che mi confermano nella mia idea.

Nel mese di ottobre 2011 se si esclude l'Italia, la Fiat (marchio) ha avuto una quota di mercato del 2,44%, inferiore a quella di marchi come Hiunday (2,99%), Kia (3,03%) e Nissan (3,13%). Il dato sul cumulato gennaio - ottobre 2011 è grossomodo lo stesso e, a mio modo di vedere, ancora più drammatico, perché il cumulato di 10 mesi è depurato da eventuali picchi stagionali. Comunque nel cumulato dei 10 mesi le quote sono del 2,77% per Fiat, del 3,04% per Hiunday, del 2,27 per Kia e del 3,36 per Nissan. E ci sono singoli marchi in crescita nel corso dell'ultimo anno, che in Italia sono considerati di nicchia ma che in Europa stanno avvicinandosi a quote prossime al 2% (Suzuki, Volvo, Seat, Skoda e anche Mitsubishi).
Aggiungiamo il fatto chesi è vero che sta per uscire la nuova Panda, ma, nel medio-breve periodo questa costituirà l'unica novità di prodotto in grado di generare volumi consistenti e che, comunque dovrà vedersela oltre che con i soliti competitors anche con la nuova famiglia UP che interesserà sia Volkswagen, che Seat e che Skoda (sottolineo che tra una Up e una Panda prenderei ad occhi chiusi una Panda, anche quella attualmente in commercio, giusto per essere chiaro).
Mi si dirà che l'acquisizione di Chrysler è volta proprio a dare al gruppo una vision più internazionale, ma anche in questo caso si trascura il fatto che Chevrolet, oltre ad essere il più piccolo dei 3 gruppi americani è proprio quello che maggiormente presenta le caratteristiche di Fiat, ovvero una discreta presenza sul mercato domestico (USA) e una presenza marginale nel resto del mondo, salvo qualche lodevole eccezione (Jeep).

Dove voglio andare a parare?
Onestamente mi interessa solo proporre spunti di riflessione, ma quello che temo è che non si stia profilando solamente un ridimensionamento del mercato domestico a scapito di una maggiore internazionalizzazione, ma una vera e propria uscita dal business dell'auto.Come già precedentemente affermato sarò più che lieto di essere smentito, per il semplice fatto che chiunque in Italia abbia a qualsiasi titolo e per qualsiasi orgnizzazione e marchio, a che fare col settore automotive, non può che augurarsi che Fiat prosperi, ma ho fortemente paura che non sarà così.
Se volevano lasciare il business dell'auto cosa l'hanno presa a fare la Chrysler?
 
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