<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> fiat abbandona l'italia | Il Forum di Quattroruote

fiat abbandona l'italia

«Fiat ha piano ambiziosoDal 2012 basta auto a Termini Imerese»

"Resta invariato l'impegno di chiudere Termini Imerese entro il 2012". Così Sergio Marchionne, l'a.d. del gruppo Fiat, ha risposto ai giornalisti a margine del salone dell'auto di Detroit.

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Fiat, gli operai: noi senza un futuro

Più critica la situazione per i lavoratori dell'indotto: "Non possiamo fare progetti". Un ragazzo: "Avrei dovuto sposarmi, ma sono costretto a rimandare". Un suo collega: "Ho due figli piccoli come manderò avanti la famiglia?

Palermo. Storie di famiglie con un futuro incerto e di famiglie programmate ma che potrebbero non nascere. Almeno non subito. Storie di chi lavora nello stabilimento di Termini Imerese con un rospo difficile da mandare giù. L?incertezza del posto e la seria possibilità che nel 2012 la fabbrica chiuderà i battenti. Amarezza ed esasperazione per un futuro che non ha più certezze, così come vuole il Lingotto, sono questi i segni che tracciano i volti e gli sguardi degli operai dello stabilimento. Che però questa mattina erano accesi da quella risolutezza di chi non ha più niente da perdere. Al consiglio di fabbrica tenutosi alla sede della Cgil di Termini Imerese è emersa la speranza di combattere per mantenere in vita quel che esiste da sempre. Una lunga mattinata di sfoghi accorati, decisioni, ire e numerose fumate fuori dalla porta che ad intermittenza hanno scandito il clima teso. Ed in questi momenti, tra un?aspirata profonda e l?altra è emerso in tutta la sua gravità il dramma che vivono gli operai alla periferia dell?impero industriale. Francesco Cirlincione, operaio dell?indotto, rsu della Lea Corporation, padre di due bimbi di 12 e 7 anni non nasconde la sua preoccupazione: ?La situazione all?indotto è ancora più critica ? racconta ?. Siamo tutti giovani, chi ha bimbi piccoli, chi si è appena sposato, e chi vorrebbe fare progetti. La situazione è psicologicamente insostenibile proprio in famiglia. Io e mia moglie facciamo di tutto per non fare pesare questo momento ai piccoli, e magari cerchiamo di far passare loro ogni capriccio, con l?aiuto economico dei nonni?. Poi lo sfogo: ?Gli operai della Fiat sono più anziani e hanno la mobilità come possibilità anche se non è molto. Ma per noi è un dramma. Tutte le famiglie qua sono monoreddito, e tutti abbiamo affitti e mutui da pagare. Pago 400 euro di affitto , la mia bambina va in prima media mentre il maschietto alle elementari, come si può mandare avanti così una famiglia??. Lo raggiunge un collega, Michele Russo, operaio dell?indotto Bn Sud.
?Avevo programmato il mio matrimonio per il 2011. Avevo la sicurezza di un contratto a tempo indeterminato. Adesso non posso più fare progetti. Siamo 74 dipendenti e tutti perderemo il lavoro?. L?operaio delegato Fiom, Giuseppe Giudice, commenta: ?Ricordo che prima la gente di Termini partiva per andare a cercare lavoro, abbandonava questo paese di cui non se ne sapeva neanche l?esistenza. Con la costruzione dello stabilimento Termini Imerese divenne al centro dell?attenzione di tutta Italia, un impianto che ha riabilitato il sud agli occhi del paese. La globalizzazione ha anche i suoi effetti sul destino cui vogliono che andiamo incontro. Vogliono chiudere, senza dire nulla, senza nemmeno ringraziare chi da generazioni ha mantenuto vivo questo polo industriale?.

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il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo. «L'azienda torinese chiude a Termini Imerese per trasferirsi in Serbia e tutto ciò accade mentre i politici nostrani parlano d'altro e si cimentano nei soliti annunci a effetto - aggiunge la segretaria regionale della Cgil, Mariella Maggio - Sono certa che ai lavoratori siciliani piacerebbe che il governo regionale si occupasse dei casi che li riguardano e che non desse tutta l'impressione, come sta accadendo per la vertenza Fiat, che li habbandonati».

Drappi rossi penzolano dal banco consiliare dove il vescovo di Nola Beniamino Depalma ha detto la messa a Natale per i 93 lavoratori a rischio licenziamento, qualche poltrona si è sfondata a furia di dormirci sopra. Il senatore Idv, Francesco Barbato, col suo gessato nero, mangia la pizza con gli operai e spiega: «Ho chiamato la presidenza del Consiglio, mi hanno passato Gianni Letta. Ho segnalato la gravità della situazione, gli atteggiamenti prepotenti di Fiat: l´azienda non è in crisi, fa investimenti con Chrysler, costruisce stabilimenti in Serbia e poi fa patire le pene dell´inferno a questi ragazzi».

Sono saliti sul tetto del Comune di Pomigliano D´Arco, minacciando di buttarsi giù. Ieri sera è riesplosa la protesta alla Fiat Auto contro le conseguenze del piano Marchionne. Un altro gesto di disperazione dei lavoratori della Fiat Handling (logistica), cento operai a termine da quattro anni a cui l´azienda ha annunciato che non rinnoverà il contratto in scadenza tra dicembre e marzo. È successo al termine di un´altra giornata tesissima, la seconda di stop totale della catena di montaggio, dopo l´eclatante arrampicata sui tetti del capannone di verniciatura dello stabilimento.

Un'agonia di anni per mettere la parola fine all'auto a Termini Imerese. Dopo fiumi di incentivi. Illusioni ai dipendenti. E calcoli politici. Ora tutto rischia di ripetersi con i nuovi progetti. Che per qualcuno finiranno in un altro buco nero

Cosa diceva infatti Marchionne nel luglio del 2005 a un manipolo di gestori di fondi internazionali? "Termini Imerese? Non lo chiuderò, perché se lo faccio elimino 30 milioni di euro all'anno di inefficienze, ma perdo il 2-3 per cento di quota di mercato in Sicilia, dove Fiat va bene".

Hanno trascorso San Silvestro e Capodanno in Comune, insieme con moglie e figli, 38 operai della Fiat di Pomigliano. Il loro contratto, scaduto il 31 dicembre, non è stato rinnovato dall' azienda. I lavoratori occupano l' aula consiliare dal 16 dicembre per convincere la Fiat a riassumerli e annunciano che la lotta proseguirà fino a quando i vertici del Lingotto non siederanno ad un tavolo. I precari sono stati raggiunti dai familiari che hanno portato i cibi della tradizione partenopea. «I cittadini di Pomigliano sono solidali - racconta Franco D' Isanto, della Uilm - hanno regalato alcuni panettoni ed una bottiglia di spumante perché, nonostante tutto, si doveva brindare al nuovo anno che speriamo sia migliore di quello appena finito». D' Isanto, che è al fianco dei lavoratori dagli inizi della protesta, è «rammaricato per l' assenza della Fiat all' incontro in Prefettura. L' azienda mostra disinteresse per questi lavoratori che in 4 anni hanno svolto i lavori più umili per il bene dello stabilimento». Vivono un momento difficile altri 2000 lavoratori della Campania che hanno raggiunto i limiti della mobilità ordinaria. A tutt' oggi non è stata riconosciuta loro la mobilità in deroga. Sono senza reddito e contributi, e si appellano ora al Capo dello Stato, Napolitano. Tra loro gli operai di aziende che hanno cessato l' attività: la Meltem di Arzano del Gruppo Ipm, la Birra Peroni di Miano a Napoli, la Icmi di San Giovanni a Teduccio (Napoli), la Cablauto di Mariglianella, La Bitron di Morra de Santis (Avellino), la Scai Sud di Oliveto Citra (Salerno).
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LA DISCUSSIONE MI PIACE CONTINUATE A COMMENTARE, NON SONO UN DENIGRATORE MA UN OSSERVATORE.

l'Italia è un mercato di 2 milioni di auto e la Fiat ne produce meno di 600mila: cominciamo da questa sproporzione e non dalla chiusura di questi stabilimenti».
«Aspettiamo da 18 mesi il piano industriale, ma prima c'era l'acquisto della Chrysler, poi il tentativo di comprare Opel e ancora il piano Chrysler»,
«Bisogna puntare su prodotti non tradizionali, che durino nel tempo, come l'auto elettrica e il governo farebbe bene a inserirla in un nuovo piano incentivi».

:D :D :D Devo costatarealcune cose.
1) Avete espresso opinioni, in alcuni casi, razzisti (vedi pomogliano e termini).
2) Difendete a ragione o a torto una societa' che non vuole produrre in ITALIA, per suo tornaconto. Allora mi chiedo, perche marchionne chiede incentivi nel nostro paese.
3) Il mercato italiano copre in un anno circa la vendita di 2.000.000 di autovetture di cui costruite in italia 650.000, allora credo che tutte la case in italia sono straniere compresa la tanto osannata FIAT.
4) Rtorno alla base del discorso la fiat vuole abbandonare l'ITALIA, chiudere le fabbriche, ma prendere i soldi dallo stato, allora non comprate fiat, ma una bella auto cinese.
saluti
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Produzione Clio in Turchia
SARKOZY CONVOCA CARLOS GHOSN
Pubblicata il 14/01/2010

In tempi di crisi, mentre in Italia si sente sempre più spesso parlare di "razionalizzazione dei costi logistici" e di "spostamento della produzione all'estero per risparmiare", ben altri scenari si stanno creando in Francia, dove il presidente Sarkozy ha deciso di convocare i vertici Renault.

Scopo dell'incontro è fare chiarezza sulla volontà della Casa francese di trasferire in Turchia la costruzione della nuova Clio. Il rischio di una delocalizzazione, che non piace a parecchi elementi del Governo (azionista al 15% di Renault), metterebbe infatti in serio pericolo la produzione nell'impianto di Flins. In attesa del meeting che dovrebbe svolgersi sabato all'Eliseo fra Sarkozy e il numero uno dell'ex Régie, Carlos Ghosn, c'è stata una riunione fra il ministro dell'economia, Christian Estrosi e il direttore generale della Renault, Patrick Pelata.

Il Governo, che ha prestato qualcosa come sei miliardi di euro ai maggiori costruttori francesi (compreso il Gruppo Psa) e che ha cercato di rilanciare il mercato con gli incentivi, ora vorrebbe vedere qualche frutto, quantomeno sul piano occupazionale. Concetto chiaramente ribadito da Estrosi al termine dell'incontro con Pelata: "Voglio dire molto chiaramente che non abbiamo investito 250 milioni di euro per lo sviluppo dell'auto elettrica e delle batterie nel sito di Flins, per venire a sapere che si vuole costruire la nuova Clio in Turchia", ha dichiarato nel corso della conferenza stampa.

La replica di Pelata per il momento è cauta: "Abbiamo previsto che cessi la produzione della Clio in Spagna e Slovenia, ma non c'è ancora alcuna decisione sullo spostamento in Turchia della futura Clio IV. In ogni caso ci saranno delle Clio prodotte a Flins, qualsiasi cosa succeda". La Renault è attualmente impegnata in un complesso piano di rilancio, in un momento molto delicato per tutto il settore, ma è difficile che Sarkozy faccia dietrofront, a pochi mesi dalle dichiarazioni sui prestiti concessi alle Case: "I fondi per l'automobile sono ovviamente condizionati all'imperativo di consolidare la vocazione industriale del Paese e in particolare il settore automobilistico che ne rappresenta un'importante fetta", aveva detto il presidente. Non resta che aspettare l'esito del colloquio di sabato. (A.C.)
QUESTO SI FA PER PROTEGGERE LE FABBRICHE. IMPARATE
 
artisave ha scritto:
il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo. «L'azienda torinese chiude a Termini Imerese per trasferirsi in Serbia e tutto ciò accade mentre i politici nostrani parlano d'altro e si cimentano nei soliti annunci a effetto - aggiunge la segretaria regionale della Cgil, Mariella Maggio - Sono certa che ai lavoratori siciliani piacerebbe che il governo regionale si occupasse dei casi che li riguardano e che non desse tutta l'impressione, come sta accadendo per la vertenza Fiat, che li ha abbandonati».

Drappi rossi penzolano dal banco consiliare dove il vescovo di Nola Beniamino Depalma ha detto la messa a Natale per i 93 lavoratori a rischio licenziamento, qualche poltrona si è sfondata a furia di dormirci sopra. Il senatore Idv, Francesco Barbato, col suo gessato nero, mangia la pizza con gli operai e spiega: «Ho chiamato la presidenza del Consiglio, mi hanno passato Gianni Letta. Ho segnalato la gravità della situazione, gli atteggiamenti prepotenti di Fiat: l´azienda non è in crisi, fa investimenti con Chrysler, costruisce stabilimenti in Serbia e poi fa patire le pene dell´inferno a questi ragazzi».

Sono saliti sul tetto del Comune di Pomigliano D´Arco, minacciando di buttarsi giù. Ieri sera è riesplosa la protesta alla Fiat Auto contro le conseguenze del piano Marchionne. Un altro gesto di disperazione dei lavoratori della Fiat Handling (logistica), cento operai a termine da quattro anni a cui l´azienda ha annunciato che non rinnoverà il contratto in scadenza tra dicembre e marzo. È successo al termine di un´altra giornata tesissima, la seconda di stop totale della catena di montaggio, dopo l´eclatante arrampicata sui tetti del capannone di verniciatura dello stabilimento.

Un'agonia di anni per mettere la parola fine all'auto a Termini Imerese. Dopo fiumi di incentivi. Illusioni ai dipendenti. E calcoli politici. Ora tutto rischia di ripetersi con i nuovi progetti. Che per qualcuno finiranno in un altro buco nero

Cosa diceva infatti Marchionne nel luglio del 2005 a un manipolo di gestori di fondi internazionali? "Termini Imerese? Non lo chiuderò, perché se lo faccio elimino 30 milioni di euro all'anno di inefficienze, ma perdo il 2-3 per cento di quota di mercato in Sicilia, dove Fiat va bene".

Hanno trascorso San Silvestro e Capodanno in Comune, insieme con moglie e figli, 38 operai della Fiat di Pomigliano. Il loro contratto, scaduto il 31 dicembre, non è stato rinnovato dall' azienda. I lavoratori occupano l' aula consiliare dal 16 dicembre per convincere la Fiat a riassumerli e annunciano che la lotta proseguirà fino a quando i vertici del Lingotto non siederanno ad un tavolo. I precari sono stati raggiunti dai familiari che hanno portato i cibi della tradizione partenopea. «I cittadini di Pomigliano sono solidali - racconta Franco D' Isanto, della Uilm - hanno regalato alcuni panettoni ed una bottiglia di spumante perché, nonostante tutto, si doveva brindare al nuovo anno che speriamo sia migliore di quello appena finito». D' Isanto, che è al fianco dei lavoratori dagli inizi della protesta, è «rammaricato per l' assenza della Fiat all' incontro in Prefettura. L' azienda mostra disinteresse per questi lavoratori che in 4 anni hanno svolto i lavori più umili per il bene dello stabilimento». Vivono un momento difficile altri 2000 lavoratori della Campania che hanno raggiunto i limiti della mobilità ordinaria. A tutt' oggi non è stata riconosciuta loro la mobilità in deroga. Sono senza reddito e contributi, e si appellano ora al Capo dello Stato, Napolitano. Tra loro gli operai di aziende che hanno cessato l' attività: la Meltem di Arzano del Gruppo Ipm, la Birra Peroni di Miano a Napoli, la Icmi di San Giovanni a Teduccio (Napoli), la Cablauto di Mariglianella, La Bitron di Morra de Santis (Avellino), la Scai Sud di Oliveto Citra (Salerno).

tranquilli la testa fiat rimarrà in italia.
è qui che preferiscono pagare le tasse :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted:
 
....ma lascia perdere Barbato e l'italia dei disvalori; demagogia pura......
 
ferrets ha scritto:
La situazione non è facile, anzi è drammatica: alcuni giorni fa il maglionato dichiarò di non voler chiudere Termini anche se non produrrà più auto. Ma gli operai cosa produrranno? Mi spiace se ci saranno dei licenziamenti, ma sono tante le aziende (in ogni ambito, non solo automobilistico) che ultimamente non stanno rinnovando i contratti in scadenza. Finchè i politici viaggeranno su costosissime auto blu pagate da noi (e lo 0,0001 % di loro utilizza auto del gruppo Fiat), e si sprecheranno soldi in mille modi (130.000 ? pagati a Gigggi D'Alessio a Capodanno, aiuti per il Mezzogiorno per gran parte intascati dalla mafia, e chi più ne ha più ne metta) la situazione non potrà che degenerare.

Ah, non dimentichiamoci della chiusura di Arese e delle dichiarazioni di Marpionne di non voler più investire nulla in Alfa, che secondo me tra un pò subirà un tracollo colossale

bravo fernettino.....
 
artisave ha scritto:
il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo. «L'azienda torinese chiude a Termini Imerese per trasferirsi in Serbia e tutto ciò accade mentre i politici nostrani parlano d'altro e si cimentano nei soliti annunci a effetto - aggiunge la segretaria regionale della Cgil, Mariella Maggio - Sono certa che ai lavoratori siciliani piacerebbe che il governo regionale si occupasse dei casi che li riguardano e che non desse tutta l'impressione, come sta accadendo per la vertenza Fiat, che li ha abbandonati».

Drappi rossi penzolano dal banco consiliare dove il vescovo di Nola Beniamino Depalma ha detto la messa a Natale per i 93 lavoratori a rischio licenziamento, qualche poltrona si è sfondata a furia di dormirci sopra. Il senatore Idv, Francesco Barbato, col suo gessato nero, mangia la pizza con gli operai e spiega: «Ho chiamato la presidenza del Consiglio, mi hanno passato Gianni Letta. Ho segnalato la gravità della situazione, gli atteggiamenti prepotenti di Fiat: l´azienda non è in crisi, fa investimenti con Chrysler, costruisce stabilimenti in Serbia e poi fa patire le pene dell´inferno a questi ragazzi».

Sono saliti sul tetto del Comune di Pomigliano D´Arco, minacciando di buttarsi giù. Ieri sera è riesplosa la protesta alla Fiat Auto contro le conseguenze del piano Marchionne. Un altro gesto di disperazione dei lavoratori della Fiat Handling (logistica), cento operai a termine da quattro anni a cui l´azienda ha annunciato che non rinnoverà il contratto in scadenza tra dicembre e marzo. È successo al termine di un´altra giornata tesissima, la seconda di stop totale della catena di montaggio, dopo l´eclatante arrampicata sui tetti del capannone di verniciatura dello stabilimento.

Un'agonia di anni per mettere la parola fine all'auto a Termini Imerese. Dopo fiumi di incentivi. Illusioni ai dipendenti. E calcoli politici. Ora tutto rischia di ripetersi con i nuovi progetti. Che per qualcuno finiranno in un altro buco nero

Cosa diceva infatti Marchionne nel luglio del 2005 a un manipolo di gestori di fondi internazionali? "Termini Imerese? Non lo chiuderò, perché se lo faccio elimino 30 milioni di euro all'anno di inefficienze, ma perdo il 2-3 per cento di quota di mercato in Sicilia, dove Fiat va bene".

Hanno trascorso San Silvestro e Capodanno in Comune, insieme con moglie e figli, 38 operai della Fiat di Pomigliano. Il loro contratto, scaduto il 31 dicembre, non è stato rinnovato dall' azienda. I lavoratori occupano l' aula consiliare dal 16 dicembre per convincere la Fiat a riassumerli e annunciano che la lotta proseguirà fino a quando i vertici del Lingotto non siederanno ad un tavolo. I precari sono stati raggiunti dai familiari che hanno portato i cibi della tradizione partenopea. «I cittadini di Pomigliano sono solidali - racconta Franco D' Isanto, della Uilm - hanno regalato alcuni panettoni ed una bottiglia di spumante perché, nonostante tutto, si doveva brindare al nuovo anno che speriamo sia migliore di quello appena finito». D' Isanto, che è al fianco dei lavoratori dagli inizi della protesta, è «rammaricato per l' assenza della Fiat all' incontro in Prefettura. L' azienda mostra disinteresse per questi lavoratori che in 4 anni hanno svolto i lavori più umili per il bene dello stabilimento». Vivono un momento difficile altri 2000 lavoratori della Campania che hanno raggiunto i limiti della mobilità ordinaria. A tutt' oggi non è stata riconosciuta loro la mobilità in deroga. Sono senza reddito e contributi, e si appellano ora al Capo dello Stato, Napolitano. Tra loro gli operai di aziende che hanno cessato l' attività: la Meltem di Arzano del Gruppo Ipm, la Birra Peroni di Miano a Napoli, la Icmi di San Giovanni a Teduccio (Napoli), la Cablauto di Mariglianella, La Bitron di Morra de Santis (Avellino), la Scai Sud di Oliveto Citra (Salerno).

ma credi che al nord non chiuda nessuno? il fatto è che qui si fa meno casino ma non è che le cose vadano meglio. Cmq sono dell'idea che i siciliani sbagliano a fare il gran casino che stanno facendo; così NESSUNA altra azienda aprirà i battenti in Trinacria O al sud in generale..
 
Ero indeciso se un argomento del genere meritasse risposte o meno.
Alla fine ho deciso di scrivere poche righe, solo per far presente alcune cose.

1. Questo è un forum sulle auto Fiat e per quanto ci sia libertà di parola in Italia (a differenza di quello che dicono molti, in genere i primi a non rispettare la libertà di parola dell'altro) non è un luogo adatto a disquisire di questioni sindacali.

Ignorando momentaneamente il punto precedente

2. Provo profondo dispiacere per chi è già stato mandato a casa, per chi è certo di andarci a breve e per chi rischia veramente.

3. Chi protesta sbaglia la modalità. Se pretendono che la Fiat non mandi a casa e/o non chiuda non occupassero luoghi pubblici, occupassero gli stabilimenti Fiat. Se occupano edifici della pubblica amministrazione allora chiedessero alla Politica un aiuto alla loro situazione, non per forza la riassunzione in Fiat o la non chiusura degli stabilimenti.

4. Se fossero vere le dichiarazioni di Marchionne del 2005 può anche darsi che si è arrivati al punto che i costi delle inefficienze sono maggiori della quota di mercato che perderebbe in Sicilia.

5. Se fossero vere le dichiarazioni del politico citato direi che è disinformato. Fiat non ha detto di essere in crisi attualmente, in crisi c'è il mercato dell'auto, l'economia in generale. Dunque fa investimenti con Chrysler perchè li ritiene più fruttuosi. Costruisce in Serbia perchè il governo locale collabora attivamente anzichè dare "ecoincentivi" restituendoli come credito s'imposta. Ora nessuno è più libero di spendere i soldi come meglio crede?

6. Gli operai sindacalizzati di Pomigliano (dunque non tutti gli operai), non sono un esempio da seguire per via delle numero contraddizioni in loro stessi. Ad Anno zero chiedono di produrre la 500, prima di Natale però rifiutano la Panda. In compenso vogliono produrre auto ecologiche (ma quali?) con l'aiuto della Regione Campania (e ancora pretese d'assistanzialismo...)

7. Un uomo si distingue da un bambino soprattutto dal fatto che desidera pesare sempre meno sugli altri e cavarsela con le proprie gambe. Dunque non piangiamo se chiudono gli stabilimenti, ma al limite si chieda aiuto a saper trovare o inventarsi un nuovo lavoro. In USA c'è stato un operaio licenziato dalla Chrysler che, abitando in una cittadina con molti anziani, ha seguito un corso per fisioterapisti ed ora vive di questo. Fare una cosa simile in Italia perchè deve essere come blasfemo? Forse perchè i sindacati così perderebbero popolarità? Potevano pensarci prima ad essere più responsabili!
 
iCastm ha scritto:
Ero indeciso se un argomento del genere meritasse risposte o meno.
Alla fine ho deciso di scrivere poche righe, solo per far presente alcune cose.

1. Questo è un forum sulle auto Fiat e per quanto ci sia libertà di parola in Italia (a differenza di quello che dicono molti, in genere i primi a non rispettare la libertà di parola dell'altro) non è un luogo adatto a disquisire di questioni sindacali.

Non credo che in Italia ci sia tutta questa libertà di parola soprattutto quando quelli che parlano solitamente sono nutriti dalla stessa mano
Su come le proteste vengano esercitate concordo con il tuo pensiero,tante volte invece di okkupare ci si dovrebbero rimboccare le maniche e darsi una mossa

Ignorando momentaneamente il punto precedente

2. Provo profondo dispiacere per chi è già stato mandato a casa, per chi è certo di andarci a breve e per chi rischia veramente.

Sono d'accordo con te

3. Chi protesta sbaglia la modalità. Se pretendono che la Fiat non mandi a casa e/o non chiuda non occupassero luoghi pubblici, occupassero gli stabilimenti Fiat. Se occupano edifici della pubblica amministrazione allora chiedessero alla Politica un aiuto alla loro situazione, non per forza la riassunzione in Fiat o la non chiusura degli stabilimenti.

Come ho detto sopra in alcune culture(e paesi) è facile strumentalizzare e farsi strumentalizzare

4. Se fossero vere le dichiarazioni di Marchionne del 2005 può anche darsi che si è arrivati al punto che i costi delle inefficienze sono maggiori della quota di mercato che perderebbe in Sicilia.

Chissà quanto ci si rimette a produrre a Pomigliano

5. Se fossero vere le dichiarazioni del politico citato direi che è disinformato. Fiat non ha detto di essere in crisi attualmente, in crisi c'è il mercato dell'auto, l'economia in generale. Dunque fa investimenti con Chrysler perchè li ritiene più fruttuosi. Costruisce in Serbia perchè il governo locale collabora attivamente anzichè dare "ecoincentivi" restituendoli come credito s'imposta. Ora nessuno è più libero di spendere i soldi come meglio crede?

6. Gli operai sindacalizzati di Pomigliano (dunque non tutti gli operai), non sono un esempio da seguire per via delle numero contraddizioni in loro stessi. Ad Anno zero chiedono di produrre la 500, prima di Natale però rifiutano la Panda. Vogliono però produrre auto ecologiche (ma quali?) con l'aiuto della Regione Campani (e ancora pretese d'assistanzialismo...)

Più che d'accordissimo

7. Un uomo si distingue da un bambino soprattutto dal fatto che desidera pesare sempre meno sugli altri e cavarsela con le proprie gambe. Dunque non piangiamo se chiudono gli stabilimenti, ma al limite si chieda aiuto a saper trovare o inventarsi un nuovo lavoro. In USA c'è stato un operaio licenziato dalla Chrysler che, abitando in una cittadina con molti anziani, ha seguito un corso per fisioterapisti ed ora vive di questo. Fare una cosa simile in Italia perchè deve essere come blasfemo? Forse perchè i sindacati così perderebbero popolarità? Potevano pensarci prima ad essere più responsabili!

concordo

Vorrei ancora aggiungere qualcosa sui sindacati...ma preferisco evitare nonostante il SINDACATO sia una istituzione importante azi fondamentale sono i sindacalisti il vero problema.
Probabilmente sono figli di quelli che negli anni 70 difendevano chi a Mirafiori metteva i banchetti, si metteva in mutua per andare a dare il bianco in casa d'altri, manometteva le auto vantandosi di aver creato disagio all'azienda.
Allora se F(fix)I(it)A(again)T(Tony)vuol dire questo forse la colpa non è solo chi stava sopra ma anche di chi stava sotto.
Inoltre devo capire come mai a Romiti diedero tutta liquidazione...forse perchè sapeva troppo...
 
ferrets ha scritto:
iCastm ha scritto:
testerr ha scritto:
il punto 6 mi ha lasciato basito. Roba da matti.

In che senso?

Che i Pomiglianesi vogliono prendere soldi senza lavorare :rolleyes: :?, storia simile a questa
http://www.casertanews.it/public/articoli/200911/art_20091102204502.htm

Io al massimo gli farei produrre la Panda, le 500 prodotte a Tichy sono fatte abbastanza bene, gli itaGliani le rovinerebbero sicuramente: già secondo me 500 non vale il prezzo che costa, figuriamoci se prodotta con lo standard di Pomigliano..

Io non vorrei fare di tutta l'erba un fascio. Quelli che si fanno sentire sono solo gli operai sindacalizzati, una minoranza. E tutti gli altri? Sicuramente lavorano. Forse potrebbero fare di più, forse no. Mi ricorda tanto quando a scuola c'erano quei pochi che organizzavano gli scioperi e le occupazioni giustificandole con motivi patetici che alla maggioranza fregava nulla. Solo che tra chi urla e chi sta zitto si sente solo chi urla, ma la figuraccia la fanno tutti.
 
iCastm ha scritto:
ferrets ha scritto:
iCastm ha scritto:
testerr ha scritto:
il punto 6 mi ha lasciato basito. Roba da matti.

In che senso?

Che i Pomiglianesi vogliono prendere soldi senza lavorare :rolleyes: :?, storia simile a questa
http://www.casertanews.it/public/articoli/200911/art_20091102204502.htm

Io al massimo gli farei produrre la Panda, le 500 prodotte a Tichy sono fatte abbastanza bene, gli itaGliani le rovinerebbero sicuramente: già secondo me 500 non vale il prezzo che costa, figuriamoci se prodotta con lo standard di Pomigliano..

Io non vorrei fare di tutta l'erba un fascio. Quelli che si fanno sentire sono solo gli operai sindacalizzati, una minoranza. E tutti gli altri? Sicuramente lavorano. Forse potrebbero fare di più, forse no. Mi ricorda tanto quando a scuola c'erano quei pochi che organizzavano gli scioperi e le occupazioni giustificandole con motivi patetici che alla maggioranza fregava nulla. Solo che tra chi urla e chi sta zitto si sente solo chi urla, ma la figuraccia la fanno tutti.

l'Italia è un mercato di 2 milioni di auto e la Fiat ne produce meno di 600mila: cominciamo da questa sproporzione e non dalla chiusura di questi stabilimenti».
«Aspettiamo da 18 mesi il piano industriale, ma prima c'era l'acquisto della Chrysler, poi il tentativo di comprare Opel e ancora il piano Chrysler»,
«Bisogna puntare su prodotti non tradizionali, che durino nel tempo, come l'auto elettrica e il governo farebbe bene a inserirla in un nuovo piano incentivi».
 
artisave ha scritto:
iCastm ha scritto:
ferrets ha scritto:
iCastm ha scritto:
testerr ha scritto:
il punto 6 mi ha lasciato basito. Roba da matti.

In che senso?

Che i Pomiglianesi vogliono prendere soldi senza lavorare :rolleyes: :?, storia simile a questa
http://www.casertanews.it/public/articoli/200911/art_20091102204502.htm

Io al massimo gli farei produrre la Panda, le 500 prodotte a Tichy sono fatte abbastanza bene, gli itaGliani le rovinerebbero sicuramente: già secondo me 500 non vale il prezzo che costa, figuriamoci se prodotta con lo standard di Pomigliano..

Io non vorrei fare di tutta l'erba un fascio. Quelli che si fanno sentire sono solo gli operai sindacalizzati, una minoranza. E tutti gli altri? Sicuramente lavorano. Forse potrebbero fare di più, forse no. Mi ricorda tanto quando a scuola c'erano quei pochi che organizzavano gli scioperi e le occupazioni giustificandole con motivi patetici che alla maggioranza fregava nulla. Solo che tra chi urla e chi sta zitto si sente solo chi urla, ma la figuraccia la fanno tutti.

l'Italia è un mercato di 2 milioni di auto e la Fiat ne produce meno di 600mila: cominciamo da questa sproporzione e non dalla chiusura di questi stabilimenti».
«Aspettiamo da 18 mesi il piano industriale, ma prima c'era l'acquisto della Chrysler, poi il tentativo di comprare Opel e ancora il piano Chrysler»,
«Bisogna puntare su prodotti non tradizionali, che durino nel tempo, come l'auto elettrica e il governo farebbe bene a inserirla in un nuovo piano incentivi».

E tutte queste chi l'ha pronunciate. Ma soprattutto, quando?

Il piano industriale è stato presentato prima di Natale, mentre per l'auto elettrica sembra che si voglia sfruttare il know how di Chrysler che sta abbastanza avanti nello sviluppo.

Inoltre l'auto elettrica è stata incentivata finora (per un max di 5mila Euro) e pare che gli incentivi verranno prorogati. E poi non puntare troppa attenzione sull'auto elettrica se prima non si risolve il problema della "produzione" di energia elettrica.
 
iCastm ha scritto:
artisave ha scritto:
iCastm ha scritto:
ferrets ha scritto:
iCastm ha scritto:
testerr ha scritto:
il punto 6 mi ha lasciato basito. Roba da matti.

In che senso?

Che i Pomiglianesi vogliono prendere soldi senza lavorare :rolleyes: :?, storia simile a questa
http://www.casertanews.it/public/articoli/200911/art_20091102204502.htm

Io al massimo gli farei produrre la Panda, le 500 prodotte a Tichy sono fatte abbastanza bene, gli itaGliani le rovinerebbero sicuramente: già secondo me 500 non vale il prezzo che costa, figuriamoci se prodotta con lo standard di Pomigliano..

Io non vorrei fare di tutta l'erba un fascio. Quelli che si fanno sentire sono solo gli operai sindacalizzati, una minoranza. E tutti gli altri? Sicuramente lavorano. Forse potrebbero fare di più, forse no. Mi ricorda tanto quando a scuola c'erano quei pochi che organizzavano gli scioperi e le occupazioni giustificandole con motivi patetici che alla maggioranza fregava nulla. Solo che tra chi urla e chi sta zitto si sente solo chi urla, ma la figuraccia la fanno tutti.

l'Italia è un mercato di 2 milioni di auto e la Fiat ne produce meno di 600mila: cominciamo da questa sproporzione e non dalla chiusura di questi stabilimenti».
«Aspettiamo da 18 mesi il piano industriale, ma prima c'era l'acquisto della Chrysler, poi il tentativo di comprare Opel e ancora il piano Chrysler»,
«Bisogna puntare su prodotti non tradizionali, che durino nel tempo, come l'auto elettrica e il governo farebbe bene a inserirla in un nuovo piano incentivi».

E tutte queste chi l'ha pronunciate. Ma soprattutto, quando?

Il piano industriale è stato presentato prima di Natale, mentre per l'auto elettrica sembra che si voglia sfruttare il know how di Chrysler che sta abbastanza avanti nello sviluppo.

Inoltre l'auto elettrica è stata incentivata finora (per un max di 5mila Euro) e pare che gli incentivi verranno prorogati. E poi non puntare troppa attenzione sull'auto elettrica se prima non si risolve il problema della "produzione" di energia elettrica.

CHRYSLER/ Il doppio salto mortale di Marchionne può far male a Fiat

http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=47140
 
artisave ha scritto:
iCastm ha scritto:
artisave ha scritto:
iCastm ha scritto:
ferrets ha scritto:
iCastm ha scritto:
testerr ha scritto:
il punto 6 mi ha lasciato basito. Roba da matti.

In che senso?

Che i Pomiglianesi vogliono prendere soldi senza lavorare :rolleyes: :?, storia simile a questa
http://www.casertanews.it/public/articoli/200911/art_20091102204502.htm

Io al massimo gli farei produrre la Panda, le 500 prodotte a Tichy sono fatte abbastanza bene, gli itaGliani le rovinerebbero sicuramente: già secondo me 500 non vale il prezzo che costa, figuriamoci se prodotta con lo standard di Pomigliano..

Io non vorrei fare di tutta l'erba un fascio. Quelli che si fanno sentire sono solo gli operai sindacalizzati, una minoranza. E tutti gli altri? Sicuramente lavorano. Forse potrebbero fare di più, forse no. Mi ricorda tanto quando a scuola c'erano quei pochi che organizzavano gli scioperi e le occupazioni giustificandole con motivi patetici che alla maggioranza fregava nulla. Solo che tra chi urla e chi sta zitto si sente solo chi urla, ma la figuraccia la fanno tutti.

l'Italia è un mercato di 2 milioni di auto e la Fiat ne produce meno di 600mila: cominciamo da questa sproporzione e non dalla chiusura di questi stabilimenti».
«Aspettiamo da 18 mesi il piano industriale, ma prima c'era l'acquisto della Chrysler, poi il tentativo di comprare Opel e ancora il piano Chrysler»,
«Bisogna puntare su prodotti non tradizionali, che durino nel tempo, come l'auto elettrica e il governo farebbe bene a inserirla in un nuovo piano incentivi».

E tutte queste chi l'ha pronunciate. Ma soprattutto, quando?

Il piano industriale è stato presentato prima di Natale, mentre per l'auto elettrica sembra che si voglia sfruttare il know how di Chrysler che sta abbastanza avanti nello sviluppo.

Inoltre l'auto elettrica è stata incentivata finora (per un max di 5mila Euro) e pare che gli incentivi verranno prorogati. E poi non puntare troppa attenzione sull'auto elettrica se prima non si risolve il problema della "produzione" di energia elettrica.

CHRYSLER/ Il doppio salto mortale di Marchionne può far male a Fiat

http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=47140

Anche tu navighi su sussidiario.net? Come l'hai conosciuto?

L'articolo da te linkato l'avevo letto anche al tempo, ma cosa vuoi dire con questo? Non mi pare che porti tante argomentazioni a tuo favore.

E poi, scusami, ma rispondi alle domande che ti faccio.
 
ferrets ha scritto:
iCastm ha scritto:
testerr ha scritto:
il punto 6 mi ha lasciato basito. Roba da matti.

In che senso?

Che i Pomiglianesi vogliono prendere soldi senza lavorare :rolleyes: :?, storia simile a questa
http://www.casertanews.it/public/articoli/200911/art_20091102204502.htm

Io al massimo gli farei produrre la Panda, le 500 prodotte a Tichy sono fatte abbastanza bene, gli itaGliani le rovinerebbero sicuramente: già secondo me 500 non vale il prezzo che costa, figuriamoci se prodotta con lo standard di Pomigliano..
:thumbup: :thumbup:
 

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