<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Ma studiare tanto, al giorno d'oggi, serve a qualcosa? | Il Forum di Quattroruote

Ma studiare tanto, al giorno d'oggi, serve a qualcosa?

Un saluto a tutti... :)

Non vuol essere assolutamente un topic di scoraggiamento a chi studia, ma proprio una settimana fa ho compiuto la bellezza di 39 anni, ovvero sto a un passo dai famigerati "ANTA" e sono partite alcune riflessioni spontanee su cio che ho realizzato finora, cioè nu cazz ahahahah!

Appartengo a una generazione alla quale veniva ripetuto, a livello ossessivo "DOVE VAI SENZA LAUREA?" E io stesso, quando ho deciso di fermarmi alla triennale in legge, perché mi ero scocciato di studiare, sono stato guardato come un tossico da tanti amici che hanno proseguito con specialistica, e master

Ad oggi, per quella che è stata invece la mia esperienza diretta e indiretta, posso dire che si è sistemato meglio chi si è fermato al diploma o ha imparato un mestiere.

Dei suddetti amici e conoscenti plurititolati, solo uno lavora bene, grazie a conoscenze. Gli altri passano da una supplenza a un lavoro da venditore, a periodi di disoccupazione.
Chi, in passato, ha scelto un diploma tecnico o professionale, magari non viaggia in yacht, ma lo vedo molto meglio inserito per cio che ha studiato.

Conosco periti industriali che lavorano stabilmente, sia a Taranto che a Napoli, nel tessuto dell'indotto aeronautico.
Conosco periti informatici e ragionieri che, sempre in realtà del sud (Qualcuno si è dovuto spostare), hanno il loro bel contratto a tempo indeterminato da anni.

Idem conosco gente specializzatasi nella ristorazione (camerieri o cuochi), che, dopo anni di gavetta a essere pisciati in testa x due lire, son riusciti a farsi strada, e hanno raggiunto una loro stabilità.

Dall'altra parte, vedo laureati in materie umanistiche che sono i piu disperati di tutti per la difficile collocabilità, ma ho visto anche due neolaureati da poco in economia o informatica (rispettivamente sorella e fratello minori di due miei amici) che stanno avendo grosse difficoltà a trovare la loro prima occupazione, difficoltà che nn ho visto riscontrare nei rispettivi "cugini" meno titolati, ragionieri e periti informatici. E parliamo di due lauree considerate "forti" sul mercato. Forse gli unici soddisfatti e ben inseriti sono quelli del ramo sanitario, ovvero medici e infermieri.

Allora la domanda è: i laureati sfigati li conosco tutti io, o qualcosa in questo Paese non è andato per il verso giusto?

Buona giornata a tutti!
 
non posso darti torto, siamo coetanei e anch'io noto questo andazzo. Sono arrivato alla maturità e anzichè proseguire ho preferito impegnarmi nell'attività dei miei che poi ho preso definitivamente, si vive di esperienze giornaliere che ci fanno crescere e ci fanno vedere delle cose con occhi diversi, e malgrado ciò spesso mi vedo davvero piccolo rispetto altri coetanei che riescono ad avere una capacità di fare impresa davvero eccezionale. Purtroppo più si studia meno esperienze si hanno, io ero timidissimo, mai avrei creduto di avere a che fare con centinaia di persone al giorno, clienti abituali ma anche tanti occasionali, giro e vedo tante saracinesche chiuse e il cervello anzichè dire "peccato" dice "qui ci farei un bar, qui una tabaccheria, qui una cartoleria" e non ci vedo niente di difficile in questo, solo il settore food. Cosa consigliare a questi ragazzi? che poi è un consiglio che non mi vuole entrare in testa, specializzatevi! Cercate un vostro pubblico, un mercato, un prodotto o servizio richiesto e specializzatevi esclusivamente su quello, anche nell'ambito dei vostri studi.
 
tante volte è più appagante aprire un attività che vende cineserie che stare 4 ore in un call center con la laurea appesa nel salotto di casa
 
Un saluto a tutti... :)

Non vuol essere assolutamente un topic di scoraggiamento a chi studia, ma proprio una settimana fa ho compiuto la bellezza di 39 anni, ovvero sto a un passo dai famigerati "ANTA" e sono partite alcune riflessioni spontanee su cio che ho realizzato finora, cioè nu cazz ahahahah!

Appartengo a una generazione alla quale veniva ripetuto, a livello ossessivo "DOVE VAI SENZA LAUREA?" E io stesso, quando ho deciso di fermarmi alla triennale in legge, perché mi ero scocciato di studiare, sono stato guardato come un tossico da tanti amici che hanno proseguito con specialistica, e master

Ad oggi, per quella che è stata invece la mia esperienza diretta e indiretta, posso dire che si è sistemato meglio chi si è fermato al diploma o ha imparato un mestiere.

Dei suddetti amici e conoscenti plurititolati, solo uno lavora bene, grazie a conoscenze. Gli altri passano da una supplenza a un lavoro da venditore, a periodi di disoccupazione.
Chi, in passato, ha scelto un diploma tecnico o professionale, magari non viaggia in yacht, ma lo vedo molto meglio inserito per cio che ha studiato.

Conosco periti industriali che lavorano stabilmente, sia a Taranto che a Napoli, nel tessuto dell'indotto aeronautico.
Conosco periti informatici e ragionieri che, sempre in realtà del sud (Qualcuno si è dovuto spostare), hanno il loro bel contratto a tempo indeterminato da anni.

Idem conosco gente specializzatasi nella ristorazione (camerieri o cuochi), che, dopo anni di gavetta a essere pisciati in testa x due lire, son riusciti a farsi strada, e hanno raggiunto una loro stabilità.

Dall'altra parte, vedo laureati in materie umanistiche che sono i piu disperati di tutti per la difficile collocabilità, ma ho visto anche due neolaureati da poco in economia o informatica (rispettivamente sorella e fratello minori di due miei amici) che stanno avendo grosse difficoltà a trovare la loro prima occupazione, difficoltà che nn ho visto riscontrare nei rispettivi "cugini" meno titolati, ragionieri e periti informatici. E parliamo di due lauree considerate "forti" sul mercato. Forse gli unici soddisfatti e ben inseriti sono quelli del ramo sanitario, ovvero medici e infermieri.

Allora la domanda è: i laureati sfigati li conosco tutti io, o qualcosa in questo Paese non è andato per il verso giusto?

Buona giornata a tutti!

per la mia esperienza ci sono laureati e laureati, ovvero quelli che arrivati alla laurea si sentono arrivati e quelli che invece la laurea è un punto d'inizio, chi appartiene a quest'ultima categoria sono quelli che si sono impegnati a cercare una via dopo il conseguimento del titolo, disposti a spostarsi ,a mettersi in gioco e a pretendere ruoli di responsabilità,e questi vedo che di solito hanno successo, i primi invece sono quelli che si aspettavano che con la laurea gli cadesse tutto addosso ,e di solito sono restati insoddisfatti
 
bè, secondo me è la convinzione errata, ma spesso molto diffusa, che sia la laurea in sè e per sè a valere il posto di lavoro,la laurea vale il posto di lavoro se dietro c´è passione per quello che si studia, è più una conseguenza che una causa. Prendo il mio esempio, io sono appassionato di aerei e meccanica da sempre, aeromodellista, meccanico (restauro moto d´epoca) a tempo perso, pilota di alianti per sport e hobby dai 18 anni (a 16 mi mancava il tempo e il grano per fare la licenza, in Italia è abbastanza cara), per me è stato naturale studiare ing. aerospaziale, e ho trovato (prima della laurea) lavoro nel mio campo come progettista di alianti..(anche se mi sono dovuto spostare in Germania, ma in Italia non c´è un produttore di alianti che sia uno)
 
posso dire che si è sistemato meglio chi si è fermato al diploma o ha imparato un mestiere.
Detto che mi pare se ne sia già ampiamente discusso, concordo con @ALGEPA e @dasca88

Aggiungo che da come scrivi sembra che "prendere la laurea" sia alternativo all'imparare "il mestiere".

Questo perché in Italia (soprattutto direi) c'è la strana convinzione che studiare a scuola "insegni il mestiere" mentre questa semplicemente ti può fornire gli strumenti (forse e non sempre) per farlo con cognizione di causa.

my 5 cents.
 
bè, secondo me è la convinzione errata, ma spesso molto diffusa, che sia la laurea in sè e per sè a valere il posto di lavoro,la laurea vale il posto di lavoro se dietro c´è passione per quello che si studia, è più una conseguenza che una causa. Prendo il mio esempio, io sono appassionato di aerei e meccanica da sempre, aeromodellista, meccanico (restauro moto d´epoca) a tempo perso, pilota di alianti per sport e hobby dai 18 anni (a 16 mi mancava il tempo e il grano per fare la licenza, in Italia è abbastanza cara), per me è stato naturale studiare ing. aerospaziale, e ho trovato (prima della laurea) lavoro nel mio campo come progettista di alianti..(anche se mi sono dovuto spostare in Germania, ma in Italia non c´è un produttore di alianti che sia uno)

mi hai rubato le parole . Io ho proprio l'esempio di 2 laureati in ingegneria aerospaziale , entrambi con ottimo voti, il primo appena laureata è andato a lavorare in un paese estero dove gli avevano dato l'opportunità di farlo, da li ha cominciato un importante carriera e dopo varie esperienza ha un alto ruolo dirigenziale in un azienda a livello mondiale, il secondo invece non voleva spostarsi da casa, ha preferito accettare lavori non di grande responsabilità e ora seppur lavorando non ha mai avuto quel ritorno che credo sperava dopo aver raggiungo la laurea
 
Detto che mi pare se ne sia già ampiamente discusso, concordo con @ALGEPA e @dasca88

Aggiungo che da come scrivi sembra che "prendere la laurea" sia alternativo all'imparare "il mestiere".

Questo perché in Italia (soprattutto direi) c'è la strana convinzione che studiare a scuola "insegni il mestiere" mentre questa semplicemente ti può fornire gli strumenti (forse e non sempre) per farlo con cognizione di causa.

my 5 cents.

volevo aggiungere anche questo che tu hai sottolineato, per me la laurea non deve essere necessariamente finalizzata all'apprendere un mestiere,come del resto per qualsiasi altro percorso di studio
 
Un saluto a tutti... :)

Non vuol essere assolutamente un topic di scoraggiamento a chi studia, ma proprio una settimana fa ho compiuto la bellezza di 39 anni, ovvero sto a un passo dai famigerati "ANTA" e sono partite alcune riflessioni spontanee su cio che ho realizzato finora, cioè nu cazz ahahahah!

Appartengo a una generazione alla quale veniva ripetuto, a livello ossessivo "DOVE VAI SENZA LAUREA?" E io stesso, quando ho deciso di fermarmi alla triennale in legge, perché mi ero scocciato di studiare, sono stato guardato come un tossico da tanti amici che hanno proseguito con specialistica, e master

Ad oggi, per quella che è stata invece la mia esperienza diretta e indiretta, posso dire che si è sistemato meglio chi si è fermato al diploma o ha imparato un mestiere.

Dei suddetti amici e conoscenti plurititolati, solo uno lavora bene, grazie a conoscenze. Gli altri passano da una supplenza a un lavoro da venditore, a periodi di disoccupazione.
Chi, in passato, ha scelto un diploma tecnico o professionale, magari non viaggia in yacht, ma lo vedo molto meglio inserito per cio che ha studiato.

Conosco periti industriali che lavorano stabilmente, sia a Taranto che a Napoli, nel tessuto dell'indotto aeronautico.
Conosco periti informatici e ragionieri che, sempre in realtà del sud (Qualcuno si è dovuto spostare), hanno il loro bel contratto a tempo indeterminato da anni.

Idem conosco gente specializzatasi nella ristorazione (camerieri o cuochi), che, dopo anni di gavetta a essere pisciati in testa x due lire, son riusciti a farsi strada, e hanno raggiunto una loro stabilità.

Dall'altra parte, vedo laureati in materie umanistiche che sono i piu disperati di tutti per la difficile collocabilità, ma ho visto anche due neolaureati da poco in economia o informatica (rispettivamente sorella e fratello minori di due miei amici) che stanno avendo grosse difficoltà a trovare la loro prima occupazione, difficoltà che nn ho visto riscontrare nei rispettivi "cugini" meno titolati, ragionieri e periti informatici. E parliamo di due lauree considerate "forti" sul mercato. Forse gli unici soddisfatti e ben inseriti sono quelli del ramo sanitario, ovvero medici e infermieri.

Allora la domanda è: i laureati sfigati li conosco tutti io, o qualcosa in questo Paese non è andato per il verso giusto?

Buona giornata a tutti!

Beh l'informatica progredisce alla velocità della luce, studiare 5 anni con insegnanti che nel 99% dei casi è rimasta indietro di qualche decennio non fa altro che rallentare l'apprendimento.

In 5 anni da autodidatta da casa puoi studiare cose più recenti e che sono realmente richieste nel mondo del lavoro e quindi valere di più e anche in tempi inferiori.
 
Poi intendiamoci: indipendentemente dal livello scolastico, inserirsi in un mercato saturo inevitabilmente porta all'esclusione di qualcuno, a volte di molti. Se in un ramo invece l'offerta supera la domanda non ci saranno difficioltà

Inoltre l'assenza di specializzazione garantisce un ampio spettro di lavori: se sei elettricista difficilmente ti prendono come idraulico.

Se sei manovale un elettrcista, muratore o idraulico magari ti tira dietro come garzone ma probabilmente più in là del garzone non andrai se non dopo molto tempo.
Non so se mi son spiegato
 
Beh l'informatica progredisce alla velocità della luce, studiare 5 anni con insegnanti che nel 99% dei casi è rimasta indietro di qualche decennio non fa altro che rallentare l'apprendimento.

In 5 anni da autodidatta da casa puoi studiare cose più recenti e che sono realmente richieste nel mondo del lavoro e quindi valere di più e anche in tempi inferiori.

E' il discorso di cui sopra: la scuola deve fornire i metodi per affrontare i problemi e la cultura per gestirli.
per restare in tema informatico, se anche conosco alla perfezione un linguaggio di programmazione ma non conosco come progettare il software probabilmente avrò risultati scadenti.

In ambito informatico spesso si pensa, facendo un paragone, che saper fare un muro bene significhi saper costruire una casa ;)
 
Io sono sempre stato del parere che vale più un diploma con annesso un bel post-diploma di quelli seri, meglio se con stage utili ad inserirti nel mondo del lavoro
Detto questo però non me la sento di gettare la croce addosso a chi ha intrapreso un percorso di studi più "alto" in perfetta buona fede
Certo...mettersi a stdiare materie umanistiche pur con la cultura che ti possono dare vuol dire che non hai capito minimamente il mondo del lavoro e nessuno ti ha aiutato a capirlo (i professori dovrebbero aiutare anche in questo)
Tante volte però una persona fa fatica ad essere assunto in un'azienda perchè "troppo preparato" o perchè non rientra in età di apprendistato etc.
Credo che ci sia anche più di qualche stortura nel mondo del lavoro e secondo me le nostre esperienze valgono fino ad un certo punto perchè il mercato del lavoro è peggiorato da quando ci siamo entrati noi circa quarantenni pur con i nostri sacrifici (per quel che mi riguarda mi hanno spedito in Marocco senza sapere nulla....se ne uscivo bon sennò arrivederci e grazie)
Alcuni miei amici di pochi anni più di me, laureati tutti in materie umanistiche, sono praticamente TUTTI emigrati...chi in Australia, chi a Singapore, Spagna, Inghilterra etc. però se così tanti giovani (o poco più giovani di noi) sono stati costretti ad emigrare significa che qua il mondo del lavoro a volte offre ben poco
 
L'attrezzo è uno strumento da lavoro e il lavoro è uno strumento di vita,serve a guadagnare del denaro per comprare beni e servizi utili a vivere. Questa è la mia filosofia di vita, il lavoro è uno strumento, non è la vita stessa. Ai giovani dovrebbero insegnare questo sin dalle elementari, ogni lavoro è dignitoso e la cultura è uno strumento che serve a far bene il proprio lavoro, il carburante.
 
Io sono sempre stato del parere che vale più un diploma con annesso un bel post-diploma di quelli seri, meglio se con stage utili ad inserirti nel mondo del lavoro
Detto questo però non me la sento di gettare la croce addosso a chi ha intrapreso un percorso di studi più "alto" in perfetta buona fede
Certo...mettersi a stdiare materie umanistiche pur con la cultura che ti possono dare vuol dire che non hai capito minimamente il mondo del lavoro e nessuno ti ha aiutato a capirlo (i professori dovrebbero aiutare anche in questo)
Tante volte però una persona fa fatica ad essere assunto in un'azienda perchè "troppo preparato" o perchè non rientra in età di apprendistato etc.
Credo che ci sia anche più di qualche stortura nel mondo del lavoro e secondo me le nostre esperienze valgono fino ad un certo punto perchè il mercato del lavoro è peggiorato da quando ci siamo entrati noi circa quarantenni pur con i nostri sacrifici (per quel che mi riguarda mi hanno spedito in Marocco senza sapere nulla....se ne uscivo bon sennò arrivederci e grazie)
Alcuni miei amici di pochi anni più di me, laureati tutti in materie umanistiche, sono praticamente TUTTI emigrati...chi in Australia, chi a Singapore, Spagna, Inghilterra etc. però se così tanti giovani (o poco più giovani di noi) sono stati costretti ad emigrare significa che qua il mondo del lavoro a volte offre ben poco

Il.discorso è: se vedi tuo.figlio appassionato di letteratura e filosofia, che invece va a ripetizioni di matematica, e si fa venire le paturnie quando la deve studiare, gli consiglieresti mai ingegneria solo perché è una delle poche lauree che offre uno sbocco lavorativo piu o meno sicuro?
 
ingegneria no ma gli consiglierei di cercare una platea, un pubblico, a chi "vendere" la sua competenza in un determinato settore, insomma di monetizzare questa sua attitudine alle scienze umanistiche e di non aspettare la graduatoria delle supplenze. Voi direte come? Ci si può inventare una scuola di filosofia per studenti del liceo che come lui hanno questa passione e dopo l'orario scolastico vogliono approfondire e imparare nozioni nuove. potrebbe essere un idea, no?
 
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