[..] Robert McNamara, che Kennedy aveva convinto a lasciare la Ford offrendogli il Dipartimento della Difesa e un decimo dello stipendio, teneva una sorpresa in tasca per lui: la nuova Lincoln Continental. Quest?auto dal disegno essenziale e personalissimo, che salvò il marchio Lincoln dalla chiusura, ma contribuì a uccidere Kennedy a Dallas, è stata un?idea di McNamara. Un?idea tormentata, che lui prima bocciò (doveva diventare la Thunderbird del ?58 ) e poi andò a ripescare, allungandola di mezzo metro, aggiungendo il divano posteriore, un V8 da trecento cavalli e tutti i gadget del tempo. Il disegno del modello è di Elwood Engel, futuro chief-designer della Chrysler, e racchiude in due piani - verticali e sottili - il prisma rettangolare del corpo vettura. Una forma ad «H», pura, rivoluzionaria, che rende obsolete non solo le vecchie Lincoln, curve e cariche cromature, ma anche le Cadillac dalle lunghe pinne.
LA MACCHINA IDEALE - Nella sua semplicità mastodontica, la Lincoln del 1961 era la macchina ideale per Kennedy, che ne fece ordinare due, entrambe midnight blue e non nere, come i carrozzoni dei suoi predecessori. La prima è un cabriolet quasi di serie, per le piccole spese di Jackie; la seconda, battezzata dal Servizio Segreto SS 100-X, una vera carrozza da parata, col passo allungato di 120 centimetri e piena di effetti speciali. Il primo «effetto» è la visibilità del Presidente, una chiave della strategia elettorale di Kennedy. L?auto nasce come autentica convertibile, pensata per mettere in evidenza i suoi occupanti. Se la coppia regale ha degli ospiti «tra i piedi» (è il caso di dirlo, visto che questi siedono su bassi strapuntini) è possibile sollevare il divano posteriore di 30 centimetri, con un martinetto idraulico. In caso di intemperie sono disponibili due tipi di capote, una in plexiglass detta bubbletop e una di tela nera, a segmenti componibili. Ma JFK le utilizzò solo in casi estremi, preferendo sempre la vettura scoperta. Nessuna blindatura era prevista, nessun cristallo era antiproiettile, nessun agente di scorta prendeva, di solito, posto sulle fiancate. Il Presidente e la folla: questo voleva la gente, questo aveva funzionato bene nelle primarie del ?60, queste erano le regole della politica.
ORDINE DI FUGGIRE - Dallas era lontana, gli assassini di Martin Luther King e Robert Kennedy ancora nascosti nelle viscere dell?America violenta. L?unica protezione della 100-X erano il guidatore e l?agente graduato al suo fianco, entrambi dei servizi, entrambi armati, entrambi addestrati a scavalcare la paratia e mettere il loro corpo tra i proiettili e il Presidente. Cosa che però a Dallas non avvenne. L?agente speciale Kellerman ci mise troppo a capire, e quando, dopo il secondo sparo, diede l?ordine di fuggire, l?autista Greer invece frenò (nei filmati si vedono gli stop accesi, l?auto quasi ferma), poi si girò a guardare indietro e solo infine premette l?acceleratore. Anche la vettura della scorta, che seguiva a pochi metri, e i quattro motociclisti assistettero immobili: un uomo solo ebbe la prontezza di correre e arrampicarsi sul cofano, quando gli eventi avevano ormai fatto il loro corso e la storia del XX secolo era cambiata.
[Corriere.it]
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LA MACCHINA IDEALE - Nella sua semplicità mastodontica, la Lincoln del 1961 era la macchina ideale per Kennedy, che ne fece ordinare due, entrambe midnight blue e non nere, come i carrozzoni dei suoi predecessori. La prima è un cabriolet quasi di serie, per le piccole spese di Jackie; la seconda, battezzata dal Servizio Segreto SS 100-X, una vera carrozza da parata, col passo allungato di 120 centimetri e piena di effetti speciali. Il primo «effetto» è la visibilità del Presidente, una chiave della strategia elettorale di Kennedy. L?auto nasce come autentica convertibile, pensata per mettere in evidenza i suoi occupanti. Se la coppia regale ha degli ospiti «tra i piedi» (è il caso di dirlo, visto che questi siedono su bassi strapuntini) è possibile sollevare il divano posteriore di 30 centimetri, con un martinetto idraulico. In caso di intemperie sono disponibili due tipi di capote, una in plexiglass detta bubbletop e una di tela nera, a segmenti componibili. Ma JFK le utilizzò solo in casi estremi, preferendo sempre la vettura scoperta. Nessuna blindatura era prevista, nessun cristallo era antiproiettile, nessun agente di scorta prendeva, di solito, posto sulle fiancate. Il Presidente e la folla: questo voleva la gente, questo aveva funzionato bene nelle primarie del ?60, queste erano le regole della politica.
ORDINE DI FUGGIRE - Dallas era lontana, gli assassini di Martin Luther King e Robert Kennedy ancora nascosti nelle viscere dell?America violenta. L?unica protezione della 100-X erano il guidatore e l?agente graduato al suo fianco, entrambi dei servizi, entrambi armati, entrambi addestrati a scavalcare la paratia e mettere il loro corpo tra i proiettili e il Presidente. Cosa che però a Dallas non avvenne. L?agente speciale Kellerman ci mise troppo a capire, e quando, dopo il secondo sparo, diede l?ordine di fuggire, l?autista Greer invece frenò (nei filmati si vedono gli stop accesi, l?auto quasi ferma), poi si girò a guardare indietro e solo infine premette l?acceleratore. Anche la vettura della scorta, che seguiva a pochi metri, e i quattro motociclisti assistettero immobili: un uomo solo ebbe la prontezza di correre e arrampicarsi sul cofano, quando gli eventi avevano ormai fatto il loro corso e la storia del XX secolo era cambiata.
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