In attesa del 21 Aprile, quando FIAT presenterà il piano industriale ecco un sano botta e risposta tra Marchionne e Epifani , tratto da ADNKRONOS:
Ad accendere la miccia il richiamo di Marchionne alla responsabilita' dei sindacati
Fiat: botta e risposta Marchionne - Epifani tra gli applausi degli industriali
ultimo aggiornamento: 10 aprile, ore 11:09
Acceso battibecco nel corso della tavola rotonda del convegno del centro Studi di Confindustria tra l'Ad di Fiat ed il leader della Cgil
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Parma, 10 apr. - (Adnkronos) - Botta e risposta tra l'Ad di Fiat Marchionne ed il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. Complice la tavola rotonda del convegno del centro Studi di Confindustria, cui partecipavano entrambi, il battibecco e' andato in 'onda' davanti alla folta platea di industriali. Ad accendere la miccia il richiamo di Marchionne alla responsabilita' dei sindacati. "L'industria ha l'obbligo di cercare tutte le condizioni per competere e lo deve fare con l'aiuto e l'assistenza dei sindacati che invece di ripetere sempre la stessa cantilena, questo non si puo' fare quello non si puo' chiudere, devono far parte della soluzione. La sfida e' per loro non per noi", spiegava.
Immediata la risposta della Cgil. ''Se la Fiat resta l'unico produttore di auto, se il destino dell'auto in Italia e' il destino di un'azienda la cosa non funziona'', ha detto Epifani, che all'invito dell'Ad del Lingotto di guardare alla Cina, ha proseguito: ''io in Cina vorrei anche la liberta' di associarsi come sindacato, la liberta' e' anche questa altrimenti si importa un modello che comprime la liberta' e i diritti. Non si puo' pensare che tutto si comprima sui diritti e la liberta' dei lavoratori''. Sul filo dell'ironia la replica di Marchionne.''Apprezzo il suo intervento per migliorare la qualita' della vita in Cina, ma la cosa importante e' la competitivita' in questo paese: lavoriamo su questo, seriamente, senza trovare scuse'', ha riposto tra gli applausi della platea.
Ed il duello e' proseguito. Ad Epifani che chiedeva "di credere all'Italia e di dimostrarlo investendo nel Paese" Marchionne ha opposto un secco: ''i due terzi dei nostri investimenti sono in Italia. Di piu' non posso fare".


Ad accendere la miccia il richiamo di Marchionne alla responsabilita' dei sindacati
Fiat: botta e risposta Marchionne - Epifani tra gli applausi degli industriali
ultimo aggiornamento: 10 aprile, ore 11:09
Acceso battibecco nel corso della tavola rotonda del convegno del centro Studi di Confindustria tra l'Ad di Fiat ed il leader della Cgil
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Parma, 10 apr. - (Adnkronos) - Botta e risposta tra l'Ad di Fiat Marchionne ed il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. Complice la tavola rotonda del convegno del centro Studi di Confindustria, cui partecipavano entrambi, il battibecco e' andato in 'onda' davanti alla folta platea di industriali. Ad accendere la miccia il richiamo di Marchionne alla responsabilita' dei sindacati. "L'industria ha l'obbligo di cercare tutte le condizioni per competere e lo deve fare con l'aiuto e l'assistenza dei sindacati che invece di ripetere sempre la stessa cantilena, questo non si puo' fare quello non si puo' chiudere, devono far parte della soluzione. La sfida e' per loro non per noi", spiegava.
Immediata la risposta della Cgil. ''Se la Fiat resta l'unico produttore di auto, se il destino dell'auto in Italia e' il destino di un'azienda la cosa non funziona'', ha detto Epifani, che all'invito dell'Ad del Lingotto di guardare alla Cina, ha proseguito: ''io in Cina vorrei anche la liberta' di associarsi come sindacato, la liberta' e' anche questa altrimenti si importa un modello che comprime la liberta' e i diritti. Non si puo' pensare che tutto si comprima sui diritti e la liberta' dei lavoratori''. Sul filo dell'ironia la replica di Marchionne.''Apprezzo il suo intervento per migliorare la qualita' della vita in Cina, ma la cosa importante e' la competitivita' in questo paese: lavoriamo su questo, seriamente, senza trovare scuse'', ha riposto tra gli applausi della platea.
Ed il duello e' proseguito. Ad Epifani che chiedeva "di credere all'Italia e di dimostrarlo investendo nel Paese" Marchionne ha opposto un secco: ''i due terzi dei nostri investimenti sono in Italia. Di piu' non posso fare".