Che fascino e che sensibilità.
Bello scoprire tanta eleganza...
Noi che abbiamo fatto tanti sacrifici, abbiamo avuto tante soddisfazioni. Pensa che il buon Dio ci ha voluto bene, pensa alla fede che ci dà la forza e la speranza della serenità eterna». Sono alcune delle parole scritte da Luciano Nicolis, per Pasqua, all'amico Valerio Bellesini che, facendogli gli auguri, gli raccontava dei sacrifici di una lunga vita. «Non ti dolere che le rose abbiano le spine», lo consolava Luciano citando un detto, «ma consolati che le spine portino le rose». Ecco, in questa capacità di volere bene agli altri, di aiutarli nel bisogno, in queste frasi di fede e di consolazione che ieri sono diventate le preghiere dei fedeli, c'era tutta l'umanità di Luciano Nicolis. «È stato un vero cristiano», ha sottolineato il vescovo Pietro Nonis, portandosi con molta fatica all'altare, e salutando Luciano, «fratello e amico». «Ha aiutato e fatto del bene a chi ne aveva bisogno. Ne avrà la ricompensa». Il sindaco Mario Faccioli: «Ha creduto con forza alle sue idee, oltre ogni limite. Ha trasformato i sogni in leggenda». Roberto Loi, presidente dell'Asi (Automotoclub storico italiano), ha detto che non solo Villafranca, ma tutta l'Italia hanno perso un amico, un uomo «che sognava tanti oggetti, ma che era mosso da ideali e principi profondi. Non solo l'Italia, ma la Federazione internazionale ti deve tributare merito per la grande umanità che ci hai lasciato». Il giornalista Danilo Castellarin, autore di libri sulla storia dell'automobile, ha ricordato il coraggio di Luciano Nicolis, la sua passione nel raccontare il mondo che tanto amava. «Ha trasmesso a tutti noi dinamismo, cultura e ha voluto collocare le sue belle cose, non solo le auto, ma anche le moto, le biciclette, gli strumenti musicali e tanti capolavori della scienza e della tecnica, in un palazzo di cristallo, affinchè tutti ne godessero». Infine hanno parlato i figli Silvia e Thomas. «Sono grata a Dio per il papà che mi ha dato», ha detto la prima che è direttrice del Museo Nicolis. «Lo ringrazio perché è stato un padre che mi ha insegnato molte cose». «È stato anche giustamente severo», ha aggiunto Silvia Nicolis, «e pure di questo gli sono grata. Permettetemi di citare Sant'Agostino per dire come mio padre ci ha fornito i suoi insegnamenti: ?Le parole insegnano, gli esempi trascinano"». Thomas Nicolis, amministratore delegato della Lamacart, ha letto lo scritto messo in tasca al padre ricordando come le tasche dell'imprenditore fossero sempre piene di «comunicazioni per la famiglia». «Prima eri sempre tu ad avere l'ultima parola, adesso, forse, toccherà a me. Ma ogni decisione che prenderemo ogni progetto che porteremo avanti saranno sempre nel solco del cammino che tu ci hai tracciato»
Estrapolato dall'ARENA di Verona, 25.04.12