Trovato in rete, ecco la situazione a Pomigliano alcune ore fa:
15-05-2010
industria automobilistica
Piano Fiat, tutto in discussione
Fumata nera con la Fim, il Lingotto: Non c'è accordo sul progetto Futura Panda
E' sempre più in salita la strada per un accordo sul Piano Fiat per il rilancio dello stabilimento di Pomigliano. Dopo l'ultimo round del giro di esplorazione voluto da Fiat per saggiare la disponibilità dei sindacati a un accordo sulla flessibilità del lavoro necessario per attivare i 700 milioni di investimenti previsti, svoltosi ieri con la Fiom, il Lingotto dirama una nota in cui prende atto che "dalle discussioni è emerso che Fim, Fiom, Fismic, Uilm e Ugl hanno posizioni articolate sulle questioni al centro della trattativa". "Ad oggi - prosegue la nota di Fiat - registriamo l'assenza di una complessiva condivisione dei sindacati sull'applicazione di tutte le condizioni di flessibilità e competitività richieste per la realizzazione del progetto Futura Panda".
Fiat non entra nel dettaglio delle posizioni dei vari sindacati. Ma, dopo il sì di massima al piano espresso da Fim, Uilm, Fismic e Ugl, chi si attendeva un via libera anche da Fiom, ieri, è rimasto deluso.
"E' stato un incontro interlocutorio", secondo il leader del sindacato Gianni Rinaldini. Fiom ora chiede una pausa per mettere a punto con Fim e Uilm una proposta "diversa da quella di Fiat", sia sui 18 turni sia sulla richiesta di aumentare ad 80 le ore di straordinario obbligatorio.
Una posizione che certo non potrà piacere all'amministratore delegato Sergio Marchionne, che, fin dall'inizio della trattativa, aveva chiesto tempi stretti per l'accordo.
Per come si sono messe le cose, tutte le soluzioni della trattativa sono ancora possibili. Anche quella più estrema, secondo i più pessimisti: cioè che, in assenza dell'accordo condiviso sul Piano, Fiat possa fare marcia indietro sull'intero programma di investimenti per Pomigliano, anche se quell' "Ad oggi" messo nero su bianco dal Lingotto lascia ancora la porta aperta a una soluzione positiva della vicenda.
Che i sindacati siano divisi, d'altra parte, è un fatto: basta ascoltare la replica del leader campano della Uilm Giovanni Sgambati alle partole di Rinaldini per rendersene conto.
"In una fase come quella attuale - afferma - di grandi crisi sia per i Paesi che per i sistemi industriali, non cogliere questa sfida sarebbe un inesorabile suicidio". Sgambati non nasconde di vedere "delle nubi molto grosse sul destino del Giambattista Vico. O saremo in grado nei prossimi giorni di imprimere una svolta conclusiva, oppure - avverte Sgambati - c'è il serio rischio che vanificheremo tutto ciò che abbiamo finora fatto, battendoci in questi lunghi mesi per affidare una missione produttiva allo stabilimento di Pomigliano e garantire il lavoro".
Sgambati non sottovaluta affatto le criticità della trattativa: "La sfida che l'azienda ci ha sottoposto sicuramente comporterà dei problemi per i lavoratori - ammette - ma un sindacato moderno non può non coglierla, per fare un accordo. Tutti dobbiamo comprendere che questo è l'unico modo per mettere in sicurezza i lavoratori, la fabbrica e l'indotto".
Meno drastica la posizione assunta dalla Fim:"Dopo l'incontro che abbiamo avuto con l'azienda - dichiara il segretario generale della federazione di Napoli Giuseppe Terracciano - resta qualche problema da approfondire per delineare un percorso unitario e arrivare a un'intesa che soddisfi entrambre le parti. E' indubbio però - conclude il sindacalista - che l'ultima parola spetti ai lavoratori".
I sindacati si attendevano già ieri una convocazione unitaria per l'inizio della prossima settimana da parte del Lingotto; il fatto che, in serata, non ve ne fosse ancora traccia non è certo un segnale che lascia ben sperare.
G.B.
L'articolo proviene da qui: http://www.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=597676
15-05-2010
industria automobilistica
Piano Fiat, tutto in discussione
Fumata nera con la Fim, il Lingotto: Non c'è accordo sul progetto Futura Panda
E' sempre più in salita la strada per un accordo sul Piano Fiat per il rilancio dello stabilimento di Pomigliano. Dopo l'ultimo round del giro di esplorazione voluto da Fiat per saggiare la disponibilità dei sindacati a un accordo sulla flessibilità del lavoro necessario per attivare i 700 milioni di investimenti previsti, svoltosi ieri con la Fiom, il Lingotto dirama una nota in cui prende atto che "dalle discussioni è emerso che Fim, Fiom, Fismic, Uilm e Ugl hanno posizioni articolate sulle questioni al centro della trattativa". "Ad oggi - prosegue la nota di Fiat - registriamo l'assenza di una complessiva condivisione dei sindacati sull'applicazione di tutte le condizioni di flessibilità e competitività richieste per la realizzazione del progetto Futura Panda".
Fiat non entra nel dettaglio delle posizioni dei vari sindacati. Ma, dopo il sì di massima al piano espresso da Fim, Uilm, Fismic e Ugl, chi si attendeva un via libera anche da Fiom, ieri, è rimasto deluso.
"E' stato un incontro interlocutorio", secondo il leader del sindacato Gianni Rinaldini. Fiom ora chiede una pausa per mettere a punto con Fim e Uilm una proposta "diversa da quella di Fiat", sia sui 18 turni sia sulla richiesta di aumentare ad 80 le ore di straordinario obbligatorio.
Una posizione che certo non potrà piacere all'amministratore delegato Sergio Marchionne, che, fin dall'inizio della trattativa, aveva chiesto tempi stretti per l'accordo.
Per come si sono messe le cose, tutte le soluzioni della trattativa sono ancora possibili. Anche quella più estrema, secondo i più pessimisti: cioè che, in assenza dell'accordo condiviso sul Piano, Fiat possa fare marcia indietro sull'intero programma di investimenti per Pomigliano, anche se quell' "Ad oggi" messo nero su bianco dal Lingotto lascia ancora la porta aperta a una soluzione positiva della vicenda.
Che i sindacati siano divisi, d'altra parte, è un fatto: basta ascoltare la replica del leader campano della Uilm Giovanni Sgambati alle partole di Rinaldini per rendersene conto.
"In una fase come quella attuale - afferma - di grandi crisi sia per i Paesi che per i sistemi industriali, non cogliere questa sfida sarebbe un inesorabile suicidio". Sgambati non nasconde di vedere "delle nubi molto grosse sul destino del Giambattista Vico. O saremo in grado nei prossimi giorni di imprimere una svolta conclusiva, oppure - avverte Sgambati - c'è il serio rischio che vanificheremo tutto ciò che abbiamo finora fatto, battendoci in questi lunghi mesi per affidare una missione produttiva allo stabilimento di Pomigliano e garantire il lavoro".
Sgambati non sottovaluta affatto le criticità della trattativa: "La sfida che l'azienda ci ha sottoposto sicuramente comporterà dei problemi per i lavoratori - ammette - ma un sindacato moderno non può non coglierla, per fare un accordo. Tutti dobbiamo comprendere che questo è l'unico modo per mettere in sicurezza i lavoratori, la fabbrica e l'indotto".
Meno drastica la posizione assunta dalla Fim:"Dopo l'incontro che abbiamo avuto con l'azienda - dichiara il segretario generale della federazione di Napoli Giuseppe Terracciano - resta qualche problema da approfondire per delineare un percorso unitario e arrivare a un'intesa che soddisfi entrambre le parti. E' indubbio però - conclude il sindacalista - che l'ultima parola spetti ai lavoratori".
I sindacati si attendevano già ieri una convocazione unitaria per l'inizio della prossima settimana da parte del Lingotto; il fatto che, in serata, non ve ne fosse ancora traccia non è certo un segnale che lascia ben sperare.
G.B.
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