Come gia' riportato tempo fa, in Alfa si decise di partecipare ai rally visto che negli anni 70 le gare erano molto seguite,parlai anche della Alfetta GTV 3000 V8 da 350cv che alle prime uscite si dimostro' l'auto da battere riuscendo ad avere tempi migliori anche della 131 abarth e della Lancia Stratos,riporto un articolo che ho trovato,e che confermano le notizie dei mie testi.
Dopo l?uscita di scena della GTAm, erano state le Alfetta Gt e GTV 2000 a mantenere alto nelle competizioni il nome della Casa del Biscione. La preparazione della vettura, tuttavia, era stata in sostanza lasciata ai privati, dato che la Casa era impegnata nella fornitura dei 12 cilindri boxer alla Scuderia Brabham di formula 1 e a preparare le proprie 33 per gareggiare nel Mondiale Marche. Con il risultato che, pur avendo fatto intravedere grande competitività a livello assoluto (splendida l?affermazione di Amilcare Ballestrieri al Rally dell?Isola d?Elba del 1975), era mancato quello sviluppo che solo il reparto corse della Casa poteva portare avanti.Quando all?Alfa Romeo, nel 1975, si resero conto che i successi nei rally erano un cassa di risonanza altrettanto importante che quelli in pista, decisero di scendere in campo per preparare una vettura in grado di sbaragliare la concorrenza più agguerrita che aveva la punta di diamante nella Lancia Stratos.
L?Alfetta Gt (con carrozzeria in alluminio) fu così equipaggiata con un motore V8 di tre litri derivato da un motore marino, a sua volta ricavato dal V8 della Montreal: un propulsore da 340 CV! Le prove comparative con la Stratos, portate avanti dai piloti della Casa, palesarono la grande competitività della nuova Alfetta Gt V8, che spiccava ovunque tempi migliori della stessa Stratos. In qualche rally al quale partecipò in via sperimentale, la vettura dimostrò di poter farla da padrona a fronte della concorrenza più agguerrita, prima di ritirarsi per noie meccaniche. Problemi d?iniziale messa a punto a parte (cambio e trasmissione per adeguarli alla nuova potenza) l?esperienza morì per...mancanza di motori, dato che, come abbiamo detto, la linea dei motori Montreal era stata fermata. Costruire 400 unità stradali per ottenere l?omologazione (anche a fronte della sicura vendita sul mercato) avrebbe comportato un costo esorbitante, ragione per cui l?esperienza terminò per proseguire con la GTV 2000 aspirata. La quale, con le sue vittorie in gruppo 2 colte nel triennio 1976-1979, aveva fatto tuttavia capire chiaramente quale fosse il potenziale della vettura, che, con una motorizzazione più spinta, avrebbe potuto fruttare alla Casa del Portello il titolo Mondiale Rally o l?Europeo Turismo.
In quest?ottica ci aveva pensato l?Autodelta ad allestire, nel 1980, una versione sovralimentata del bialbero di due litri (l?Alfetta GTV Turbodelta omologata in gruppo 4) e con ottimi risultati in termini di competitività a livello assoluto, il cui limite era però costituito dalla scarsa affidabilità viste le precarie risorse a disposizione per la messa a punto della vettura, dato che l?Autodelta era a quel tempo occupata soprattutto a preparare la monoposto Alfa Romeo di Formula 1.L?arrivo della GTV6 risolse d?un colpo i problemi. Era l?arma ideale per gareggiare nell?Europeo Turismo, dove, nel 1982, era subentrato il nuovo regolamento con la creazione del gruppo A che sostituiva il vecchio gruppo 2.La strutturazione in tre classi, fino a 1600, fino a 2500 e oltre i 2500, studiata per incrementare lo spettacolo, si rivelò una formula efficace per rendere incerto il campionato. L?Europeo poteva in tal modo essere vinto anche da una piccola 1600, qualora avesse dominato la sua classe, riportando un maggior numero di vittorie nei confronti delle vetture che gareggiavano in classi superiori. La GTV6 dominò la classe fino a 2500 vincendo la propria divisione in otto prove su undici e lasciando all?Audi Quattro coupé le altre tre prove.Un sostanzioso apporto venne fornito anche dall?indimenticata ex pilota di F1 Lella Lombardi in coppia (fino alla gara di Brno) con Anna Cambiaghi e poi con Palma. Nel corso della sua lunga carriera agonistica la GTV 6 fu vettura estremamente versatile. Vinse in pista, nei rally e nelle cronoscalate, dimostrando una perfezione di progetto che poche altre vetture hanno saputo palesare. Si dimostrò competitiva sui terreni più diversi, perfino lungo i massacranti toboga dell?East African Safari Rally guidata dal grande ?Drago? Sandro Munari, che puntò proprio sulla GTV6 per conquistare il trofeo che mancava al suo palmarés. Si ritirò quando stava lottando con i primi per un banale guasto all?impianto elettrico.
Dopo l?uscita di scena della GTAm, erano state le Alfetta Gt e GTV 2000 a mantenere alto nelle competizioni il nome della Casa del Biscione. La preparazione della vettura, tuttavia, era stata in sostanza lasciata ai privati, dato che la Casa era impegnata nella fornitura dei 12 cilindri boxer alla Scuderia Brabham di formula 1 e a preparare le proprie 33 per gareggiare nel Mondiale Marche. Con il risultato che, pur avendo fatto intravedere grande competitività a livello assoluto (splendida l?affermazione di Amilcare Ballestrieri al Rally dell?Isola d?Elba del 1975), era mancato quello sviluppo che solo il reparto corse della Casa poteva portare avanti.Quando all?Alfa Romeo, nel 1975, si resero conto che i successi nei rally erano un cassa di risonanza altrettanto importante che quelli in pista, decisero di scendere in campo per preparare una vettura in grado di sbaragliare la concorrenza più agguerrita che aveva la punta di diamante nella Lancia Stratos.
L?Alfetta Gt (con carrozzeria in alluminio) fu così equipaggiata con un motore V8 di tre litri derivato da un motore marino, a sua volta ricavato dal V8 della Montreal: un propulsore da 340 CV! Le prove comparative con la Stratos, portate avanti dai piloti della Casa, palesarono la grande competitività della nuova Alfetta Gt V8, che spiccava ovunque tempi migliori della stessa Stratos. In qualche rally al quale partecipò in via sperimentale, la vettura dimostrò di poter farla da padrona a fronte della concorrenza più agguerrita, prima di ritirarsi per noie meccaniche. Problemi d?iniziale messa a punto a parte (cambio e trasmissione per adeguarli alla nuova potenza) l?esperienza morì per...mancanza di motori, dato che, come abbiamo detto, la linea dei motori Montreal era stata fermata. Costruire 400 unità stradali per ottenere l?omologazione (anche a fronte della sicura vendita sul mercato) avrebbe comportato un costo esorbitante, ragione per cui l?esperienza terminò per proseguire con la GTV 2000 aspirata. La quale, con le sue vittorie in gruppo 2 colte nel triennio 1976-1979, aveva fatto tuttavia capire chiaramente quale fosse il potenziale della vettura, che, con una motorizzazione più spinta, avrebbe potuto fruttare alla Casa del Portello il titolo Mondiale Rally o l?Europeo Turismo.
In quest?ottica ci aveva pensato l?Autodelta ad allestire, nel 1980, una versione sovralimentata del bialbero di due litri (l?Alfetta GTV Turbodelta omologata in gruppo 4) e con ottimi risultati in termini di competitività a livello assoluto, il cui limite era però costituito dalla scarsa affidabilità viste le precarie risorse a disposizione per la messa a punto della vettura, dato che l?Autodelta era a quel tempo occupata soprattutto a preparare la monoposto Alfa Romeo di Formula 1.L?arrivo della GTV6 risolse d?un colpo i problemi. Era l?arma ideale per gareggiare nell?Europeo Turismo, dove, nel 1982, era subentrato il nuovo regolamento con la creazione del gruppo A che sostituiva il vecchio gruppo 2.La strutturazione in tre classi, fino a 1600, fino a 2500 e oltre i 2500, studiata per incrementare lo spettacolo, si rivelò una formula efficace per rendere incerto il campionato. L?Europeo poteva in tal modo essere vinto anche da una piccola 1600, qualora avesse dominato la sua classe, riportando un maggior numero di vittorie nei confronti delle vetture che gareggiavano in classi superiori. La GTV6 dominò la classe fino a 2500 vincendo la propria divisione in otto prove su undici e lasciando all?Audi Quattro coupé le altre tre prove.Un sostanzioso apporto venne fornito anche dall?indimenticata ex pilota di F1 Lella Lombardi in coppia (fino alla gara di Brno) con Anna Cambiaghi e poi con Palma. Nel corso della sua lunga carriera agonistica la GTV 6 fu vettura estremamente versatile. Vinse in pista, nei rally e nelle cronoscalate, dimostrando una perfezione di progetto che poche altre vetture hanno saputo palesare. Si dimostrò competitiva sui terreni più diversi, perfino lungo i massacranti toboga dell?East African Safari Rally guidata dal grande ?Drago? Sandro Munari, che puntò proprio sulla GTV6 per conquistare il trofeo che mancava al suo palmarés. Si ritirò quando stava lottando con i primi per un banale guasto all?impianto elettrico.