Hyryan ha scritto:
Romiti è stato AD a lungo ed in tale veste ne ha combinate più di Bertoldo.
Se c'entra o meno con fiat fai un pò tu.
C'entra con FIAT ma ciò non toglie che, IMO, come AD sia stato un completo cretino.
Che poi si mettano 100M ? cash per garantirsi liquidità futura in un business come quello editoriale - ed in particolare in un gruppo come RCS nelle condizioni in cui versa - la trovo una teoria a dir poco bizzarra.
Il che non vuol dire che dal loro punto di vista non abbia senso.
L'editoria non può morire perché ha degli introiti pubblici enormi. Ed intendo molto maggiori di qualunque casa automobilistica e di qualunque altro settore economico. Questo significa che un editore può perdere milioni per diversi anni ma avere sempre soldi in tasca.
Come e perché Exxor abbia comprato RCS, poi, lo sapranno gli Elkann: io mi sono fatto un paio d'idee.
HenryChinaski ha scritto:
Solo per la cronaca riporto questo
Fiat, la Consulta dà ragione alla Fiom:"Illegittimo articolo 19 su rappresentanza"
http://www.repubblica.it/economia/2013/07/03/news/consulta_fiat_rappresentanza_sindacale-62317283/?ref=HRER1-1
Immagino che tu tu rifersica a questa parte che non hai quotato:
Lo so. Ma non lo trovo giusto. Rimango del parere che:
"dovrebbe semplicemente prendere atto della situazione di fatto, ingoiare il rospo ed ammettere di aver preso un grosso granchio".
Ha sbagliato. Che la legge, o chi giudica, la mettano comunque in una posizione di vantaggio non cancella il fatto.
ilopan ha scritto:
Il ragionamento di questo post non deve concentrarsi sulla Fiom si o Fiom no!
Per quanto mi riguarda, io non ho nulla contro la Fiom, ma li reputo anacronistici.
Tanto alla fine gli stabilimenti (troppo) sindacalizzati, chiudono i battenti...è solo questione di tempo.
Quanto ha investito la Fiom a Pomigliano per decidere le regole?
Manco un centesimo...!
Una magistratura sbilanciata e cieca, dà ragione per forza alla politica perdente di sinistra...è un dato di fatto nazionale.
Perchè i tempi sono cambiati e se oggi una persona, non riesce a vivere di stipendio, non può ribaltare questo limite economico, alla propria azienda dicendo : mi servono 2500 euro al mese per campare...tu sei la mia azienda me li devi dare!
Si tratta -purtroppo- di diventare meno esigenti e meno costosi se si vuole vivere...mi tappo il naso, non lo ammetto neppure io... ma è così.
Non bisogna fare paragoni con la Germania ma con la Cina...o il Brasile!
Cioè dobbiamo "cinesizzarci o brasilianizzarci" per essere competitivi.
Molto brutto come concetto, significa tornare indietro...ma tanto è, purtroppo, io non godo a fare queste riflesioni!
Poi servono regole di perenne precarietà per stabilizzare i comportamenti sul posto di lavoro...quando uno è garantito...diventa meno peformante e accampa tante più scuse possibili ed immaginabili nel quotidiano.
Le famose frasi : Tanto mii devono dare a campare; Se mi alzo la mattina...mi devono far campare loro; già svegliarmi è un lavoro...!
Quando sei sempre precario (all'americana intendo) cerchi di dare il meglio di te.
E' così...non illudiamoci.
Francamente credo che la situazione non sia così tragica, per diversi motivi.
Ambienti troppo sindacalizzati hanno vita breve ed è ovvio: lavoro troppo sindacalizzato equivale a mercato troppo concentrato: è un monopolio; praticamente un sindacato è come un cartello tra lavoratori.
Chiariamoci: è un BENE che esistano sindacati. Quanto successo, semplicemente, è che il troppo stroppia.
Serve equilibrio ed in Italia, come in altri paesi occidentali, si è pensato (anche per motivi storici) troppo alla protezione del lavoratore e troppo poco a favorire gli investimenti.
In altri paesi (Germania ed USA) i sindacati possiedono quote delle società e quindi conoscono le esigenze del lavoro e del capitale. Tendono ad una posizione RELATIVAMENTE più equilibrata. Non così in Italia dove il loro potere è fondamentalmente politico, basato sul consenso.
Proteggere il lavoratore significa anche promuovere chi si da da fare e "punire" il pigro. Dov'erano i sindacati quando a Pomigliano c'erano i sabotaggi o quando Marchionne chiedeva infrastrutture per salvare Termini?
Da qui a parlare di precarietà del lavoro o riduzione degli stipendi occorre fare un salto troppo lungo.
Sicuramente occorre diventare imprenditori di sé stessi, ma questo non significa abbassare prezzi e qualità ma dare qualcosa di più in cambio: aumentare le proprie competenze.
Negli stabilimenti migliori, compresa la "nuova Pomigliano", i macchinari svolgono i lavori più usuranti e ripetitivi, lo fanno meglio dell'uomo ad un prezzo più basso di qualunque cinese. L'operaio passa da bassa manovalanza a operaio specializzato.
Lo Stato cosa può fare? Abbassare il costo dell'energia, favorire i corsi per gli operai, agevolare i contratti a lungo termine.
In secondo luogo l'impresa HA BISOGNO di un mercato ma anche di un AMBIENTE in cui svilupparsi, crescere, migliorare. Era un concetto scontato al limite dello stupido ai tempi di Olivetti o della Silicon Valley. Oggi invece si pensa solo agli incassi di breve termine: non può durare e difatti moltissime imprese hanno cambiato atteggiamento.