Banana Republic
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EDITORIALE
I silenzi del premier
di EZIO MAURO
Sarebbe bene che il Presidente del Consiglio uscisse dall'imbarazzo del suo silenzio ogni giorno più grave per dire la verità sullo scandalo della Protezione Civile davanti al Parlamento e al Paese, assumendosi una responsabilità politica che a questo punto lo riguarda direttamente insieme con il dominus di Palazzo Chigi, Gianni Letta. Non c'è più soltanto la gelatina di Stato di una corruzione che scambia appalti con favori, lucrando sulle deroghe dalla legge e dai controlli previste per l'emergenza. Qui si profila un sistema che riduce lo Stato a partner delle imprese costruttrici, trasformando le sciagure nazionali in "torta" miliardaria e garantita. Con la presenza della camorra e con i soliti miserabili parassiti pubblici di contorno, funzionari, magistrati, dirigenti, grand commis e persino un giudice della Consulta.
Tutto ciò, purtroppo, riguarda anche il disastro dell'Aquila come rivelano le carte processuali. Un disastro scelto come teatro spettacolare del leaderismo carismatico e populista che interpreta le emozioni nazionali riscattandole nell'ideologia "del fare". Ecco cosa nasconde quel "fare". Un sistema di abusi di Stato, garantito direttamente da Palazzo Chigi, che genera extra legem la corruzione, se non ne fa parte, sulla pelle delle popolazioni colpite dalla sciagura. Oggi, in questo quadro, si capiscono le risate degli impresari, la notte del terremoto: sapevano che questo modo politico di "fare" li garantiva, nonostante l'improvvida smentita di Letta.
La deroga permanente della Protezione Civile rappresenta il prototipo di un modello di potere, di governo e di istituzioni che il premier prepara per se stesso: oggi quel modello precipita nella vergogna. L'uomo del "fare" non può più tacere. Lo scandalo Bertolaso è ormai lo scandalo Berlusconi.
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EDITORIALE
I silenzi del premier
di EZIO MAURO
Sarebbe bene che il Presidente del Consiglio uscisse dall'imbarazzo del suo silenzio ogni giorno più grave per dire la verità sullo scandalo della Protezione Civile davanti al Parlamento e al Paese, assumendosi una responsabilità politica che a questo punto lo riguarda direttamente insieme con il dominus di Palazzo Chigi, Gianni Letta. Non c'è più soltanto la gelatina di Stato di una corruzione che scambia appalti con favori, lucrando sulle deroghe dalla legge e dai controlli previste per l'emergenza. Qui si profila un sistema che riduce lo Stato a partner delle imprese costruttrici, trasformando le sciagure nazionali in "torta" miliardaria e garantita. Con la presenza della camorra e con i soliti miserabili parassiti pubblici di contorno, funzionari, magistrati, dirigenti, grand commis e persino un giudice della Consulta.
Tutto ciò, purtroppo, riguarda anche il disastro dell'Aquila come rivelano le carte processuali. Un disastro scelto come teatro spettacolare del leaderismo carismatico e populista che interpreta le emozioni nazionali riscattandole nell'ideologia "del fare". Ecco cosa nasconde quel "fare". Un sistema di abusi di Stato, garantito direttamente da Palazzo Chigi, che genera extra legem la corruzione, se non ne fa parte, sulla pelle delle popolazioni colpite dalla sciagura. Oggi, in questo quadro, si capiscono le risate degli impresari, la notte del terremoto: sapevano che questo modo politico di "fare" li garantiva, nonostante l'improvvida smentita di Letta.
La deroga permanente della Protezione Civile rappresenta il prototipo di un modello di potere, di governo e di istituzioni che il premier prepara per se stesso: oggi quel modello precipita nella vergogna. L'uomo del "fare" non può più tacere. Lo scandalo Bertolaso è ormai lo scandalo Berlusconi.