Approfittando del giorno festivo, sto seguendo Geo su Rai 3; ancora una volta protagonista è un piccolo, bellissimo, borgo: Bovino, sito fra Puglia e Campania.
Quando questo capita non posso che chiedermi sempre che destino hanno o avranno queste piccole grandi realtà, che poi, nelle loro diversità, rappresentano sicuramente una delle principali ricchezze del nostro Paese; e non nascondo che mi piglia un misto di tristezza e preoccupazione per la sorte cui questi mondi, infratempi, immobili e quasi sepolti nel passare degli anni, sembrano irrimediabilmente andare incontro.
Cosa si potrebbe fare: ripopolarli, magari grazie alla diffusione dello smart working, promuoverli in maniera più consistente dal punto di vista turistico, ritornare (cosa in parte già in atto....) a un'economia più legata al territorio, mettere insomma in atto tutti quei meccanismi che possano limitare e poi magari invertire, la fuga dei nostri giovani da questi piccoli paradisi, lontani però dalle loro necessità lavorative, sociali e comunicative?
Non ci si può rassegnare a una deriva costantemente negativa, le attrattive per richiamare investimenti e interesse in favore di questo nostro atout possono essere molteplici, basta volerlo, soprattutto ovviamente dal punto di vista politico, sono le peculiarità a determinare il successo, in ogni campo, non certo l'omologazione totale a modelli esistenziali e lavorativi globali, spesso in attrito con le piccole realtà..
Saluti cordiali
Quando questo capita non posso che chiedermi sempre che destino hanno o avranno queste piccole grandi realtà, che poi, nelle loro diversità, rappresentano sicuramente una delle principali ricchezze del nostro Paese; e non nascondo che mi piglia un misto di tristezza e preoccupazione per la sorte cui questi mondi, infratempi, immobili e quasi sepolti nel passare degli anni, sembrano irrimediabilmente andare incontro.
Cosa si potrebbe fare: ripopolarli, magari grazie alla diffusione dello smart working, promuoverli in maniera più consistente dal punto di vista turistico, ritornare (cosa in parte già in atto....) a un'economia più legata al territorio, mettere insomma in atto tutti quei meccanismi che possano limitare e poi magari invertire, la fuga dei nostri giovani da questi piccoli paradisi, lontani però dalle loro necessità lavorative, sociali e comunicative?
Non ci si può rassegnare a una deriva costantemente negativa, le attrattive per richiamare investimenti e interesse in favore di questo nostro atout possono essere molteplici, basta volerlo, soprattutto ovviamente dal punto di vista politico, sono le peculiarità a determinare il successo, in ogni campo, non certo l'omologazione totale a modelli esistenziali e lavorativi globali, spesso in attrito con le piccole realtà..
Saluti cordiali