<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Lo (strano) doppio passo di Torino: incentivi e trattativa per Fideuram | Il Forum di Quattroruote

Lo (strano) doppio passo di Torino: incentivi e trattativa per Fideuram

Lo (strano) doppio passo di Torino: incentivi e trattativa per Fideuram
Marchionne chiede aiuti pubblici ma non dà una visione stabile del futuro Exor ha un miliardo che serviva per far fronte a emergenze in Fiat

Sergio Marchionne chiede una nuova tornata di incentivi pubblici per sostenere la domanda di automobili che, com' è naturale nel corso di una recessione, resta fiacca. Ed esalta l' America dove la Casa Bianca lascia chiudere gli stabilimenti in eccesso di Gm e Chrysler nonostante abbia loro concesso ingenti aiuti per evitarne il fallimento. In Europa, invece, si legano i contributi, peraltro assai meno cospicui, alla difesa delle unità produttive di case automobilistiche tutte ancora in piedi, tranne Opel che è in ginocchio. Meno di un anno fa il governo italiano aveva concesso premi alla rottamazione dopo molte titubanze. Vedremo se e come li rinnoverà. La Fiat può minacciare lo smantellamento di Pomigliano e il ridimensionamento di altri, accentuando un processo di delocalizzazione già più marcato di quello dei concorrenti tedeschi e francesi. È un argomento forte di fronte a un governo che non vuol lasciare per strada nessuno. Gli incentivi, del resto, aggiungono vendite che, aumentando il gettito dell' Iva, ne attenuano l' impatto sui conti pubblici. Ma l' amministratore delegato della Fiat sarebbe più convincente se desse una visione più stabile del futuro e se avesse alle spalle un azionista con le idee più chiare. Marchionne è abituato a stupire il mercato raccontando una nuova storia prima che la vecchia abbia avuto un esito misurabile. Con la Borsa al rialzo, la domanda forte e i nuovi modelli pronti, ha funzionato a meraviglia. Ma nella nuova situazione la politica degli annunci funziona assai meno, specialmente se gli intervalli tra un annuncio e l' altro si vanno riducendo a velocità sorprendente. In un anno, il supermanager di Torino ha detto troppo. La Fiat non sopravvive senza produrre almeno 6 milioni di automobili. Ed ecco la Chrysler che, ancora lungi dall' essere consolidata e senza evidenti sinergie, porta all' iniziale raddoppio da 2 a 4 milioni. Con la Opel obiettivo raggiunto e, questa volta, grandi risparmi. Chi è mai questa Magna? Con la casa di Russelsheim, la Fiat finalmente scorporerà il settore dell' auto dal resto del gruppo. I soci godranno dell' inevitabile apprezzamento di un titolo che si fa in due. Nessuno potrà accusare gli Agnelli di ritirarsi dal fronte dell' auto. A onor del vero, Marchionne confessa agli analisti che tutto questo serve a non mettere più un euro in Fiat Auto, un settore dove la Fiat ha perso oltre 11 miliardi negli ultimi 10 anni. Ma nell' opinione pubblica passa l' idea - in realtà è solo una speranza - della dinastia torinese impegnata a tenere a battesimo un colosso globale, con i soldi dei governi americano, tedesco e inglese che pagano per avere un management che risolva i loro problemi automobilistici. Sfortunatamente, la Germania trova più conveniente dare l' Opel e la dote alla cordata austro-russo-canadese di Magna e Gaz. La Fiat Auto resta dov' è. Ma si può vivere anche con 4 milioni di auto. Anzi, Fiat e Chrysler ne faranno 6 da sole. Anzi, l' Italia deve prolungare gli incentivi. Negli stessi giorni in cui Marchionne prepara l' ultima esternazione, l' Exor tratta con Intesa Sanpaolo l' acquisizione di Fideuram, banca specializzata nella gestione del risparmio raccolto da una rete di promotori finanziari.[/u] L' Exor è la controllata dalla famiglia Agnelli e a sua volta detiene il controllo di fatto della Fiat. La società ha un miliardo in cassa, ma la somma proviene da un' emissione obbligazionaria, dunque da un debito acceso, si disse, per far fronte a un' eventuale emergenza in Fiat. Ora gran parte di questa onerosa riserva verrebbe destinata ad altro scopo. Per diversificare il portafoglio, si spiega. Come se la Fiat fosse fuori dai guai. È questa un' operazione difficile da capire. Nell' immediato sembra avere l' effetto di indebolire sia la Fiat che Fideuram. La prima ha bisogno di soci liquidi, come le grandi famiglie dell' auto tedesca e giapponese che non diversificano. L' altra, nel momento in cui le banche devono rafforzare i capitali e avere stabilità, poco sembra aver da guadagnare da nuovi azionisti indebitati e intenzionati a rivenderla in tutto o in parte al più presto. Ci fosse il prezzo, per gli aspiranti compratori il discorso cambierebbe un po' . Ma la circostanza che l' Exor sia azionista eccellente di Intesa e sia anche rappresentata nei suoi consigli, dunque in conflitto d' interessi, richiede una procedura tale da escludere qualsiasi blitz. Non a caso, dicono alla Compagnia di San Paolo, primo azionista un po' scalpitante di Intesa, nel consiglio del 29 settembre non si porrà la questione all' ordine del giorno. Gli Agnelli possono aspettare che si chiarisca meglio il destino dell' azienda alla quale hanno legato il loro nome, prima di tornare a investire nella finanza.

Mucchetti Massimo
Corriere Della Sera
 
Da azionista, la scelta di diversificare è secondo me una scelta corretta, soprattutto in un settore come quello finanziario caratterizzato da multipli ancora mediamente bassi

Fatta quesa considerazione, la richiesta di incentivi è, per usare un termine ormai abusato, SCANDALOSA, punto.

Le case automobilistiche, tutte, la devono semplicemente smettere di battere cassa ricattando gli stati con l'arma dei tagli. Se il settore è morto, come è morto, lo si lasci perire in pace, e i soldi degli incentivi (che siano tantissimi o pochissimi non mi interessa) dirottati verso una vera riqualificazione delle risorse espulse dal settore automobilistico.

Ma, vi prego, BASTA aiuti ad un morto! e BASTA con AD che piangono miseria 3 mesi dopo aver tentato una seconda acquisizione in un semestre
 
lascite pure che batta cassa!!
Quando son finiti son finiti!!
Tanto è vero che si parla già di incentivi europei!!
saluti zanza
 
SIMObmw||| ha scritto:
Da azionista, la scelta di diversificare è secondo me una scelta corretta, soprattutto in un settore come quello finanziario caratterizzato da multipli ancora mediamente bassi

Fatta quesa considerazione, la richiesta di incentivi è, per usare un termine ormai abusato, SCANDALOSA, punto.

Le case automobilistiche, tutte, la devono semplicemente smettere di battere cassa ricattando gli stati con l'arma dei tagli. Se il settore è morto, come è morto, lo si lasci perire in pace, e i soldi degli incentivi (che siano tantissimi o pochissimi non mi interessa) dirottati verso una vera riqualificazione delle risorse espulse dal settore automobilistico.

Ma, vi prego, BASTA aiuti ad un morto! e BASTA con AD che piangono miseria 3 mesi dopo aver tentato una seconda acquisizione in un semestre

Ti darei ragione se il settore automobilistico fosse veramente morto, dunque ci troveremmo di fronte ad una crisi dell'offerta. Ovvero i prodotti delle Case non interessano il pubblico.
Ma non è così. Chi nel lunghissimo listino delle auto non desidera almeno un modello? Direi tutti.
Stiamo perciò di fronte una crisi della domanda. Mi piacerebbe comprare una vettura, ma non ho i soldi. L'incentivo perciò aiuta Case e soprattutto concessionari, ma in primis aiuta l'acquirente.

Ovviamente non si può andare avanti all'infinito con gli incentivi, vanno bene solo nel breve periodo. Nel medio lungo sono necessarie soluzioni strutturali più efficienti. Se si cominciasse ad eliminare tantissima burocrazia che rallenta la costruzione di infrastrutture e la nascita di nuovi stabilimenti produttivi non ci guadagnerebbe solo il settore auto.
 
SIMObmw||| ha scritto:
Da azionista, la scelta di diversificare è secondo me una scelta corretta, soprattutto in un settore come quello finanziario caratterizzato da multipli ancora mediamente bassi

Fatta quesa considerazione, la richiesta di incentivi è, per usare un termine ormai abusato, SCANDALOSA, punto.

Le case automobilistiche, tutte, la devono semplicemente smettere di battere cassa ricattando gli stati con l'arma dei tagli. Se il settore è morto, come è morto, lo si lasci perire in pace, e i soldi degli incentivi (che siano tantissimi o pochissimi non mi interessa) dirottati verso una vera riqualificazione delle risorse espulse dal settore automobilistico.

Ma, vi prego, BASTA aiuti ad un morto! e BASTA con AD che piangono miseria 3 mesi dopo aver tentato una seconda acquisizione in un semestre

scusa, ma l'incentivo massimo dato sinora è 2000 euro per la rottamazione di una e0 o e1 per passare ad una auto a gpl/metano.

dato che l'iva sulle auto è al 20%, allo stato basta che venga venduta una auto a gpl/metano del valore pari a 12000 euro per non tirare fuori una lira.

o mi sbaglio?

premesso questo, non sono d'accordo sul diversificare come non sono d'accordo con alcuni punti dell'articolo (in particolare il commento sulle dichiarazioni di intenti: in una situazione dove lo stesso governo tedesco fa, disfa, ritratta etc. ed è coinvolto nella tragicomica acquisizione di vw da parte di porsche mantenere una sola linea è utopico).

la verità sta nel mezzo, ed è che secondo me al momento il settore auto è troppo figlio delle decisioni politiche (nazionali ed internazionali).

ciao!
 
cognizionezerozero ha scritto:
SIMObmw||| ha scritto:
Da azionista, la scelta di diversificare è secondo me una scelta corretta, soprattutto in un settore come quello finanziario caratterizzato da multipli ancora mediamente bassi

Fatta quesa considerazione, la richiesta di incentivi è, per usare un termine ormai abusato, SCANDALOSA, punto.

Le case automobilistiche, tutte, la devono semplicemente smettere di battere cassa ricattando gli stati con l'arma dei tagli. Se il settore è morto, come è morto, lo si lasci perire in pace, e i soldi degli incentivi (che siano tantissimi o pochissimi non mi interessa) dirottati verso una vera riqualificazione delle risorse espulse dal settore automobilistico.

Ma, vi prego, BASTA aiuti ad un morto! e BASTA con AD che piangono miseria 3 mesi dopo aver tentato una seconda acquisizione in un semestre

scusa, ma l'incentivo massimo dato sinora è 2000 euro per la rottamazione di una e0 o e1 per passare ad una auto a gpl/metano.

dato che l'iva sulle auto è al 20%, allo stato basta che venga venduta una auto a gpl/metano del valore pari a 12000 euro per non tirare fuori una lira.

o mi sbaglio?

premesso questo, non sono d'accordo sul diversificare come non sono d'accordo con alcuni punti dell'articolo (in particolare il commento sulle dichiarazioni di intenti: in una situazione dove lo stesso governo tedesco fa, disfa, ritratta etc. ed è coinvolto nella tragicomica acquisizione di vw da parte di porsche mantenere una sola linea è utopico).

ciao!

Infatti con l'IVA entrano anche molti soldi...
In Germania non ce solo il caso VW ma anche quello Opel.
 
iCastm ha scritto:
SIMObmw||| ha scritto:
Da azionista, la scelta di diversificare è secondo me una scelta corretta, soprattutto in un settore come quello finanziario caratterizzato da multipli ancora mediamente bassi

Fatta quesa considerazione, la richiesta di incentivi è, per usare un termine ormai abusato, SCANDALOSA, punto.

Le case automobilistiche, tutte, la devono semplicemente smettere di battere cassa ricattando gli stati con l'arma dei tagli. Se il settore è morto, come è morto, lo si lasci perire in pace, e i soldi degli incentivi (che siano tantissimi o pochissimi non mi interessa) dirottati verso una vera riqualificazione delle risorse espulse dal settore automobilistico.

Ma, vi prego, BASTA aiuti ad un morto! e BASTA con AD che piangono miseria 3 mesi dopo aver tentato una seconda acquisizione in un semestre

Ti darei ragione se il settore automobilistico fosse veramente morto, dunque ci troveremmo di fronte ad una crisi dell'offerta. Ovvero i prodotti delle Case non interessano il pubblico.
Ma non è così. Chi nel lunghissimo listino delle auto non desidera almeno un modello? Direi tutti.
Stiamo perciò di fronte una crisi della domanda. Mi piacerebbe comprare una vettura, ma non ho i soldi. L'incentivo perciò aiuta Case e soprattutto concessionari, ma in primis aiuta l'acquirente.

Ovviamente non si può andare avanti all'infinito con gli incentivi, vanno bene solo nel breve periodo. Nel medio lungo sono necessarie soluzioni strutturali più efficienti. Se si cominciasse ad eliminare tantissima burocrazia che rallenta la costruzione di infrastrutture e la nascita di nuovi stabilimenti produttivi non ci guadagnerebbe solo il settore auto.

Come definiresti, se non come morto un settore che soffre di:
- cronica sovracapacità produttiva
- domanda satura, in calo e che necessita di essere sostenuta da incentivi su base regolare (non mi sembra che quelli di quest'anno siano i primi, e di certo non saranno gli ultimi)

Io, scusa, ma lo definisco defunto. Questo non vuol dire che all'interno del settore non ci saranno aziende che sopravviveranno in prosperità ovviamente
 
cognizionezerozero ha scritto:
SIMObmw||| ha scritto:
Da azionista, la scelta di diversificare è secondo me una scelta corretta, soprattutto in un settore come quello finanziario caratterizzato da multipli ancora mediamente bassi

Fatta quesa considerazione, la richiesta di incentivi è, per usare un termine ormai abusato, SCANDALOSA, punto.

Le case automobilistiche, tutte, la devono semplicemente smettere di battere cassa ricattando gli stati con l'arma dei tagli. Se il settore è morto, come è morto, lo si lasci perire in pace, e i soldi degli incentivi (che siano tantissimi o pochissimi non mi interessa) dirottati verso una vera riqualificazione delle risorse espulse dal settore automobilistico.

Ma, vi prego, BASTA aiuti ad un morto! e BASTA con AD che piangono miseria 3 mesi dopo aver tentato una seconda acquisizione in un semestre

scusa, ma l'incentivo massimo dato sinora è 2000 euro per la rottamazione di una e0 o e1 per passare ad una auto a gpl/metano.

dato che l'iva sulle auto è al 20%, allo stato basta che venga venduta una auto a gpl/metano del valore pari a 12000 euro per non tirare fuori una lira.

o mi sbaglio?

premesso questo, non sono d'accordo sul diversificare come non sono d'accordo con alcuni punti dell'articolo (in particolare il commento sulle dichiarazioni di intenti: in una situazione dove lo stesso governo tedesco fa, disfa, ritratta etc. ed è coinvolto nella tragicomica acquisizione di vw da parte di porsche mantenere una sola linea è utopico).

la verità sta nel mezzo, ed è che secondo me al momento il settore auto è troppo figlio delle decisioni politiche (nazionali ed internazionali).

ciao!

Intanto non ho parlato del governo italiano, ma mi riferisco a TUTTI i governi, inclusi gli USA. Ripeto, dal mio punto di vista drogare la domanda per sostenere un settore che comunque nel medio (ma forse anche nel breve) dovrà in ogni caso ridurre la capacità produttiva mi sembra una follia. Se si vuole sostenere la domanda ok, ma lo si dovrebbe fare stimolando il consumo in genere, e non quello specifico di un settore.

Riguardo alla diversificazione, tu sei un'azionista, la holding in cui hai messo i soldi ha partecipazioni in settori a bassa redditività e crescita negativa. La fuori, con le quotazioni di oggi ci sono ottimi affari in settori redditizi e ad alta crescita. Ripeto, nell'ottica dell'azionista della holding, dove vorresti che investisse il management?
 
io sono molto terra, terra:

multiair=più vetture che ricadono negli incentivi, quindi più chances di aumentare la propria quota di mercato. Se gli incecntivi vengono meno il multiair da solo un plus tecnologico, altrimenti anche economico all'acquisto.
 
SIMObmw||| ha scritto:
iCastm ha scritto:
SIMObmw||| ha scritto:
Da azionista, la scelta di diversificare è secondo me una scelta corretta, soprattutto in un settore come quello finanziario caratterizzato da multipli ancora mediamente bassi

Fatta quesa considerazione, la richiesta di incentivi è, per usare un termine ormai abusato, SCANDALOSA, punto.

Le case automobilistiche, tutte, la devono semplicemente smettere di battere cassa ricattando gli stati con l'arma dei tagli. Se il settore è morto, come è morto, lo si lasci perire in pace, e i soldi degli incentivi (che siano tantissimi o pochissimi non mi interessa) dirottati verso una vera riqualificazione delle risorse espulse dal settore automobilistico.

Ma, vi prego, BASTA aiuti ad un morto! e BASTA con AD che piangono miseria 3 mesi dopo aver tentato una seconda acquisizione in un semestre

Ti darei ragione se il settore automobilistico fosse veramente morto, dunque ci troveremmo di fronte ad una crisi dell'offerta. Ovvero i prodotti delle Case non interessano il pubblico.
Ma non è così. Chi nel lunghissimo listino delle auto non desidera almeno un modello? Direi tutti.
Stiamo perciò di fronte una crisi della domanda. Mi piacerebbe comprare una vettura, ma non ho i soldi. L'incentivo perciò aiuta Case e soprattutto concessionari, ma in primis aiuta l'acquirente.

Ovviamente non si può andare avanti all'infinito con gli incentivi, vanno bene solo nel breve periodo. Nel medio lungo sono necessarie soluzioni strutturali più efficienti. Se si cominciasse ad eliminare tantissima burocrazia che rallenta la costruzione di infrastrutture e la nascita di nuovi stabilimenti produttivi non ci guadagnerebbe solo il settore auto.

Come definiresti, se non come morto un settore che soffre di:
- cronica sovracapacità produttiva
- domanda satura, in calo e che necessita di essere sostenuta da incentivi su base regolare (non mi sembra che quelli di quest'anno siano i primi, e di certo non saranno gli ultimi)

Io, scusa, ma lo definisco defunto. Questo non vuol dire che all'interno del settore non ci saranno aziende che sopravviveranno in prosperità ovviamente

Il mercato dell'auto è malato, ma non defunto.

Un mercato defunto ad esempio è quello dei videoregistratori.
 
quadamage76 ha scritto:
io sono molto terra, terra:

multiair=più vetture che ricadono negli incentivi, quindi più chances di aumentare la propria quota di mercato. Se gli incecntivi vengono meno il multiair da solo un plus tecnologico, altrimenti anche economico all'acquisto.

Io sono ancora più terra a terra: hai un prodotto che, relativamente al suo prezzo, è superiore alla concorrenza? Allora lo vendi

Non è così? Oppure la domanda non c'è perchè tutti hanno già quel prodotto? Allora non vendi, punto. E direi che il punto vale doppio considerando che la situazione di domanda debole ormai è sistemica e strutturale, con congiunturale (la crisi ha emplicemente esacerbato una situazione già esistente)

Niente incentivi, semplicemente la buona vecchia legge della domanda e dell'offerta
 
iCastm ha scritto:
SIMObmw||| ha scritto:
iCastm ha scritto:
SIMObmw||| ha scritto:
Da azionista, la scelta di diversificare è secondo me una scelta corretta, soprattutto in un settore come quello finanziario caratterizzato da multipli ancora mediamente bassi

Fatta quesa considerazione, la richiesta di incentivi è, per usare un termine ormai abusato, SCANDALOSA, punto.

Le case automobilistiche, tutte, la devono semplicemente smettere di battere cassa ricattando gli stati con l'arma dei tagli. Se il settore è morto, come è morto, lo si lasci perire in pace, e i soldi degli incentivi (che siano tantissimi o pochissimi non mi interessa) dirottati verso una vera riqualificazione delle risorse espulse dal settore automobilistico.

Ma, vi prego, BASTA aiuti ad un morto! e BASTA con AD che piangono miseria 3 mesi dopo aver tentato una seconda acquisizione in un semestre

Ti darei ragione se il settore automobilistico fosse veramente morto, dunque ci troveremmo di fronte ad una crisi dell'offerta. Ovvero i prodotti delle Case non interessano il pubblico.
Ma non è così. Chi nel lunghissimo listino delle auto non desidera almeno un modello? Direi tutti.
Stiamo perciò di fronte una crisi della domanda. Mi piacerebbe comprare una vettura, ma non ho i soldi. L'incentivo perciò aiuta Case e soprattutto concessionari, ma in primis aiuta l'acquirente.

Ovviamente non si può andare avanti all'infinito con gli incentivi, vanno bene solo nel breve periodo. Nel medio lungo sono necessarie soluzioni strutturali più efficienti. Se si cominciasse ad eliminare tantissima burocrazia che rallenta la costruzione di infrastrutture e la nascita di nuovi stabilimenti produttivi non ci guadagnerebbe solo il settore auto.

Come definiresti, se non come morto un settore che soffre di:
- cronica sovracapacità produttiva
- domanda satura, in calo e che necessita di essere sostenuta da incentivi su base regolare (non mi sembra che quelli di quest'anno siano i primi, e di certo non saranno gli ultimi)

Io, scusa, ma lo definisco defunto. Questo non vuol dire che all'interno del settore non ci saranno aziende che sopravviveranno in prosperità ovviamente

Il mercato dell'auto è malato, ma non defunto.

Un mercato defunto ad esempio è quello dei videoregistratori.

L'esempio non c'entra niente.
Il mercato dei videoregistratori è morto perchè sorpassato tecnologicamente da nuovi prodotti sostitutivi (DVD, hard disk multimediali ecc ecc)

Il mercato automobilistico ha capacità produttiva in eccesso all'attuale domanda, e di molto. La strada è molto semplice, e non servono incentivi: riduci la capacità prodttiva nei mercati saturi (quelli occidentali), cerchi di cogliere la crescita dei mercati emergenti (asiatici)

Chi lo riuscirà a fare sopravviverà in un mercato che per anni sarà cmq molto ridimensionato
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Lo (strano) doppio passo di Torino: incentivi e trattativa per Fideuram
Marchionne chiede aiuti pubblici ma non dà una visione stabile del futuro Exor ha un miliardo che serviva per far fronte a emergenze in Fiat

Sergio Marchionne chiede una nuova tornata di incentivi pubblici per sostenere la domanda di automobili che, com' è naturale nel corso di una recessione, resta fiacca. Ed esalta l' America dove la Casa Bianca lascia chiudere gli stabilimenti in eccesso di Gm e Chrysler nonostante abbia loro concesso ingenti aiuti per evitarne il fallimento. In Europa, invece, si legano i contributi, peraltro assai meno cospicui, alla difesa delle unità produttive di case automobilistiche tutte ancora in piedi, tranne Opel che è in ginocchio. Meno di un anno fa il governo italiano aveva concesso premi alla rottamazione dopo molte titubanze. Vedremo se e come li rinnoverà. La Fiat può minacciare lo smantellamento di Pomigliano e il ridimensionamento di altri, accentuando un processo di delocalizzazione già più marcato di quello dei concorrenti tedeschi e francesi. È un argomento forte di fronte a un governo che non vuol lasciare per strada nessuno. Gli incentivi, del resto, aggiungono vendite che, aumentando il gettito dell' Iva, ne attenuano l' impatto sui conti pubblici. Ma l' amministratore delegato della Fiat sarebbe più convincente se desse una visione più stabile del futuro e se avesse alle spalle un azionista con le idee più chiare. Marchionne è abituato a stupire il mercato raccontando una nuova storia prima che la vecchia abbia avuto un esito misurabile. Con la Borsa al rialzo, la domanda forte e i nuovi modelli pronti, ha funzionato a meraviglia. Ma nella nuova situazione la politica degli annunci funziona assai meno, specialmente se gli intervalli tra un annuncio e l' altro si vanno riducendo a velocità sorprendente. In un anno, il supermanager di Torino ha detto troppo. La Fiat non sopravvive senza produrre almeno 6 milioni di automobili. Ed ecco la Chrysler che, ancora lungi dall' essere consolidata e senza evidenti sinergie, porta all' iniziale raddoppio da 2 a 4 milioni. Con la Opel obiettivo raggiunto e, questa volta, grandi risparmi. Chi è mai questa Magna? Con la casa di Russelsheim, la Fiat finalmente scorporerà il settore dell' auto dal resto del gruppo. I soci godranno dell' inevitabile apprezzamento di un titolo che si fa in due. Nessuno potrà accusare gli Agnelli di ritirarsi dal fronte dell' auto. A onor del vero, Marchionne confessa agli analisti che tutto questo serve a non mettere più un euro in Fiat Auto, un settore dove la Fiat ha perso oltre 11 miliardi negli ultimi 10 anni. Ma nell' opinione pubblica passa l' idea - in realtà è solo una speranza - della dinastia torinese impegnata a tenere a battesimo un colosso globale, con i soldi dei governi americano, tedesco e inglese che pagano per avere un management che risolva i loro problemi automobilistici. Sfortunatamente, la Germania trova più conveniente dare l' Opel e la dote alla cordata austro-russo-canadese di Magna e Gaz. La Fiat Auto resta dov' è. Ma si può vivere anche con 4 milioni di auto. Anzi, Fiat e Chrysler ne faranno 6 da sole. Anzi, l' Italia deve prolungare gli incentivi. Negli stessi giorni in cui Marchionne prepara l' ultima esternazione, l' Exor tratta con Intesa Sanpaolo l' acquisizione di Fideuram, banca specializzata nella gestione del risparmio raccolto da una rete di promotori finanziari.[/u] L' Exor è la controllata dalla famiglia Agnelli e a sua volta detiene il controllo di fatto della Fiat. La società ha un miliardo in cassa, ma la somma proviene da un' emissione obbligazionaria, dunque da un debito acceso, si disse, per far fronte a un' eventuale emergenza in Fiat. Ora gran parte di questa onerosa riserva verrebbe destinata ad altro scopo. Per diversificare il portafoglio, si spiega. Come se la Fiat fosse fuori dai guai. È questa un' operazione difficile da capire. Nell' immediato sembra avere l' effetto di indebolire sia la Fiat che Fideuram. La prima ha bisogno di soci liquidi, come le grandi famiglie dell' auto tedesca e giapponese che non diversificano. L' altra, nel momento in cui le banche devono rafforzare i capitali e avere stabilità, poco sembra aver da guadagnare da nuovi azionisti indebitati e intenzionati a rivenderla in tutto o in parte al più presto. Ci fosse il prezzo, per gli aspiranti compratori il discorso cambierebbe un po' . Ma la circostanza che l' Exor sia azionista eccellente di Intesa e sia anche rappresentata nei suoi consigli, dunque in conflitto d' interessi, richiede una procedura tale da escludere qualsiasi blitz. Non a caso, dicono alla Compagnia di San Paolo, primo azionista un po' scalpitante di Intesa, nel consiglio del 29 settembre non si porrà la questione all' ordine del giorno. Gli Agnelli possono aspettare che si chiarisca meglio il destino dell' azienda alla quale hanno legato il loro nome, prima di tornare a investire nella finanza.

Mucchetti Massimo
Corriere Della Sera

Dal momento che si parla di fiat perché postarlo in Alfa???
Provvedo a spostarlo nell'apposita area
 
SIMObmw||| ha scritto:
cognizionezerozero ha scritto:
SIMObmw||| ha scritto:
Da azionista, la scelta di diversificare è secondo me una scelta corretta, soprattutto in un settore come quello finanziario caratterizzato da multipli ancora mediamente bassi

Fatta quesa considerazione, la richiesta di incentivi è, per usare un termine ormai abusato, SCANDALOSA, punto.

Le case automobilistiche, tutte, la devono semplicemente smettere di battere cassa ricattando gli stati con l'arma dei tagli. Se il settore è morto, come è morto, lo si lasci perire in pace, e i soldi degli incentivi (che siano tantissimi o pochissimi non mi interessa) dirottati verso una vera riqualificazione delle risorse espulse dal settore automobilistico.

Ma, vi prego, BASTA aiuti ad un morto! e BASTA con AD che piangono miseria 3 mesi dopo aver tentato una seconda acquisizione in un semestre

scusa, ma l'incentivo massimo dato sinora è 2000 euro per la rottamazione di una e0 o e1 per passare ad una auto a gpl/metano.

dato che l'iva sulle auto è al 20%, allo stato basta che venga venduta una auto a gpl/metano del valore pari a 12000 euro per non tirare fuori una lira.

o mi sbaglio?

premesso questo, non sono d'accordo sul diversificare come non sono d'accordo con alcuni punti dell'articolo (in particolare il commento sulle dichiarazioni di intenti: in una situazione dove lo stesso governo tedesco fa, disfa, ritratta etc. ed è coinvolto nella tragicomica acquisizione di vw da parte di porsche mantenere una sola linea è utopico).

la verità sta nel mezzo, ed è che secondo me al momento il settore auto è troppo figlio delle decisioni politiche (nazionali ed internazionali).

ciao!

Intanto non ho parlato del governo italiano, ma mi riferisco a TUTTI i governi, inclusi gli USA. Ripeto, dal mio punto di vista drogare la domanda per sostenere un settore che comunque nel medio (ma forse anche nel breve) dovrà in ogni caso ridurre la capacità produttiva mi sembra una follia. Se si vuole sostenere la domanda ok, ma lo si dovrebbe fare stimolando il consumo in genere, e non quello specifico di un settore.

Riguardo alla diversificazione, tu sei un'azionista, la holding in cui hai messo i soldi ha partecipazioni in settori a bassa redditività e crescita negativa. La fuori, con le quotazioni di oggi ci sono ottimi affari in settori redditizi e ad alta crescita. Ripeto, nell'ottica dell'azionista della holding, dove vorresti che investisse il management?

anche il mio intervento sugli incentivi esulava dall'italia: ho solo riportato i numeri italiani perchè quelli che conosco meglio.

detto questo, se sostenere un settore produttivo è inutile in quanto saturo/poco redditizio, non è ancora un controsenso maggiore sostenere quelle banche e finanzieri "creativi" che non solo non producono beni concreti per la popolazione (che potrebbe di fatto vedere un qualche vantaggio nella non sospensione della produzione dei beni o nella loro disponibilità ad un prezzo inferiore) ma addirittura hanno portato alla crisi il settore manifatturiero?
 

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