Raramente scrivo qui, in quest'area, ma questa volta vorrei sottoporre all'attenzione di tutti ciò che mi è solo poche ore fa, in maniera tale che tutti possano affrontare preparati situazioni simili, qualora dovesse capitare.
In un rettilineo procedevo a 40-50 Kmh circa. Davanti a me una decina di auto, nell'altro senso di marcia solo una vettura piuttosto lontana.
Vengo fermato da una pattuglia della Polizia Municipale, per "un normale controllino" come loro stesso lo hanno definito.
Mi mostro collaborativo e fornisco tutto quanto richiesto e uno dei due agenti afferma che è tutto in regola. Dopo qualche istante, improvvisamente mi viene posta la domanda: "Secondo lei perchè l'abbiamo fermata?"
La mia risposta era scontata: "Beh, per un controllo, come lei stesso ha detto prima. Uno di quei controlli che regolarmente fate".
L'agente dice che in realtà sono stato fermato perché stavo procedendo facendo un utilizzo improprio dei dispositivi di illuminazione. Secondo questo agente procedevo lampeggiando continuamente ad intermittenza senza che vi fosse una reale situazione di pericolo infondendo panico agli
altri automobilisti. Questi infatti dando per scontata una situazione di imminente pericolo, potevano essere portati ad avere un certo timore.
La mia espressione è diventata incredula e non sapevo se l'agente stesse o meno scherzando, dato che non ho assolutamente toccato i fari. Continuavo a ribattere la mia innocenza, insistevo nell'affermare che il suo punto di vista non era quello corretto, che non stavo assolutamente lampeggiando.
Siccome da lì non se ne usciva, gli ho chiesto se cortesemente potesse dimostrare la mia infrazione in maniera tale che mi rendessi conto. Il vigiile però, "trincerato dietro la divisa" vive sulla presunzione di fiducia. Cioè le istituzioni danno per assodato che lui sia nella piena ragione perchè, come lui stesso mi ha affermato, fa parte della sua figura professionale e del suo lavoro. Ero quindi io che avrei dovuto dimostrare a lui che non stavo lampeggiando.
Il risultato è stata una multa di 41 euro e un punto in meno sulla patente.
Ovviamente il ricorso avrebbe pochissime possibilità di successo oltre ad un dispendio economico superiore alla stessa contravvenzione.
L'agente si è inventato di sana pianta un metodo per redarre un verbale, e questo l'ho fatto ovviamente notare all'agente stesso, accusandolo di aver agito magari furbescamente ma senza buon senso e senza correttezza, con l0inganno, sottraendo, magari comandato da altri, una cifra per poter alimentare le casse di un comune.
Purtroppo situazioni come queste non contribuiscono ad alimentare fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, in chi dovrebbe per il bene dei cittadini, vigilare.
Purtroppo il questa situazione, il cittadino non ha la possibilità di ribattere e di dimostrare il contrario.
In un rettilineo procedevo a 40-50 Kmh circa. Davanti a me una decina di auto, nell'altro senso di marcia solo una vettura piuttosto lontana.
Vengo fermato da una pattuglia della Polizia Municipale, per "un normale controllino" come loro stesso lo hanno definito.
Mi mostro collaborativo e fornisco tutto quanto richiesto e uno dei due agenti afferma che è tutto in regola. Dopo qualche istante, improvvisamente mi viene posta la domanda: "Secondo lei perchè l'abbiamo fermata?"
La mia risposta era scontata: "Beh, per un controllo, come lei stesso ha detto prima. Uno di quei controlli che regolarmente fate".
L'agente dice che in realtà sono stato fermato perché stavo procedendo facendo un utilizzo improprio dei dispositivi di illuminazione. Secondo questo agente procedevo lampeggiando continuamente ad intermittenza senza che vi fosse una reale situazione di pericolo infondendo panico agli
altri automobilisti. Questi infatti dando per scontata una situazione di imminente pericolo, potevano essere portati ad avere un certo timore.
La mia espressione è diventata incredula e non sapevo se l'agente stesse o meno scherzando, dato che non ho assolutamente toccato i fari. Continuavo a ribattere la mia innocenza, insistevo nell'affermare che il suo punto di vista non era quello corretto, che non stavo assolutamente lampeggiando.
Siccome da lì non se ne usciva, gli ho chiesto se cortesemente potesse dimostrare la mia infrazione in maniera tale che mi rendessi conto. Il vigiile però, "trincerato dietro la divisa" vive sulla presunzione di fiducia. Cioè le istituzioni danno per assodato che lui sia nella piena ragione perchè, come lui stesso mi ha affermato, fa parte della sua figura professionale e del suo lavoro. Ero quindi io che avrei dovuto dimostrare a lui che non stavo lampeggiando.
Il risultato è stata una multa di 41 euro e un punto in meno sulla patente.
Ovviamente il ricorso avrebbe pochissime possibilità di successo oltre ad un dispendio economico superiore alla stessa contravvenzione.
L'agente si è inventato di sana pianta un metodo per redarre un verbale, e questo l'ho fatto ovviamente notare all'agente stesso, accusandolo di aver agito magari furbescamente ma senza buon senso e senza correttezza, con l0inganno, sottraendo, magari comandato da altri, una cifra per poter alimentare le casse di un comune.
Purtroppo situazioni come queste non contribuiscono ad alimentare fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, in chi dovrebbe per il bene dei cittadini, vigilare.
Purtroppo il questa situazione, il cittadino non ha la possibilità di ribattere e di dimostrare il contrario.