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Comprare a rate un'auto da 14 mila euro e finire per pagarla 35 mila?
Può capitare, sottoscrivendo formule fino a dieci anni, con tanti
servizi accessori e altissimi tassi reali. Un affare soltanto per chi vende
Entrare in una concessionaria per
comprare un'auto nuova di circa
39.500 euro, con un prezzo che,
scontato, scende a 32 mila e uno
chiavi in mano di 26.500, detratto il valore della permuta. Finire per acquistarla con un finanziamento ad anticipo zero
di 96 mesi e – dopo aver pagato 33 rate da
493 euro, per un totale di circa 16.300 – scoprire che il capitale residuo da versare per
evitare, a partire dalla sessantunesima scadenza, 36 rate monstre da quasi 1.140 euro
al mese, è 32.250 euro, ossia una somma
all'incirca pari al prezzo scontato. Pensare, a
quel punto, di darla in permuta alla concessionaria, per scoprire subito dopo che l'auto
ne vale solo 23.500. Rendersi quindi improvvisamente conto di essere finito in trappola.
Che cosa fare? Versare altri 32.250 euro e
tenere l'auto oppure pagarne 8.750 (32.250-
23.500) e restituirla al dealer in cambio di una
nuova? «Abbiamo deciso di saldare il riscatto
di 32.250 euro con lo stato d'animo che si
può immaginare, sentendoci pure presi in giro per avere sottoscritto condizioni che non
erano state ben spiegate in via preventiva», ci
ha scritto un lettore raccontandoci una storia
iniziata nel maggio del 2021.
Da questa segnalazione, e da altre poco
dissimili, siamo partiti per realizzare un'indagine che ha confermato la presenza di un
meccanismo costruito per tenere il cliente legato a una concessionaria e
spesso accompagnato da
un'insufficienza chiarezza di alcuni venditori.
Tornando al caso citato, il lettore – che
chiede l'anonimato
e ci invita a non citare nemmeno l'autosalone – riconosce che il dealer si
era raccomandato di
«sostituire l'auto allo
scadere dei tre anni»,
ma solo «verbalmente e
senza evidenziare i reali costi cui sarei andato incontro». Soltanto una storia sfortunata? Non proprio.
Procediamo con ordine. Il prodotto finanziario di cui parliamo non ha una rata costante per l'intera durata, né una maxirata finale
o intermedia e non prevede la possibilità di
restituire l'auto dopo qualche anno senza ulteriori oneri, come invece accade con le diffuse formule Vfg (Valore futuro garantito).
Semplificando al massimo, si tratta di finanziamenti a lungo termine – di solito di 96
mesi, ma si può arrivare anche a 120 – strutturati in due distinti periodi, ed è questa la
loro caratteristica più significativa e potenzialmente più pericolosa. Il primo, di 36-60
mesi, con rate d'importo relativamente basso e, dunque, piuttosto allettante in relazione
al valore del bene e dei servizi accessori; il
secondo, di 36-60 mesi, con rate assai più
alte e, dunque, estremamente oneroso, ma
sul quale, di solito, il venditore glissa, limitandosi a dire che a quel punto si sostituirà l'auto con una nuova.
Ma non è solo una questione di durata,
che pure nel lungo periodo e in presenza di
tassi elevati – e in questi casi lo sono sempre
– implica un monte interessi particolarmente
alto, con Taeg che talvolta si avvicinano ai
tassi d'usura. In genere, infatti, queste offerte
comprendono – per un tempo inferiore a
quello del finanziamento – anche innumerevoli servizi, tra cui tagliandi, estensione di garanzia, polizza full kasko, assistenza stradale,
coperture furto, incendio, atti vandalici, eventi atmosferici, cristalli e infortuni conducente,
un treno aggiuntivo di gomme e via proseguendo, con scoperti o franchigie non sempre illustrati. In pratica, sottoscrivendo queste
proposte non si compra solo un'auto, ma
quasi sempre anche un bel po' di assicurazioni e servizi accessori (nel caso del lettore, per
un importo totale di quasi 14 mila euro). Che forse il cliente non acquisterebbe se non fossero «inclusi nel finanziamento» – come sovente usano dire i dealer –, se il prezzo di ciascuna voce fosse chiaramente evidenziato e
se fosse consapevole che sono anch'essi finanziati a tassi molto elevati, poco inferiori
alla soglia usuraria fissata ogni tre mesi dal
ministero dell'Economia. Il problema, infatti, è
che il tutto è spesso presentato con approssimazione e scarsa trasparenza.
LA NOSTRA PROVA
Lo abbiamo riscontrato noi stessi visitando in incognito alcune concessionarie del
Nord-Ovest. Nell'illustrare le caratteristiche
del piano, reso allettante dall'extra sconto su
vetture nuove o usate concesso in cambio
della sua sottoscrizione, i venditori ci hanno
parlato di «servizi compresi», senza mai specificarne i prezzi e inducendoci così a ritenere
che si trattasse di garanzie omaggio, o quasi,
cosa che ovviamente non è.
Il secondo aspetto censurabile di questo
modus operandi è una proposizione dell'offerta che induce il cliente – com'è accaduto al
lettore – a pensare che il doppio periodo in
cui è strutturato il finanziamento si riferisca a
una formula del tipo Valore futuro garantito:
con la possibilità, al termine del "primo tempo", di restituire l'auto alla concessionaria "alla pari", senza sostituirla (cosa che invece non
è possibile). Oppure, in alternativa, di pagare
una maxirata prefissata (che, come detto, non
è prevista). Di fatto, al termine del primo periodo, l'unica possibilità per evitare l'aumento
delle rate è sostituire la vecchia auto – che
sarà valutata alle quotazioni di Quattroruote,
impossibili da conoscere in anticipo, oppure
in percentuale, indicata sul contratto, sul
prezzo di vendita più una supervalutazione,
detratto il capitale residuo – con una nuova.
A proposito di capitale residuo, la necessità di tenere basso l'importo mensile nella
prima fase, in modo da rendere appetibile,
assieme all'extra sconto, una proposta finanziaria che invece è estremamente onerosa,
implica che le rate iniziali, in assenza di anticipo, serviranno a pagare il costo dei servizi, i
relativi interessi, una parte degli interessi sul
bene e soltanto una minima
parte del prezzo dell'automobile. Dunque, chi a quel
punto vorrà saldare il debito,
riceverà un conto non troppo lontano dal prezzo della macchina, com'è
accaduto al lettore. Insomma, per uscire da
uno schema costruito «per fidelizzare il cliente», come affermano i venditori, bisognerà
mettere nuovamente mano al portafogli. Chi,
invece, vorrà dare la vettura in permuta alla
concessionaria, rischierà che, nonostante il
bonus, la valutazione della macchina risulti
comunque inferiore al capitale residuo.
Tutto ciò accade anche perché i venditori,
in sede di preventivo, non sempre consegnano la documentazione completa del finanziamento, ossia il modulo Secci e il prospetto
analitico dei singoli servizi. Il più delle volte si
limitano a sintetizzare in maniera iper-semplificata il numero delle rate del primo periodo e il loro importo, sorvolando sui reali oneri che la proposta comporta. A ciò si aggiunga,
va detto, che pochi clienti leggono con la debita attenzione la documentazione.
Nelle schede della pagina accanto abbiamo sintetizzato tre proposte di finanziamento ricevute in altrettante concessionarie. In un
caso ci è stato dato un estratto del modulo
Secci, che negli altri due (una volta dietro
esplicita richiesta) ci è stato inviato via email
assieme al prospetto analitico dei servizi finanziati. E soltanto leggendo tutto con cura
ci siamo resi pienamente conto di quanto
onerose fossero le proposte.
Quanto allo strumento finanziario, nei tre
casi esaminati era offerto da CA Auto Bank o
da Stellantis Financial Services, in quello del
lettore da FCA Bank. Quest'ultima, oggi estinta, era partecipata da FCA e da Crédit Agricole. Quando la prima si è dissolta con la nascita di Stellantis, la seconda ha acquisito l'intero capitale trasformando l'istituto in CA Auto Bank. Il gruppo automobilistico guidato da
Carlos Tavares, invece ha dato vita a Stellantis Financial Services.
Intendiamoci: sono finanziamenti del tutto ineccepibili, sul piano legale. Ma risultano
poco accettabili dal punto di vista della trasparenza commerciale, che il Codice del consumo impone ai venditori fin dal primo contatto. Quando un cliente afferma «se l'avessi
saputo non avrei firmato», una concessionaria dovrebbe iniziare a preoccuparsi."
(Quattroruote)
Nell'allegato tre esempi molto "significativi".
Comprare a rate un'auto da 14 mila euro e finire per pagarla 35 mila?
Può capitare, sottoscrivendo formule fino a dieci anni, con tanti
servizi accessori e altissimi tassi reali. Un affare soltanto per chi vende
Entrare in una concessionaria per
comprare un'auto nuova di circa
39.500 euro, con un prezzo che,
scontato, scende a 32 mila e uno
chiavi in mano di 26.500, detratto il valore della permuta. Finire per acquistarla con un finanziamento ad anticipo zero
di 96 mesi e – dopo aver pagato 33 rate da
493 euro, per un totale di circa 16.300 – scoprire che il capitale residuo da versare per
evitare, a partire dalla sessantunesima scadenza, 36 rate monstre da quasi 1.140 euro
al mese, è 32.250 euro, ossia una somma
all'incirca pari al prezzo scontato. Pensare, a
quel punto, di darla in permuta alla concessionaria, per scoprire subito dopo che l'auto
ne vale solo 23.500. Rendersi quindi improvvisamente conto di essere finito in trappola.
Che cosa fare? Versare altri 32.250 euro e
tenere l'auto oppure pagarne 8.750 (32.250-
23.500) e restituirla al dealer in cambio di una
nuova? «Abbiamo deciso di saldare il riscatto
di 32.250 euro con lo stato d'animo che si
può immaginare, sentendoci pure presi in giro per avere sottoscritto condizioni che non
erano state ben spiegate in via preventiva», ci
ha scritto un lettore raccontandoci una storia
iniziata nel maggio del 2021.
Da questa segnalazione, e da altre poco
dissimili, siamo partiti per realizzare un'indagine che ha confermato la presenza di un
meccanismo costruito per tenere il cliente legato a una concessionaria e
spesso accompagnato da
un'insufficienza chiarezza di alcuni venditori.
Tornando al caso citato, il lettore – che
chiede l'anonimato
e ci invita a non citare nemmeno l'autosalone – riconosce che il dealer si
era raccomandato di
«sostituire l'auto allo
scadere dei tre anni»,
ma solo «verbalmente e
senza evidenziare i reali costi cui sarei andato incontro». Soltanto una storia sfortunata? Non proprio.
Procediamo con ordine. Il prodotto finanziario di cui parliamo non ha una rata costante per l'intera durata, né una maxirata finale
o intermedia e non prevede la possibilità di
restituire l'auto dopo qualche anno senza ulteriori oneri, come invece accade con le diffuse formule Vfg (Valore futuro garantito).
Semplificando al massimo, si tratta di finanziamenti a lungo termine – di solito di 96
mesi, ma si può arrivare anche a 120 – strutturati in due distinti periodi, ed è questa la
loro caratteristica più significativa e potenzialmente più pericolosa. Il primo, di 36-60
mesi, con rate d'importo relativamente basso e, dunque, piuttosto allettante in relazione
al valore del bene e dei servizi accessori; il
secondo, di 36-60 mesi, con rate assai più
alte e, dunque, estremamente oneroso, ma
sul quale, di solito, il venditore glissa, limitandosi a dire che a quel punto si sostituirà l'auto con una nuova.
Ma non è solo una questione di durata,
che pure nel lungo periodo e in presenza di
tassi elevati – e in questi casi lo sono sempre
– implica un monte interessi particolarmente
alto, con Taeg che talvolta si avvicinano ai
tassi d'usura. In genere, infatti, queste offerte
comprendono – per un tempo inferiore a
quello del finanziamento – anche innumerevoli servizi, tra cui tagliandi, estensione di garanzia, polizza full kasko, assistenza stradale,
coperture furto, incendio, atti vandalici, eventi atmosferici, cristalli e infortuni conducente,
un treno aggiuntivo di gomme e via proseguendo, con scoperti o franchigie non sempre illustrati. In pratica, sottoscrivendo queste
proposte non si compra solo un'auto, ma
quasi sempre anche un bel po' di assicurazioni e servizi accessori (nel caso del lettore, per
un importo totale di quasi 14 mila euro). Che forse il cliente non acquisterebbe se non fossero «inclusi nel finanziamento» – come sovente usano dire i dealer –, se il prezzo di ciascuna voce fosse chiaramente evidenziato e
se fosse consapevole che sono anch'essi finanziati a tassi molto elevati, poco inferiori
alla soglia usuraria fissata ogni tre mesi dal
ministero dell'Economia. Il problema, infatti, è
che il tutto è spesso presentato con approssimazione e scarsa trasparenza.
LA NOSTRA PROVA
Lo abbiamo riscontrato noi stessi visitando in incognito alcune concessionarie del
Nord-Ovest. Nell'illustrare le caratteristiche
del piano, reso allettante dall'extra sconto su
vetture nuove o usate concesso in cambio
della sua sottoscrizione, i venditori ci hanno
parlato di «servizi compresi», senza mai specificarne i prezzi e inducendoci così a ritenere
che si trattasse di garanzie omaggio, o quasi,
cosa che ovviamente non è.
Il secondo aspetto censurabile di questo
modus operandi è una proposizione dell'offerta che induce il cliente – com'è accaduto al
lettore – a pensare che il doppio periodo in
cui è strutturato il finanziamento si riferisca a
una formula del tipo Valore futuro garantito:
con la possibilità, al termine del "primo tempo", di restituire l'auto alla concessionaria "alla pari", senza sostituirla (cosa che invece non
è possibile). Oppure, in alternativa, di pagare
una maxirata prefissata (che, come detto, non
è prevista). Di fatto, al termine del primo periodo, l'unica possibilità per evitare l'aumento
delle rate è sostituire la vecchia auto – che
sarà valutata alle quotazioni di Quattroruote,
impossibili da conoscere in anticipo, oppure
in percentuale, indicata sul contratto, sul
prezzo di vendita più una supervalutazione,
detratto il capitale residuo – con una nuova.
A proposito di capitale residuo, la necessità di tenere basso l'importo mensile nella
prima fase, in modo da rendere appetibile,
assieme all'extra sconto, una proposta finanziaria che invece è estremamente onerosa,
implica che le rate iniziali, in assenza di anticipo, serviranno a pagare il costo dei servizi, i
relativi interessi, una parte degli interessi sul
bene e soltanto una minima
parte del prezzo dell'automobile. Dunque, chi a quel
punto vorrà saldare il debito,
riceverà un conto non troppo lontano dal prezzo della macchina, com'è
accaduto al lettore. Insomma, per uscire da
uno schema costruito «per fidelizzare il cliente», come affermano i venditori, bisognerà
mettere nuovamente mano al portafogli. Chi,
invece, vorrà dare la vettura in permuta alla
concessionaria, rischierà che, nonostante il
bonus, la valutazione della macchina risulti
comunque inferiore al capitale residuo.
Tutto ciò accade anche perché i venditori,
in sede di preventivo, non sempre consegnano la documentazione completa del finanziamento, ossia il modulo Secci e il prospetto
analitico dei singoli servizi. Il più delle volte si
limitano a sintetizzare in maniera iper-semplificata il numero delle rate del primo periodo e il loro importo, sorvolando sui reali oneri che la proposta comporta. A ciò si aggiunga,
va detto, che pochi clienti leggono con la debita attenzione la documentazione.
Nelle schede della pagina accanto abbiamo sintetizzato tre proposte di finanziamento ricevute in altrettante concessionarie. In un
caso ci è stato dato un estratto del modulo
Secci, che negli altri due (una volta dietro
esplicita richiesta) ci è stato inviato via email
assieme al prospetto analitico dei servizi finanziati. E soltanto leggendo tutto con cura
ci siamo resi pienamente conto di quanto
onerose fossero le proposte.
Quanto allo strumento finanziario, nei tre
casi esaminati era offerto da CA Auto Bank o
da Stellantis Financial Services, in quello del
lettore da FCA Bank. Quest'ultima, oggi estinta, era partecipata da FCA e da Crédit Agricole. Quando la prima si è dissolta con la nascita di Stellantis, la seconda ha acquisito l'intero capitale trasformando l'istituto in CA Auto Bank. Il gruppo automobilistico guidato da
Carlos Tavares, invece ha dato vita a Stellantis Financial Services.
Intendiamoci: sono finanziamenti del tutto ineccepibili, sul piano legale. Ma risultano
poco accettabili dal punto di vista della trasparenza commerciale, che il Codice del consumo impone ai venditori fin dal primo contatto. Quando un cliente afferma «se l'avessi
saputo non avrei firmato», una concessionaria dovrebbe iniziare a preoccuparsi."
(Quattroruote)
Nell'allegato tre esempi molto "significativi".
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