<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Islanda: referendum per non pagare i debiti?! | Il Forum di Quattroruote

Islanda: referendum per non pagare i debiti?!

:shock: Dopo un referendum, in Islanda vince la parte che si oppone alla restituzione di un prestito avuto da parte di Olanda e Inghilterra. :shock:
Trattasi di 12.000 Euri per ogni Islandese, certo non poco, ma....se da parte di un civilissimo paese si arriva a tanto....(.banale)....verso dove stiamo andando? Ciao
P.S. magari gli Inglesi gli mandano le cannoniere come fecero con le Malvinas per molto meno :!:
 
migliazziblu ha scritto:
:shock: Dopo un referendum, in Islanda vince la parte che si oppone alla restituzione di un prestito avuto da parte di Olanda e Inghilterra. :shock:
Trattasi di 12.000 Euri per ogni Islandese, certo non poco, ma....se da parte di un civilissimo paese si arriva a tanto....(.banale)....verso dove stiamo andando? Ciao
P.S. magari gli Inglesi gli mandano le cannoniere come fecero con le Malvinas per molto meno :!:

tutto il mondo è paese, ricordiamoci del precedente creato dall'Argentina...
 
migliazziblu ha scritto:
:shock: Dopo un referendum, in Islanda vince la parte che si oppone alla restituzione di un prestito avuto da parte di Olanda e Inghilterra. :shock:
Trattasi di 12.000 Euri per ogni Islandese, certo non poco, ma....se da parte di un civilissimo paese si arriva a tanto....(.banale)....verso dove stiamo andando? Ciao
P.S. magari gli Inglesi gli mandano le cannoniere come fecero con le Malvinas per molto meno :!:

Mi sembra che la cosa non sia così semplice.
A fare i debiti era stata una banca islandese e non lo stato Islanda.
Non so se questa banca era pubblica o privata e le cose cambiano un po' fra i due casi.

Se fallisse l'Unicredit e ti chiamassero a pagare 12.000? per ogni componente della tua famiglia, tu che diresti? Voteresti si al referendum?

Io credo che mi arrabbierei parcchio!
 
Temo che per i 300.000 creditori cambi poco. Fallita la banca, a chi si doivrebbero attaccare per recuperare i 4 miliardi dati. Ciao
P.S. il fatto stesso che sia stato promosso un referendum.....
 
migliazziblu ha scritto:
Temo che per i 300.000 creditori cambi poco. Fallita la banca, a chi si doivrebbero attaccare per recuperare i 4 miliardi dati. Ciao
P.S. il fatto stesso che sia stato promosso un referendum.....

Ti ripeto: se fallisse l'Unicrdit ti sentiresti in dovere di pagare i debiti a creditori stranieri?

Io sinceramente no nella maniera più assoluta!

Lo stato americano ha rimborsato qualcuno per la Lehman Brothers? Non mi risulta.
 
Per renatom

Allora bisogna premettere che la notizia non stata data approfondendo piu' di tanto.....Sul fatto dell' Unicredit e' chiaro che hai perfettamente ragione....Pero' .il 3ad vuole battere sul fatto che uno stato ha comunque promosso un referendum ( il che mi fa pensare che si senta coinvolto ) su un argomento scottante e che puo' generare un precedente terribile. Ciao
 
migliazziblu ha scritto:
Per renatom

Allora bisogna premettere che la notizia non stata data approfondendo piu' di tanto.....Sul fatto dell' Unicredit e' chiaro che hai perfettamente ragione....Pero' .il 3ad vuole battere sul fatto che uno stato ha comunque promosso un referendum ( il che mi fa pensare che si senta coinvolto ) su un argomento scottante e che puo' generare un precedente terribile. Ciao

In effetti bisognerebbe approfondire di più la cosa, non so se c'erano delle clausole di garanzia oppure magari la banca era pubblica e allora le cose potrebbero anche cambiare un po'.

In genrale mi sembra che non sia prassi comune, secondo me giustamente, che se fallisce un'azienda in generale, o una banca in particolare vengano chiamati a rispondere i cittadini di quel paese.
 
migliazziblu ha scritto:
:shock: Dopo un referendum, in Islanda vince la parte che si oppone alla restituzione di un prestito avuto da parte di Olanda e Inghilterra. :shock:
Trattasi di 12.000 Euri per ogni Islandese, certo non poco, ma....se da parte di un civilissimo paese si arriva a tanto....(.banale)....verso dove stiamo andando? Ciao
P.S. magari gli Inglesi gli mandano le cannoniere come fecero con le Malvinas per molto meno :!:

Bisogna vedere come la pensano gli inglesi e... cosa c'e' dietro.
Esempio.
Supponiamo che tu abbia un'impresa che produce sassi in salamoia.
I tuoi sassi in salamoia sono apprezzati in tutto il mondo e hai un giro d'affari milionario.
Per espandere la tua catena di produzione chiedi a me, il Banco del Monte di Venere un prestito di 100.000 svanziche, che io ti concedo, pur trattandosi di una cifra considerevole, alla luce delle rendite e del fatto che faccio ottimi affari con te da vent'anni.
A seguito della crisi, pero', ti ritrovi ad avere problemi di liquidita': alcuni dei tuoi clienti ti pagano in ritardo, e allo scadere del prestito, non puoi rendermi le mie 100.000 svanziche senza incontrare gravissime difficolta' che potrebbero portarti a chiudere battenti.
Ora: io posso chiederti di ridarmi comunque le mie 100.000 svanziche, e portarti a chiudere battenti, oppure posso accettare che non me le ridarai, almeno per ora, ma visto che la tua impresa e' sana, ha ordini per milioni di svanziche, che tu verserai sui miei conti correnti, e che ci sono in ballo trattative per affari per un valore di milioni di svanziche, io sorvolo perche' comunque mi conviene nettamente.
 
99octane ha scritto:
migliazziblu ha scritto:
:shock: Dopo un referendum, in Islanda vince la parte che si oppone alla restituzione di un prestito avuto da parte di Olanda e Inghilterra. :shock:
Trattasi di 12.000 Euri per ogni Islandese, certo non poco, ma....se da parte di un civilissimo paese si arriva a tanto....(.banale)....verso dove stiamo andando? Ciao
P.S. magari gli Inglesi gli mandano le cannoniere come fecero con le Malvinas per molto meno :!:

Bisogna vedere come la pensano gli inglesi e... cosa c'e' dietro.
Esempio.
Supponiamo che tu abbia un'impresa che produce sassi in salamoia.
I tuoi sassi in salamoia sono apprezzati in tutto il mondo e hai un giro d'affari milionario.
Per espandere la tua catena di produzione chiedi a me, il Banco del Monte di Venere un prestito di 100.000 svanziche, che io ti concedo, pur trattandosi di una cifra considerevole, alla luce delle rendite e del fatto che faccio ottimi affari con te da vent'anni.
A seguito della crisi, pero', ti ritrovi ad avere problemi di liquidita': alcuni dei tuoi clienti ti pagano in ritardo, e allo scadere del prestito, non puoi rendermi le mie 100.000 svanziche senza incontrare gravissime difficolta' che potrebbero portarti a chiudere battenti.
Ora: io posso chiederti di ridarmi comunque le mie 100.000 svanziche, e portarti a chiudere battenti, oppure posso accettare che non me le ridarai, almeno per ora, ma visto che la tua impresa e' sana, ha ordini per milioni di svanziche, che tu verserai sui miei conti correnti, e che ci sono in ballo trattative per affari per un valore di milioni di svanziche, io sorvolo perche' comunque mi conviene nettamente.

Scusa, ma non ho capito l'attinenza: qui il fallimento c'è già stato; si sta discutendo sul se ed eventualmente chi debba pagare i creditori.
 
renatom ha scritto:
migliazziblu ha scritto:
:shock: Dopo un referendum, in Islanda vince la parte che si oppone alla restituzione di un prestito avuto da parte di Olanda e Inghilterra. :shock:
Trattasi di 12.000 Euri per ogni Islandese, certo non poco, ma....se da parte di un civilissimo paese si arriva a tanto....(.banale)....verso dove stiamo andando? Ciao
P.S. magari gli Inglesi gli mandano le cannoniere come fecero con le Malvinas per molto meno :!:

Mi sembra che la cosa non sia così semplice.
A fare i debiti era stata una banca islandese e non lo stato Islanda.
Non so se questa banca era pubblica o privata e le cose cambiano un po' fra i due casi.

Se fallisse l'Unicredit e ti chiamassero a pagare 12.000? per ogni componente della tua famiglia, tu che diresti? Voteresti si al referendum?

Io credo che mi arrabbierei parcchio!

Pero' da quello che ricordo l'Islanda, come paese, era arrivata sull'orlo della bancarotta. Se non sono "falliti" grazie ad interventi esterni, forse sarebbe il caso di ripagarli.
Certo, si puo' discutere su di "chi sia la colpa" ma se il risultato finale sarebbe stato il collasso del paese ...
 
L'inizio della crisi ha la propria genesi, in realtà, nei primi mesi del 2006 [12], quando si ebbero i primi casi di insolvenza delle tre banche principali dell'isola: la Glitnir, la Kaupþing, la Landsbanki. La situazione andò via via peggiorando nel corso dell'anno seguente, per poi precipitare a ottobre del 2008 quando l'intera isola venne travolta dai crolli sulle borse mondiali seguite alla crisi americana dei mutui subprime. Nel corso dei dieci anni precedenti, l'economia islandese era cresciuta ad un ritmo attorno al 6% annuo, ragguardevole se si considera che si trattava di uno dei paesi con il reddito pro-capite più alto del mondo. L'Europa nello stesso periodo era cresciuta ad un ritmo ancorato al 2%. Ad aggravare la situazione, c'era il fatto che la krona era una valuta fluttuante, esposta all'influenza dei mercati mondiali. I tassi di interesse erano piuttosto alti: 5-6%, contro il 2-4% dell'area euro-USA, e soprattutto lo 0-1% del Giappone. La situazione incoraggiava l'afflusso di denaro dal mercato globale per finanziare debito pubblico, azioni e obbligazioni islandesi. In particolare risultava conveniente a fini speculativi contrarre prestiti, ad esempio, in Giappone e reinvestirli in Islanda (carry trade).

Per arginare il fenomeno, la banca centrale alzò i tassi di interesse. Tale iniziativa, in teoria, avrebbe dovuto scoraggiare il ricorso all'indebitamento da parte degli islandesi (dal momento che alzare i tassi e quindi il costo del denaro vuol dire in pratica rendere meno vantaggioso l'acquisto di titoli pubblici a tasso fisso ma rendere più appetibili strumenti finanziari a tasso variabile e i depositi sui conti correnti), ma ebbe l'effetto contrario a causa dei ridotti volumi in questione (ridotti con riferimento all'economia mondiale, giganteschi rispetto alla piccolissima economia dell'isola). Si innescò, così, un circolo vizioso: più i tassi salivano, più i titoli di debito diventavano appetibili e attiravano capitali, il che spingeva i tassi sempre più in alto, e così via. Nel giro di qualche anno i tassi di sconto, da cui dipendono in particolare gli interessi sui Buoni del Tesoro, raddoppiarono e poi triplicarono fino a sfiorare il 15%.

Nel frattempo le tre minuscole banche islandesi si riempirono di denaro straniero, che utilizzarono in acquisizioni all'estero, specialmente in Svezia, Norvegia, Danimarca. Lo stesso fecero gli imprenditori islandesi acquistando quote in aziende di tutto il mondo. Il ricorso al credito fu ingente anche da parte dei lavoratori, che vedevano i propri salari crescere allo stesso ritmo. D'altra parte, nel peggiore dei casi, investire in Islanda rendeva invariabilmente percentuali a due zeri, come ad esempio nel mercato degli immobili, i cui prezzi erano più che raddoppiati.

A gennaio 2006, l'agenzia di rating Fitch espresse perplessità sul fatto che un indebitamento di tali proporzioni fosse sostenibile da parte di un paese di 300.000 abitanti. Si parlava infatti di debiti esteri per diversi miliardi di dollari, cioè di cifre confrontabili con l'intero PIL (pari a una decina di miliardi). La sfiducia sui mercati internazionali derivante dall'abbassamento del rating causò una mancata sottoscrizione di un'obbligazione a cinque anni emessa dalla banca Kauphting, che stava scadendo: della nuova emissione, pari a 1250 milioni di dollari, le richieste si fermano a 600 milioni. La banca restò dunque scoperta per 625 milioni, e fu l'inizio di una crisi inarrestabile, con le caratteristiche code agli sportelli delle banche. Anche il deficit dello stato viaggiava a due cifre (&gt 20%) e nel corso degli anni aveva portato ad un debito pubblico pari a quattro-cinque volte il PIL.

Nell'ottobre del 2008, dopo ripetute iniezioni di liquidità da parte di diversi paesi che non hanno portato significativi miglioramenti, l'Islanda viene travolta dalla crisi dei mercati valutari americani e si dichiara sull'orlo del fallimento. [13][14].

Il 7 ottobre 2008 la Russia propone un prestito di oltre 4 miliardi di euro all'Islanda[15]. Il 20 ottobre 2008 vede la luce un piano alternativo al prestito russo, stavolta pilotato dal Fondo Monetario Internazionale, in cui si prevede un prestito diretto di un miliardo di dollari, e di altri cinque miliardi forniti attraverso le banche centrali scandinave e giapponese[16].

Durante tutto il 2009 la situazione si va marginalmente stabilizzando, ma le finanze del paese continuano a versare in situazione drammatica: a luglio 2009 è solo con un prestito di 2 miliardi di euro da parte del Fondo Monetario Internazionale che viene scongiurata l'ennesima imminente bancarotta[17].

Le tre banche del Paese ? Landsbanki, Glitnir e Kaupthing ? operano con un?esposizione di 11 volte il PIL islandese, chiaramente impossibile da rimborsare per gli istituti e per lo Stato. L'esposizione riguarda in gran parte depositi raccolti dalle filiali estere, di correntisti del Regno Unito (320.000 persone) e dell'Olanda.[18]. Un movimento di opinione ha raccolto le firme per bloccare il rimborso dei correntisti esteri con le tasse degli islandesi e il Presidente Olafur Ragnar Grimsson ha bloccato un disegno di legge che prevedeva il rimborso di 3.4 miliardi di euro a correntisti del Regno Unito.


fonte Wikipedia

IMHO c'hanno marciato tutti...
 
renatom ha scritto:
99octane ha scritto:
migliazziblu ha scritto:
:shock: Dopo un referendum, in Islanda vince la parte che si oppone alla restituzione di un prestito avuto da parte di Olanda e Inghilterra. :shock:
Trattasi di 12.000 Euri per ogni Islandese, certo non poco, ma....se da parte di un civilissimo paese si arriva a tanto....(.banale)....verso dove stiamo andando? Ciao
P.S. magari gli Inglesi gli mandano le cannoniere come fecero con le Malvinas per molto meno :!:

Bisogna vedere come la pensano gli inglesi e... cosa c'e' dietro.
Esempio.
Supponiamo che tu abbia un'impresa che produce sassi in salamoia.
I tuoi sassi in salamoia sono apprezzati in tutto il mondo e hai un giro d'affari milionario.
Per espandere la tua catena di produzione chiedi a me, il Banco del Monte di Venere un prestito di 100.000 svanziche, che io ti concedo, pur trattandosi di una cifra considerevole, alla luce delle rendite e del fatto che faccio ottimi affari con te da vent'anni.
A seguito della crisi, pero', ti ritrovi ad avere problemi di liquidita': alcuni dei tuoi clienti ti pagano in ritardo, e allo scadere del prestito, non puoi rendermi le mie 100.000 svanziche senza incontrare gravissime difficolta' che potrebbero portarti a chiudere battenti.
Ora: io posso chiederti di ridarmi comunque le mie 100.000 svanziche, e portarti a chiudere battenti, oppure posso accettare che non me le ridarai, almeno per ora, ma visto che la tua impresa e' sana, ha ordini per milioni di svanziche, che tu verserai sui miei conti correnti, e che ci sono in ballo trattative per affari per un valore di milioni di svanziche, io sorvolo perche' comunque mi conviene nettamente.

Scusa, ma non ho capito l'attinenza: qui il fallimento c'è già stato; si sta discutendo sul se ed eventualmente chi debba pagare i creditori.

Non mi risulta che l'Islanda abbia chiuso battenti e se ne siano andati tutti a cavar bauxite nel Suriname.
L'attinenza c'e' eccome. Un'Islanda che ritorna a produrre ricchezza interessa molto piu' di un prestito momentaneo di 3 miliardi di euro (che sulle casse dell'Inghilterra ha un peso, certo, ma non piu' rilevante di tanto).
 
99octane ha scritto:
renatom ha scritto:
99octane ha scritto:
migliazziblu ha scritto:
:shock: Dopo un referendum, in Islanda vince la parte che si oppone alla restituzione di un prestito avuto da parte di Olanda e Inghilterra. :shock:
Trattasi di 12.000 Euri per ogni Islandese, certo non poco, ma....se da parte di un civilissimo paese si arriva a tanto....(.banale)....verso dove stiamo andando? Ciao
P.S. magari gli Inglesi gli mandano le cannoniere come fecero con le Malvinas per molto meno :!:

Bisogna vedere come la pensano gli inglesi e... cosa c'e' dietro.
Esempio.
Supponiamo che tu abbia un'impresa che produce sassi in salamoia.
I tuoi sassi in salamoia sono apprezzati in tutto il mondo e hai un giro d'affari milionario.
Per espandere la tua catena di produzione chiedi a me, il Banco del Monte di Venere un prestito di 100.000 svanziche, che io ti concedo, pur trattandosi di una cifra considerevole, alla luce delle rendite e del fatto che faccio ottimi affari con te da vent'anni.
A seguito della crisi, pero', ti ritrovi ad avere problemi di liquidita': alcuni dei tuoi clienti ti pagano in ritardo, e allo scadere del prestito, non puoi rendermi le mie 100.000 svanziche senza incontrare gravissime difficolta' che potrebbero portarti a chiudere battenti.
Ora: io posso chiederti di ridarmi comunque le mie 100.000 svanziche, e portarti a chiudere battenti, oppure posso accettare che non me le ridarai, almeno per ora, ma visto che la tua impresa e' sana, ha ordini per milioni di svanziche, che tu verserai sui miei conti correnti, e che ci sono in ballo trattative per affari per un valore di milioni di svanziche, io sorvolo perche' comunque mi conviene nettamente.

Scusa, ma non ho capito l'attinenza: qui il fallimento c'è già stato; si sta discutendo sul se ed eventualmente chi debba pagare i creditori.

Non mi risulta che l'Islanda abbia chiuso battenti e se ne siano andati tutti a cavar bauxite nel Suriname.
L'attinenza c'e' eccome. Un'Islanda che ritorna a produrre ricchezza interessa molto piu' di un prestito momentaneo di 3 miliardi di euro (che sulle casse dell'Inghilterra ha un peso, certo, ma non piu' rilevante di tanto).

Attenzione: qui stiamo parlando di fallimento di banche islandesi, non dello stato islandese.
Nel momento in cui fallisse lo stato islandese il discorso sarebbe diverso.
Per il moento, come dici tu, qualcuno ha avuto interesse a tenerlo in piedi.
 
migliazziblu ha scritto:
:shock: Dopo un referendum, in Islanda vince la parte che si oppone alla restituzione di un prestito avuto da parte di Olanda e Inghilterra. :shock:
Trattasi di 12.000 Euri per ogni Islandese, certo non poco, ma....se da parte di un civilissimo paese si arriva a tanto....(.banale)....verso dove stiamo andando? Ciao
P.S. magari gli Inglesi gli mandano le cannoniere come fecero con le Malvinas per molto meno :!:

oramai non paga + nessuno.....e la moneta verrà sostituita dal baratto
 

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