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Saab 92
PICCOLA E ICONICA COME LA MINI
"Il nostro sogno? Una macchina piccola, e iconica quanto la Mini, che rinverdisca i fasti della famosa 92, la coupé compatta degli anni 50, di cui dovrebbe riprendere il design a goccia. La 92 del nuovo decennio è il link mancante tra la Saab che è e quella che dovrebbe essere". Così, il numero uno della olandese Spyker, Victor Mueller, ci ha confidato i suoi piani per la Saab, il marchio svedese di cui ha appena conquistato il controllo.
Voglia di ripartire. Dopo la firma della transazione da General Motors a Spyker, formalizzata il 23 febbraio scorso, alla Saab c'è tanta voglia di ripartire. "Siamo passati dalla procedura di liquidazione, perciò a Trollhättan avevamo una fabbrica ormai svuotata e tutto fermo" gli fa eco l'amministratore delegato della Saab, Jan-Åke Jonsson, "ma la scorsa settimana abbiamo riaperto il reparto presse e quello di verniciatura e da questa settimana la prima 9-5 uscirà dalla linea di montaggio".
La 9-5 arriva a maggio. La 9-5, il cui lancio commerciale inizierà a maggio, sarà il modello chiave per capire se e quanto la nuova Saab indipendente, affrancata dalla tutela della GM, saprà camminare con le proprie gambe. Costruita sulla piattaforma della Opel Insignia, la 9-5 sostituisce l'omonimo modello che resisteva ormai sul mercato da tredici anni. In Saab sono ottimisti. "Abbiamo un piano che è totalmente finanziato, anche grazie all'accesso a 400 milioni di euro messi a disposizione dalla Banca europea degli investimenti e dal governo svedese", dice ancora Jonsson.
Padroni del proprio destino. Ma come farà una Casa che perde cronicamente soldi da vent'anni a questa parte, a tornare redditizia? Secondo Mueller e Jonsson, l'essere parte di un colosso come GM aveva portato, oltre che benefici, anche molte rigidità. "Dovevamo combattere per vedere riconosciute le nostre priorità" racconta Jonsson. "Per esempio, la 9-5 doveva dare la precedenza sul mercato all'Opel Insignia; non potevamo governare il fattore cambio che era saldamente gestito dalle strategie globali di GM; e, accanto ai risparmi, dividevamo anche i costi ? anzi, nel caso della Cadillac BS, a esempio, realizzata su base Saab, i costi di sviluppo sono stati tutti a carico nostro. Ora invece siamo padroni del nostro destino".
Strategica la mini-Saab. Saab conta di portare il punto di break-even, oggi valutato in circa 100 mila macchine da produrre in un anno, alla soglia più bassa di 80-85 mila, soprattutto sfruttando i più bassi costi dell'engineering sviluppato in Svezia ? anziché prevalentemente in Germania ? e riuscendo a sfruttare maggiormente la capacità teorica dell'impianto di Trollhättan, che arriva a 190 mila unità l'anno. In questo quadro ? accanto alla 9-5 e alla prossima generazione della 9-3 attesa a metà del 2012 ? è strategico il piano della piccola 92, chiamiamola così per intenderci. Mueller riconosce che per svilupparla servono risorse e supporto tecnico. "Abbiamo discussioni in corso con diversi partner potenziali. Quello più naturale, se volete, è General Motors, ma stiamo valutando una serie di alternative", ha detto. La Saab pensa a una produzione annua di circa 30-40 mila piccole, da vendere a un prezzo "premium".
E l'idea conquista Facebook. L'idea di una riedizione in chiave moderna della storica 92 suscita tale entusiasmo negli appassionati che sulla rete sono nati gruppi di supporto, il cui scopo è proprio quello di spingere Saab a esplorare concretamente la possibilità di produrre un modello iconografico che recuperi la tradizione stilistica di una casa che nacque come produttore di aerei e che riversò quel Dna nelle sue particolarissime automobili. Uno di questi gruppi è il Saab 9.1 Petition & Support Group, che ha affidato alla matita di Fabio Ferrante, brillante designer laureando al Politecnico di Torino, l'impegnativo compito di dare una forma ai sogni di tanti appassionati.
Saab 92
PICCOLA E ICONICA COME LA MINI
"Il nostro sogno? Una macchina piccola, e iconica quanto la Mini, che rinverdisca i fasti della famosa 92, la coupé compatta degli anni 50, di cui dovrebbe riprendere il design a goccia. La 92 del nuovo decennio è il link mancante tra la Saab che è e quella che dovrebbe essere". Così, il numero uno della olandese Spyker, Victor Mueller, ci ha confidato i suoi piani per la Saab, il marchio svedese di cui ha appena conquistato il controllo.
Voglia di ripartire. Dopo la firma della transazione da General Motors a Spyker, formalizzata il 23 febbraio scorso, alla Saab c'è tanta voglia di ripartire. "Siamo passati dalla procedura di liquidazione, perciò a Trollhättan avevamo una fabbrica ormai svuotata e tutto fermo" gli fa eco l'amministratore delegato della Saab, Jan-Åke Jonsson, "ma la scorsa settimana abbiamo riaperto il reparto presse e quello di verniciatura e da questa settimana la prima 9-5 uscirà dalla linea di montaggio".
La 9-5 arriva a maggio. La 9-5, il cui lancio commerciale inizierà a maggio, sarà il modello chiave per capire se e quanto la nuova Saab indipendente, affrancata dalla tutela della GM, saprà camminare con le proprie gambe. Costruita sulla piattaforma della Opel Insignia, la 9-5 sostituisce l'omonimo modello che resisteva ormai sul mercato da tredici anni. In Saab sono ottimisti. "Abbiamo un piano che è totalmente finanziato, anche grazie all'accesso a 400 milioni di euro messi a disposizione dalla Banca europea degli investimenti e dal governo svedese", dice ancora Jonsson.
Padroni del proprio destino. Ma come farà una Casa che perde cronicamente soldi da vent'anni a questa parte, a tornare redditizia? Secondo Mueller e Jonsson, l'essere parte di un colosso come GM aveva portato, oltre che benefici, anche molte rigidità. "Dovevamo combattere per vedere riconosciute le nostre priorità" racconta Jonsson. "Per esempio, la 9-5 doveva dare la precedenza sul mercato all'Opel Insignia; non potevamo governare il fattore cambio che era saldamente gestito dalle strategie globali di GM; e, accanto ai risparmi, dividevamo anche i costi ? anzi, nel caso della Cadillac BS, a esempio, realizzata su base Saab, i costi di sviluppo sono stati tutti a carico nostro. Ora invece siamo padroni del nostro destino".
Strategica la mini-Saab. Saab conta di portare il punto di break-even, oggi valutato in circa 100 mila macchine da produrre in un anno, alla soglia più bassa di 80-85 mila, soprattutto sfruttando i più bassi costi dell'engineering sviluppato in Svezia ? anziché prevalentemente in Germania ? e riuscendo a sfruttare maggiormente la capacità teorica dell'impianto di Trollhättan, che arriva a 190 mila unità l'anno. In questo quadro ? accanto alla 9-5 e alla prossima generazione della 9-3 attesa a metà del 2012 ? è strategico il piano della piccola 92, chiamiamola così per intenderci. Mueller riconosce che per svilupparla servono risorse e supporto tecnico. "Abbiamo discussioni in corso con diversi partner potenziali. Quello più naturale, se volete, è General Motors, ma stiamo valutando una serie di alternative", ha detto. La Saab pensa a una produzione annua di circa 30-40 mila piccole, da vendere a un prezzo "premium".
E l'idea conquista Facebook. L'idea di una riedizione in chiave moderna della storica 92 suscita tale entusiasmo negli appassionati che sulla rete sono nati gruppi di supporto, il cui scopo è proprio quello di spingere Saab a esplorare concretamente la possibilità di produrre un modello iconografico che recuperi la tradizione stilistica di una casa che nacque come produttore di aerei e che riversò quel Dna nelle sue particolarissime automobili. Uno di questi gruppi è il Saab 9.1 Petition & Support Group, che ha affidato alla matita di Fabio Ferrante, brillante designer laureando al Politecnico di Torino, l'impegnativo compito di dare una forma ai sogni di tanti appassionati.