alexmed
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Giulietta, la madre di tutte le berline <<vitaminizzate>>
1955.
Una tecnica sofisticata derivata dalle corse. Un giornale Usa scrisse che la tenuta di strada era <<al di sopra di quanto finora concepibile>>.
Se la 600 era il punto di arrivo sociale della "working class" italica, l'Alfa Romeo Giulietta (nome d'ispirazione shakespiriana ideato dalla moglie del poeta Leonardo Sinigalli, consulente d'immagine della Casa) era il sogno della borghesia metropolitana, che evidentemente proiettava nella berlina milanese le proprie suggestioni di scalata sociale. Fatto curioso - e alquanto raro nell'industria dell'automobile - la quattro porte (lanciata nell'aprile del 1955 al salone di Torino) venne preceduta di un anno dalla versione coupé Sprint. L'apripista funzionò benissimo e fu una salutare anteprima per la berlina, che ebbe un successo immediato (e forse inatteso): il direttore generale dell'epoca, Franco Quaroni, ricorda come "nei primi giorni della presentzione avevamo già raccolto prenotazioni per 20.000 vetture". Numeri importanti, considerando un prezzo di listino di 1.396.000 lire su strada. Che a ben vedere non era neppure tanto, rispetto alle concorrenti: una Fiat 1100-103 TV costava 1.125.000 lire e fra le due non c'era storia. Anzi, a dirla tutta, la Giulietta non aveva proprio concorrenti. Ricorda sempre Quaroni:<< La nostra macchina era qualcosa che andava al di là di tutto quello che c'era sul mercato, nella stessa categoria. I tedeschi producevano ancora modelli d'anteguerra; gli inglesi erano conservatori; i francesi costruivano ottime auto, però in segmenti inferiori o molto superiori>>. Era, la Giulietta, il primo esempio di berlina veramente sportiva, con un rotondo motore bialbero che garantiva prestazioni assolutamente straordinarie per l'epoca: il 1300 da 53cv spingeva la vettura alla favolosa soglia dei 140 orari. Negli anni arriveranno poi la gloriosa TI da 75cv e 155 km/h, oltre alle tante versioni granturismo: il computo totale segnerà, dopo undici anni di produzione, un totale di 175.000 Giulietta costruite. Al di là dei numeri, la berlina rappresentò un vero fenomeno di costume e contribuì in modo decisivo al riscatto tecnologico dell'Italia tutta, il cui parco automobilistico in quegli anni crebbe rapidamente da 860.000 a 5 milioni di vetture. E non fu un caso se fu proprio "lei" a sancire la nascita di Quattroruote.
PREGI
Prestazioni eccellenti
Guidabilità
DIFETTI
Finiture interne
Elevato rollio in curva
Dati del costruttore
1290 cm3
4 cilindri in linea
53 CV a 5000 giri/min
9,5 kgm a 3000 giri/min
trazione posteriore
raffreddamento ad acqua
4 marce, comando a leva sotto il volante
vel. max 140 km/h
sospensioni anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido
lungh. x largh. x alt. 3,99 x 1,56 x 1,41
massa 890 kg
lire 1.396.000 (1955)
Retrospettiva: 1955: l'Italia sale in auto, Febbraio 2005 Quattroruote n°592
1955.
Una tecnica sofisticata derivata dalle corse. Un giornale Usa scrisse che la tenuta di strada era <<al di sopra di quanto finora concepibile>>.
Se la 600 era il punto di arrivo sociale della "working class" italica, l'Alfa Romeo Giulietta (nome d'ispirazione shakespiriana ideato dalla moglie del poeta Leonardo Sinigalli, consulente d'immagine della Casa) era il sogno della borghesia metropolitana, che evidentemente proiettava nella berlina milanese le proprie suggestioni di scalata sociale. Fatto curioso - e alquanto raro nell'industria dell'automobile - la quattro porte (lanciata nell'aprile del 1955 al salone di Torino) venne preceduta di un anno dalla versione coupé Sprint. L'apripista funzionò benissimo e fu una salutare anteprima per la berlina, che ebbe un successo immediato (e forse inatteso): il direttore generale dell'epoca, Franco Quaroni, ricorda come "nei primi giorni della presentzione avevamo già raccolto prenotazioni per 20.000 vetture". Numeri importanti, considerando un prezzo di listino di 1.396.000 lire su strada. Che a ben vedere non era neppure tanto, rispetto alle concorrenti: una Fiat 1100-103 TV costava 1.125.000 lire e fra le due non c'era storia. Anzi, a dirla tutta, la Giulietta non aveva proprio concorrenti. Ricorda sempre Quaroni:<< La nostra macchina era qualcosa che andava al di là di tutto quello che c'era sul mercato, nella stessa categoria. I tedeschi producevano ancora modelli d'anteguerra; gli inglesi erano conservatori; i francesi costruivano ottime auto, però in segmenti inferiori o molto superiori>>. Era, la Giulietta, il primo esempio di berlina veramente sportiva, con un rotondo motore bialbero che garantiva prestazioni assolutamente straordinarie per l'epoca: il 1300 da 53cv spingeva la vettura alla favolosa soglia dei 140 orari. Negli anni arriveranno poi la gloriosa TI da 75cv e 155 km/h, oltre alle tante versioni granturismo: il computo totale segnerà, dopo undici anni di produzione, un totale di 175.000 Giulietta costruite. Al di là dei numeri, la berlina rappresentò un vero fenomeno di costume e contribuì in modo decisivo al riscatto tecnologico dell'Italia tutta, il cui parco automobilistico in quegli anni crebbe rapidamente da 860.000 a 5 milioni di vetture. E non fu un caso se fu proprio "lei" a sancire la nascita di Quattroruote.
PREGI
Prestazioni eccellenti
Guidabilità
DIFETTI
Finiture interne
Elevato rollio in curva
Dati del costruttore
1290 cm3
4 cilindri in linea
53 CV a 5000 giri/min
9,5 kgm a 3000 giri/min
trazione posteriore
raffreddamento ad acqua
4 marce, comando a leva sotto il volante
vel. max 140 km/h
sospensioni anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido
lungh. x largh. x alt. 3,99 x 1,56 x 1,41
massa 890 kg
lire 1.396.000 (1955)
Retrospettiva: 1955: l'Italia sale in auto, Febbraio 2005 Quattroruote n°592