Lettera aperta a Sergio Marchionne
Sono un manager di 43 anni, ogni 5 giorni rendo conto degli indici finanziari alla proprietà americana della business unit che dirigo. Capisco quindi e stimo il dr. Marchionne, che ha salvato la nostra (almeno mia) amata auto italiana dal fallimento. Ciononostante, credo che lo stile di guida "eccessivamente finanziario" del grande Sergio non stia facendo bene ai marchi del gruppo. Troppo pochi modelli nuovi (a parte i re-badging), con il risultato che troppi segmenti e nicchie di modello sono sguarniti. Persino modelli di successo (Musa ad esempio) non vengono sostituiti. Ok, il mercato europeo è in crisi e capisco che in questa situazione non si parta a spada tratta alla conquista di segmenti e mercati ostici; ma ciò non può giustificare la perdita dei clienti esistenti e l'arrendevolezza con la quale Fiat, Alfa e Lancia vengono gestite. Guardate le notizie dei siti come Quattroruote: tedeschi e coreani spopolano, solo loro sfornano nuovi modelli. Vorrei comprare per mia moglie un suv compatto, cosa compro? Una Kia Sportage ... Vorrei sostituire la Musa di mia sorella, cosa compro? Non una Musa, progetto troppo datato. E per il mio lavoro, ho dovuto ordinare una Opel Insigna, perché l'equivalente in casa Fiat non c'era. E spesso non si tratta di nicchie, ma di veri e propri segmenti core che vengono tralasciati. Insomma, con tutto il rispetto per l'egregio lavoro svolto dall'amm. delegato di Fiat, ritengo che la finanza debba ogni tanto farsi consigliare dal cuore. I conti sono sacrosanti, devono quadrare, ma senza nuovi modelli nei segmenti fondamentali del mercato, temo che non quadreranno mai ...
Sono un manager di 43 anni, ogni 5 giorni rendo conto degli indici finanziari alla proprietà americana della business unit che dirigo. Capisco quindi e stimo il dr. Marchionne, che ha salvato la nostra (almeno mia) amata auto italiana dal fallimento. Ciononostante, credo che lo stile di guida "eccessivamente finanziario" del grande Sergio non stia facendo bene ai marchi del gruppo. Troppo pochi modelli nuovi (a parte i re-badging), con il risultato che troppi segmenti e nicchie di modello sono sguarniti. Persino modelli di successo (Musa ad esempio) non vengono sostituiti. Ok, il mercato europeo è in crisi e capisco che in questa situazione non si parta a spada tratta alla conquista di segmenti e mercati ostici; ma ciò non può giustificare la perdita dei clienti esistenti e l'arrendevolezza con la quale Fiat, Alfa e Lancia vengono gestite. Guardate le notizie dei siti come Quattroruote: tedeschi e coreani spopolano, solo loro sfornano nuovi modelli. Vorrei comprare per mia moglie un suv compatto, cosa compro? Una Kia Sportage ... Vorrei sostituire la Musa di mia sorella, cosa compro? Non una Musa, progetto troppo datato. E per il mio lavoro, ho dovuto ordinare una Opel Insigna, perché l'equivalente in casa Fiat non c'era. E spesso non si tratta di nicchie, ma di veri e propri segmenti core che vengono tralasciati. Insomma, con tutto il rispetto per l'egregio lavoro svolto dall'amm. delegato di Fiat, ritengo che la finanza debba ogni tanto farsi consigliare dal cuore. I conti sono sacrosanti, devono quadrare, ma senza nuovi modelli nei segmenti fondamentali del mercato, temo che non quadreranno mai ...