Alle 12.35 il notaio Andrea Ganelli occupa la sedia rimasta vuota tra i due commissari che seguono il caso Bertone. Posa sul tavolo una montagna di pacchi e comincia a dividerli. Ci sono le due voluminose buste gialle della «Fiat Group Automobiles», ci sono i due pacchi provenienti dal «notaio Musumeci» e presumibilmente spediti dall'industriale Gian Mario Rossignolo e c'è un pacco di provenienza «Cordoba España» che contiene la proposta di una cordata di
componentisti iberici vicini al gruppo Lotus. Poco più in là ecco altri due incartamenti decisamente più smilzi: quello di una trentina di pagine con la grande scritta Keplero (dell'industriale Domenico Reviglio) e quello di poche cartelle del gruppo «Bertonecento», l'offerta della vedova di Nuccio, Lilli, per acquistare il marchio di famiglia e poter così promuovere iniziative in occasione del centenario della fondazione, nel 2012. Sul tavolo manca dunque la proposta del gruppo cinese che si era pur mostrato interessato all'acquisto. Dei cinque in gara ne rimangono in realtà solo quattro. Perché l'offerta della Keplero di Reviglio giunge incompleta, non in busta chiusa e integrata con un fax alle 12.38, fuori tempo massimo. Strano ritardo per una cordata che da anni lavora all'acquisizione della storica carrozzeria e che dunque non avrebbe dovuto avere problemi a presentare tutta la documentazione in ordine. Escludendo l'offerta della vedova che riguarda solo il marchio e che non ha concorrenti (nessuno degli altri quattro si è detto interessato alla griffe del design automobilistico), i veri concorrenti si riducono dunque a tre: il gruppo spagnolo, Rossignolo e la Fiat. Gli spagnoli offrono qualcosa di più dei 18-19 milioni proposti dagli altri due concorrenti. Ma dalla Spagna arriva la proposta di assumere solo una parte dei 1.100 dipendenti del gruppo. Così la gara vera si svolge, come previsto, tra Marchionne e Rossignolo. Che propongono di assumere tutti i dipendenti e di utilizzare le linee di Grugliasco per la produzione industriale. Rossignolo, com'è noto, vorrebbe realizzare i Suv utilizzando la fabbrica ex Delphi di Livorno e i suoi 170 dipendenti per produrre i motori. Nella busta della Fiat invece i commissari hanno trovato la proposta di costruire due nuovi modelli «nella gamma delle auto sportive» e di lusso. Probabilmente uno dei due modelli avrebbe un marchio del gruppo Chrysler e l'altro porterebbe sul cofano lo scudo della Lancia o il biscione dell'Alfa Romeo. Non c'è traccia invece della ventilata produzione di un Suv con il marchio Dodge di cui si era parlato nei giorni scorsi. Il Lingotto ritiene infatti che lo stabilimento di Grugliasco, più moderno delle linee di Mirafiori in alcune parti importanti, come la verniciatura, sia adatto per auto di particolare pregio più che per produrre veicoli di grandi dimensioni e con un mercato, al momento, assai incerto. La proposta Fiat prevede la graduale riassunzione in azienda di tutti i lavoratori oggi in cassa integrazione al termine di un processo di ripresa dell'attività produttiva che dovrebbe concludersi nella seconda metà del 2011 quando le linee dovrebbero tornare a funzionare a pieno ritmo.
(Fonte: www.repubblica.it - 17/7/2009)
componentisti iberici vicini al gruppo Lotus. Poco più in là ecco altri due incartamenti decisamente più smilzi: quello di una trentina di pagine con la grande scritta Keplero (dell'industriale Domenico Reviglio) e quello di poche cartelle del gruppo «Bertonecento», l'offerta della vedova di Nuccio, Lilli, per acquistare il marchio di famiglia e poter così promuovere iniziative in occasione del centenario della fondazione, nel 2012. Sul tavolo manca dunque la proposta del gruppo cinese che si era pur mostrato interessato all'acquisto. Dei cinque in gara ne rimangono in realtà solo quattro. Perché l'offerta della Keplero di Reviglio giunge incompleta, non in busta chiusa e integrata con un fax alle 12.38, fuori tempo massimo. Strano ritardo per una cordata che da anni lavora all'acquisizione della storica carrozzeria e che dunque non avrebbe dovuto avere problemi a presentare tutta la documentazione in ordine. Escludendo l'offerta della vedova che riguarda solo il marchio e che non ha concorrenti (nessuno degli altri quattro si è detto interessato alla griffe del design automobilistico), i veri concorrenti si riducono dunque a tre: il gruppo spagnolo, Rossignolo e la Fiat. Gli spagnoli offrono qualcosa di più dei 18-19 milioni proposti dagli altri due concorrenti. Ma dalla Spagna arriva la proposta di assumere solo una parte dei 1.100 dipendenti del gruppo. Così la gara vera si svolge, come previsto, tra Marchionne e Rossignolo. Che propongono di assumere tutti i dipendenti e di utilizzare le linee di Grugliasco per la produzione industriale. Rossignolo, com'è noto, vorrebbe realizzare i Suv utilizzando la fabbrica ex Delphi di Livorno e i suoi 170 dipendenti per produrre i motori. Nella busta della Fiat invece i commissari hanno trovato la proposta di costruire due nuovi modelli «nella gamma delle auto sportive» e di lusso. Probabilmente uno dei due modelli avrebbe un marchio del gruppo Chrysler e l'altro porterebbe sul cofano lo scudo della Lancia o il biscione dell'Alfa Romeo. Non c'è traccia invece della ventilata produzione di un Suv con il marchio Dodge di cui si era parlato nei giorni scorsi. Il Lingotto ritiene infatti che lo stabilimento di Grugliasco, più moderno delle linee di Mirafiori in alcune parti importanti, come la verniciatura, sia adatto per auto di particolare pregio più che per produrre veicoli di grandi dimensioni e con un mercato, al momento, assai incerto. La proposta Fiat prevede la graduale riassunzione in azienda di tutti i lavoratori oggi in cassa integrazione al termine di un processo di ripresa dell'attività produttiva che dovrebbe concludersi nella seconda metà del 2011 quando le linee dovrebbero tornare a funzionare a pieno ritmo.
(Fonte: www.repubblica.it - 17/7/2009)