ROMA - "Fabbrica Italia", il progetto della Fiat che prevede investimenti per 20 miliardi di euro, "non partirà se non ci sarà l'impegno formale delle organizzazioni sindacali ad assumersi precise responsabilità del progetto". Questa la posizione della Fiat, al termine del tavolo con i sindacati. "L'importanza delle scelte di destinazione dei nuovi modelli e il volume degli investimenti previsti richiedono un elevato livello di garanzia in termini di governabilità degli stabilimenti - ha aggiunto il Lingotto - e di utilizzo degli impianti".
"Si può discutere di tutto, degli orari, dei turni di lavoro, dell'utilizzo dei siti, ma non si possono mettere in discussione il diritto e la libertà delle singole persone". Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ribadisce la posizione del sindacato sul progetto Fabbrica Italia. Lasciando la sede di Confindustria dopo l'incontro con i rappresentanti dell'azienda, Landini spiega di aver "ribadito il nostro interesse verso il progetto perchè ci interessa che auto, camion e trattori vengano prodotti in Italia e meglio. Per noi però - aggiunge - si deve discutere su come si può organizzare il lavoro su Termini Imerese".
Fiat - ha riferito il numero uno della Fiom - "ha ribadito che per loro Pomigliano resta un riferimento, ma per noi non può essere un esempio perché mette in discussione le libertà e i diritti dei lavoratori. Per la Fiom resta necessaria la discussione con i lavoratori nei posti di lavoro e su questo la Fiat ha preso tempo. Restano però elementi di incertezza e esiste il rischio che per effettuare investimenti in Italia si facciano a spese dei diritti dei lavoratori". La Fiat non esclude che per realizzare il progetto Fabbrica Italia si possano fare in altri stabilimenti "cose che vadano oltre quanto definito per Pomigliano", ha aggiunto Landini. Ma l'accordo per lo stabilimento campano, secondo il sindacalista, "contiene non solo deroghe del contratto nazionale di lavoro, ma mette in discussione anche delle libertà e dei diritti individuali delle persone". La Fiom ha poi chiesto formalmente una soluzione al problema di Termini Imerese: "Non siamo disponibili ad accettare la chiusura" dello stabilimento siciliano", ha poi detto Landini, "e su questo siamo pronti a trovare soluzioni industriali per far lavorare quelle persone. Pensiamo poi che sia necessario un quadro di visione complessiva di gruppo, di tutti gli stabilimenti". Il leader del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, infine, ha annunciato che "il 28 ottobre ci sarà un nuovo incontro con Fiat sul problema del comitato aziendale europeo e sul monte ore sindacale perchè l'azienda ha disdettato l'accordo sulle ore di permesso dei delegati".
Sull'incontro anche la Uilm ha dato un giudizio negativo. "Non siamo soddisfatti", ha detto il segretario Rocco Palombella. "Fiat non ha presentato un programma di investimenti stabilimento per stabilimento. Ha chiesto se eravamo pronti per affrontare la sfida di "Fabbrica Italia". C'è la nostra disponibilità ad affrontare i temi sul tavolo, ma da parte dell'azienda non c'è stata la stessa chiarezza. Fiat non ha scoperto le carte perché vuole verificare la nostra determinazione ad andare avanti. Noi ci siamo, ma prima di dare la disponibilità a realizzare certi percorsi vogliamo conoscere il progetto con i relativi investimenti. Abbiamo chiesto un approfondimento - ha concluso - ci faranno sapere".
Sostanzialmente sulla stessa linea anche la Fim-Cisl. "Non ci sarà una Pomigliano dappertutto, ha detto il segretario generale Giuseppe Farina. Gli eventuali accordi relativi al progetto "fabbrica italia", ha aggiunto, soddisferanno principalmente "le esigenze di stabilimenti e prodotti. In ogni sito si partirà da prodotto e investimenti. Solo dopo ci sarà la disponibilità alle flessibilità e alle esigenze poste dall'azienda". Farina ha comunque definito "importante" l'incontro. "Fiat ha confermato che è dentro la struttura di Confindustria e Federmeccanica - ha proseguito - e vuole risolvere i problemi dentro il modello contrattuale. Ci ha chiesto la disponibilità a realizzare le condizioni poste dal piano. Noi abbiamo confermato la disponibilità su flessibilità e utilizzo pieno degli impianti e anche sull'esigibilità degli accordi. Resta lo spirito di Pomigliano a farci carico delle esigenze di flessibilità, ma sarà declinato in accordi diversi perché diversi sono prodotti e investimenti". Farina si è detto poi "dispiaciuto" per il fatto che la Fiom abbia confermato la sua posizione. "E' un peccato", ha concluso.
Molto vicina alle posizioni dell'azienda appare invece la Fismic. "Abbiamo fatto un ulteriore passo avanti per consolidare l'accordo di Pomigliano, stabilimento ormai messo in sicurezza, e per estendere lo spirito di Pomigliano agli altri siti", ha affermato il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo. "Il modello Pomigliano - ha proseguito - è la stella polare di ragionamento per il futuro. La strada che percorreremo servirà per realizzare condizioni analoghe. Dobbiamo farlo al più presto". Di Maulo ha aggiunto che da parte del Lingotto "c'è la riconferma degli investimenti. Il piano "Fabbrica Italia" parte da Pomigliano. Questa è un'ovvia conseguenza perché Pomigliano rappresenta una svolta, un esempio". Di Maulo ha inoltre riferito che il confronto con Fiat proseguirà stabilimento per stabilimento. "Partiremo da Cassino nei prossimi giorni - ha concluso - poi si andrà acanti con Mirafiori"
"Si può discutere di tutto, degli orari, dei turni di lavoro, dell'utilizzo dei siti, ma non si possono mettere in discussione il diritto e la libertà delle singole persone". Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ribadisce la posizione del sindacato sul progetto Fabbrica Italia. Lasciando la sede di Confindustria dopo l'incontro con i rappresentanti dell'azienda, Landini spiega di aver "ribadito il nostro interesse verso il progetto perchè ci interessa che auto, camion e trattori vengano prodotti in Italia e meglio. Per noi però - aggiunge - si deve discutere su come si può organizzare il lavoro su Termini Imerese".
Fiat - ha riferito il numero uno della Fiom - "ha ribadito che per loro Pomigliano resta un riferimento, ma per noi non può essere un esempio perché mette in discussione le libertà e i diritti dei lavoratori. Per la Fiom resta necessaria la discussione con i lavoratori nei posti di lavoro e su questo la Fiat ha preso tempo. Restano però elementi di incertezza e esiste il rischio che per effettuare investimenti in Italia si facciano a spese dei diritti dei lavoratori". La Fiat non esclude che per realizzare il progetto Fabbrica Italia si possano fare in altri stabilimenti "cose che vadano oltre quanto definito per Pomigliano", ha aggiunto Landini. Ma l'accordo per lo stabilimento campano, secondo il sindacalista, "contiene non solo deroghe del contratto nazionale di lavoro, ma mette in discussione anche delle libertà e dei diritti individuali delle persone". La Fiom ha poi chiesto formalmente una soluzione al problema di Termini Imerese: "Non siamo disponibili ad accettare la chiusura" dello stabilimento siciliano", ha poi detto Landini, "e su questo siamo pronti a trovare soluzioni industriali per far lavorare quelle persone. Pensiamo poi che sia necessario un quadro di visione complessiva di gruppo, di tutti gli stabilimenti". Il leader del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, infine, ha annunciato che "il 28 ottobre ci sarà un nuovo incontro con Fiat sul problema del comitato aziendale europeo e sul monte ore sindacale perchè l'azienda ha disdettato l'accordo sulle ore di permesso dei delegati".
Sull'incontro anche la Uilm ha dato un giudizio negativo. "Non siamo soddisfatti", ha detto il segretario Rocco Palombella. "Fiat non ha presentato un programma di investimenti stabilimento per stabilimento. Ha chiesto se eravamo pronti per affrontare la sfida di "Fabbrica Italia". C'è la nostra disponibilità ad affrontare i temi sul tavolo, ma da parte dell'azienda non c'è stata la stessa chiarezza. Fiat non ha scoperto le carte perché vuole verificare la nostra determinazione ad andare avanti. Noi ci siamo, ma prima di dare la disponibilità a realizzare certi percorsi vogliamo conoscere il progetto con i relativi investimenti. Abbiamo chiesto un approfondimento - ha concluso - ci faranno sapere".
Sostanzialmente sulla stessa linea anche la Fim-Cisl. "Non ci sarà una Pomigliano dappertutto, ha detto il segretario generale Giuseppe Farina. Gli eventuali accordi relativi al progetto "fabbrica italia", ha aggiunto, soddisferanno principalmente "le esigenze di stabilimenti e prodotti. In ogni sito si partirà da prodotto e investimenti. Solo dopo ci sarà la disponibilità alle flessibilità e alle esigenze poste dall'azienda". Farina ha comunque definito "importante" l'incontro. "Fiat ha confermato che è dentro la struttura di Confindustria e Federmeccanica - ha proseguito - e vuole risolvere i problemi dentro il modello contrattuale. Ci ha chiesto la disponibilità a realizzare le condizioni poste dal piano. Noi abbiamo confermato la disponibilità su flessibilità e utilizzo pieno degli impianti e anche sull'esigibilità degli accordi. Resta lo spirito di Pomigliano a farci carico delle esigenze di flessibilità, ma sarà declinato in accordi diversi perché diversi sono prodotti e investimenti". Farina si è detto poi "dispiaciuto" per il fatto che la Fiom abbia confermato la sua posizione. "E' un peccato", ha concluso.
Molto vicina alle posizioni dell'azienda appare invece la Fismic. "Abbiamo fatto un ulteriore passo avanti per consolidare l'accordo di Pomigliano, stabilimento ormai messo in sicurezza, e per estendere lo spirito di Pomigliano agli altri siti", ha affermato il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo. "Il modello Pomigliano - ha proseguito - è la stella polare di ragionamento per il futuro. La strada che percorreremo servirà per realizzare condizioni analoghe. Dobbiamo farlo al più presto". Di Maulo ha aggiunto che da parte del Lingotto "c'è la riconferma degli investimenti. Il piano "Fabbrica Italia" parte da Pomigliano. Questa è un'ovvia conseguenza perché Pomigliano rappresenta una svolta, un esempio". Di Maulo ha inoltre riferito che il confronto con Fiat proseguirà stabilimento per stabilimento. "Partiremo da Cassino nei prossimi giorni - ha concluso - poi si andrà acanti con Mirafiori"