e più precisamente in Ungheria dalla quale sono appena tornato dopo un soggiorno di 15 giorni a casa della mia ragazza.
La prima cosa che ho fatto è stato chiedere un preventivo (tramite il fratello della mia ragazza) alle tre officine ufficiali Volvo di Budapest, visto che tra l'altro si è acceso la spia del service appena arrivati là e pensando pure di risparmiare un bel po' di soldini.
Speranza che si è dissolta repentinamente visto che per la mia V50 con 90.000km mi hanno chiesto tutti minimo 300? (e che il fiorino è pure ben svalutato).
Poi ho capito in seguito il perchè: sembrerebbe che la Volvo in Ungheria faccia "sfracelli" vista l'abbondanza media di XC90, S80 (ho visto due bellissimi e quanto mai rari esemplari con il V8 ), XC60, V50 ed S40. Unica nota dolente la completa mancanza di V70 e XC70 e qui si conferma la scarsa accoglienza in assoluto avuta dall'ultimo modello.
Sono stato altrettanto sorpreso anche dal battage pubblicitario praticato a tappeto sugli spazi pubblicitari della città del nuovo D5. Cosa che invece non mi ha sorpreso è l'insipienza dei responsabili marketing del marchio, il cartellone era basato sulla sola enorme scritta D5 seguito da un numero indefinito di punti esclamativi con una piccolissima foto di una XC90 (per poco non mettevano una S60 mi sa :shock: ) in basso a destra ed una praticamente invisibile scritta Volvo sull'altro lato in basso.
Risultato: riconoscimento del brand nullo.
Insomma siamo alle solite, nel frattempo il salone ufficiale Volvo vicino casa mia in Italia ha chiuso e mi tocca andare fino a Verona (45km) per un tagliando. A tal proposito vi farei leggere la lettera con la quale il concessionario in questione mi ha contattato per dirmi della chiusura del punto vendita.
Su carta semplice c'era il seguente messaggio scritto con la macchina da scrivere: la concessionaria xy è inattiva la preghiamo di contattare i seguenti numeri......
Semplici e concisi eh?
Quasi arroganti direi io.
Scusate la digressione, ma volevo semplicemente far notare che in Ungheria di macchine ne sanno a pacchi.
La prima cosa che ho fatto è stato chiedere un preventivo (tramite il fratello della mia ragazza) alle tre officine ufficiali Volvo di Budapest, visto che tra l'altro si è acceso la spia del service appena arrivati là e pensando pure di risparmiare un bel po' di soldini.
Speranza che si è dissolta repentinamente visto che per la mia V50 con 90.000km mi hanno chiesto tutti minimo 300? (e che il fiorino è pure ben svalutato).
Poi ho capito in seguito il perchè: sembrerebbe che la Volvo in Ungheria faccia "sfracelli" vista l'abbondanza media di XC90, S80 (ho visto due bellissimi e quanto mai rari esemplari con il V8 ), XC60, V50 ed S40. Unica nota dolente la completa mancanza di V70 e XC70 e qui si conferma la scarsa accoglienza in assoluto avuta dall'ultimo modello.
Sono stato altrettanto sorpreso anche dal battage pubblicitario praticato a tappeto sugli spazi pubblicitari della città del nuovo D5. Cosa che invece non mi ha sorpreso è l'insipienza dei responsabili marketing del marchio, il cartellone era basato sulla sola enorme scritta D5 seguito da un numero indefinito di punti esclamativi con una piccolissima foto di una XC90 (per poco non mettevano una S60 mi sa :shock: ) in basso a destra ed una praticamente invisibile scritta Volvo sull'altro lato in basso.
Risultato: riconoscimento del brand nullo.
Insomma siamo alle solite, nel frattempo il salone ufficiale Volvo vicino casa mia in Italia ha chiuso e mi tocca andare fino a Verona (45km) per un tagliando. A tal proposito vi farei leggere la lettera con la quale il concessionario in questione mi ha contattato per dirmi della chiusura del punto vendita.
Su carta semplice c'era il seguente messaggio scritto con la macchina da scrivere: la concessionaria xy è inattiva la preghiamo di contattare i seguenti numeri......
Semplici e concisi eh?
Quasi arroganti direi io.
Scusate la digressione, ma volevo semplicemente far notare che in Ungheria di macchine ne sanno a pacchi.