<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Iliade... | Il Forum di Quattroruote

Iliade...

Per gli amanti dei classici.

Oggi avevo tempo libero (una volta tanto) e mi son riletto dei brani qua e la'.
Il tema che vi propongo e':
Achille ed Ettore, chi era l'eroe?

Achille era certamente un "eroe" nel senso epico del termine. Semidio, invulnerabile e abilissimo nell'uso delle armi.
Ma gia' l'incipit del poema ci pone in guardia:

Cantami o diva del Pelide Achille
l'Ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei...

La sua collera porta sventura ai compagni.
Ma andando oltre, c'e' una considerazione da fare, che a mio parere e' sostanziale.
Achille era un "eroe epico", certo. Ma era un Eroe?
Ci vuol poco a fare una strage di nemici quando si e' invulnerabili.
Achille e' una creatura fredda, distante, terribile, non dissimile da una forza della natura, che mostra una traccia di sentimento solo quando il suo compagno Patroclo viene ucciso. Ma anche qui, e' un sentimento funesto, appunto, e terribile, non dissimile dalle collere celestiali dei numi d'Olimpo.
Ettore per contro non e' che un uomo, e tale umanita' viene piu' e piu' volte rimarcata nel corso dell'epica. Un uomo fallibile, mortale, abile con le armi ma non diverso dagli altri, con una moglie, un figlio. E per senso del dovere, e amore per la sua citta', non esita a sfidare l'invincibile Achille, pur sapendo di non avere virtualmente speranza.
Un Achille che, dopo averlo vinto, non esita a fare scempio del suo corpo sotto gli occhi dei suoi parenti.
Ecco, per me e' Ettore l'Eroe dell'Iliade. E ritengo anche Omero la penssasse cosi'. Non a caso il poema si chiude con la sua morte. Come a dire che, morto lui, tutto il resto e' scontato.
 
credo che Foscolo abbia detto la parola definitiva:

E tu onore di pianti, Ettore, avrai
ove fia santo e lagrimato il sangue
per la patria versato, e finché il Sole
risplenderà su le sciagure umane.
 
Complimenti per il post! Anch'io ho sempre ritenuto Ettore il vero eroe. Peccato che i giovani non leggano più classici come questi...forse, come dice Greggio, se si cambiasse titolo all' "Iliade" e la si chiamasse "Scusa ma ti chiamo Troia" l'attenzione dei giovani dell'era Moccia si riaccenderebbe...
 
belpietro ha scritto:
credo che Foscolo abbia detto la parola definitiva:

E tu onore di pianti, Ettore, avrai
ove fia santo e lagrimato il sangue
per la patria versato, e finché il Sole
risplenderà su le sciagure umane.

A scuola abbiamo tutti tifato Ettore, a parte il Franti della situazione, sperando potesse farcela.....troppo comodo pero' essere quasi invulnerabili.
:) Anche allora ...piaceva vincere facile :) Ciao
 
Complimenti per la splendida idea, è bello poter discutere di tematiche clasiche e culturali, e scambiarsi opinioni su questi temi. Ti ringrazio per aver aperto il post. Il mio punto di vista è dettato dalla mia formazione, ossia quella di uno studente di archeologia, che dunque tende a estraniarsi dal mondo attuale, contestualizzare nell'antico, e calarsi nella mente dei contemporanei dei due eroi, ovvero dei greci tra il IX e l'VIII secolo a.C. Pensando come loro, l'eroe è senza dubbio Achille: egli è kalos k' agathos, ossia bello (la bellezza è importante, si pensi all'episodio iniziale, dove Tersite viene picchiato non tanto per il suo intervento, non richiesto, all'assemblea, quanto perchè brutto) e virtuoso, è come detto, un semidio figlio della dea Teti e di Peleo, quindi è ben voluto da alcuni dei, è quasi invincibile, come già detto, per dono divino, cosa che lo fa ulteriormente un eroe, è il personaggio che fa pendere l'ago della bilancia a favore degli Achei, in un contesto dove il combattimento era essenzialmente fatto da duelli (infatti egli, paradossalmente, scompare vincitore, poichè non muore in duello, bensì colpito da un dardo durante il suo trionfo, una vigliaccata per l'epoca). Ettore, al contrario, è coraggioso, leale, volenteroso, senza dubbio un ottimo combattente, tuttavia, all'epoca, queste erano sì virtù, ma non le doti che doveva avere un eroe: egli era eroe non più di Aiace o Patroclo, combattenti sopra la media, ma non eroi. Inoltre, aveva un grandissimo difetto Ettore, che lo rendeva un antieroe per eccellenza: era fratello di Paride, colui che provocò la guerra, e, secondo gli antichi greci, le colpe di un individo ricadevano su tutta la famiglia e su tutta la stirpe: il fratello di uno come Paride, che non solo ruba la moglie ad Agamennone, ma tradisce anche l'ospitalità di quest'ultimo (e l'ospitalità era sacra). Ragionando con la nostra testa, anche per la nostra cultura Ebraico- Cristiana, che difende e sta dalla parte del debole (un esempio è Davide contro Golia), viene più naturale riconoscere come eroe Ettore, che anche a me sta più simpatico, però, la mentalità greca dell'epoca, stava decisamente dalla parte del forte (almeno fino all'Iliade, poi l'Odissea, sucessiva e nemmeno scritta dalla stessa penna, promuove Odisseo, non forte ma astuto).
 
Rispetto ad Aiace e Patroclo, Ettore ha l'eroismo di affrontare un duello da cui sa che non potrà sopravvivere.
 
renatom ha scritto:
Rispetto ad Aiace e Patroclo, Ettore ha l'eroismo di affrontare un duello da cui sa che non potrà sopravvivere.

Il che è eroismo per noi. Per l'epoca era semplicemente il fato.
 
renatom ha scritto:
EdoMC ha scritto:
Il che è eroismo per noi. Per l'epoca era semplicemente il fato.

Però se la mettiamo così, cosa era l'eroismo?

Se dipende dal fato gli eroi sono dei predestinati?

Si, per gli antichi era così. Pensa anche nella cultura latina all'Eneide: Enea molti lo definiscono un "burattino" del destino. Essere eroi, nell'antichità, significava essere nelle grazie degli dei, sostanzialmente. Poi, per i greci in particolare, l'eroe doveva essere:

-Bello (kalos)
-Valoroso (agathos)
-Di nobile stirpe
-Legato in qualche modo a qualche divinità (solitamente da legami di parentela)
-Abile nel combattimento
-Ricco
-Avere una caratteristica, che diventaè il suo epiteto (Podas hokus Achilleos, Achille dal piede veloce).

Gli antichi non vedevano l'eroismo nel tentativo di combattere, come nel caso di Ettore, ma nel successo: quando scendeva in campo leroe, si sapeva già che avrebbe vinto: per questo motivo era importante per gli Achei che combattesse Achille, egli avrebbe potuto sbaragliare da solo l'intero esercito troiano, infatti muore imbattuto. LA mentalità degli antichi era inevitabilmente diversa dalla nostra, dunque ciò che è eroico per noi, per loro non lo era: un antico mai definirebbe eroe una figura come potrebbe essere per noi Falcone, per esempio: non ha le caratteristiche che il greco dell'VIII secolo a.C. ritiene che un eroe debba avere.
 
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