Per la Cnn il presidente come Gary Cooper dà una prova di forza che prelude al salvataggio della General Motors
WASHINGTON ? Due cose colpiscono nel discorso di Obama: la fiducia da lui riposta nella Fiat, salvatrice della Chrysler, e la denuncia degli speculatori, gli hedge funds e altri gruppi d?investimento, che non hanno accettato i sacrifici da lui richiesti. Il presidente ha descritto la casa torinese come una grande compagnia internazionale all'avanguardia delle tecnologie: «tecnologie che trasferirà per un valore di miliardi di dollari» alla casa di Detroit, e produrrà vetture negli Stati Uniti. E si è scagliato contro i fondi ad alto rischio che hanno costretto la Chrysler a dichiarare bancarotta, nella vana speranza di ottenere di più per i prestiti da loro concessi.
IL FILM - Secondo la Cnn, questo di Obama è stato un «Mezzogiorno di fuoco», da un celebre film western con Gary Cooper che racconta la storia di uno sceriffo che da solo libera la sua città da una banda di fuorilegge. Una prova di forza decisiva, che prelude a un altro salvataggio, quello della General Motors, tra un mese esatto. Il presidente ha assicurato che la bancarotta della Chyrsler sarà «rapida e ordinata» ? da 30 a 60 giorni davanti al tribunale federale di New York ? e darà il via «alla sua partnership sostenibile e con grandi possibilità di successo con la Fiat». Lo Stato, che figurerà nel nuovo Consiglio d?amministrazione, è pronto a stanziare altri 8 miliardi di dollari, in aggiunta ai 4 precedenti.
RINASCITA - E? chiaro che dalla fusione tra un?icona dell?auto Usa e l'icona dell?auto italiana Obama si aspetta una rinascita dell?intera industria americana, con macchine avanzate e a basso consumo capaci di competere in tutto il mondo. Una scommessa sia per lui sia per Marchionne, l?architetto del rilancio della Fiat, a cui probabilmente verrà affidata la Chrysler. Ma il presidente si aspetta ancora di più: uno stile di lavoro, di rapporti tra managment e sindacato che siano un modello per la General Motors, e che non solo mantenga gli attuali 30 mila posti di lavoro ma che li aumenti. Ai contribuenti Usa Obama ha anche garantito che i soldi da loro versati alla Chrysler verranno restituiti prima che la Fiat divenga l?azionista di riferimento. Senza dubbio, il tribunale di New York non boicotterà lo sceriffo che riporta ordine a Detroit. Gli speculatori che, a differenza delle grandi banche, non hanno voluto perdere il 68 per cento dei prestiti, non saranno privilegiati vis a vis a tutti gli altri che si sono addossati un sacrificio enorme. Grazie anche alla Fiat, e alla Cerberus, l?odierna proprietaria della Chrysler, e alla Daimler, la precedente, che hanno rinunciato alla loro parte, la task force della auto di Obama ha oggi gettato le basi per la ripresa dell'economia americana. Wall Street è ancora nei guai, la crisi non verrà sicuramente superata quest?anno, ma Main street, il Paese reale, che produce, può incominciare a sperare nel futuro.
WASHINGTON ? Due cose colpiscono nel discorso di Obama: la fiducia da lui riposta nella Fiat, salvatrice della Chrysler, e la denuncia degli speculatori, gli hedge funds e altri gruppi d?investimento, che non hanno accettato i sacrifici da lui richiesti. Il presidente ha descritto la casa torinese come una grande compagnia internazionale all'avanguardia delle tecnologie: «tecnologie che trasferirà per un valore di miliardi di dollari» alla casa di Detroit, e produrrà vetture negli Stati Uniti. E si è scagliato contro i fondi ad alto rischio che hanno costretto la Chrysler a dichiarare bancarotta, nella vana speranza di ottenere di più per i prestiti da loro concessi.
IL FILM - Secondo la Cnn, questo di Obama è stato un «Mezzogiorno di fuoco», da un celebre film western con Gary Cooper che racconta la storia di uno sceriffo che da solo libera la sua città da una banda di fuorilegge. Una prova di forza decisiva, che prelude a un altro salvataggio, quello della General Motors, tra un mese esatto. Il presidente ha assicurato che la bancarotta della Chyrsler sarà «rapida e ordinata» ? da 30 a 60 giorni davanti al tribunale federale di New York ? e darà il via «alla sua partnership sostenibile e con grandi possibilità di successo con la Fiat». Lo Stato, che figurerà nel nuovo Consiglio d?amministrazione, è pronto a stanziare altri 8 miliardi di dollari, in aggiunta ai 4 precedenti.
RINASCITA - E? chiaro che dalla fusione tra un?icona dell?auto Usa e l'icona dell?auto italiana Obama si aspetta una rinascita dell?intera industria americana, con macchine avanzate e a basso consumo capaci di competere in tutto il mondo. Una scommessa sia per lui sia per Marchionne, l?architetto del rilancio della Fiat, a cui probabilmente verrà affidata la Chrysler. Ma il presidente si aspetta ancora di più: uno stile di lavoro, di rapporti tra managment e sindacato che siano un modello per la General Motors, e che non solo mantenga gli attuali 30 mila posti di lavoro ma che li aumenti. Ai contribuenti Usa Obama ha anche garantito che i soldi da loro versati alla Chrysler verranno restituiti prima che la Fiat divenga l?azionista di riferimento. Senza dubbio, il tribunale di New York non boicotterà lo sceriffo che riporta ordine a Detroit. Gli speculatori che, a differenza delle grandi banche, non hanno voluto perdere il 68 per cento dei prestiti, non saranno privilegiati vis a vis a tutti gli altri che si sono addossati un sacrificio enorme. Grazie anche alla Fiat, e alla Cerberus, l?odierna proprietaria della Chrysler, e alla Daimler, la precedente, che hanno rinunciato alla loro parte, la task force della auto di Obama ha oggi gettato le basi per la ripresa dell'economia americana. Wall Street è ancora nei guai, la crisi non verrà sicuramente superata quest?anno, ma Main street, il Paese reale, che produce, può incominciare a sperare nel futuro.