Tratto dal Corriere:
http://www.corriere.it/economia/10_aprile_21/fiat-risultati-piano-industriale_fdfec386-4d21-11df-b5d6-00144f02aabe.shtml
IL PIANO FIAT - raddoppio della produzione di auto nel nostro paese entro il 2014
Marchionne: «Spin-off auto in 6 mesi»
Ma senza incentivi vendite giù del 30%»
Nel primo trimestre conti vicini al pareggio. L'ad: «Investiremo in Italia 30 miliardi entro il 2014. Scorporo di Iveco, Cnh e Powetrain in Fiat Industrial»
IL PIANO FIAT - raddoppio della produzione di auto nel nostro paese entro il 2014
Marchionne: «Spin-off auto in 6 mesi»
Ma senza incentivi vendite giù del 30%»
Nel primo trimestre conti vicini al pareggio. L'ad: «Investiremo in Italia 30 miliardi entro il 2014. Scorporo di Iveco, Cnh e Powetrain in Fiat Industrial»
Da sinistra a destra l'ad di Fiat Sergio Marchionne, il nuovo presidente John Elkann e il presidente uscente Luca Cordero di Montezemolo (Afp)
Da sinistra a destra l'ad di Fiat Sergio Marchionne, il nuovo presidente John Elkann e il presidente uscente Luca Cordero di Montezemolo (Afp)
MILANO - I risultati e le prospettive. Il piano immediato e le previsioni. Nel suo intervento, Sergio Marchionne, amministratore delegato, delinea il futuro del gruppo Fiat e scioglie alcuni dei nodi che ancora non aveva affrontato, come lo spin-off dell'auto (avverrà «nel giro di sei mesi») e lo scorporo del settore dei mezzi pesanti - le attività di Iveco, Cnh e parte di Powertrain - in una società che chiamerà Fiat Industrial. Marchionne ha affrontato tutti gli altri temi sul tappeto, compreso quello del mercato e degli aiuti statali. «Senza gli incentivi si prevede un calo delle vendite auto in Italia del 30%» ha detto Marchionne, illustrando agli analisti i risultati del primo trimestre 2010 del gruppo Fiat. L'ad, dopo aver lanciato un allarme anche sul futuro dei marchi Lancia e Alfa Romeo, ha annunciato un piano di investimenti in Italia da 26 miliardi di euro entro il 2014, più altri quattro in ricerca e sviluppo, per un totale quindi di 30 miliardi di euro. «Il livello degli investimenti che si vuole destinare all'Italia - ha detto Marchionne - è enorme, pari a due terzi di quelli di tutti i business del gruppo Fiat a livello mondiale». E qualora sindacati e governo si opponessero ai suoi progetti per l'Italia, Marchionne ha spiegato che «è già pronto un piano B. E non è un piano molto bello». In ogni caso, questo «non è un piano di sacrifici, io parlo di impegno. Non ci sarà alcun taglio, ma anzi incremento degli organici». Ci sono nuovi partner in vista? «Sono abile nel cogliere opportunità. Le opzioni che si aprono con lo scorporo sono essenziali per entrambi i business: il suo maggiore vantaggio è offrire opzioni strategiche ed io sono abbastanza abile nel cogliere opportunità»..
IL FUTURO - Il gruppo Fiat lancerà nei prossimi 5 anni in Europa 34 nuovi modelli, ha quindi aggiunto Marchionne, precisando che a questi si aggiungeranno 17 restyling. Di questi due terzi saranno realizzati da Fiat e un terzo da Chrysler. Entro il 2014 Fiat e Chrysler venderanno in Italia 6 milioni di auto, «il minimo richiesto per essere un global player competitivo». Con il progetto "Fabbrica Italia", il gruppo Fiat prevede di raddoppiare la produzione di auto in Italia, portandola dalle 650.000 unità del 2009 a 1,4 milioni di auto nel 2014, oltre a 250mila veicoli commerciali. Secondo i piani presentati da Marchionne, il 65% della produzione verrà esportato, contro il 40% del 2009. Entro il 2012, inoltre, l'Alfa Romeo sarà negli Usa, forse con una spider.
IMPIANTI E MODELLO DI PRODUZIONE - Per arrivare a queste cifre Fiat chiede d'altro canto la piena utilizzazione degli impianti, il rigoroso contenimento del costo del lavoro, la flessibilità nella risposta ai bisogni del mercato, l'accesso a periodi temporanei di messa a riposo durante la fase di industrializzazione. Si tratta «di un nuovo modello di lavoro basato su un impegno congiunto per il futuro. Ci vogliono almeno 4 anni per tornare ai livelli della domanda sul mercato europeo uguali al 2007. Questo significa che è necessario trovare una migliore integrazione tra Fiat e Chrysler per utilizzare al meglio le loro organizzazioni produttive e per i loro prodotti» ha poi aggiunto Marchionne. «Quello dell'auto - ha spiegato successivamente - è un business in cui i margini sono minimi. Occorre quindi fare massa critica. Senza Chrysler il futuro di Fiat sarebbe stato quello di un attore marginale sulla scena economica». Le prospettive: nel 2014 i ricavi della 'nuova Fiat' comprensiva del contributo della Chrysler sono stimati in 104 miliardi e il margine di gestione si prevede arriverà all'8%.
OCCUPAZIONE E ACCORDI SINDACALI - «I sei stabilimenti Fiat italiani hanno funzionato ben al di sotto della loro capacità» ha detto poi Marchionne che sempre nel corso dell'investor day ha preannunciato «misure correttive». «Se continuiamo a lavorare così in sotto capacità non siamo sostenibili. Ci vogliono misure correttive. Dobbiamo ristrutturare la base industriale che ci consenta di raggiungere livelli ottimali in ogni stabilimento». «Gli accordi sindacali non sono più adeguati, dobbiamo ridefinirli» ha detto ancora Marchionne.
SCORPORO - A proposito dello scorporo delle controllate industriali del gruppo Fiat, l'ad ha spiegato che «non ci sono significativi ostacoli» di natura finanziaria. Secondo quanto ha affermato Marchionne, lo scorporo sarà fiscalmente neutrale e non darà luogo al diritto di recesso da parte degli azionisti. «Tecnicamente - ha spiegato - si tratterà di una scissione parziale proporzionale, e la nuova 'Fiat Industrial' avrà le stesse tre classi di azioni della Fiat. Ogni azionista avrà una azione FI per ogni azione detenuta».
I CONTI - In precedenza in una nota il colosso automobilistico torinese aveva reso noti i conti del primo trimestre 2010. L'utile della gestione ordinaria del gruppo Fiat ha raggiunto i 352 milioni di euro rispetto alla perdita di 48 milioni di euro dello stesso periodo 2009, con oltre la metà del risultato determinato dai business delle automobili. Il risultato netto di Fiat nel primo trimestre 2010 è prossimo al pareggio (perdita di 21 milioni di euro rispetto alla perdita di 411 milioni di euro del primo trimestre 2009). I ricavi, pari a 12,9 miliardi di euro, sono aumentati del 14,7% rispetto al primo trimestre 2009, con Fiat Group Automobiles che ha conseguito un incremento del 22,1%. Fiat Group Automobiles ha registrato un utile della gestione ordinaria di 153 milioni di euro a fronte della perdita di 30 milioni di euro del primo trimestre 2009, «Per effetto - spiega in una nota la casa torinese - di volumi significativamente più elevati e di un miglior mix delle vendite, grazie al maggior contributo dei veicoli commerciali leggeri». La controllata Cnh ha invece registrato un utile della gestione ordinaria di 127 milioni di euro (49 milioni di euro nel primo trimestre 2009), Iveco di 3 milioni di euro (perdita di 12 milioni di euro nel primo trimestre 2009). I risultati del gruppo Fiat nel primo trimestre rappresentano «un primo passo nel lungo percorso che abbiamo di fronte a noi» ha commentato Marchionne, sottolineando che «i costi sono sotto controllo, la liquidità resta forte». La collaborazione con Chrysler continua, ha aggiunto il manager, per il quale «anche Iveco ha registrato una ripresa», anche se le difficoltà del mercato restano. Quanto al risultato netto, «siamo arrivati quasi al breakeven».
INDEBITAMENTO - L'indebitamento netto industriale del gruppo Fiat è infatti pari a 4,7 miliardi di euro, di poco superiore ai 4,4 miliardi di euro di fine 2009 «per effetto dell'aumento stagionale del capitale di funzionamento». La liquidità è rimasta forte a 11,2 miliardi di euro (12,4 miliardi di euro a fine 2009), nonostante il rimborso, nel corso del trimestre, di un prestito obbligazionario di un miliardo di euro. «Il Gruppo - spiega ancora la nota della casa automobilistica torinese - continuerà ad implementare le rigorose azioni di contenimento dei costi iniziate tempestivamente nell'ultima parte del 2008. Per i programmi di investimento è prevista una crescita nei confronti dei livelli anomali e particolarmente bassi del 2009, con il ripristino di un livello di investimenti normalizzato per tutti i settori, in aumento del 30-35% rispetto al 2009. Gli obiettivi per l'anno in corso sono confermati: ricavi superiori a 50 miliardi; utile della gestione ordinaria tra 1,1 e 1,2 miliardi; risultato netto vicino al break-even; indebitamento netto industriale superiore ai 5 miliardi. La Fiat disporrà comunque di risorse più che adeguate per una transizione a quello che ci si aspetta essere un contesto di mercato normalizzato nel 2011 e negli anni successivi. Lavorando per il conseguimento degli obiettivi, il Gruppo Fiat continuerà a implementare la strategia di alleanze mirate, al fine di ottimizzare gli impegni di capitale e ridurre i rischi».
CHRYSLER - Positivi anche i risultati del gruppo Chrysler (controllato da Fiat) che ha chiuso il primo trimestre del 2010 con un utile operativo di 143 milioni di dollari, contro una perdita di 297 milioni nel quarto trimestre 2009. I ricavi sono passati da 9,434 a 9,687 miliardi di dollari, le perdite sono scese da 2,691 miliardi a 197 milioni. In crescita anche le quote di mercato, che passano dall'8,1% (nel quarto trimestre 2009) al 9,1% sul mercato Usa, e dall'11,6% al 13,7% sul mercato canadese. Il cash flow sale da 5,9 a 7,4 miliardi, la liquidità totale da 8,3 a 9,8 miliardi.
Redazione online
21 aprile 2010
http://www.corriere.it/economia/10_aprile_21/fiat-risultati-piano-industriale_fdfec386-4d21-11df-b5d6-00144f02aabe.shtml
IL PIANO FIAT - raddoppio della produzione di auto nel nostro paese entro il 2014
Marchionne: «Spin-off auto in 6 mesi»
Ma senza incentivi vendite giù del 30%»
Nel primo trimestre conti vicini al pareggio. L'ad: «Investiremo in Italia 30 miliardi entro il 2014. Scorporo di Iveco, Cnh e Powetrain in Fiat Industrial»
IL PIANO FIAT - raddoppio della produzione di auto nel nostro paese entro il 2014
Marchionne: «Spin-off auto in 6 mesi»
Ma senza incentivi vendite giù del 30%»
Nel primo trimestre conti vicini al pareggio. L'ad: «Investiremo in Italia 30 miliardi entro il 2014. Scorporo di Iveco, Cnh e Powetrain in Fiat Industrial»
Da sinistra a destra l'ad di Fiat Sergio Marchionne, il nuovo presidente John Elkann e il presidente uscente Luca Cordero di Montezemolo (Afp)
Da sinistra a destra l'ad di Fiat Sergio Marchionne, il nuovo presidente John Elkann e il presidente uscente Luca Cordero di Montezemolo (Afp)
MILANO - I risultati e le prospettive. Il piano immediato e le previsioni. Nel suo intervento, Sergio Marchionne, amministratore delegato, delinea il futuro del gruppo Fiat e scioglie alcuni dei nodi che ancora non aveva affrontato, come lo spin-off dell'auto (avverrà «nel giro di sei mesi») e lo scorporo del settore dei mezzi pesanti - le attività di Iveco, Cnh e parte di Powertrain - in una società che chiamerà Fiat Industrial. Marchionne ha affrontato tutti gli altri temi sul tappeto, compreso quello del mercato e degli aiuti statali. «Senza gli incentivi si prevede un calo delle vendite auto in Italia del 30%» ha detto Marchionne, illustrando agli analisti i risultati del primo trimestre 2010 del gruppo Fiat. L'ad, dopo aver lanciato un allarme anche sul futuro dei marchi Lancia e Alfa Romeo, ha annunciato un piano di investimenti in Italia da 26 miliardi di euro entro il 2014, più altri quattro in ricerca e sviluppo, per un totale quindi di 30 miliardi di euro. «Il livello degli investimenti che si vuole destinare all'Italia - ha detto Marchionne - è enorme, pari a due terzi di quelli di tutti i business del gruppo Fiat a livello mondiale». E qualora sindacati e governo si opponessero ai suoi progetti per l'Italia, Marchionne ha spiegato che «è già pronto un piano B. E non è un piano molto bello». In ogni caso, questo «non è un piano di sacrifici, io parlo di impegno. Non ci sarà alcun taglio, ma anzi incremento degli organici». Ci sono nuovi partner in vista? «Sono abile nel cogliere opportunità. Le opzioni che si aprono con lo scorporo sono essenziali per entrambi i business: il suo maggiore vantaggio è offrire opzioni strategiche ed io sono abbastanza abile nel cogliere opportunità»..
IL FUTURO - Il gruppo Fiat lancerà nei prossimi 5 anni in Europa 34 nuovi modelli, ha quindi aggiunto Marchionne, precisando che a questi si aggiungeranno 17 restyling. Di questi due terzi saranno realizzati da Fiat e un terzo da Chrysler. Entro il 2014 Fiat e Chrysler venderanno in Italia 6 milioni di auto, «il minimo richiesto per essere un global player competitivo». Con il progetto "Fabbrica Italia", il gruppo Fiat prevede di raddoppiare la produzione di auto in Italia, portandola dalle 650.000 unità del 2009 a 1,4 milioni di auto nel 2014, oltre a 250mila veicoli commerciali. Secondo i piani presentati da Marchionne, il 65% della produzione verrà esportato, contro il 40% del 2009. Entro il 2012, inoltre, l'Alfa Romeo sarà negli Usa, forse con una spider.
IMPIANTI E MODELLO DI PRODUZIONE - Per arrivare a queste cifre Fiat chiede d'altro canto la piena utilizzazione degli impianti, il rigoroso contenimento del costo del lavoro, la flessibilità nella risposta ai bisogni del mercato, l'accesso a periodi temporanei di messa a riposo durante la fase di industrializzazione. Si tratta «di un nuovo modello di lavoro basato su un impegno congiunto per il futuro. Ci vogliono almeno 4 anni per tornare ai livelli della domanda sul mercato europeo uguali al 2007. Questo significa che è necessario trovare una migliore integrazione tra Fiat e Chrysler per utilizzare al meglio le loro organizzazioni produttive e per i loro prodotti» ha poi aggiunto Marchionne. «Quello dell'auto - ha spiegato successivamente - è un business in cui i margini sono minimi. Occorre quindi fare massa critica. Senza Chrysler il futuro di Fiat sarebbe stato quello di un attore marginale sulla scena economica». Le prospettive: nel 2014 i ricavi della 'nuova Fiat' comprensiva del contributo della Chrysler sono stimati in 104 miliardi e il margine di gestione si prevede arriverà all'8%.
OCCUPAZIONE E ACCORDI SINDACALI - «I sei stabilimenti Fiat italiani hanno funzionato ben al di sotto della loro capacità» ha detto poi Marchionne che sempre nel corso dell'investor day ha preannunciato «misure correttive». «Se continuiamo a lavorare così in sotto capacità non siamo sostenibili. Ci vogliono misure correttive. Dobbiamo ristrutturare la base industriale che ci consenta di raggiungere livelli ottimali in ogni stabilimento». «Gli accordi sindacali non sono più adeguati, dobbiamo ridefinirli» ha detto ancora Marchionne.
SCORPORO - A proposito dello scorporo delle controllate industriali del gruppo Fiat, l'ad ha spiegato che «non ci sono significativi ostacoli» di natura finanziaria. Secondo quanto ha affermato Marchionne, lo scorporo sarà fiscalmente neutrale e non darà luogo al diritto di recesso da parte degli azionisti. «Tecnicamente - ha spiegato - si tratterà di una scissione parziale proporzionale, e la nuova 'Fiat Industrial' avrà le stesse tre classi di azioni della Fiat. Ogni azionista avrà una azione FI per ogni azione detenuta».
I CONTI - In precedenza in una nota il colosso automobilistico torinese aveva reso noti i conti del primo trimestre 2010. L'utile della gestione ordinaria del gruppo Fiat ha raggiunto i 352 milioni di euro rispetto alla perdita di 48 milioni di euro dello stesso periodo 2009, con oltre la metà del risultato determinato dai business delle automobili. Il risultato netto di Fiat nel primo trimestre 2010 è prossimo al pareggio (perdita di 21 milioni di euro rispetto alla perdita di 411 milioni di euro del primo trimestre 2009). I ricavi, pari a 12,9 miliardi di euro, sono aumentati del 14,7% rispetto al primo trimestre 2009, con Fiat Group Automobiles che ha conseguito un incremento del 22,1%. Fiat Group Automobiles ha registrato un utile della gestione ordinaria di 153 milioni di euro a fronte della perdita di 30 milioni di euro del primo trimestre 2009, «Per effetto - spiega in una nota la casa torinese - di volumi significativamente più elevati e di un miglior mix delle vendite, grazie al maggior contributo dei veicoli commerciali leggeri». La controllata Cnh ha invece registrato un utile della gestione ordinaria di 127 milioni di euro (49 milioni di euro nel primo trimestre 2009), Iveco di 3 milioni di euro (perdita di 12 milioni di euro nel primo trimestre 2009). I risultati del gruppo Fiat nel primo trimestre rappresentano «un primo passo nel lungo percorso che abbiamo di fronte a noi» ha commentato Marchionne, sottolineando che «i costi sono sotto controllo, la liquidità resta forte». La collaborazione con Chrysler continua, ha aggiunto il manager, per il quale «anche Iveco ha registrato una ripresa», anche se le difficoltà del mercato restano. Quanto al risultato netto, «siamo arrivati quasi al breakeven».
INDEBITAMENTO - L'indebitamento netto industriale del gruppo Fiat è infatti pari a 4,7 miliardi di euro, di poco superiore ai 4,4 miliardi di euro di fine 2009 «per effetto dell'aumento stagionale del capitale di funzionamento». La liquidità è rimasta forte a 11,2 miliardi di euro (12,4 miliardi di euro a fine 2009), nonostante il rimborso, nel corso del trimestre, di un prestito obbligazionario di un miliardo di euro. «Il Gruppo - spiega ancora la nota della casa automobilistica torinese - continuerà ad implementare le rigorose azioni di contenimento dei costi iniziate tempestivamente nell'ultima parte del 2008. Per i programmi di investimento è prevista una crescita nei confronti dei livelli anomali e particolarmente bassi del 2009, con il ripristino di un livello di investimenti normalizzato per tutti i settori, in aumento del 30-35% rispetto al 2009. Gli obiettivi per l'anno in corso sono confermati: ricavi superiori a 50 miliardi; utile della gestione ordinaria tra 1,1 e 1,2 miliardi; risultato netto vicino al break-even; indebitamento netto industriale superiore ai 5 miliardi. La Fiat disporrà comunque di risorse più che adeguate per una transizione a quello che ci si aspetta essere un contesto di mercato normalizzato nel 2011 e negli anni successivi. Lavorando per il conseguimento degli obiettivi, il Gruppo Fiat continuerà a implementare la strategia di alleanze mirate, al fine di ottimizzare gli impegni di capitale e ridurre i rischi».
CHRYSLER - Positivi anche i risultati del gruppo Chrysler (controllato da Fiat) che ha chiuso il primo trimestre del 2010 con un utile operativo di 143 milioni di dollari, contro una perdita di 297 milioni nel quarto trimestre 2009. I ricavi sono passati da 9,434 a 9,687 miliardi di dollari, le perdite sono scese da 2,691 miliardi a 197 milioni. In crescita anche le quote di mercato, che passano dall'8,1% (nel quarto trimestre 2009) al 9,1% sul mercato Usa, e dall'11,6% al 13,7% sul mercato canadese. Il cash flow sale da 5,9 a 7,4 miliardi, la liquidità totale da 8,3 a 9,8 miliardi.
Redazione online
21 aprile 2010