Ricordo il film da piccolo, strappalacrime, del bambino ricco ma infelice.
Purtroppo però, dimessosi il precedente premier che aveva la sfortuna di essere sistematicamente frainteso dalla stampa italiana ed internazionale, il triste destino resta appiccicato a Marchionne, che con sottile ipocrisia continua a giocare sul fatto se resta o se ne va, senza degnarsi di fornire un piano serio e credibile come in Germania la Merkel ha preteso ed ottenuto da Opel e GM, difendendo con le unghie il patrimonio nazionale.
I fatti oggi non lasciano dubbi se il modello giusto da seguire sia quello tedesco o quello italoamericano.
Inizio a temere che il depauperamento Fiat non si limiti alla sede legale ed alla produzione; circolano voci sinistre sulla mancanza di nuovi progetti a Torino e sul timore che anche l'ingegneria emigri a Detroit. Dopo aver comprato la Chrysler senza sborsare una lira grazie al know how italiano sui motori e sulle piccole, c'è la fondata prospettiva che si arrivi anche a questo.
Due parole sull'accordo di Termini: c'è voluto il nuovo governo per costringere Fiat a concedere una manciata di milioni destinati alla mobilità di circa 400 operai; ho constatato che tale esborso è paragonabile allo stipendio annuale di Marchionne, felice contribuente dei cantoni svizzeri. MI sembra una mancanza di etica ancora più insostenibile in questo momento.
Saluti
Purtroppo però, dimessosi il precedente premier che aveva la sfortuna di essere sistematicamente frainteso dalla stampa italiana ed internazionale, il triste destino resta appiccicato a Marchionne, che con sottile ipocrisia continua a giocare sul fatto se resta o se ne va, senza degnarsi di fornire un piano serio e credibile come in Germania la Merkel ha preteso ed ottenuto da Opel e GM, difendendo con le unghie il patrimonio nazionale.
I fatti oggi non lasciano dubbi se il modello giusto da seguire sia quello tedesco o quello italoamericano.
Inizio a temere che il depauperamento Fiat non si limiti alla sede legale ed alla produzione; circolano voci sinistre sulla mancanza di nuovi progetti a Torino e sul timore che anche l'ingegneria emigri a Detroit. Dopo aver comprato la Chrysler senza sborsare una lira grazie al know how italiano sui motori e sulle piccole, c'è la fondata prospettiva che si arrivi anche a questo.
Due parole sull'accordo di Termini: c'è voluto il nuovo governo per costringere Fiat a concedere una manciata di milioni destinati alla mobilità di circa 400 operai; ho constatato che tale esborso è paragonabile allo stipendio annuale di Marchionne, felice contribuente dei cantoni svizzeri. MI sembra una mancanza di etica ancora più insostenibile in questo momento.
Saluti