EdoMC
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Ho letto con interesse alcuni post scritti da 99Octane e a_gricolo, riguardanti recenti episodi di cronaca riguardanti ragazzi giovani. Da giovane ventitreenne, mi ritrovo a riflettere su molti comportmenti tenuti da molti miei coetanei, e, ancor di più, da molti di quelli che con un po' di superbia mi vien da chiamar "bocia", nella fascia tra i 15 e i 18 anni. Noto come tra loro ci sia un diffuso delirio di onnipotenza, un provare piacere per la trasgressione gratuita fine a sè stessa, un menefreghismo nei confronti degli altri, un disprezzo dei valori, un cercare la via più semplice ma non sempre più sicura per ottenere le cose (discoteche per il sesso, alcool o, peggio, droghe per l'incapacità di divertirsi altrimenti, speranza di partecipare ai reality per fama e denaro facili...) situazioni che, esasperate ed alimentate dai mezzi di comunicazione di massa, che garantiscono maggiore visibilità, degenerano negli episodi di cui sopra. Però, riflettendo, ho concluso che, senza nulla togliere alle loro indubbie colpe, la causa va anche a fattori esterni, esattamente alle condizioni in cui viviamo tutti quanti e che chi è giovane e meno "navigato", subisce in maniera più pesante. I particolare mi riferisco:
1) Alla Chiesa, secondo me una delle maggiori imputate; è una Chiesa che ha saputo innovarsi solo parlando di aborto, matrimoni omosessuali, politica: durante l'Omelia, il Sacerdote non fa quasi più cenno all'importanza che ha la Parrocchia, all'importanza per i bambini e gli adolescenti di passare del tempo libero in Oratorio, ambiente sano in cui crescere, dove ci si diverte (quante patite a pallone!) ma si imparan anche la Carità Cristiana, ossia l'aiutare gli altri.
2) Alla scuola, incapace di contrastare i genitori, una scuola che non è più in grado di impartire un' educazione, dove bocciare non è più un affronto allo scolaro, bensì ai genitori, una scuola dove l'alunno non viene responsabilizzato, dove è autorizzato a non studiare qualora ci siano due righe scritte dalla madre o dal padre sul diario, dove la punizione non è più una gogna ma un martirio, dove il programma ministeriale vale più della realtà che ci circonda (si veda per esempio come è "maltrattata" l'Educazione Civica), dove il voticino vale più della preparazione e la verifica della formazione.
3) La politica. Ormai non esiste dialogo, si preferisce parlare per "frasi incisive" (termine usato qualche giorno fa al TG, io la intendo come perifrasi per "insulti"), dove l'essere d'accordo tra due fazioni politiche implica un MA , un pensarla allo stesso modo ma in maniera diversa, dove l'avversario è un nemico, la violenza è un obbligo, il dialogo un disonore, dove l'iea si trasforma in dogma, dove non ci sono uomini ma membri di un partito.
4) La Tecnologia. Gli intrattenimenti tecnologici uccidono la capacità di stare con gli altri: chi è cresciuto giocando a nascondino (giocavamo a squadre su tutto il quartiere) le partite a pallone, il litigare, magari il mettersi le mani addosso, ma poi chiedersi scusa, tanto la partita è finita. Gli obiettivi del computer sono irreali, e fanno confondere la vita reale con quella virtuale: anche noi avevamo le nostre scommesse trasgressive, i nostri momenti di delinquenza giovanile, ma si trattava di suonare un campanello di una persona particolarmente irascibile e scappare, di rubare la biancheria dagli stendi panni (per poi restituirla qualche ora più tardi, dopo aver sentito lo sfogo della proprietaria), andare a pesca senza licenza o, al massimo, rubare le ciliegie o gli "amoli", ma sapevamo che uccidere una persona su Doom non è come farlo realmente.
1) Alla Chiesa, secondo me una delle maggiori imputate; è una Chiesa che ha saputo innovarsi solo parlando di aborto, matrimoni omosessuali, politica: durante l'Omelia, il Sacerdote non fa quasi più cenno all'importanza che ha la Parrocchia, all'importanza per i bambini e gli adolescenti di passare del tempo libero in Oratorio, ambiente sano in cui crescere, dove ci si diverte (quante patite a pallone!) ma si imparan anche la Carità Cristiana, ossia l'aiutare gli altri.
2) Alla scuola, incapace di contrastare i genitori, una scuola che non è più in grado di impartire un' educazione, dove bocciare non è più un affronto allo scolaro, bensì ai genitori, una scuola dove l'alunno non viene responsabilizzato, dove è autorizzato a non studiare qualora ci siano due righe scritte dalla madre o dal padre sul diario, dove la punizione non è più una gogna ma un martirio, dove il programma ministeriale vale più della realtà che ci circonda (si veda per esempio come è "maltrattata" l'Educazione Civica), dove il voticino vale più della preparazione e la verifica della formazione.
3) La politica. Ormai non esiste dialogo, si preferisce parlare per "frasi incisive" (termine usato qualche giorno fa al TG, io la intendo come perifrasi per "insulti"), dove l'essere d'accordo tra due fazioni politiche implica un MA , un pensarla allo stesso modo ma in maniera diversa, dove l'avversario è un nemico, la violenza è un obbligo, il dialogo un disonore, dove l'iea si trasforma in dogma, dove non ci sono uomini ma membri di un partito.
4) La Tecnologia. Gli intrattenimenti tecnologici uccidono la capacità di stare con gli altri: chi è cresciuto giocando a nascondino (giocavamo a squadre su tutto il quartiere) le partite a pallone, il litigare, magari il mettersi le mani addosso, ma poi chiedersi scusa, tanto la partita è finita. Gli obiettivi del computer sono irreali, e fanno confondere la vita reale con quella virtuale: anche noi avevamo le nostre scommesse trasgressive, i nostri momenti di delinquenza giovanile, ma si trattava di suonare un campanello di una persona particolarmente irascibile e scappare, di rubare la biancheria dagli stendi panni (per poi restituirla qualche ora più tardi, dopo aver sentito lo sfogo della proprietaria), andare a pesca senza licenza o, al massimo, rubare le ciliegie o gli "amoli", ma sapevamo che uccidere una persona su Doom non è come farlo realmente.