<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Giovani d'oggi | Il Forum di Quattroruote

Giovani d'oggi

Ho letto con interesse alcuni post scritti da 99Octane e a_gricolo, riguardanti recenti episodi di cronaca riguardanti ragazzi giovani. Da giovane ventitreenne, mi ritrovo a riflettere su molti comportmenti tenuti da molti miei coetanei, e, ancor di più, da molti di quelli che con un po' di superbia mi vien da chiamar "bocia", nella fascia tra i 15 e i 18 anni. Noto come tra loro ci sia un diffuso delirio di onnipotenza, un provare piacere per la trasgressione gratuita fine a sè stessa, un menefreghismo nei confronti degli altri, un disprezzo dei valori, un cercare la via più semplice ma non sempre più sicura per ottenere le cose (discoteche per il sesso, alcool o, peggio, droghe per l'incapacità di divertirsi altrimenti, speranza di partecipare ai reality per fama e denaro facili...) situazioni che, esasperate ed alimentate dai mezzi di comunicazione di massa, che garantiscono maggiore visibilità, degenerano negli episodi di cui sopra. Però, riflettendo, ho concluso che, senza nulla togliere alle loro indubbie colpe, la causa va anche a fattori esterni, esattamente alle condizioni in cui viviamo tutti quanti e che chi è giovane e meno "navigato", subisce in maniera più pesante. I particolare mi riferisco:

1) Alla Chiesa, secondo me una delle maggiori imputate; è una Chiesa che ha saputo innovarsi solo parlando di aborto, matrimoni omosessuali, politica: durante l'Omelia, il Sacerdote non fa quasi più cenno all'importanza che ha la Parrocchia, all'importanza per i bambini e gli adolescenti di passare del tempo libero in Oratorio, ambiente sano in cui crescere, dove ci si diverte (quante patite a pallone!) ma si imparan anche la Carità Cristiana, ossia l'aiutare gli altri.

2) Alla scuola, incapace di contrastare i genitori, una scuola che non è più in grado di impartire un' educazione, dove bocciare non è più un affronto allo scolaro, bensì ai genitori, una scuola dove l'alunno non viene responsabilizzato, dove è autorizzato a non studiare qualora ci siano due righe scritte dalla madre o dal padre sul diario, dove la punizione non è più una gogna ma un martirio, dove il programma ministeriale vale più della realtà che ci circonda (si veda per esempio come è "maltrattata" l'Educazione Civica), dove il voticino vale più della preparazione e la verifica della formazione.

3) La politica. Ormai non esiste dialogo, si preferisce parlare per "frasi incisive" (termine usato qualche giorno fa al TG, io la intendo come perifrasi per "insulti"), dove l'essere d'accordo tra due fazioni politiche implica un MA , un pensarla allo stesso modo ma in maniera diversa, dove l'avversario è un nemico, la violenza è un obbligo, il dialogo un disonore, dove l'iea si trasforma in dogma, dove non ci sono uomini ma membri di un partito.

4) La Tecnologia. Gli intrattenimenti tecnologici uccidono la capacità di stare con gli altri: chi è cresciuto giocando a nascondino (giocavamo a squadre su tutto il quartiere) le partite a pallone, il litigare, magari il mettersi le mani addosso, ma poi chiedersi scusa, tanto la partita è finita. Gli obiettivi del computer sono irreali, e fanno confondere la vita reale con quella virtuale: anche noi avevamo le nostre scommesse trasgressive, i nostri momenti di delinquenza giovanile, ma si trattava di suonare un campanello di una persona particolarmente irascibile e scappare, di rubare la biancheria dagli stendi panni (per poi restituirla qualche ora più tardi, dopo aver sentito lo sfogo della proprietaria), andare a pesca senza licenza o, al massimo, rubare le ciliegie o gli "amoli", ma sapevamo che uccidere una persona su Doom non è come farlo realmente.
 
Anche la maggioranza dei giovani d'oggi lo sa. E anche una volta c'erano giovani delinquenti veramente pericolosi. Solo, oggi le informazioni girano di piu'.
E se c'e' un malcostume piu' diffuso non lo vedo tanto come una colpa della tecnologia, che comunque offre nuove e piu' ampie possibilita' di socializzazione, con i rischi connessi e i limiti della diversa tecnologia).
Semmai e' colpa di un degradato sistema di valori morali che ammette tutto, tranne la severita'.
 
io credo che l'educazione inizia in casa, cosa oggi credo sia quasi inesistente, pur di non sentire si concede tutto.
prima non si rispondeva mai ad un genitore del tipo tu non capisci niente, non rompere ecc ....ne ho sentito di peggio.
poi la scuola anche li il rispetto e zero.
con questo non voglio fare il bacchettone o tornare all'inizio del secolo scorso dove i figli davano del voi ai genitori.
ma non è anche possibile dire che" tra padre e figlio" vi sia un rapporto come tra amici, non esiste io sono tuo padre tu sei mio figlio.
molti genitori dicono non voglio far mancare nulla a mio figlio solo perche i miei non me lo hanno potuto dare, è indubbio che tutti i genitori non vogliono far mancare nulla, ma neanche si puo dare tutto senza nulla in cambio, forse è piu semplice concedere per non sentirli. e trascuriamo il rispetto,
un esempio stupido ma efficace: a tavola un figlio ti dice mi dai ... opp. mi prendi ..., -- non puo essere, mi dici per favore mi..... se mai io ti posso dire prendi o dammi ... :!:
sara anche banale ...............

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EdoMC ha scritto:
...Noto come tra loro ci sia un diffuso delirio di onnipotenza, un provare piacere per la trasgressione gratuita fine a sé stessa, un menefreghismo nei confronti degli altri, un disprezzo dei valori, un cercare la via più semplice ma non sempre più sicura per ottenere le cose...
Purtroppo tutto ciò è molto diffuso non solo "tra loro", ma anche tra quelli che "bocia" non sono da tempo, per lo meno anagraficamente.

Basta pensare, tanto per fare un esempio in tema, al delirio di onnipotenza, al menefreghismo nei confronti del prossimo e al "cercare la via più semplice" di tutti coloro che chiedono, promuovono e impongono sulle strade l'introduzione di obblighi e divieti sempre più isterici e sanzioni sempre più grottesche, la costruzione di passaggi pedonali rialzati che impongono di fermarsi anche nella più totale assenza di pedoni, la realizzazione di rotatorie "di rallentamento" con relative arbitrarie gimcane che creano code e pericoli in precedenza inesistenti, la programmazione di semafori che costringano a soste totalmente insensate, l'allestimento di cantieri stradali senza il benché minimo riguardo nei confronti di chi deve circolare ecc. ecc.
Per non parlare delle recenti, illuminate sentenze secondo cui il guidatore di veicolo dovrebbe bloccarsi istantaneamente nel momento in cui un pedone nei pressi di un passaggio pedonale desse la vaga impressione di avere una mezza idea di valutare l'ipotesi di attraversare.

Per quanto riguarda il disprezzo dei valori basta pensare, sempre in riferimento alle strade, alle multe ecc., all'importanza che oggi viene data a valori come l'equità, la razionalità, la correttezza, la lealtà, il senso della misura.

Considerazioni del tutto analoghe si possono facilmente fare in altri ambiti (politica, religione, commercio, mercato del lavoro ecc.)
I giovani, come le spugne, non possono far altro che assorbire ciò in cui si trovano immersi. Forse noi "adulti", proprio perché tali, dovremmo saper puntare lo sguardo e la mente non solo sugli effetti ma anche (e di più) sulle cause. O no?
 
Grazie per le risposte. Riguardo alla tecnologia, sono il primo a dire che è un sussidio alla vita e al lavoro, ma sbagliato è spesso l'approcio ad essa: deve essere un ausilio, non l'obiettivo della vita. Per esempio, pensando a facebook, io lo uso per organizzare velocemente incontri con amici o colleghi, mentre certi ragazzi ne fanno una ragione di vita, devono avere un milione di amicizie, guai se l'amico ne ha di più. Molti giochi, invece, infondono un senso di violenza.

Quanto al delirio di onnipotenza delle istituzioni, secondo me è un po' diverso: qui è esercitare il potere unitamente ad un'ignoranza, legittima, in campo ingegneristico, una sorta di soluzione provvisoria, un aggiustare col fil di ferro.
 
secondo me il problema non è dei giovani, ma dei genitori e più in generale della generazione dei genitori.. parlo della fascia 40-60 enni.
non me lo so spiegare perchè imputo la responsabilità a loro, ma LORO non c'hanno (ho 26 anni e un po mi metto fra i giovani :D ) dato miti, ideali, valori. LORO non ci dedicano tempo, presi come sono da tutti gli impegni lavorativi e dalle pretese dei divertimenti facili.. ma quanto è peggio, ci hanno proposto, attraverso la politica, le istituzioni, le imprese, un mondo di disinteresse sociale, di menefrghismo, di approfittarsi delle circostanze..
come volete quindi che cresca un giovane oggi? personalmente penso che sono fin troppo bravi a fare quello che fanno..
 
quando ero piccolo .....anta anni fa..... la suora alle elementari faceva andare più le mani della penna.......ma guai a dirlo ai genitori, te ne davano altrettante dicendo:"se te le ha date è perchè te le meritavi" e giù ancora......mani sante....
 
Purtroppo la realta' e' che oggi la scuola e' estremamente carente dal punto di vista istruttivo, e totalmente mancante da quello educativo.
Quello che fai a casa come genitore, viene distrutto a scuola.
Lo vedo dalle sconsolate considerazioni di colleghi con figli.
Da professori pericolosamente interessati piu' a indottrinare politicamente i ragazzi che a dargli una cultura, a istituzioni totalmente incapaci di mantenere la disciplina, in cui persino il piu' attento e meticoloso alunno alla fine si rende conto che i suoi sforzi lo rendono solo il "fesso tra i furbi". Questo e' il messaggio che la nostra scuola comunica, purtroppo con grande efficacia.
 
99octane ha scritto:
...Quello che fai a casa come genitore, viene distrutto a scuola...
A me risulta che sia vero, altrettanto, pure il contrario.
Un tempo se un insegnante rimproverava un alunno e questo a casa se ne lamentava con la mamma, si sentiva rispondere "se sei stato rimproverato vuol dire che lo meritavi". In altre parole, il pargolo si sentiva in qualche modo "accerchiato", perché il genitore in prima battuta reagiva sempre convalidando la severità del docente, salvo poi parlare in privato con quest'ultimo eventualmente anche manifestando il proprio disappunto.
Oggi se un insegnante rimprovera o, peggio ancora, castiga in qualche modo un alunno, la cosa più probabile è che il giorno appresso il genitore si presenti inviperito, assieme al pargolo, minacciando denunce e pretendendo umili scuse. Se poi all'insegnante dovesse scappare qualche aggettivo di quelli che a tanti ragazzi farebbero solo bene, allora apriti cielo.

...si rende conto che i suoi sforzi lo rendono solo il "fesso tra i furbi". Questo e' il messaggio che la nostra scuola comunica...
Secondo me, appunto, questo messaggio viene comunicato anche dalla scuola, in quanto parte integrante di una società che ormai di tale messaggio è infarcita ad ogni livello. A cominciare, ci piaccia o meno, dalle famiglie e dai quotidiani esempi di ragionamento e soprattutto di comportamento che i giovani, sempre più svegli e precoci, hanno di fronte fin dalla più tenera infanzia: famiglia, televisione, pubblicità, computer, cellulare, domeniche al centro commerciale...
 
EdoMC ha scritto:
Ho letto con interesse alcuni post scritti da 99Octane e a_gricolo, riguardanti recenti episodi di cronaca riguardanti ragazzi giovani. Da giovane ventitreenne, mi ritrovo a riflettere su molti comportmenti tenuti da molti miei coetanei, e, ancor di più, da molti di quelli che con un po' di superbia mi vien da chiamar "bocia", nella fascia tra i 15 e i 18 anni. Noto come tra loro ci sia un diffuso delirio di onnipotenza, un provare piacere per la trasgressione gratuita fine a sè stessa, un menefreghismo nei confronti degli altri, un disprezzo dei valori, un cercare la via più semplice ma non sempre più sicura per ottenere le cose (discoteche per il sesso, alcool o, peggio, droghe per l'incapacità di divertirsi altrimenti, speranza di partecipare ai reality per fama e denaro facili...) situazioni che, esasperate ed alimentate dai mezzi di comunicazione di massa, che garantiscono maggiore visibilità, degenerano negli episodi di cui sopra. Però, riflettendo, ho concluso che, senza nulla togliere alle loro indubbie colpe, la causa va anche a fattori esterni, esattamente alle condizioni in cui viviamo tutti quanti e che chi è giovane e meno "navigato", subisce in maniera più pesante. I particolare mi riferisco:

1) Alla Chiesa, secondo me una delle maggiori imputate; è una Chiesa che ha saputo innovarsi solo parlando di aborto, matrimoni omosessuali, politica: durante l'Omelia, il Sacerdote non fa quasi più cenno all'importanza che ha la Parrocchia, all'importanza per i bambini e gli adolescenti di passare del tempo libero in Oratorio, ambiente sano in cui crescere, dove ci si diverte (quante patite a pallone!) ma si imparan anche la Carità Cristiana, ossia l'aiutare gli altri.

2) Alla scuola, incapace di contrastare i genitori, una scuola che non è più in grado di impartire un' educazione, dove bocciare non è più un affronto allo scolaro, bensì ai genitori, una scuola dove l'alunno non viene responsabilizzato, dove è autorizzato a non studiare qualora ci siano due righe scritte dalla madre o dal padre sul diario, dove la punizione non è più una gogna ma un martirio, dove il programma ministeriale vale più della realtà che ci circonda (si veda per esempio come è "maltrattata" l'Educazione Civica), dove il voticino vale più della preparazione e la verifica della formazione.

3) La politica. Ormai non esiste dialogo, si preferisce parlare per "frasi incisive" (termine usato qualche giorno fa al TG, io la intendo come perifrasi per "insulti"), dove l'essere d'accordo tra due fazioni politiche implica un MA , un pensarla allo stesso modo ma in maniera diversa, dove l'avversario è un nemico, la violenza è un obbligo, il dialogo un disonore, dove l'iea si trasforma in dogma, dove non ci sono uomini ma membri di un partito.

4) La Tecnologia. Gli intrattenimenti tecnologici uccidono la capacità di stare con gli altri: chi è cresciuto giocando a nascondino (giocavamo a squadre su tutto il quartiere) le partite a pallone, il litigare, magari il mettersi le mani addosso, ma poi chiedersi scusa, tanto la partita è finita. Gli obiettivi del computer sono irreali, e fanno confondere la vita reale con quella virtuale: anche noi avevamo le nostre scommesse trasgressive, i nostri momenti di delinquenza giovanile, ma si trattava di suonare un campanello di una persona particolarmente irascibile e scappare, di rubare la biancheria dagli stendi panni (per poi restituirla qualche ora più tardi, dopo aver sentito lo sfogo della proprietaria), andare a pesca senza licenza o, al massimo, rubare le ciliegie o gli "amoli", ma sapevamo che uccidere una persona su Doom non è come farlo realmente.

ho 26 anni e condivido pienamente ciò che dici.
 
sono tra i giovani d'oggi come età, ma mi sento "vecchio" rispetto ai miei coetanei e ai ragazzi poco oltre i 18...sono letteralmente disgustato da quanto vedo: ragazzini di 12 anni ke fumano, 14enni ke provano il sesso (senza precauzioni e ad altissimo rischio), ragazzi di 16 ke si spinellano, di 18 ke provano la coca o si fanno nelle vene, 20enni discotecari ke non sanno parlare di altro se non di auto e locali, 22enni ke lavorano un mese in un call center per pagarsi un giubbotto (la marca non la dico per non fare pubblicità gratuita), 24enni ke restano incinte ma ke hanno la maturità di una banana acerba, ecc...IN definitiva la colpa maggiore è sempre dei genitori, a quanto ho avuto modo di constatare personalmente
 
bellafobia ha scritto:
sono tra i giovani d'oggi come età, ma mi sento "vecchio" rispetto ai miei coetanei e ai ragazzi poco oltre i 18...sono letteralmente disgustato da quanto vedo: ragazzini di 12 anni ke fumano, 14enni ke provano il sesso (senza precauzioni e ad altissimo rischio), ragazzi di 16 ke si spinellano, di 18 ke provano la coca o si fanno nelle vene, 20enni discotecari ke non sanno parlare di altro se non di auto e locali, 22enni ke lavorano un mese in un call center per pagarsi un giubbotto (la marca non la dico per non fare pubblicità gratuita), 24enni ke restano incinte ma ke hanno la maturità di una banana acerba, ecc...IN definitiva la colpa maggiore è sempre dei genitori, a quanto ho avuto modo di constatare personalmente
cosa vorresti dire 20 enni che parlano solo di auto e di locali?! c'è qualche problema?! tu di cosa parli? :evil:
 
99octane ha scritto:
Purtroppo la realta' e' che oggi la scuola e' estremamente carente dal punto di vista istruttivo, e totalmente mancante da quello educativo.
Quello che fai a casa come genitore, viene distrutto a scuola.
Lo vedo dalle sconsolate considerazioni di colleghi con figli.
Da professori pericolosamente interessati piu' a indottrinare politicamente i ragazzi che a dargli una cultura, a istituzioni totalmente incapaci di mantenere la disciplina, in cui persino il piu' attento e meticoloso alunno alla fine si rende conto che i suoi sforzi lo rendono solo il "fesso tra i furbi". Questo e' il messaggio che la nostra scuola comunica, purtroppo con grande efficacia.

bisogna vedere se quello che hai fatto da genitore lo hai fatto bene ma conta, soprattutto QUANDO lo hai fatto; l'educazione e tutto il resto, va inculcato ai figli quando hanno 5,6,7 anni; se lo fai a 10 o 12 è già tardi. Checchè se ne dica, l'educazione spetta ai genitori prima che alla scuola; se il genitore ha fatto un buon lavoro, il prof devo spiegarti la matematica, l'italiano, le scienze ecc ecc.
 
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