<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Giovani Avvocati e Architetti uno su due lavora GRATIS | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Giovani Avvocati e Architetti uno su due lavora GRATIS

Sono architetto e imparo quotidianamente da professionisti onesti che, investendo su di me, mi assunsero nel 2006, prima con 6 mesi + 6 mesi di tempo determinato, poi a tempo ind. dal 2007.
Tutto questo in seguito ad uno stage di una scuola di CAD avanzato.
Da metà 2008 il lavoro per cui sono più qualificato è cessato quasi definitivamente e ogni giorno mi adatto, consapevole che fuori a prescindere dalla mia esperienza e capacità non solo non verrei mai assunto ma dovrei aprire p.iva per fare lo schiavo.
Mi metterei in proprio ma adesso tutto si è prosciugato, ogni risorsa dai contatti anche extra lavorativi.

Il lavoro gratis non esiste, sennò apri una scuola, non fatturi utilizzando me, anche fossi solo un laureato capace di disegnare (e di contare).

Lo sfruttamento élitario prodromico alla fantomatica "carriera" poi, seleziona non per merito ma per appartenenza sociale, chi deve lavorare non può neppure tenere in considerazione LAVORARE almeno 6 mesi senza contratto, gratis o con rimborso spese ridicolo: cambia vita, si reinventa, a 25-30 anni invecchia magari perchè si sente un fallito.

I "periodi di prova" sono veri e propri turn over per utilizzare la gente, non per selezionarla ed inserirla in organico.

Le offerte dii "collaborazione" ri-compaiono ciclicamente da parte degli stessi studi, che io ed altri, in rete, opportunamente segnaliamo.

C'è chi può e chi non può, oggi è una punta bianca di élite ed un mare nero in cui sta affogando una intera generazione di miei coetanei, e questo lo ha detto anche Renzo Piano (puntata da Fazio), in cui ha ammesso l'esistenza di questo buco generazionale.
 
Jambana ha scritto:
Secondo me non è giusto lavorare gratis anche se non si ha esperienza: una retribuzione, anche minima, deve essere assicurata. Altrimenti è sfruttamento.

Il compenso, in generale, è obbligatorio per tutti gli stage universitari che durano più di due mesi, e non può essere inferiore a 425?.

"lavorare" e "fare pratica" non sono esattamente la stessa cosa.
se fai pratica davvero (cioè impari) stai usufruendo di una formazione che l'università non ti fornisce (è lì magari che ci sarebbe da intervenire) e per la quale varrebbe la pena lavorare gratis.
io cinque o sei anni fa (quindi già con studio mio da qualche anno eccetera) ho seguito per alcuni mesi una vicenda insieme a un collega di Verona; dopo averlo visto lavorare, gli ho detto che mi spiaceva che fosse già saturo di praticanti, se no sarei andato io volentieri per tre mesi, pagando anche qualcosa. e non scherzo.

è sbagliato vedere la pratica come un lavoro: va vista come formazione.
è anche sbagliato (parlo del mio settore, gli altri non so) tirarla più a lungo del necessario, a meno di avere ambizioni particolari su settori estremamente specifici che richiedano anche strutture di supporto (internazionale; fusioni e incorporazioni, che i colleghi milanesi chiamano M&A)

che poi i praticanti vadano retribuiti, è una questione anche di dignità del dominus e le regole lo prevederebbero.
uso il condizionale perché so che non tutti lo fanno.
il parametro indicato dei 600 ? mi pare giusto un minimo tollerabile. dipende poi se si permette loro anche di fare del lavoro proprio (che a mio modesto parere è anche formativo)
 
elancia ha scritto:
Sono architetto

effettivamente l'architettura, a differenza degli avvocati, non ha un bacino di possibile committenza spicciola soddisfacente per uno che si affacci da zero alla professione.
 
belpietro ha scritto:
Jambana ha scritto:
Secondo me non è giusto lavorare gratis anche se non si ha esperienza: una retribuzione, anche minima, deve essere assicurata. Altrimenti è sfruttamento.

Il compenso, in generale, è obbligatorio per tutti gli stage universitari che durano più di due mesi, e non può essere inferiore a 425?.

"lavorare" e "fare pratica" non sono esattamente la stessa cosa.
se fai pratica davvero (cioè impari) stai usufruendo di una formazione che l'università non ti fornisce (è lì magari che ci sarebbe da intervenire) e per la quale varrebbe la pena lavorare gratis.
io cinque o sei anni fa (quindi già con studio mio da qualche anno eccetera) ho seguito per alcuni mesi una vicenda insieme a un collega di Verona; dopo averlo visto lavorare, gli ho detto che mi spiaceva che fosse già saturo di praticanti, se no sarei andato io volentieri per tre mesi, pagando anche qualcosa. e non scherzo.

è sbagliato vedere la pratica come un lavoro: va vista come formazione.
è anche sbagliato (parlo del mio settore, gli altri non so) tirarla più a lungo del necessario, a meno di avere ambizioni particolari su settori estremamente specifici che richiedano anche strutture di supporto (internazionale; fusioni e incorporazioni, che i colleghi milanesi chiamano M&A)

che poi i praticanti vadano retribuiti, è una questione anche di dignità del dominus e le regole lo prevederebbero.
uso il condizionale perché so che non tutti lo fanno.
il parametro indicato dei 600 ? mi pare giusto un minimo tollerabile. dipende poi se si permette loro anche di fare del lavoro proprio (che a mio modesto parere è anche formativo)

Quoto in buona parte, ma il tirocinio deve essere regolamentato ed incorporato nel piano di studi, solo che le Università sono delle degenerate fortezze avulse dalla realtà e dal mercato, tranne rare eccezioni.
Con la scusa: "Tu devi imparare" il dominus (spesso solo uno che ha i contatti) ti utilizza fino a 40 anni e più. Molto spesso le conoscenze chiave non vengono insegnate se non ai figli.

Per un architetto, per esempio, la direzione lavori e il cantiere sono conoscenze chiave per l'autonomia... ...e per acquisirla veramente dovrei mettermi in proprio trovando i clienti e fatturando nulla o quasi per fare concorrenza al ribasso agli altri (Abolizione parcella minima).
 
belpietro ha scritto:
elancia ha scritto:
Sono architetto

effettivamente l'architettura, a differenza degli avvocati, non ha un bacino di possibile committenza spicciola soddisfacente per uno che si affacci da zero alla professione.

E' una guerra al ribasso se mai t'azzardi.
Nn esistono, come in Francia, tanti concorsi di cui molti veri concorsi, qui esiste solo il clientelismo nepotista e l'aggiudicazione per ribasso.
Come neo-professionista devi abbassarti a fare il tecnico da 4 soldi (se lo sai fare) firmando gli abusi e facendo spendere il meno possibile, rimettendoci e assumendoti rischi oggi sempre maggiori.

Questo ovviamente se non sei già coperto da babbo e introdotto a medio-alti livelli.
 
Epme ha scritto:
Botto88 ha scritto:
belpietro ha scritto:
Botto88 ha scritto:
Mi hanno appena offerto uno stage: durata 4 mesi, 60 km da casa mia, 8 ore al giorno, 40 ore settimanali, orario dalle 14 alle 22 o dalle 6 alle 14, dovrei perdere anche un bel po' di scuola, rimborso spese 500 euro mensili.

sì, ma per fare cosa?

Controllo qualità del basilico. Penso che il lavoro consista nel mettersi al nastro trasportatore e scartare le piantine non idonee...

Dici sul serio ? :shock:

Nella mail non c'è scritto in cosa consista il lavoro, c'è solo un generico "controllo qualità basilico". Io ho pensato a quello, poi boh.. a meno che ti mettano ad assaggiare basilico 8 ore al giorno..
 
belpietro ha scritto:
Jambana ha scritto:
Secondo me non è giusto lavorare gratis anche se non si ha esperienza: una retribuzione, anche minima, deve essere assicurata. Altrimenti è sfruttamento.

Il compenso, in generale, è obbligatorio per tutti gli stage universitari che durano più di due mesi, e non può essere inferiore a 425?.

"lavorare" e "fare pratica" non sono esattamente la stessa cosa.
se fai pratica davvero (cioè impari) stai usufruendo di una formazione che l'università non ti fornisce (è lì magari che ci sarebbe da intervenire) e per la quale varrebbe la pena lavorare gratis.
io cinque o sei anni fa (quindi già con studio mio da qualche anno eccetera) ho seguito per alcuni mesi una vicenda insieme a un collega di Verona; dopo averlo visto lavorare, gli ho detto che mi spiaceva che fosse già saturo di praticanti, se no sarei andato io volentieri per tre mesi, pagando anche qualcosa. e non scherzo.

è sbagliato vedere la pratica come un lavoro: va vista come formazione.
è anche sbagliato (parlo del mio settore, gli altri non so) tirarla più a lungo del necessario, a meno di avere ambizioni particolari su settori estremamente specifici che richiedano anche strutture di supporto (internazionale; fusioni e incorporazioni, che i colleghi milanesi chiamano M&A)

che poi i praticanti vadano retribuiti, è una questione anche di dignità del dominus e le regole lo prevederebbero.
uso il condizionale perché so che non tutti lo fanno.
il parametro indicato dei 600 ? mi pare giusto un minimo tollerabile. dipende poi se si permette loro anche di fare del lavoro proprio (che a mio modesto parere è anche formativo)
Il mio pensiero è che questa del non pagare i praticanti è una brutta stortura tipicamente italiana che personalmente non approvo e anzi trovo orrenda.

A parte questo belpi, analizziamo un attimo la situazione. Abbiamo da una parte un sacco di giovani laureati che cercano impiego, dall'altra una "casta" piuttosto chiusa.
Se teniamo conto che l'andazzo attuale è quella non di formare giovani per un mestiere (che è quello che immagini faccia tu, ma sei una mosca bianca) quanto di sfruttare manovalanza iperqualificata a gratis (manca solo la coercizione per configurarlo come schiavismo), la colpa di chi è? Dei giovani? :?

Ah, sottolineo che anch'io ho fatto il tirocinio, all'estero.
 
jaccos ha scritto:
Il mio pensiero è che questa del non pagare i praticanti è una brutta stortura tipicamente italiana che personalmente non approvo e anzi trovo orrenda.

A parte questo belpi, analizziamo un attimo la situazione. Abbiamo da una parte un sacco di giovani laureati che cercano impiego, dall'altra una "casta" piuttosto chiusa.

Se teniamo conto che l'andazzo attuale è quella non di formare giovani per un mestiere (che è quello che immagini faccia tu, ma sei una mosca bianca) quanto di sfruttare manovalanza iperqualificata a gratis (manca solo la coercizione per configurarlo come schiavismo), la colpa di chi è? Dei giovani? :?

Ah, sottolineo che anch'io ho fatto il tirocinio, all'estero.

pausa un momento.
io parlo del mio settore: la pratica NON è e non deve essere un impiego.
sono due questioni distinte; chi fa pratica (che dovrebbe quindi ricevere una formazione) e chi, giovane professionista che ha già imparato quello che può imparare, si ferma a lavorare in uno studio di altri.
per il primo può valere la pena anche lavorare per poco o nulla (parlo dal punto di vista del giovane), per il secondo credo che se uno iperqualificato decide di farsi sfruttare, visto che non c'è costrizione, la colpa è un po' anche sua.

che poi nella gran massa dei casi per i praticanti siamo ai limiti dello schiavismo è vero, ed è una vergogna.
ma lo è non sotto l'aspetto del non pagamento in denaro, quanto per lo sfruttamento di un lavoro SENZA RETRIBUIRLO CON UNA FORMAZIONE.

il problema, che c'è sempre stato ma non era un problema perché era una trafila temporanea, è diventato intollerabile per ragioni aritmetiche: qualche decennio fa uno si laureava a 24 anni, ne faceva un paio di pratica (sotto schiavismo), poi se era in gamba c'era un "mercato" di clientela sul quale affacciarsi e rendersi autonomo.
io credo per ragioni anagrafiche e geografiche di essere stato uno degli ultimi che ha vissuto in parte quel meccanismo (a parte il fatto occasionale che mi sono laureato tardi)
adesso si laureano in mille invece che in uno, il neolaureato non ha in proporzione le stesse opportunità, il "mercato" è saturato ed in parte si è modificato e anche chi è in gamba fa veramente fatica ad accedere al lavoro.
a quel punto la sistemazione in uno studio altrui diventa un "impiego", preda di sfruttamento.
 
belpietro ha scritto:
jaccos ha scritto:
Il mio pensiero è che questa del non pagare i praticanti è una brutta stortura tipicamente italiana che personalmente non approvo e anzi trovo orrenda.

A parte questo belpi, analizziamo un attimo la situazione. Abbiamo da una parte un sacco di giovani laureati che cercano impiego, dall'altra una "casta" piuttosto chiusa.

Se teniamo conto che l'andazzo attuale è quella non di formare giovani per un mestiere (che è quello che immagini faccia tu, ma sei una mosca bianca) quanto di sfruttare manovalanza iperqualificata a gratis (manca solo la coercizione per configurarlo come schiavismo), la colpa di chi è? Dei giovani? :?

Ah, sottolineo che anch'io ho fatto il tirocinio, all'estero.

pausa un momento.
io parlo del mio settore: la pratica NON è e non deve essere un impiego.
sono due questioni distinte; chi fa pratica (che dovrebbe quindi ricevere una formazione) e chi, giovane professionista che ha già imparato quello che può imparare, si ferma a lavorare in uno studio di altri.
per il primo può valere la pena anche lavorare per poco o nulla (parlo dal punto di vista del giovane), per il secondo credo che se uno iperqualificato decide di farsi sfruttare, visto che non c'è costrizione, la colpa è un po' anche sua.

che poi nella gran massa dei casi per i praticanti siamo ai limiti dello schiavismo è vero, ed è una vergogna.
ma lo è non sotto l'aspetto del non pagamento in denaro, quanto per lo sfruttamento di un lavoro SENZA RETRIBUIRLO CON UNA FORMAZIONE.

il problema, che c'è sempre stato ma non era un problema perché era una trafila temporanea, è diventato intollerabile per ragioni aritmetiche: qualche decennio fa uno si laureava a 24 anni, ne faceva un paio di pratica (sotto schiavismo), poi se era in gamba c'era un "mercato" di clientela sul quale affacciarsi e rendersi autonomo.
io credo per ragioni anagrafiche e geografiche di essere stato uno degli ultimi che ha vissuto in parte quel meccanismo (a parte il fatto occasionale che mi sono laureato tardi)
adesso si laureano in mille invece che in uno, il neolaureato non ha in proporzione le stesse opportunità, il "mercato" è saturato ed in parte si è modificato e anche chi è in gamba fa veramente fatica ad accedere al lavoro.
a quel punto la sistemazione in uno studio altrui diventa un "impiego", preda di sfruttamento.
Ah ecco... allora la pensiamo allo stesso modo... ;)
 
elancia ha scritto:
Per un architetto, per esempio, la direzione lavori e il cantiere sono conoscenze chiave per l'autonomia...
è quello che cerco incidentalmente di inculcare ai giovani virgulti quando vade a fare il solito seminario una volta all'anno(proprio di questo periodo). Insieme a qualche altra cosetta. Trovo spesso molto stupore, perché sono "educati" in modo diverso. Sembra che la "sperimentazione" debba venire prima di ogni altra cosa, poi quando spiego che l'ignobile veranda della casalinga Pina ti permette intanto di farti un panino di mortadella, poi di conoscere gli Uffici e di approfondire le norme, e quindi di apprezzare il caviale a tempo debito, mi guardano strano. Due o tre su cento però (da quello che mi raccontano) provano questa strada, e qualcuno mi ha mandato a ringraziare.
Il sistema universitario ha luci ed ombre, ma le facoltà di architettura (o talune di esse) mi perplimono alquanto

...e per acquisirla veramente dovrei mettermi in proprio trovando i clienti e fatturando nulla o quasi per fare concorrenza al ribasso agli altri (Abolizione parcella minima).
Altre categorie professionali non hanno di fatto da lustri, di norma d alcuni anni, nessun minimale ... e stranamente stanno mediamente meglio delle categorie professionali con tariffari vincolanti
 
Botto88 ha scritto:
Epme ha scritto:
Botto88 ha scritto:
belpietro ha scritto:
Botto88 ha scritto:
Mi hanno appena offerto uno stage: durata 4 mesi, 60 km da casa mia, 8 ore al giorno, 40 ore settimanali, orario dalle 14 alle 22 o dalle 6 alle 14, dovrei perdere anche un bel po' di scuola, rimborso spese 500 euro mensili.

sì, ma per fare cosa?

Controllo qualità del basilico. Penso che il lavoro consista nel mettersi al nastro trasportatore e scartare le piantine non idonee...

Dici sul serio ? :shock:

Nella mail non c'è scritto in cosa consista il lavoro, c'è solo un generico "controllo qualità basilico". Io ho pensato a quello, poi boh.. a meno che ti mettano ad assaggiare basilico 8 ore al giorno..

Non per sapere i fatti tuoi, ma quale qualifica professionale/scolastica hai per ricevere un'offerta del genere ?
 
Epme ha scritto:
Non per sapere i fatti tuoi, ma quale qualifica professionale/scolastica hai per ricevere un'offerta del genere ?

Diploma di Liceo Scientifico, ora studio Scienze e Tecnologie Alimentari (Agraria).
 
Botto88 ha scritto:
Epme ha scritto:
Non per sapere i fatti tuoi, ma quale qualifica professionale/scolastica hai per ricevere un'offerta del genere ?

Diploma di Liceo Scientifico, ora studio Scienze e Tecnologie Alimentari (Agraria).

Beh, perlomeno ci sarebbe un'attinenza tra scuola e lavoro proposto ..
Mi aspettavo una scena alla Sturmtruppen "Chi sa suonare il pianoforte ? "Io !!!"
"Nei bagni a pulire i cessi .." 8)
Tornando seri, non so quanto possa valere professionalmente l'intrinseca esperienza di "controllore di basilico", però è l'occasione per girare, conoscere gente, vedere come si lavora, farsi conoscere dalla gente ...
tutte esperienze che restando in aula o a casa ... :cry:
Magari poi ti offrono uno stage di controllore di insalata ... piano piano uno fa carriera e diventa controllore di finocchi ... 8)
(perdona la battutaccia, giusto per sdrammatizzare)
 
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