La Fiat Barchetta quest'anno compie 30 anni. Quattroruote di febbraio (che stranamente mi è arrivato ieri...) ha pubblicato un articolo di 4 pagine. Spero che Youngtimer o Ruoteclassiche ne pubblichino uno più lungo perchè la vettura lo merita. Ne furono prodotti ben 60.000 esemplari circa.
A me è sempre piaciuta molto, sia per la linea, sia per gli interni, sia per il motore Pratola Serra bialbero 16 valvole 1.747, da 130 cv, e sia infine per le piccole dimensioni e quindi la leggerezza della macchina, che pesava appunto circa 1.000 kg, davvero poco, con 130 cv di potenza. Mi piacerebbe averne una, soprattutto in estate...
Foto Quattroruote.it
Articolo di Ruoteclassiche.it:
ruoteclassiche.quattroruote.it
<Quando, nel febbraio 1995, la Fiat presenta alla stampa la barchetta, il mercato delle piccole spider è in piena ebollizione e tutte o quasi le Case automobilistiche stanno mettendo in campo le loro proposte per inseguire la capostipite di questa “new wave”, ovvero la Mazda MX-5. Fortemente voluta da Paolo Cantarella, la Fiat barchetta (rigorosamente in minuscolo), scende a qualche compromesso meccanico per sfruttare le sinergie industriali, ma in quanto a design (la firma è di Andreas Zapatinas) convince subito, anche grazie un florilegio di ottime citazioni.
Dettagli storici. La più evidente e caratteristica è la maniglia “a bacchetta” per aprire le portiere, omaggio alla Cisitalia 202, mentre i fari carenati sono un classico anni 50-60 visto su molte Ferrari: a una in particolare, la 166 MM (la prima vera “barchetta” della storia), si riferisce la venatura che corre lungo tutta la fiancata. Le dimensioni sono compatte, meno di 4 metri, con un ridottissimo sbalzo posteriore che si contrappone al frontale che evoca la prua di un motoscafo, mentre la capote è nascosta da un apposito coperchio a filo carrozzeria.
Base tecnica Fiat. Anche l’abitacolo, sportivo e avvolgente, riprende alcune intuizioni già proposte sulla Coupé, ovvero i pannelli in colore carrozzeria che danno un’impronta sportiva a un’auto che, meccanicamente, prende ispirazione da telaio e meccanica della Punto, con il passo accorciato, pur se arricchita da diverse modifiche, per via della maggiori prestazioni. Ne consegue anche la trazione anteriore - soluzione, quindi, più "normale" rispetto a quella della Mazda "Miata" - abbinata a un motore brillante, ovvero il quattro cilindri da 1.747 cm3, 16 valvole e 130 CV, con variatore di fase. Il peso a vuoto è di 1.060 kg e le prestazioni, con uno scatto da 0 a 100 in 8,7 secondi e una velocità massima di 200 km/h, in linea con le rivali. La leggerezza però poteva compensare solo in parte una distribuzione dei pesi inevitabilmente sbilanciata sull’avantreno e quindi portatrice di sottosterzo, così come il cambio dai rapporti troppo lunghi non favoriva del tutto la guida sportiva.
Non proprio di nicchia. Della barchetta vengono venduti circa 60 mila esemplari....>
A me è sempre piaciuta molto, sia per la linea, sia per gli interni, sia per il motore Pratola Serra bialbero 16 valvole 1.747, da 130 cv, e sia infine per le piccole dimensioni e quindi la leggerezza della macchina, che pesava appunto circa 1.000 kg, davvero poco, con 130 cv di potenza. Mi piacerebbe averne una, soprattutto in estate...
Foto Quattroruote.it

Articolo di Ruoteclassiche.it:

La Fiat barchetta compie 30 anni - Ruoteclassiche
Nonostante scelte meccaniche obbligate, la biposto torinese conquista molti appassionati e rimane in produzione per oltre un decennio Nonostante scelte meccaniche obbligate, la biposto torinese conquista molti appassionati e rimane in produzione per oltre un decennio



<Quando, nel febbraio 1995, la Fiat presenta alla stampa la barchetta, il mercato delle piccole spider è in piena ebollizione e tutte o quasi le Case automobilistiche stanno mettendo in campo le loro proposte per inseguire la capostipite di questa “new wave”, ovvero la Mazda MX-5. Fortemente voluta da Paolo Cantarella, la Fiat barchetta (rigorosamente in minuscolo), scende a qualche compromesso meccanico per sfruttare le sinergie industriali, ma in quanto a design (la firma è di Andreas Zapatinas) convince subito, anche grazie un florilegio di ottime citazioni.
Dettagli storici. La più evidente e caratteristica è la maniglia “a bacchetta” per aprire le portiere, omaggio alla Cisitalia 202, mentre i fari carenati sono un classico anni 50-60 visto su molte Ferrari: a una in particolare, la 166 MM (la prima vera “barchetta” della storia), si riferisce la venatura che corre lungo tutta la fiancata. Le dimensioni sono compatte, meno di 4 metri, con un ridottissimo sbalzo posteriore che si contrappone al frontale che evoca la prua di un motoscafo, mentre la capote è nascosta da un apposito coperchio a filo carrozzeria.
Base tecnica Fiat. Anche l’abitacolo, sportivo e avvolgente, riprende alcune intuizioni già proposte sulla Coupé, ovvero i pannelli in colore carrozzeria che danno un’impronta sportiva a un’auto che, meccanicamente, prende ispirazione da telaio e meccanica della Punto, con il passo accorciato, pur se arricchita da diverse modifiche, per via della maggiori prestazioni. Ne consegue anche la trazione anteriore - soluzione, quindi, più "normale" rispetto a quella della Mazda "Miata" - abbinata a un motore brillante, ovvero il quattro cilindri da 1.747 cm3, 16 valvole e 130 CV, con variatore di fase. Il peso a vuoto è di 1.060 kg e le prestazioni, con uno scatto da 0 a 100 in 8,7 secondi e una velocità massima di 200 km/h, in linea con le rivali. La leggerezza però poteva compensare solo in parte una distribuzione dei pesi inevitabilmente sbilanciata sull’avantreno e quindi portatrice di sottosterzo, così come il cambio dai rapporti troppo lunghi non favoriva del tutto la guida sportiva.
Non proprio di nicchia. Della barchetta vengono venduti circa 60 mila esemplari....>
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