RADUNO DEI RADUNI: vi racconto come è andata
L?evento si è svolto in due fasi: a Corte Olona in un megaparcheggio le auto dei partecipanti erano disposte in file parallele secondo la marca.
Ogni macchina è stata identificata da un numero apposto come adesivo sul parabrezza: io essendo arrivato in aereo avevo una KIA CEE'D GPL credo 1.6 messami a disposizione dalla KIA Italia.
Per la KIA oltre a 3 cee'd c?erano un gruppo di SUV Sorento e poi qualche Soul (forse concessionari di zona?) e la Venga dei responsabili della KIA Italia
A chiamata, le auto di ogni marca hanno svolto la prova di abilità, consistente nel percorrere un tratto di 24 metri in 10 secondi (velocità inferiore a 9 km/h): ogni auto è stata cronometrata ed è stata redatta una classifica (comunicata poi a Vairano), in cui i primi classificati sono stati coloro che hanno fatto il percorso con una differenza di pochissimi centesimi di secondo dal tempo stabilito
Conclusa la prova, in serpentone ci siamo diretti alla pista Vairano percorrendo circa 30 km nelle stradine della campagna pavese e lodigiana
Arrivati in pista, hanno fatto disporre le auto a spina di pesce sui due lati del rettilineo del circuito, formando due ali di circa 500 macchine per ogni lato
Foto di rito e poi passeggiata lungo il circuito per fotografare le auto più particolari: io sono stato attratto da una Lancia Flaminia (anni 60 credo), da una Citroen Maserati (anni 70) tricolore con un semirimorchio, alcune 2 cv allestite per il drifting nel fango (una corsa fatta tutta di traversi e derapate), alcune VW (anni 60) del preparatore tedesco Karmann carrozzate Ghia, un auto inglese (Ginetta) fatta completamente di alluminio, posta a fianco di una Bianchina rossa decappottabile (i più giovani la chiamano l?auto di Fantozzi), un paio di Jaguar Sovereign (anni 60 ? 70), di quelle vere ? mentre quelle di oggi sono Mondeo impupazzate
Dopo questa passeggiata, siamo entrati nel QR Village, allestito in una vecchia risiera adiacente al circuito: da una parte erano esposte alcuni pezzi pregiati del museo di QR risalenti agli anni 20 ? 30 (particolare attenzione ho prestato ad una Isotta Fraschini, ad una Rolls, ad una Alfa ed ad una macchina elettrica americana dei primi anni 20 molto simile ad una Ford T
Nello spiazzo della risiera c?era una mongolfiera rossa ancorata a terra che si sollevava di una 20ina di metri per mostrare a chi fosse interessato la vista dall?alto dell?evento
In vari punti c?erano stand con mercatini di cose curiose legate all?auto, oltre ad esposizione di auto particolari portate da alcune marche: di particolare interesse la Mercedes SL AMG 63, più nota come Safety Car della Formula 1, che si caratterizza oltre che per il motore V8 da 6300 cc, per l?apertura delle porte ad ali di gabbiano, come sulla 500 SL ?vera?, quella di inizio anni 60
Pranzo in linea con l?ambientazione nella risiera, cioè che ha ricordato quello delle mondine di Riso Amaro (film cult di inizio anni 50), sia perché ospitato proprio nello spazio mensa delle mondine, sia per la tipologia dello stesso (2 panini ovvero una mini porzione di lasagna o di riso all?insalata con un panino)
Dopo pranzo, ancora a curiosare in giro prima che alle 14.30 si aprissero le porte del circuito per il tanto atteso giro di pista
Il giro si è svolto su una parte della pista c.d. ?circuito handling? che è tutto un susseguirsi di curve a diverso raggio e chicane, praticamente senza un rettilineo: a gruppi di una decina di macchine siamo entrati in circuito seguendo la safety car che dava il ritmo
Io dopo un paio di curve ho preferito staccarmi da chi mi precedeva e tenere il mio ritmo poiché non conoscevo il circuito nè le condizioni della macchina; alle mie spalle seguiva Willy. A metà circuito, due sboroni con una Impreza ed una Porsche hanno fatto i fenomeni per superarci in una staccata: vi assicuro che non è piacevole stare a bordo di una macchina che non è la tua, ritrovarsi in una pista che non conosci con gente che non sai chi è, che ti vuole superare: devi controllare la strada e lo specchietto per vedere dove ti vogliono passare e il rischio di errore è dietro l?angolo.
Io in queste condizioni non me la sono sentita di andare oltre un giro ed ho ?passato?
---
Questa esperienza si è rivelata nel complesso abbastanza interessante e offre spunti di riflessione utili per il futuro:
1) organizzare un evento in pista per un club come il nostro può essere un?iniziativa da valutare per il futuro, ma a patto di avere un tempo ed uno spazio riservato in cui giriamo solo tra persone che si conoscono e non vogliono fare i fenomeni della domenica
2) partecipare ad una eventuale seconda edizione di questo raduno dei raduni comporta essere consapevoli del fatto che ci sono delle file e delle code da fare che mogli e figli al seguito potrebbero non gradire
3) un conto è stare insieme ad un gruppo di persone che si conoscono e con le quali ci si ritrova per un pranzo, altro è stare in mezzo ad un migliaio di sconosciuti con i quali non si ha nulla in comune, tranne il fatto di essere appassionati di auto. Per fare un paragone, la differenza è tra vedersi una partita con gli amici a casa o al bar e andare allo stadio: sono cose completamente diverse
---
In conclusione: se ricapitasse, non credo che, per come sono fatto io, rifarei la scelta di perdermi un raduno "nostro" per un evento del genere