agricolo
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Epme ha scritto:keko01 ha scritto:Epme ha scritto:testerr ha scritto:stavo leggendo sulla homepage di libero-infostrada un articolo il cui titolo era: "un cane inquina più di un suv" ma non mi si è aperta. Sicuramente è l'articolo di cui hai dato il link
E vogliamo parlare della campagna "anti hamburger" incentrata sul fatto che per allevare un bovino "da carne" si consumano quantità industriali di acqua e si occupa un sacco di spazio (energia e fertilizzanti) per il foraggio, per tacer del resto ?
w la pasta!
ehh .. mica è sempre ecologica ...
vogliamo parlare di grano transgenico che non si riproduce (in italiano le sementi devi acquistarle sempre "fresche" dai fornitori, altrimenti il raccolto cala di brutto) di farina bianca trattata chimicamente ? di diserbanti ?
Uhm..... non è proprio così. Innanzitutto il grano non è affatto transgenico, semplicemente è oggetto di miglioramento genetico per selezione e/o ibridazione, per migliorarne la produttività e la resistenza alle malattie. In particolare, il "grano", ossia il frumento, è una specie in cui l?autogamia è pressoché assoluta e per questo le sue popolazioni sono composte da individui omozigoti. I primi lavori di miglioramento genetico del frumento in un primo tempo consistettero nella selezione per linea pura entro le varietà locali esistenti. Questo diede origine a varietà molto uniformi e quindi poco adattabili, perciò, esaurito lo sfruttamento, mediante selezione delle varietà locali presenti, i genetisti hanno fatto ricorso a un altro metodo di miglioramento, ossia l? ibridazione tra varietà differenti. Successivamente la selezione è stata operata nelle popolazioni da incrocio.
Per quanto riguarda il mais, si tratta di una pianta allogama. Dopo una prima fase di miglioramento genetico per selezione, un enorme salto di qualità nel miglioramento genetico del mais fu realizzato con l'introduzione del concetto di ibrido di prima generazione, circa un secolo fa.
I principi generali della costituzione degli ibridi di mais sono a grandi linee questi:
1.Le piante di una popolazione naturale di mais sono ibridi complessi di genealogia ignota: nulla è possibile dedurre sul loro genotipo in base al fenotipo.
2. Queste piante sottoposte forzatamente ad autofecondazione ripetuta tendono allo stato omozigote, per cui durante questo processo, detto di "inbreeding", caratteri recessivi prima nascosti compaiono e possono essere eliminati con la selezione.
3. Durante il processo di "inbreeding" le discendenze perdono progressivamente vigore e produttività, ma tendono ad uniformizzarsi costituendo "linee inbred" (impropriamente dette anche "linee pure"), praticamente omozigoti.
4. L'incrocio di due "inbreds" opportunamente scelte dà luogo a spettacolari manifestazioni del fenomeno dell'eterosi: la generazione ibrida (FI) è costituita da individui eterozigoti, vigorosissimi e tutti uguali.
Un mais ibrido quindi è la prima generazione di un incrocio tra linee "inbred". È evidente che ad ogni generazione la combinazione genetica dell'ibrido va ricostituita e che il seme va rinnovato ogni anno.
In altre parole, se semini un mais raccolto dal campo ottieni una coltivazione a canne d'organo che non produce un piffero.
Il discorso del mais transgenico è un altro discorso ancora: si tratta di introdurre nella pianta di mais dei caratteri indotti da geni di altri organismi. Attualmente due sono i caratteri ingegnerizzati: la resistenza alla piralide e la resistenza al Glifosate.
Nel primo caso la resistenza del mais al fitofago è stata realizzata introducendo nel genoma del mais un gene (Bt) del Bacillus thuringensis, parassita delle larve di piralide; con questo inserimento il mais transgenico produce esso stesso nei suoi tessuti la tossina batterica che ucciderà le larve che lo attaccassero.
Nel secondo caso con l'ingegneria genetica è stato inserito nel patrimonio genetico del mais un gene che detossifica un diserbante totale, il Glifosate. Si è così ottenuto un mais transgenico sul quale questo diserbante è assolutamente innocuo, mentre è letale per qualsiasi altra pianta infestante. È evidente la semplificazione che questa innovazione porterebbe al controllo della flora infestante, finora basata su diserbanti selettivi.
Le perplessità su questi tipi di OGM in Europa riguardano:
- la possibile tossicità per l'uomo del mais Bt (tutta da dimostrare e ininfluente in caso di impiego no-food, come bioetanolo e plastica mater-bi)
- possibile trasferimento della resistenza a specie infestanti che così diventerebbero incontrollabili (peraltro nel caso del mais quest'ultimo problema è trascurabile in quanto non ci sono specie interfertili con il mais).
Infine, per quanto riguarda i diserbanti.... solo i verdi della domenica credono che si possa fare agricoltura professionale senza ricorrere ai prodotti fitosanitari. I verdi "veri" (ossia gli agricoli) sanno che la realtà è un pelo più complessa.....